Andy Warhol e la digital art

Screenshot dell’opera di Andy Warhol

Ai nostri giorni è possibile manipolare foto e creare opere d’arte o computergrafica comodamente da casa con l’ausilio di un comune personal computer, ma una ventina di anni fa le cose non erano certamente così facili. Certamente c’erano già stati numerosi pionieri della digital art e molti artisti usavano apparati elettronici, oscilloscopi e quanto altro per creare un nuovo tipo di immagine, basti pensare che La computer art nasce già nel 1950 grazie alla sperimentazione di Ben Laposky (USA) e Manfred Frank (Germania) due matematici e programmatori.

Che fine ha fatto la Net Art?

In questi giorni si è tenuta l’Internet Week, kermesse newyorkese tutta dedicata alla scoperta e alla valorizzazione delle arti digitali. Tra i panels presenti alla manifestazione, uno in particolare ci è sembrato alquanto interessante, vale a dire quello intitolato Has The Internet Made Everyone an Artist? (internet ha trasformato tutti quanti in artisti?). La discussione si è tenuta mercoledì ed è stata moderata da CJ Follini, co-fondatore di welcometoCOMPANY.com, Paola Antonelli, curatore del MOMA, gli artisti Ivan Toth Depena e Sarah Small e Susi Kenna direttore di Contemporary Art for Excursionist.

Anche se il talk era orientato su questioni insolitamente diverse dal suo titolo, come la conservazione dei lavori di net art, questo spunto potrebbe esserci d’aiuto per lo sviluppo di una discussione più vicina alla materia in questione. Come già detto più volte su questo blog, l’avvento di internet ha facilitato la fruizione e la produzione dell’arte contemporanea.

Matteo Basilé alla Guidi & Schoen di Genova

Venerdì 18 maggio, alla galleria inaugura Landing, la nuova mostra personale di Matteo Basilé.  C’è chi sogna di dominare il mondo e chi dedica tutta la vita alla creazione di una spada. E se c’è un sogno a cui sacrificare tutti se stessi, c’è anche un sogno simile a una tempesta che spazza via migliaia di altri sogni. Non c’entra la classe, né lo status, e neppure l’età. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore… fino alla morte. Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita da martiri spesa in nome di un dio chiamato “sogno”. (Kentaro Miura).

Da sempre viaggiatore che attraversa le geografie umane e terrestri raccontando storie di luoghi e persone di tutto il mondo, attraverso il suo lavoro Matteo Basilé ha nel tempo dato vita alle proprie visioni, riportando il suo immaginario in luoghi reali.

Quayola, il genio italiano trionfa all’estero

Nemo propheta in patria verrebbe da dire, visto che dalle nostre parti il suo nome non è molto conosciuto. All’estero invece Quayola è un nome di tutto rispetto viste le ripetute esperienze internazionali a New York, Londra, Miami, Parigi e chi più ne ha più ne metta. Di fatto Quayola ha esposto maggiormente al di fuori dei nostri confini, tipico esempio di un sistema al collasso che non si cura dei talenti che possiede.

Il nostro Davide Quagliola è italianissimo, anzi romanissimo verrebbe e da molto è impegnato in sperimentazioni che si aprono alle varie esperienze percettive come le sculture digitali, le performances e le installazioni audiovisive. In questi ultimi tempi diversi magazine internazionali hanno parlato di Quayola, in merito ad una ricerca che il nostro ha portato a termine dal suo quartier generale di Londra.

Facebook e il cartello dei social networks

Un’altra grande mossa ai vertici dei social networks rischia di minare quello che potremo definire un regime di libera concorrenza online. Come già successo in precedenza un gigante del network ha infatti da pochissime ore “inglobato” un suo corrispettivo. Stiamo parlando di Facebook e della sua acquisizione di Instagram.

Il bello è che tale assorbimento è costato la bellezza di 1 miliardo di dollari. Per quanti di voi non sapessero a cosa ci riferiamo, possiamo aggiungere che Instagram è un’app sviluppata nel 2010  da Kevin Systrom e Mike Krieger.

Con i Project Glass realtà aumentata anche per l’arte

Google ha da poco sferrato l’attaco definitivo al mondo della tecnologia. Il gigante di Mountain View ha infatti intenzione di lanciare sul mercato un prodotto rivoluzionario che in sostanza potrebbe mandare in pensione devices che ai nostri occhi appaiono incredibilmente futuristici come tablets e smart phones.

