Giovedì difesa: The tunnel

Buone notizie dall’Australia. Una bella operazione a basso costo, finanziata con internet e distribuita gratis su bit torrent. Il film del regista Carlo Ledesma per gli amanti dell’horror è da non perdere. Segue la scia, a me molto cara, dei mockumentary. Film che si fingono documetario.

Il genere horror ha infatti di recente tirato fuori molti bei lavori, anche a basso budget, il cui valore aggiunto è proprio nella finzione, portata all’estremo, che l’evento pauroso raccontato sia davvero accaduto e che queste siano le prove. In questo caso una troupe televisiva le cui interviste accompagnano le riprese da loro girate sui “paurosi eventi” si era intestardita in indagini alla ricerca della notizia relativa a misteriose sparizioni nei sotterranei di Sidney.

Giovedì difesa: Source code e i figli d’arte

Purtroppo nel mondo del cinema mi sono abituato a pensare che i figli d’arte non siano molto capaci a far quasi nulla. Mi rendo invece conto che, con poche eccezioni, sto parlando dell’Italia. Questo luogo comune non trova riscontro (suppongo anche li con eccezioni che non conosco) in quel che mi appare dal mondo cinematografico americano e britannico. Mi soffermo infatti su alcuni nuovi registi.

Dunque dirò che mi piacciono tutti i film senza eccezione di Sofia Coppola. Trovo che Somewhere abbia vinto meritatamente a Venezia e ringrazio la competenza di Tarantino che ha commentato con l’unica critica possibile sul film, ovvero che dopo averlo visto continui a vedere altre cose ma non ti esce mai dalla mente. Del film di Sofia Coppola amo la camera lenta, l’indugiare, lo stesso indugiare che crea lo straniamento di Bill Murray in Lost in Translation, e poi i sentimenti che sfuggono, non sono detti, allora scappano, volano via. Ci vedo abbastanza originalità e non troppi legami apparenti con la regia del padre, di cui pure pare conoscerne una certa poesia.

Giovedì difesa: Dexter e siamo a 5

Ci sono molti modi di intendere una serie tv. Ci sono le serie che non hanno mai fine e quelle che terminano la mini trama all’interno dell’episodio sempre. Accade così che lo spettatore possa accendere la tv in un qualsiasi giorno e guardarsi una puntata, che sia un indagine, un episodio di vita familiare, o altro.

La mia modalità preferita però è quella rispettata da Dexter. Ogni serie si conclude nell’ultima puntata. Dunque le 5 serie di Dexter sono 5 lunghissimi film. I ritmi sono sempre assolutamente serrati, le indagini sono sempre sul filo teso, si sta sull’episodio, sul dettaglio da svelare o da far sparire.

Werner Herzog arriva anche in Italia con Cave Of Forgotten Dreams

E’ finalmente giunto anche in Italia Cave Of Forgotten Dreams, il documentario 3-D di Werner Herzog interamente girato all’interno della grotta di Chauvet. Il film è stato infatti presentato dal 28 aprile all’8 maggio 2011 al Trento Film Festival ma ancora non è noto quando potremo vederlo nelle sale italiane.

Il documentario non tradisce il puro stile herzoghiano, ipnotico e mistico, caratterizzato da una minuziosa ossessione per i dettagli. Herzog ha lavorato in condizioni precarie, spazi ristretti e con poca attrezzatura ma non ha mancato di inserire la sua cifra artistica all’interno del progetto. L’uso delle tecniche 3-D è talmente ben fatto che il visitatore ha la netta impressione di trovarsi all’interno della grotta a sfiorare gli antichi disegni parietali e camminare fra cumuli di resti. La colonna sonora composta da Ernst Reijseger non è propriamente all’altezza della pellicola e frequentemente rompe la delicata magia di  momenti mozzafiato.

Giovedì difesa: Red

Red è un film del regista Robert Schwentke di cui non conoso troppo le gesta. È tratto da un fumetto di Warren Ellis e Cully Hammer. Il protagonista, l’agente in pensione Frank Moses, interpretato da Bruce Willis è, a mio avviso, la cosa migliore. Anche il cast è davvero notevole: Mary-Louise Parker, Helen Mirren, John Malkovich, Karl Urban, Richard Dreyfus, Brian Cox e Morgan Freeman tra gli attori.

L’operazione di trasposizione dal fumetto ha momenti buoni e molto divertenti. In effetti sono un pò indeciso sul giudizio, a causa di quanto succede al livello di ritmo del film. L’ironico messaggio sotteso su quanto sia più forte la “vecchia scuola” poliziesca, (si legga anche i vecchi film polizieschi, o i vecchi attori), trend che ha il suo momento più alto in Die Hard 4 e ne I mercenari, qui occupa quasi tutto il tema.

