
Il film di Gonzalo López-Gallego tenta la carta del possibile. Il falso documentario horror scatena una serie di reazioni e di prese di distanza da parte della NASA e questo significa che, almeno in parte, centra il colpo. Si pone nel genere mockumentary e cerca una strada mimetica più forte degli altri, come forse solo Blair Witch Project aveva osato.
In questo caso però non è la strada del nastro davvero trovato, era infatti impossibile dire che i nastri erano ufficali, bensì del mockumentary girato appositamente ma basandosi su nastri e testimonianze reali. Dunque tutto sarebbe stato rigirato alla maniera dei documentari solo per “dare” maggiore verità, mostrandosi proprio come i “veri” referenti: i veri nastri e le vere interviste.
La storia è altamente improbabile ma apparentemente possibile. Ovvero è indimostrabile sia che sia reale sia l’opposto.
Sfrutta le teorie del complotto riguardanti l’uomo sulla luna, ma le lavora al contrario. All’opposto di Capricorn one il punto non è che non siamo mai andati sulla luna, bensì il punto è: ci siamo andati e abbiamo trovato un mostro invincibile. Sassi lunari che si animano.