Uno dei lutti che più hanno colpito il mondo del cinema a livello globale: ci ha infatti lasciati Daria Nicolodi, musa ed ex moglie di Dario Argento che i più conoscono per essere stata la protagonista femminile di Profondo Rosso, la giornalista femminista e sagace compagna di avventure del protagonista del film.
Cinema
Lo Hobbit, le prime immagini
Arriva nelle sale italiane il 13 dicembre “Lo Hobbit”, prequel della saga del Signore degli anelli. Un’uscita attesa a lungo e ritardata, nel corso dei mesi, da scioperi e vari problemi legali (ultimo quello che ha visto la produzione contro l’associazione animalista Peta). Viaggio inaspettato è il titolo del primo episodio di quella che diventata, strada facendo, un’altra trilogia tanto era il materiale girato….
Kim Ki-Duk e la Pietà che piace al pubblico
Mentre il povero Bellocchio si infuria per la sua sonora batosta a Venezia e decide di non partecipar mai più ad un festival, per Kim Ki-Duk va tutto a gonfie vele. Dopo aver stravinto in Laguna il suo Pietà arriva finalmente nelle sale ed il pubblico lo acclama. Andiamo a vedere cosa pensa la rete di questo grande film…
Prometheus e la caduta di Ridley Scott
E’ strano dirlo di un prequel, che almeno una coda dovrebbe per forza averla, ma Prometheus non ha proprio né capo né coda. Apparentemente gli sceneggiatori di Ridely Scott si sono sforzati di spiegare una delle prime scene di Alien, là dove si scopre che una civiltà di alieni (chiamati Space Jockey) è stata sterminata e sfruttata da altri alieni parassiti…
Cineglob: Il Villaggio dei Dannati di John Carpenter (film completo)
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69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
La 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia e si svolgerà al Lido di Venezia dal 29 agosto all’8 settembre 2012, diretta da Alberto Barbera. La Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di tolleranza. La Mostra include retrospettive e omaggi a personalità di rilievo, come contributo a una migliore conoscenza della storia del cinema.
«80!» La sezione retrospettiva della 69. Mostra del Cinema.
In occasione dell’80mo anniversario della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (1932-2012), durante la prossima edizione si terrà «80!», una retrospettiva di dieci film (sette lungometraggi e tre corto/mediometraggi) presentati nel corso delle precedenti Mostre. I film sono stati selezionati in base a criteri di rarità, utilizzando e restaurando le copie delle Collezioni dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale (ASAC).
Sette opere di misericordia ed un’occasione mancata
Finalmente, come a voler invocare la misericordia presente nel titolo, anche nella nostra città è giunto Sette opere di Misericordia, film che da tempo volevamo vedere ma che la solita mafietta della distribuzione cinematografica aveva sin da subito fatto sparire. Eccoli dunque Gianluca e Massimiliano De Serio, in tutto il loro massimo splendore, intenti a proporci le loro versioni di “dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti.”
Ne esce fuori un film duro come un improbabile mix tra Fassbinder e Fratelli Dardenne, proprio a questi ultimi i De Serio vorrebbero strizzar l’occhio senza però riuscirci a pieno. Il trucchetto usato dai nostri videoartisti è quello di dosare attentamente il pathos, rilasciandolo a piccole dosi: la ragazza che compie piccoli furti, il vecchio tenuto in ostaggio, il bambino che scompare e via dicendo. Dramma sociale con risvolti spirituali affogato in liquide inquadrature e sparuti dialoghi che lo fanno assomigliare pericolosamente alla vita reale.
L’Iran non è un paese per il cinema
Dopo la spaventosa tragedia della morte dello scultore Wael Issa Kaston, ucciso dal governo siriano in questi giorni di guerra civile, altre nuove decisamente allarmanti ci giungono da un paese del Medio Oriente. Stavolta è l’Iran a minare seriamente la libertà di espressione del proprio popolo. L’industria cinematografica iraniana è infatti a rischio manipolazione da parte del governo.
Già nel 2010 i leaders iraniani si scagliarono contro Jafar Panahi, regista di Lo Specchio, Offside e Oro Rosso che gli è valso nel 2003 il premio della giuria a Cannes. In quel frangente il regista fu arrestato per la partecipazione ai movimenti di protesta contro il regime iraniano. Dopo la mobilitazione delle organizzazioni a difesa dei diritti umani e del mondo del cinema a livello internazionale, venne rilasciato su cauzione il 24 maggio dello stesso anno ma Il 20 dicembre 2010 Panahi venne condannato a 6 anni di reclusione domiciliare con il divieto di dirigere, scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare interviste sia all’estero che all’interno dell’Iran per 20 anni.
Dopo Steve McQueen e Sam Taylor-Wood anche Rirkrit Tiravanija ha deciso di darsi al cinema
Gira che ti rigira anche Rirkrit Tiravanija ha girato un film. Dopo le incursioni Hollywoodiane di Julian Schnabel, autore di pellicole come Basquiat (1996), Lo Scafandro e la farfalla (2007) e Miral (2010) e dopo Nowhere Boy (2009), ultma fatica di Sam Taylor-Wood incentrata sui primi anni della vita di John Lennon, e ancora, dopo i successi di Steve McQueen che ha incantato le platee con Hunger (2008) e Shame (2011), ecco che persino il nostro artista tailandese ha deciso di darsi al cinema.