Lars Von Trier nazi cacciato da Cannes

Accadono cose strane in questo mondo e sempre più spesso chi sembrava essere degno di stima si trasforma in un imbecille completo, senza alcuna possibilità di difesa. Questa volta la figura del completo babbeo l’ha fatta nientemeno che Lars Von Trier, giunto in quel di Cannes per presenziare al festival del cinema.

Lo sprovveduto regista durante la conferenza stampa di Melancholia (sua ultima pellicola con Kristen Dunst e Charlotte Gainsbourg) avrebbe rilasciato queste scioccanti dichiarazioni riportate da la Repubblica: “capisco Hitler, capisco l’uomo che è pieno di male, certo sono contrario alla seconda guerra mondiale e non sono contro gli ebrei, ma in realtà non troppo perché Israele è un problema, come un dito nel culo, fa cagare. Adoro l’architetto di Hitler Albert Speer, aveva un grande talento. Come regista nazista. Invoco la soluzione finale per i giornalisti”.

Alla Biennale di Venezia c’è anche James Franco contro James Dean

Ammettiamolo, noi di Globartmag lo abbiamo preso in giro per parecchio tempo, lo abbiamo inserito anche in un articolo che parlava delle aspirazioni artistiche delle star di Hollywood. Eppure il buon vecchio James Franco ce l’ha fatta sotto il naso ed è riuscito ad arrivare fino alla Biennale di Venezia. Ora potrete anche dire: “quando sei ricco e famoso tutti ti concedono tutto” ma questo è il dorato mondo dell’arte baby e non puoi farci niente.

Partendo dalla prima mostra personale da Peres Project di Berlino fino all’ultima da Gagosian Beverly Hills, Franco arriva a Venezia più agguerrito che mai e sempre più determinato ad entrare nel giro degli artisti che contano. D’altronde la cosa non ci pare molto difficile visto che negli ultimi tempi l’arte contemporanea è sempre più vicina ad una forma di spettacolo un poco più diluita e melensa .Il progetto prende il titolo di Rebel e sarà curato da Dominic Sidhu.

Giovedì difesa: Buttafuori

Buttafuori è una sit-com italiana. La trovate su flop tv in brevi spezzoni di pochi minuti. In verità è stata anche trasmessa in prima visione TV nell’estate del 2006 su Rai 3 in otto puntate di trenta minuti ciascuna, passando quasi inosservata.

La serie è prodotta dalla Wilder per il Nucleo produttivo satira di Raitre. Ne è stata realizzata una sola stagione. Leggo che la messa in onda di cui non mi sono mai accorto era in prima tv per 8 venerdì dalle ore 20.30 alle ore 21.00, fascia oraria che in quel periodo, dal lunedì al giovedì, era occupata dalla prima stagione di Un posto al sole d’estate. Quindi frequentata da tutt’altro fruitore, per dirla breve fascia oraria, comunicazione e programmazione di un prodotto rivolto a me che mi hanno “mancato” completamente come target. Infatti non mi è arrivata.

Un Giovanni Albanese Senza arte né parte

Vi piacerebbe vedere l’arte contemporanea messa in ridicolo sul grande schermo? Bene, se siete così masochisti da desiderare tutto questo da oggi in poi avete il film che fa per voi. Stiamo parlando dell’ennesima genialata di Giovanni Albanese che nella sua ultima fatica intitolata Senza arte né parte riesce ad allungare il brodo di un “anche tu puoi essere artista” per circa novanta minuti dove c’è anche tempo per sollevare un dialogo sui massimi sistemi attorno ad opere di Pino Pascali e compagnia cantante.

Certo se un film del genere l’avesse diretto Rainer Werner Fassbinder non staremmo qui a parlare dell’ennesimo tentativo di “istruire” il pubblico con metodi totalmente sbagliati ma a noi italiani piace “fare cultura” in altri termini ed allora becchiamoci questa allegra brigata composta da Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston e Hassani Shapi.

Giovedì Difesa: Non bussare alla mia porta

Facendo un passo indietro da giovedì scorso c’è invece un Wenders che non esibisce e che, dicendo di meno e nascondendo qualcosa, forse esprime un pò di più. Evidentemente sostanziale il contributo alla sceneggiatura di Sam Shepard, già ammirato nell’ottimo Paris, Texas. Il tutto tratto da un buon soggetto di Gus Van Sant.

