Tutti i vincitori del Premio Celeste 2010

Sono Laura Bisotti, Mario Rossi, Paola Sunday e i Quiet Ensemble i quattro vincitori della VII edizione del Premio Celeste che si sono aggiudicati i 20.000 euro per le categorie pittura, fotografia e grafica digitale, video e animazione, installazione, scultura e performance, su una short list di 40 concorrenti. Nella serata del 19 novembre, la giuria della settima edizione composta da Gabi Scardi e Julia Draganovic, ha ricevuto le preferenze espresse dagli artisti in gara, che con il proprio voto hanno assegnato la vittoria,  e annunciato al grande pubblico intervenuto – e a coloro che seguivano live la diretta in streaming sul sito di Celeste – il nome dei premiati, nell’ambito di una grande festa dell’arte.

L’opera di Laura Bisotti http://www.premioceleste.it/opera/ido:57202/
Giovane piacentina, classe 1985, intitolata Appunti, è un percorso sullo spazio… tanto in pittura come nel disegno, spiega l’artista – ricerco sempre orizzonti lunghi e piani. Tutto comincia dalla passione per i paesaggi in cui sono nata – i campi della Pianura Padana. Si tratta di opere che hanno una doppia possibilità di lettura, una più ampia in cui risultano essere dei vasti paesaggi e una più ravvicinata e intima in cui si notano i singoli frammenti che li compongono.

Anish Kapoor torna nella sua India

Lo stile unico di Anish Kapoor e la sua forte propensione per le tradizioni indiane hanno contribuito a fare di lui uno degli artisti più coinvolgenti del mondo dell’arte contemporanea. Ora Kapoor ha deciso di tornare in India, la terra natia che lo spinse a creare le sue prime sculture con pigmenti puri.  La mostra, semplicemente intotoalata Anish Kapoor (in visione dal prossimo 28 settembre 2010 al 27 febbraio  2011) sarà la prima in assoluto nel suo paese di nascita.

Il prestigioso evento sarà dislocato su due sedi a Delhi e Mumbai e rappresenta  il progetto espositivo più grande e ambizioso mai sviluppato sul lavoro Kapoor. All’evento, cui hanno collaborato il British Council la Lisson Gallery e  Louis Vuitton, sarà presente una selezione di sculture e installazioni che coprirà l’intera carriera dell’artista, dalla sua prime sculture a base di pigmenti dei primi anni 1980 fino alle  sue installazioni in cera più recenti.

Tristan Perich – 1-bit show

Dissonanze inaugura il 14 novembre presso Motel Salieri di Roma il quarto appuntamento di Dissonanze Network: Tristan Perich: 1-bit show, una mostra personale dei lavori dell’artista newyorkese tra i più promettenti esponenti del panorama visivo e sonoro contemporaneo, e vincitore nel 2009 del prestigioso Prix Ars Electronica di Linz.

Tristan Perich: 1-bit show presenta 3 installazioni del ciclo Interval Studies e alcune opere della serie Machine Drawings. L’artista sarà presente la sera dell’inaugurazione e si esibirà in una performance live. Interval Studies e’ uno sguardo formale degli intervalli musicali come un denso continuum di salti microtonali, realizzato fisicamente sottoforma di sculture audio su pannelli di alluminio dove sono installati da 50 a 100 microaltoparlanti, ognuno dei quali emette un singolo suono 1-bit. Ordine e casualità prendono vita nei Machine Drawings, disegni penna su carta, eseguiti da una macchina concepita e realizzata dall’artista stesso, guidata da un software.

Temporaneo, Arte contemporanea nella citta’ in evoluzione


Come si racconta il cambiamento di una città? Come si fa spazio alla modernità in un tessuto urbano connotato dalla storia?  Quattro opere di giovani artisti italiani esposte in luoghi pubblici della città di Roma alterano temporaneamente il paesaggio urbano, interrompendo l’abituale fruizione dello spazio pubblico attraverso interventi che mutano l’immaginario di chi e’ solito attraversare quei luoghi. Temporaneo rappresenta, attraverso il linguaggio dell’arte, il cambiamento che riconfigura le nostre città in una prospettiva contemporanea e diventa l’occasione per ripensare alla categoria di monumento in una prospettiva performativa che riscrive temporaneamente i luoghi dell’abitare.

Artisti e opere:
Francesco Arena, Torre, 2007 – EUR Laghetto, Passeggiata del Giappone – Antistante Palazzo ENI Torre, 2007. Simile alle torri di avvistamento e realizzata con una struttura di metallo che sostiene 340 metri quadri di parquet, Torre, e’ un’ opera che segna un limite tra memoria e oblio della storia del ventesimo secolo. I 340 metri quadri corrispondono infatti, alla presunta superficie in cui gli operai dello stabilimento siderurgico “Ilva” di Taranto furono assoggettati a mobbing. Una scala consente di salire in cima e guardare da un’altezza diversa il paesaggio circostante. Un monumento contemporaneo che indaga, comprende e reinterpreta i fatti accaduti, fornendo sugli stessi un diverso punto di vista.

Quando la scultura si ascolta e la musica si tocca siamo ne “il nuovo mondo” di Octavio Floreal

Octavio Floreal non conosce frontiere e, allontanandosi dalla realtà visuale umana e dai legami con il conosciuto, per Emufest 2010, accosta il suo “Il Nuovo Mondo” al settore della musica elettroacustica. Al Conservatorio S. Cecilia di Roma dalle 19.00 di domenica 14 novembre e fino al 21 novembre la sua opera si allunga sul concetto di arte e, grazie ad un’iterazione video-musicale realizzata da Giovanni Costantini e Massimiliano Todisco, attraverso un algoritmo di sintesi sonora realizzato da Luigi Marino, si rende possibile l’impossibile: dare forma ai grani musicali, sfumature sonore impercettibili all’udito che vivono “incastonate” nello spazio che intercorre tra una nota e l’altra, e restituirne la voce.

