Giovedì difesa: les revenants

Normalmente tendo a parlare di un film per consigliarlo. Anche in questo caso.

Solo che voglio consigliare un film che non mi è piaciuto.

Il film di Robin Campillo del 2003 per me va assolutamente visto perchè non ci si può credere. Come prima cosa scavalca tutti i canoni del film di genere, e insospettabilmente, pur parlando di zombie, in larga parte, mi annoia.

Steve McQueen, ossessioni e perversioni da Venezia ad Hollywood

Avete presente Steve McQueen? Ovviamente non stiamo parlando dello storico divo di Hollywood ma di un talentuoso video artista/regista che in questi giorni è stato chiamato da Hollywood. McQueen è balzato agli onori della cronaca nel 2008 con il suo video Hunger, un’opera sullo sciopero della fame in Irlanda del 1981 e sulla figura del rivoluzionario Bobby Sands, pellicola che gli ha fatto guadagnare la Palma d’oro a Cannes.

Successivamente, nel 2009, l’artista ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia ed in quell’occcasione è riuscito a stupire il pubblico con la sua poesia visiva. Il suo video Giardini, ambientato appunto nei Giardini della Biennale, offriva infatti liquide immagini di eleganti levrieri in cerca di cibo tra rifiuti e padiglioni abbandonati. Un chiaro attacco ai fasti dell’imperialismo e del potere pervaso dalla pacata e lucida descrizione di un sistema che lentamente scende verso il baratro della decadenza. Ebbene, quest’anno McQueen ha nuovamente stupito il pubblico di Venezia in occasione del Festival del Cinema.

Giovedì difesa: Falling skies

Ma se parliamo di fine del mondo e di film apocalittici a me Falling Skies, la prima serie è piaciuta molto.

Un pò perchè i personaggi e le relazioni basate su un risorto senso della famiglia le ho trovate approfondite e ricche di tenerezza e sentimento (mi starò rammollendo?). Ok non è che io sia un buonista, ma nel mondo alla fine dei tempi l’emozione, il coraggio dei padri e delle madri, nonché quello dei figli mi sono sembrati sensati.

Giovedì difesa: Scream 4

Non posso nascondere un debole per Wes Craven. Il padre di Freddy Krueger e di molti dei miei incubi notturni di infanzia, che ancora ringrazio per le emozioni e l’adrenalina. Ma andiamo per ordine: Scream doveva essere una trilogia. La serie parodia di tutte le serie si chiudeva con la terza puntata che cambiava i connotati alla prima.

Il killer di Scream o meglio i killer che si susseguono nei vari Scream sono degli appassionati di horror, che quindi uccidono segueno le regole dei film horror. Si aggiunga che a partire dalla seconda puntata (a testimoniare la veridicità dei fatti successi nella prima) una troupe si avvia sui luoghi dei fatti e inizia a girare un film.

Giovedì difesa: Il grinta

True grift, da noi Il grinta, di cui parliamo è la trasposizione del 2010 realizzata dai fratelli Joel e Ethan Coen. Tra gli attori ci sono e sono tutti imperdibili Jeff Bridges, Matt Damon, Hailee Steinfeld e Josh Brolin,

La loro versione si attiene al romanzo di Charles Portis molto di più rispetto al tuttavia godibile precedente del 1969, interpretato dall’ormai mitico John Wayne.

Giovedì difesa: Paul

Non puoi essere appassionato di fantascienza e non saper sorridere. L’ironia nascosta dentro alla maggior parte delle previsioni di futuro degli scrittori è talvolta perfino alla base. Normalmente la lettura delle storie potrebbe sottintendere una critica o un’analisi della situazione politica, sociale, culturale o demografica del presente. La proiezione nel possibile futuro equivale alla proiezione dell’analisi.

In questo caso però l’analisi è sul cinema di fantascienza esistente, in particolare l’immaginario degli alieni. Si canta dunque la parodia dei film con tema il contatto con gli alieni, gli esseri provenienti da un altro mondo normalmente immaginati sempre in un modo preciso.

David Lynch incide il suo primo disco


Quando si parla di David Lynch non ci si annoia mai. Il visionario regista di films come Inland Empire, Elephant Man, Twin Peaks e Mullholland Dr.  è infatti un vero e proprio vulcano di idee creative, attività che non si fermano alla sola cinematografia ma si estendono anche ad altri campi. Dopo varie eventi legati alle arti visive, il caleidoscopico regista ha deciso di focalizzare la sua attenzione sulla musica, realizzando il suo primo album da studio.

In verità non è la prima volta che David Lynch  decide di cimentarsi con la musica, le sue ambizioni in questo campo hanno infatti preso ancor più corpo nel 2010 quando il regista ha fondato la David Lynch Music Company. A novembre quindi uscirà l’album Crazy Clown Time, formato da 14 tracce composte dal musicista-autodidatta.

Giovedì difesa: Quarantine Due

Il secondo episodio del rifacimento americano dell’ottimo REC non equivale al rifacimento di REC 2. E questa è una buona notizia

Intendiamoci REC 2 è un ottimo lavoro, e questi rifacimenti horror americani le prendono sempre dall’originale in maniera abbastanza forte. Come già Ringu e Ju-on sovrastano le loro blande cover The ring e The grudge, che ho supposto avessero visto nei film originali solo il problema di non avere attori di razza occidentale e di non avere cavalli; così anche lo spagnolo REC era, a mio avviso, molti passi sopra Quarantine.

