Anche la Digital Art ha bisogno del…restauro

Sembra una barzelletta ma purtroppo le cose stanno proprio così, nell’era del digitale la Digital Art sta affrontando un duro periodo per quanto riguarda la conservazione delle opere. Tutta colpa della tecnologia che con i suoi rapidi cambiamenti rende praticamente illeggibili le opere più datate. Proprio così, con l’avanzamento della tecnologia le scoperte passate divengono irrimediabilmente obsolete ed anche i supporti o i files devono essere trasformati in qualcosa di leggibile per le nuove macchine.

E’ chiaro però che non tutto può essere aggiornato senza perdere qualcosa in termini di qualità. Pensate ad esempio ad un’opera digitale creata mediante l’utilizzo di un floppy disk da 8 pollici, nessun computer odierno potrebbe leggerla. L’opera dovrebbe essere quindi passata su altri supporti e letta tramite speciali emulatori presenti sui moderni pc, ma a quel punto l’emulatore dovrebbe essere talmente preciso da non corrompere l’estetica dell’opera. Inoltre, spesso sono proprio le macchine utilizzate dall’artista per dare corpo all’opera ad esser superate da altre tecnologie che non permettono più di ottenere un effetto simile all’originale.

Giovanotti Mondani Meccanici, pionieri della digital art italiana

La digital art come ben saprete ha mosso i suoi primi passi grazie al genio di Ben Laposky, matematico ed artista che già dagli anni ’50 cominciò a creare le sue “Electronic Abstractions”, grazie all’ausilio di un oscilloscopio ed uno strumento fotografico. In seguito i moderni home computers hanno portato una ventata nuova fatta di strumenti grafici a disposizione di tutti.

In Italia l’arte digitale è arrivata molto tardi, molti parlando di digital art italiana fanno infatti riferimento all’ondata di manipolazioni a mezzo Photoshop che molti giovani artisti hanno iniziato a produrre dalla seconda metà degli anni ’90. Eppure quelle manipolazioni erano per la maggior parte una moderna rilettura del fotomontaggio dadaista. La digital art italiana, se mai c’è stata, è nata come movimento underground, tra le bbs ed i commodore 64 di inizi anni ’80. Pionieri di questa pixel revolution all’italiana sono stati senza ombra di dubbio i Giovanotti Mondani Meccanici, scoppiettante collettivo multimediale fondato da Antonio Glessi e Andrea Zingoni nel lontano 1984.

The Art of Video Games, i videogiochi vanno al museo

Dopo aver riempito pagine e pagine dei magazine e dei blog d’arte di tutto il mondo con lo scandalo della censura al video A Fire in My Belly, opera del compianto David Wojnarowicz, lo Smithsonian National Portrait gallery di Washington DC torna a far parlare di se ma questa volta per un’affascinante mostra.  Il titolo dell’evento è The Art of Video Games e sarà ospitata presso la chiacchieratissima istituzione dal 16 marzo 2012 fino al 30 settembre dello stesso anno.

Si avete capito bene, la mostra si terrà tra circa un anno. Ma perchè? la ragione è presto detta, l’evento sarà interamente dedicato ai videogiochi e partirà dagli albori del divertimento elettronico rappresentati da Pac-Man e Pitfall! sino a giungere alle meraviglie tridimensionali dei nostri giorni come Super Mario Galaxy 2.

Google e Red Bull rilanciano con lo Street Art View

Troppa grazia digitale ci verrebbe da dire pensando a questo nuovo lieto evento scaturito dal sempre più effervescente mondo dell’arte in versione internet. Alcuni giorni fa avevamo salutato con grande meraviglia la nascita del Google Art Project, piattaforma lanciata dal colosso di Mountain View che permette di osservare da vicino i più grandi capolavori dell’arte oltre che i più prestigiosi musei del globo, il tutto in versione street view. Ebbene a distanza di pochissimo tempo ecco che Google ci stupisce ancora per un progetto legato all’arte.

Questa volta una collaborazione con Red Bull ha dato inizio a Red Bull Street Art View, nuova piattaforma digitale tutta dedicata alla Street Art. L’impresa è quantomai ardua ma decisamente affascinante: raccogliere tutte le opere di street art sparse per il mondo, le quali verranno inserite nel sito di continuo ed anche il pubblico di internet potrà partecipare alla caccia al murale. Street Art View è ovviamente supportato dallo stesso motore di Street View ma l’attenzione è tutta per le opere create in strada.

