Go Brooklyn è un vero successo, l’arte ha bisogno di pubblico, ed allora ben vengano questi progetti…
Riunioni, feste dell’arte, opening straordinari, fiere e fierette, tavole rotonde ed inviti ai collezionisti. Gli addetti del settore le hanno tentate tutte per cercar di attirare un poco di interesse
Data la situazione critica in cui versano i musei d’arte contemporanea e il comparto del contemporaneo nel nostro Paese, AMACI ha convocato tutti gli addetti ai lavori a prendere parte
Go Brooklyn è un vero successo, l’arte ha bisogno di pubblico, ed allora ben vengano questi progetti…
Durante l’estate abbiamo inaugurato una nuova serie di articoli intitolata Confrontations dove mettevamo a confronto le offerte culturali di due istituzioni museali, una straniera e l’altra italiana. La serie ha riscosso un notevole successo, tanto che persino i vertici del Castello di Rivoli hanno deciso di reagire ai nostri stimoli, rompendo finalmente le barriere tra istituzione e pubblico. Oggi vorremmo fare la medesima cosa con i quotidiani nazionali e quelli esteri…
L’editoria d’arte riesce a tenersi in piedi da sola? Ci crediamo poco, per sopravvivere bisogna farsi sovvenzionare dagli artisti
L’Italia è la patria dei concorsi d’arte, ma voi avete mai conosciuto un vincitore che è poi divenuto celebre?…
Del nostro made in Italy è rimasto ben poco, ma almeno la mozzarella si salva…
C’è chi, come Dadiv Hockney usa l’iPhone per dipingere…
Ma è proprio vero che con la cultura non si guadagna il becco di una lira? Eppure c’è chi ci campa benissimo…
Si può pagare per una mostra ma è difficile pagare il pubblico
Cosa ci trattiene dall’instaurare un dialogo tra poli museali e strutture private?
A volte presentare male il proprio lavoro può causare danni irreparabili