Il prodotto in questione è in realtà un paio di occhiali ma con lenti decisamente speciali. Stiamo parlando dei tanto osannati occhiali Project Glass, una meraviglia della tecnologia che ingloba nel suo chassis una telecamera, un microfono e delle cuffie, oltre che uno schermo microscopico installato nell’occhio destro. Su questo display appaiono di volta in volta le informazioni che è possibile trovare sui siti internet con il vantaggio della realtà aumentata.

Siti web d’artista

Avete mai passato in rassegna i siti web degli artisti? Beh, la maggior parte di essi sono decisamente noiosi con poche immagini delle opere e immersi in una grafica minimal che predilige i caratteri neri su sfondo bianco. Ovviamente non tutti hanno websites noiosi ed Artinfo ha ultimamente fatto una piccola cernita dei più divertenti websites d’artista, andiamo a vedere quali sono:

Cory Arcangel — http://www.coryarcangel.com/

Anche il sito di Arcangel è in perfetta sintonia con le sue opere di retrocomputer. Il website è infatti in puro stile lo-fi, ricordando i fasti della prima era internet.

QR code, il nuovo trend dell’arte

Avete presente i QR codes? Stiamo parlando di quegli strambi quadrati pixelosi nerie e bianche, che negli ultimi tempi sono comparsi su molti prodotti di consumo al posto del caro e vecchio codice a barre. I QR codes sono stati sviluppati nel lontano 1994 dalla compagnia giapponese Denso Wave con l’obiettivo di tracciare i ricambi automobilistici nelle fabbriche della Toyota.  Il QR code si è poi largamente diffuso anche in altri settori merceologici grazie alla sua capacità di immagazzinare molte più informazioni del suo “cugino” codice a Barre.

Oggi i QR codes sono il trend del momento e possono essere letti anche dai comuni telefoni cellulari o smartphones che dir si voglia. Questa “multimedialità” ed “interattività” ha finito con lo stuzzicare le fantasie dei protagonisti dell’arte contemporanea.

Se l’opera d’arte rimane dentro al computer

 L’ingresso degli home computers, per usare un’espressione vagamente nostalgica, all’interno del mondo dell’arte contemporanea ha senz’altro aperto nuove prospettive agli artisti e ridefinito il concetto stesso di produzione dell’opera. Software altamente sofisticati come Final Cut e Avid hanno velocizzato il processo di montaggio video, riducendo drammaticamente l’ingombro dei macchinari e la complessità di tale operazione. Per quanto riguarda la fotografia, i programmi di fotoelaborazione come Photoshop hanno dato vita ad una nuova era creativa, rilanciando il concetto di manipolazione dell’immagine.

Anche le tecniche installative hanno subito un radicale cambiamento, tutto questo grazie a piattaforme come AutoCad che permettono la realizzazione tridimensionale del progetto ideato, rendendo così possibile la visione anticipata di architetture complesse all’interno dello spazio. La tecnologia, oltre alle nuove possibilità ed alla riduzione di tempi e costi ha inoltre avvicinato l’artista a determinate pratiche che fino a poco tempo fa erano appannaggio esclusivo dei tecnici e dei laboratori altamente specializzati.

Social Networks e giovani artisti, attenzione a non esagerare

Ormai non è più inverosimile pensare all’arte ed alla vita privata come due entità non separate. Giusto una manciata di anni fa, artisti come Tehching Hsieh avevano deciso di trasformare la loro vita in una continua performance, con tutte le difficoltà e gli inconvenienti del caso. Oggi invece non bisogna far troppa fatica per manifestare la propria creatività anche in un contesto totalmente al di fuori dall’attività pubblica.

L’artista dei nostri giorni ha infatti a sua disposizione una serie di piattaforme digitali su cui espandere la propria creatività e mantenere il resto del pubblico in contatto con la propria attività anche in ambito privato. Facebook ad esempio può essere un buon metodo per espandere le proprie conoscenze e fare un poco di public relations che non guastano mai.