Giovedì difesa: Capitan America, ma anche Thor, Iron man e i supereroi

Ogni supereroe ha delle caratteristiche precise. Da piccolo leggevo Capitan America perché mi affascinava, poi mano che una seppur blanda coscienza politica mi si avvicinava, mi ci sono allontanato: il super poliziotto super patriottista americano era troppo per me. Oggi ho vinto queste remore e da appassionato di eroi marvel il film l’ho voluto vedere. In verità valeva la pena, non solo e non tanto per la sequenza interminabile di citazioni nascoste e per la consueta apparizione cammeo di Stan Lee.

Anzitutto il film ha a che vedere con Indiana Jones, si svolge tutto nella seconda guerra mondiale e il rimando è quasi immediato. E seconda cosa si contesta da solo. Il costume di Capitan America nasce per connotarlo come fenomeno da baraccone, per invitare gli americani ad arruolarsi. Tuttavia in una scena il cattivo smonta le sue velleità patriottiche sostenendo che gli stati non hanno senso e presto non esisteranno più. Come oggi sappiamo le guerre sempre più non sono ormai più per sovranità popolare e per invasione di uno stato su un altro, ma procedono a colpi di multinazionali e industrie delle armi e dell’energia.

Tim Burton e Art in The Streets, due blockbusters a confronto

Alle volte anche il mondo della critica d’arte si concede qualche piccolo divertissement, delle piccole chicche intrise da un sottile velo di ironia che fanno riflettere sulle bizzarrie di un sistema dell’arte contemporanea che spesso e volentieri genera mostri. Il caso del giorno è quello del L.A. Times che ha portato a termine uno speciale confronto tra due mostre blockbuster attualmente in visione a Los Angeles. Le mostre in questione sono ovviamente Art In The Streets, visitabile fino all’8 agosto al MOCA e Tim Burton, ospitata fino al 31 ottobre al LACMA, Los Angeles County Museum of Art.

Inutile aggiungere che i due eventi hanno già attirato migliaia di visitatori, l’evento dedicato a Tim Burton poi aveva già spopolato a New York. Il problema è che la mostra Tim Burton è stata già nominata evento più brutto del 2010 mentre Art in The Streets si avvia a conquistare la palma di evento più brutto del 2011. Divagazioni a parte, vediamo quindi i confronti eseguiti dal L.A. Times:

James Franco e le lezioni al MoMA

Chi ha ancora voglia di ascoltare qualche barzelletta su James Franco ed il mondo dell’arte contemporanea? Ovviamente noi non raccontiamo storielle e sinceramente pensiamo che questa storia dei divi di Hollywood e delle popstars i quali cercano ostinatamente di entrare nel mondo dell’arte visiva, abbia un poco passato la misura. Eppure loro, gli attori ed i grandi cantanti, non hanno intenzione di limitarsi al loro campo d’azione ma tentano ogni giorno di irrompere in ciò che non gli compete.

Ecco quindi che Sylvester Stallone inizia a dipingere, Lou Reed a Fotografare, David Byrne a creare installazioni e la peperina Lady Gaga a spacciare i suoi concerti in vere e proprie performance. Ma noi eravamo fermi al nostro James Franco.

La Mostra del Cinema di Venezia ai nastri di partenza

La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia. L’edizione n. 68 si svolgerà al Lido di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre 2011. La Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di tolleranza. La Mostra include retrospettive e omaggi a personalità di rilievo, come contributo a una migliore conoscenza della storia del cinema.

SELEZIONE UFFICIALE

Venezia 68
Concorso internazionale di un massimo di 21 lungometraggi in prima mondiale.

Fuori Concorso
Sono presentate Fuori Concorso alcune opere significative dell’anno, per un massimo di 11 titoli, in particolare quelle firmate da autori la cui importanza sia già riconosciuta e che abbiano già partecipato, in Concorso, alla Mostra di Venezia. Nella fascia oraria di Mezzanotte sono inoltre ospitati alcuni film Fuori Concorso, per un massimo di 6 titoli, le cui caratteristiche convengano a questo particolare orario di proiezione. Sono ammessi alla selezione solo i lungometraggi offerti alla Mostra in prima mondiale. Solo in casi eccezionali sono possibili deroghe, per film non ancora proiettati in pubblico fuori del paese d’origine.

La forza dell’arte, La leggerezza di un mezzo corpo

A metà tra un cortometraggio, una pièce teatrale, un musical cinematografico di una certa complessità narrativa e coreografica (per intenderci Chicago di Rob Marshall del 2002), il coinvolgente e articolato video The Cost of Living fonde differenti e numerosi elementi tanto da porlo al di fuori di qualsiasi rigida classificazione. Basato sull’omonima produzione teatrale concepita e diretta da Lloyd Newson (Melbourne, 1957; lavora a Londra dove nel 1986 ha fondato DV8 Phisical Theatre), il video è stato infatti commissionato nel 2004 dal Channel 4 Television britannica e la scheda tecnica lo identifica come film.

Conosciuto a Roma per la sua partecipazione a due edizioni di RomaEuropa Festival, nei 35 minuti di The Cost of Living Newson, nel suo modo usuale, studia i comportamenti umani e tratta diversi temi, per lo più sociali, abbinandoli all’agilità puntuale di sincronizzate coreografie di danza/balletto, ad una fotografia senza sbavature e ad una ripresa video che fa proprie molti stratagemmi cinematografici che vanno dal sapiente uso del primo piano per sottolineare alcuni aspetti psicologici a delle equilibrate composizioni prospettiche e del fuori fuoco.

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