Social netart, quando Facebook diventa arte

Come ogni fenomeno globale che si rispetti, i social networks finiscono sempre per attirare l’attenzione dei più creativi che solitamente riescono in qualche modo ad oggettivare ed enfatizzare vizi e virtù di queste piattaforme amatissime e cliccatissime. Facebook ad esempio è in questi ultimi tempi un vero e proprio banco di prova per moltissimi artisti e mentre molti lo usano solamente per pubblicare portfolio ed altre immagini, altri indagano sull’essenza stessa del mezzo. Dobbiamo dire che sono proprio i talenti nazionali ad aver lanciato le più interessanti operazioni di questa Social netart ancora in fase di totale rodaggio.

Alessandro Bulgini ha più volte utilizzato Facebook per frammentare la sua immagine o documentare lo scorrere del tempo mediante una presenza assenza del suo profilo online. Le sue invenzioni estetiche e concettuali hanno letteralmente aperto nuove prospettive ai fruitori di questo diffusissimo mezzo di comunicazione. Ma Bulgini non è l’unico pioniere di queste nuove tecniche artistiche.

L’arte è sempre più virtuale?

In meno di un mese il mondo dell’arte ha assistito a due vere e proprie rivoluzioni. Forse prese singolarmente a molti sono sembrate due chicche senz’altro innovative ma pur sempre delle trovate. Ed invece queste due nuove piattaforme internazionali possono esser viste all’interno di un scenario ben più articolato che innegabilmente trasformerà il nostro modo di fruire l’arte. Tutto è iniziato con la Vip Art Fair, la prima fiera dell’arte contemporanea completamente online.

Certo questa nuova manifestazione di mercato ha dovuto fare i conti con dei problemi tecnici riguardanti la velocità di connessione ma tutto è stato causato dall’estremo interesse del pubblico in questa nuova alternativa alla comune fiera d’arte. alla VIP qualcuno ha venduto bene come David Zwirner che ha piazzato la scultura Mary Magdalene (Infinity)di Chris Ofili per 375,000 dollari, mentre altri come Lehmann Maupin Gallery non hanno combinato granchè a causa della lentezza della connessione ed hanno chiesto un parziale rimborso agli organizzatori. I vertici della VIP parlano comunque di 6 milioni di accessi alle opere in fiera.

I musei di tutto il mondo? li vedi su Google Art Project!

Ve ne sarete sicuramente accorti oggi passando per Google ma nel caso vi fosse sfuggita ci siamo noi qui a illustrarvi la nuova piattaforma offerta da uno dei più importanti colossi di internet. Google ha infatti lanciato il Google Art Project, un’importante joint venture con i più grandi e celebri musei del mondo.

All’interno di questo nuovo sito avrete l’opportunità di visitare prestigiose istituzioni come il Tate Britain di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, gli Uffizi di Firenze, il Museo Reina Sofia di Madrid e tanto altro ancora. Il bello è che entrando virtualmente in ogni museo si ha la possibilità di esplorarlo a 360 gradi un poco come se si trattasse di uno Street view dell’arte.

Volete lanciare il vostro portfolio online? Spiate gli altri artisti!

Ormai il mondo di internet è saldamente connesso a quello dell’arte contemporanea. Le nuove piattaforme digitali offrono infinite possibilità agli artisti che possono pubblicizzare al meglio il loro lavoro sui social networks, sui blogs e sui siti personali. Se siete artisti ed avete anche voi deciso di lanciare il vostro nuovo sito personale, sappiate che è molto importante guardare agli official websites dei grandi nomi dell’arte in modo da imparare dalle loro trovate tecniche e grafiche o dai loro errori. Eccovi una piccola selezione che abbiamo effettuato noi di Globartmag girando per la rete. Ovviamente vi invitiamo a visionare altri siti per avere un’idea ancora più chiara.

Jeff Koons
Un sito che ci sembra un poco antiquato come design. Più che altro la divisione in frame è roba da inizi duemila. Il sito è però intuitivo e contiene moltissime foto di opere dell’artista, anche di quelle meno note. Meno grafica e più contenuti sono sempre un binomio vincente per ottenere velocità di caricamento e dare maggiori informazioni sul vostro lavoro.

Call for entries per l’Athens Video Art Festival 2011

E’ nuovamente ai nastri di partenza una delle realtà europee che ha ormai da tempo conquistato l’attenzione di media e pubblico, creando una solida piattaforma di promozione e valorizzazione della giovane arte. Stiamo parlando dell’Athens Video Art Festival 2011, il più grande evento offerto dalla Grecia per quanto riguarda la digital art ed il new media. Come ogni anno dal 2005 l’Athens Video Art Festival invita gli artisti di tutto il mondo a partecipare a questa straordinaria kermesse.