Twitter è invece molto usato anche da veri e propri mostri sacri come Ai Weiwei che proprio dal celebre social network cinguettante ha lanciato la sua battaglia contro le ingiustizie delle istituzioni cinesi. Ultimamente invece molti giovani artisti hanno scoperto piattaforme alternative come Tumblr, website che permette di creare veri e propri blogs altamente customizzabili tnato che è facilissimo trovare modelli già pronti per creare portfolios.

Art Swipe e Van Gogh interattivo, due novità tra arte e tecnologia

Quando il mondo dell’arte contemporanea incontra quello della tecnologia c’è sempre da divertirsi, specialmente se si tratta di concedere all’utente la possibilità di apprendere qualcosa di nuovo, di fruire al meglio un’opera o magari di crearne una. In questi giorni il LACMA di Los Angeles ospita la mostra In Wonderland, una retrospettiva di arte surrealista tutta al femminile.

La media artist Jody Zellen ha quindi deciso di estrapolare 16 immagini di opere presenti in mostra ed inserirle all’interno di un app per iPhone. Il programmino in questione prende il nome di Art Swipe e concede all’utente la possibilità di creare un vero e proprio Cadavre Exquis.

Presentazione Artnoise

 

Siamo lieti di invitarvi il 18 febbraio 2012 presso gli spazi dell’Ex Cinema Preneste a Pigneto dove si svolgerà la presentazione di ARTNOISE, nuovo portale dedicato all’informazione artistica contemporanea (www.artnoise.it).

 

Il sito, nato da poche settimane, prevede approfondimenti nei diversi ambiti del contesto artistico contemporaneo, dall’arte visiva, al cinema, alla danza, alla letteratura con l’integrazione di rubriche dedicate alla contaminazione e allo scambio reciproco fra i vari contesti culturali.

Pixar festeggia i suoi 25 anni con una mostra al PAC

Dopo il MOMA a New York e un tour internazionale, dall’Australia all’Estremo Oriente, la mostra PIXAR 25 anni di animazione arriva finalmente in Europa e in anteprima al PAC di Milano. Un percorso costruito con oltre 700 opere, un viaggio attraverso la creatività e la cultura digitale come linguaggio innovativo applicato all’animazione e al cinema: dal primo lungometraggio dedicato a Luxo Jr.(1986) ai grandi capolavori come Monster & Co (2001), Toy Story (1, 2 e 3), Ratatouille (2007), WALL·E (2008), Up (2009) sino a Cars 2 (2011) e con un’anticipazione di Brave, in uscita nel 2012.

«Molti non sanno che la maggior parte degli artisti che lavorano in Pixar utilizzano i mezzi propri dell’Arte – il disegno, i colori a tempera, i pastelli e le tecniche di scultura – come quelli dei digital media. La maggior parte delle loro opere» – scrive John Lasseter, chief creative officer di Walt Disney and Pixar Animation Studio e fondatore di Pixar (insieme a Steve Jobs) che sarà a Milano il 21 novembre per un evento pubblico – «prendono vita durante lo sviluppo di un progetto, mentre stiamo costruendo una storia o semplicemente mentre guardiamo un film. La ricchezza del patrimonio artistico che viene plasmato per ogni film raramente esce dai nostri studi, ma il prodotto finale – il lungometraggio – che raggiunge ogni parte del mondo, non sarebbe possibile senza questa fase artistica e creativa».

Kernel Festival accende la Villa Tittoni Traversi

Dall’1 al 3 luglio 2011, gli spazi settecenteschi della Villa Tittoni Traversi a Desio (MI) verranno invasi da esperienze elettroniche multidisciplinari nell’ambito del festival Kernel 2011.Il festival, alla sua prima edizione, coinvolgerà artisti di rilievo internazionale e giovani emergenti in un programma articolato in 4 sezioni: Electronic music & sound, Audiovisual mapping, Interactive & digital art e Temporary architecture.

Il nome Kernel deriva direttamente dal linguaggio informatico dove si configura come nucleo di un sistema operativo così come il festival si prefigge di diventare una piattaforma stabile che dia spazio e visibilità alle recenti esperienze in ambito tecnologico.Kernel dunque, raccoglie l’eredità romana di Dissonanze ma amplia il suo raggio d’azione attraverso questa articolazione in sezioni con un nutrito programma di esperienze e nomi, attraverso cui è sottolineato questo legame ormai onnipresente tra suono  e esperienza visiva.

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