Stavolta il film le promesse le mantiene, anche se rimanevo comunque infastidito da qualcosaLa fotografia ispirata ai dipinti di Hopper è strepitosa, poi il conflitto, il vuoto interno dei protagonisti, una ricerca incomprensibile della libertà ma anche della verità nascosta dietro alle proprie stesse tracce, tutto mi era affine. Eppure un punto era presente dal quale non mi riuscivo a staccare, qualcosa che mi innervosiva, qualcosa di sbagliato.

Giovedì Difesa: Palermo shooting

A me Wenders piace spesso, e il primo Wenders oltre modo. Anche alcune cose recenti erano ancora state pienamente di mio gusto. Così decido, da buon siciliano, di vedermi questo Palermo shooting, del 2008.

Gli ingredienti che fanno al caso di Wenders ci sono tutti: la fotografia in primis. È infatti la storia di un fotografo di successo in crisi esistenziale… poi c’è il viaggio, la sicilia, il Trionfo della Morte, il dipinto palermitano che da il senso onirico e sotteso a tutto. I titoli di coda, infine sono aperti da una dedica a due registi morti lo stesso giorno, durante la lavorazione del film, l’amico Michelangelo Antonioni e Ingmar Bergman, venuti a mancare entrambi il 30 luglio 2007. Perfino questo ha a che vedere col film e con la poetica. Peraltro Dennis Hopper nel film, nel ruolo, appunto, della Morte, è davvero affascinante.

Dopo Ai Weiwei anche Zhu Rikun è K.O.

Ironia della sorte in questi giorni a Pechino si è aperto un summit dove i rappresentanti del governo cinese incontreranno con quelli del governo americano per discutere della situazione delle libertà individuali nel paese (ammesso che ce ne siano). Inutile dire che in agenda ci sarà anche il caso Ai Weiwei, anche se le associazioni per i diritti umanitari hanno etichettato questo genere di incontri come “inutili ed ipocriti, discussioni diplomatiche dove non si ottiene nulla di concreto”.

Comunque sia il mondo della cultura (e non solo) si è già mobilitato per salvare il coraggioso artista e nuove manifestazioni si sono svolte ad esempio ad Hong Kong (che ha raccolto 2.000 persone). Nel mentre un’altra storiaccia proveniente sempre dalla Cina e legata al mondo della creatività è balzata nelle ultime ore agli onori della cronaca.

Giovedì Difesa: Boris

 Boris è una serie televisiva italiana prodotta dal 2007 e giunta alla sua terza edizione. Narra le vicende dei dietro le quinte dell’immaginaria fiction italiana: Gli occhi del cuore.

Il regista Renè Ferretti mentre gira la fiction, tiene sempre vicino a se un pesce rosso chiamato Boris, in onore a Boris Becker. I suoi pesci rossi hanno infatti tutti nomi di tennisti. In un certo senso si potrebbe pensare che è Boris che gira gli occhi del cuore. Renè infatti sente molto stretto il lavoro e cerca come può, nell’arco delle tre serie, di mostrare la sua vera bravura di regista.

La Costa d’Avorio e l’attualità di “Nadro”

Un cuscino di silenzio avvolge la Costa d’Avorio. Sembra inglobata in un’altra dimensione dove le notizie corrono solo su binari di pochi e il grande pubblico ignaro è all’oscuro di quello che sta accadendo in questi mesi e ancor di più in questi ultimi giorni. Forse gli avvenimenti poi non sono così casuali e capita alcune volte di percepire la trama del destino  e soprattutto di esserne parte anche nella piccolezza della tua quotidianità sei chiamato a soffermati e porre un accento su delle situazioni che seppur lontane dovrebbero toccarci e renderci portavoce per chi soffre ed è impossibilitato a difendersi. Un faro dovrebbe illuminare tutti i paesi straziati dalle guerre e forse la notte ci potremmo accorgere di quanti focolai siamo circondati.

Questo rappresenta l’incontro, organizzato dalla Dottoressa Maria Giovanna Tumino, svoltosi lunedì 18 aprile nell’Aula Magna dell’Università di Conservazione dei Beni Culturali a Viterbo. Nell’ambito delle lezioni di Storia dell’Arte dei Paesi Europei II della professoressa Patrizia Mania è stato proiettato il film “Nadro, colui che non dimentica” (1998) sulla vita di Frédéric Bruly Bouabre, regia di Ivana Massetti. Quanto mai attuale e sincero. Uno spaccato di quello che non sappiamo perché non lo possiamo vedere con i nostri occhi è stato filmato con sapiente umanità e con assoluto rispetto. La vita di questo grande artista e la sua Costa d’Avorio così difficile e dilaniata.

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