Partecipare al festival è molto semplice, basta iscriversi direttamente dal sito della manifestazione. Ogni artista potrà partecipare con un’opera in ognuna delle categorie presenti all’evento e non vi saranno restrizioni per quanto riguarda la tematica dell’opera iscritta. L’unica regola da ricordare è quella di non superare i quindici minuti di durata per quanto riguarda le categorie Video Arte e Video Animazione.

Netmage 11

L’undicesima edizione di Netmage festival si terrà a Bologna dal 20 al 22 gennaio 2011. Appuntamento internazionale ormai consolidato dedicato agli incroci fra arti elettroniche, visive, musicali e performative, Netmage 11, curato da Xing, presenta un ricco programma di produzioni e progetti offrendo un variegato scenario sulla ricerca audiovisuale contemporanea.

Il festival ha l’ambizione di offrire, grazie a una impostazione aperta e cangiante, un anteprima sull’evolversi di un insieme multidisciplinare che incrocia le diverse ricerche provenienti dal mondo dell’arte, del design, del cinema, della musica e della performance contemporanei. L’immagine elettronica, al di fuori dei contesti specifici di produzione, è pensata da Netmage come un terreno di confronto fra i diversi potenziali della produzione culturale contemporanea.

Art Assault il videogame dove puoi combattere contro Damien Hirst e Marina Abramovic

Conoscete il famoso video gioco open source FPS intitolato Assault Cube? Ebbene AssaultCube  è uno sparatutto in prima persona di quelli che vanno per la maggiore nel mondo dei moderni videogames. Anche se il suo scopo principale è quello del gioco in multiplayer, esso vanta anche una modalità in giocatore singolo, contro il computer. Assault Cube è attualmente disponibile gratuitamente per le piattaforme Microsoft Windows, Linux e Mac OS X. Il violento videogame fu progettato nel Luglio del 2004 mentre la prima versione ufficiale venne rilasciata nel Novembre 2006 ed il progetto iniziale prevedeva di creare un gioco completamente nuovo, che fosse però semplice e realistico allo stesso tempo, nonché molto giocabile.

Da quella data il videogioco ha subito numerose modifiche ma il succo è sempre lo stesso, sparacchia qua e la con sofisticate armi e fai fuori i tuoi nemici per conquistare il tuo obiettivo finale. In questi giorni Paul Steen ha creato una piccola variante grafica del celebre videogame denominata Art Assault, la quale permette di far combattere l’utente contro prestigiosi nomi dell’arte contemporanea.

Volete fotografare come Muybridge? da oggi c’è Muybridgizer gratis su iPhone

Ognuno di noi ha una passione sfrenata per la fotografia e non siamo noi di Globartmag a dirlo ma i dati provenienti dalle statistiche delle vendite delle fotocamere e dei telefonini dotati di obiettivo fotografico. Ebbene molti di quelli che hanno il pallino della fotografia sono certamente affascinati dagli albori di questa tecnica e tra i primi grandi maestri della fotografia non possiamo non citare Eadweard Muybridge (Kingston upon Thames, 9 aprile 1830 – Kingston upon Thames, 8 maggio 1904), vero e proprio pioniere della fotografia in movimento.

Alcune opere di Muybridge come Il cavallo in movimento del 1878 fanno praticamente parte dell’immaginario collettivo e sono ammirate da milioni di persone in tutto il mondo. Per questo la Tate Britain ha deciso di lanciare una nuova App per iPhone che permetterà a tutti  possessori del gioiellino di casa Apple di trasformare le proprie foto in cronofotografie, praticamente identiche a quelle del celebre maestro. 

James Franco si traveste e Adobe lancia il museo digitale

Terry Richardson colpisce ancora, questa volta con l’aiuto di James Franco. L’attore è ormai una conoscenza abituale nel mondo dell’arte contemporanea dato che sta tentando in tutti i modi di forzare le barricate e comprarsi un posto all’interno del sistema. Richardson ha fotografato Franco nei panni di un transgender con tanto di guanto di pelle in bella mostra.

Il frizzante scatto apparirà sulla copertina del secondo numero di Candy Magazine, pubblicazione che si è ironicamente autodefinita come “Il primo magazine di stile transversale“. Il magazine sembra piuttosto interessante ed al suo interno sono presenti articolo che giocano sui gender e sull’alta moda. Oltre a James Franco, Richardson ha fotografato anche Luis Vegas, l’editore del magazine, che nello scatto impersona il leader di Vogue, Anna Wintour.

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