Il film di Rirkrit Tiravanija si intitola Lung Neaw Visits His Neighbors ed il protagonista è un ex contadino di 60 anni che vive nel villaggio rurale di Chiang Mai, una provincia del nord della Tailandia. La pellicola ha la durata di un vero e proprio kolossal, circa due ore e mezzo di girato ed il nostro caleidoscopico artista ci tiene a precisare che non si tratta di un film documentario né di un’opera strettamente narrativa: “Definirei il mio film come un ritratto del protagonista, ecco questa mi sembra la definizione corretta” ha dichiarato Tiravanija ai microfoni del New York Times.
David Cronemberg bissa il flop con Cosmopolis
Quel geniaccio di David Cronemberg non ha certo bisogno di presentazioni, alcune sue pellicole come Scanners, Videodrome, La mosca, Inseparabili, Il Pasto nudo e Spider possono bastare ad annoverare il suo nome nei libri di storia del cinema e non solo. A volte però anche i geni infallibili prendono incredibili cantonate, sarebbe a dire le classiche eccezioni che confermano la regola.
Il nostro Cronemberg, dopo aver sfornato un capolavoro come La promessa dell’assassino, ha poi prodotto un’opera alquanto discutibile e prolissa come A Dangerous Method. C’era quindi molta attesa per questo Cosmopolis, ultima fatica del regista canadese tratta dall’omonimo romanzo di Don DeLillo. Attesa che in parte è stata tradita dall’estrema complessità di un film che a volte si annoda su sé stesso.
Ultimi giorni per partecipare al Festival Abstracta 2012
La visione genera mondi e la creazione di mondi inizia dagli elementi costitutivi del mondo. Tuttavia ogni elemento può essere reinvestito di senso e “astratto” dal contesto. Ogni elemento può nondimeno essere “l’astratto” del contesto: suo elemento rappresentativo da indagare per giungere alla costituzione di una meta-visione meglio comprensiva del tutto. In definitiva un’investigazione sugli elementi (non necessariamente puri) di “qualcosa” e sul loro senso speculativo nudo prende proprio nella cosa investigata un punto di partenza che non è negato, ma solo “astratto”. Astrarre dunque è anche leggere nuovamente, astrarre da qualcosa può significare cercare il nodo primigenio, senso della visione, nuova semiosi degli elementi.
L’ultima mostra del cinema astratto si svolse nel 1951 a Liegi, in Belgio, organizzata da Jean Raine, artista e cineasta Cobra, e vide la partecipazione dei maestri del cinema degli anni ’20 e ’30, Leger, Duchamp, Dulac, Ernst, Veronesi, Richter, Henri Moore ed altri. Riprendendo una tradizione interrotta, dunque, è stato proposto dal 2006 a Roma Abstracta, l’unico festival di cinema astratto in Italia.
Scoprire Hunger dopo Shame
Come spesso succede dalle nostre parti, quando un regista riceve un successo inaspettato con una sua pellicola, anche le sue opere precedenti vengono ridistribuite. Anche con Steve McQueen è andata più o meno così. Parliamo ovviamente di una nostra vecchia conoscenza, visto che McQueen è anche uno dei più acclamati protagonisti dell’arte contemporanea. Nel 1999 si è aggiudicato il prestigioso Turner Prize e nel 2007 ha esposto alla Biennale di Venezia, sino a giungere al tripudio del 2009 dove sempre in laguna ha occupato il Padiglione Britannico, proponendo un film che vedeva come protagonisti proprio i Giardini di Venezia, visti nel periodo precedente l’esposizione, evidenziando così la differenza tra i sei mesi che ogni due anni vedono quella zona protagonista, e i rimanenti diciotto, dove la desolazione regna sovrana.
Noi quindi conoscevamo McQueen, i borghesucci del cinema italiano dovevano ancora scoprirlo e lo hanno fatto con Shame, pellicola che ha stuzzicato i pruriti porno di chi non ha il coraggio di guardare un porno.
The Nymphomaniac, Lars Von Trier o John Holmes?
Lars Von Trier non è certo un tipo tranquillo. Lo scorso anno il celebre regista era riuscito a farsi cacciare da Cannes dove era stato invitato per presenziare al Festival del Cinema in concomitanza con l’uscita del suo film Melancholia. Nel frangente Von Trier combinò un pasticcio imperdonabile, rilasciando le seguenti ignobili dichiarazioni: capisco Hitler, capisco l’uomo che è pieno di male, certo sono contrario alla seconda guerra mondiale e non sono contro gli ebrei, ma in realtà non troppo perché Israele è un problema, come un dito nel culo, fa cagare. Adoro l’architetto di Hitler Albert Speer, aveva un grande talento. Come regista nazista. Invoco la soluzione finale per i giornalisti”, solo per poi scusarsi irreparabilmente: Mi sono lasciato trascinare in una provocazione. Presento le mie scuse. tengo sinceramente a scusarmi. Non sono antisemita, né razzista, né nazista”.
Oggi dopo le provocazioni di un Antichrist ,condito da scene osè ed a tratti raccapriccianti, Von Trier ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti. Parliamo del nuovo film Nymphomaniac, un titolo che già lascia presagire qualcosa di poco rassicurante.