Come? “Il Nuovo Mondo”di Octavio Floreal, è una scultura formata da un sistema di cerchi non concentrici. Lì, forze, peso e momenti delle forze stesse, sono perfettamente bilanciate. Ad ogni cerchio che compone il gruppo scultoreo, vengono accostati dei i cavi di nylon, collegati agli elementi che compongono l’opera (realizzati in acrilico su carta, fil di ferro e plastica trasparente). Ed è proprio quando la scultura si muove che si genera una nuova energia dove, l’attrito trascurabile, garantisce l’assoluta dinamicità della scultura ora non soltanto visibile e tangibile ma udibile e cangiante rispetto alle modulazioni di frequenza dell’insolita componente musicale.

Joseph Kosuth – Texts for Nothing. Samuel Beckett in play

La galleria Lia Rumma di Milano inaugura il 12 novembre la mostra personale di Joseph Kosuth dal titolo Texts for Nothing’ Samuel Beckett, in play.

L’installazione ‘Texts for Nothing’ Samuel Beckett, in play è basata su una selezione di frasi, in inglese e in italiano, tratte da ‘Texts for Nothing’ di Samuel Beckett e composta da 19 opere singole realizzate in neon bianco a luce calda e ricoperte di nero. I ‘Texts for Nothing’ sono stati per anni sottovalutati dai critici più importanti dell’opera di Beckett, considerati al margine del filone principale della sua produzione e raramente inseriti nelle antologie dei suoi lavori. Se in passato questi testi sono stati ritenuti spesso una pausa nell’opera di Beckett, per Kosuth al contrario rappresentano la quintessenza del lavoro del drammaturgo irlandese, un esempio perfetto della sua eccezionale integrità artistica.

La fontana-scultura luminosa di Daniel Buren per la Città di Quarrata

Il parco della Villa Medicea La Magia – Arte Contemporanea si arricchisce di una nuova opera, una grande fontana monumentale realizzata dall’artista Daniel Buren per la Città di Quarrata. La fontana, il cui cantiere e’ partito recentemente, a fine luglio, sarà inaugurata sabato 30 ottobre 2010 alla presenza dell’artista e sarà accompagnata da una pubblicazione, curata dall’architetto David Palterer.

Per Quarrata, Daniel Buren ha ideato una fontana-scultura luminosa, da realizzare con lastre di marmo di Carrara, con una pianta esagonale che ricorda una sorta di antico ninfeo. Il luogo scelto per questo “luogo d’acqua” e’ il prato di fronte alla villa, in posizione frontale rispetto alla dorsale del Montalbano.

Cuoghi & Corsello – Erwan Ballan – Carlo Bernardini, Tre mostre al CRAA di Villa Giulia

Dal 31 ottobre al 13 febbraio il CRAA di Villa Giulia inaugura Tre Mostre – Cuoghi & Corsello – Erwan Ballan – Carlo Bernardini. La presenza di Carlo Bernardini (Viterbo, 1966) nella prestigiosa sede di Villa Giulia a Verbania  segna un’ulteriore tappa nel percorso tracciato dall’artista attraverso la definizione di un linguaggio personale e che lo ha reso internazionalmente riconoscibile come dimostrano la sua ormai costante presenza nelle mostre di settore e nei festival internazionali dedicati alla light art ed ai linguaggi sperimentali multimediali e, tra gli altri, il premio Overseas Grantee della Pollock Krasner Foundation di New York (2000 e 2005) e, nel 2002, il Premio Targetti Light Art Collection.

L’artista abita gli spazi di Villa Giulia con Cristallizzazione Sospesa, una installazione site – specific che, attraverso un segno di luce apparentemente privo di gravità, modifica le geometrie del secondo piano dell’elegante villa ottocentesca. La cristallizzazione (fonte wikipedia) e’ una transizione di fase della materia, da liquido a solido. In senso lato, il termine “cristallizzazione” indica la formazione di un qualsiasi solido cristallino. Rappresenta un fenomeno ampiamente diffuso in natura, tramite il quale hanno origine rocce minerarie, le stalattiti, le stalagmiti e i depositi di salgemma.

L’Archivio liquido di Carlos Amorales

“Remix” e’ il titolo dato da Carlos Amorales alla sua prima mostra in Italia che si inaugurerà al Palazzo delle Esposizioni di Roma il 9 novembre. Il giovane artista messicano, attualmente al centro di un grande interesse internazionale, utilizza un termine del linguaggio musicale per tradurre la speciale commistione che lega le opere scelte per questa mostra: sei poderose installazioni, datate tra il 2006 e il 2010, si susseguono senza soluzione di continuità nello spazio e, pur mantenendo ciascuna la propria fisionomia e riconoscibilità, si fondono per dare vita a un inedito insieme, secondo una prassi che Amorales sperimenta per la prima volta.

Su gran parte dello spazio espositivo del primo piano del Palazzo corre il disegno a matita El estudio por la ventana (2010) che segna l’inizio di una nuova riflessione sullo studio inteso come mente dell’artista. Nella galleria grande, fa da sfondo alle settecentocinquantuno stelle nere di Drifting Star (2010) o a quelli che sembreranno i settecentocinquantuno frammenti di un’esplosione colti in un impressionante fermo immagine.

Nessuno passeggi sui semi e la Turbine Hall lascia gli spettatori fuori dall’installazione di Ai Weiwei

Una decisione che ha dell’incredibile, le autorità britanniche hanno vietato al pubblico di camminare sul tappeto di semi di girasole di porcellana creato da Ai Weiwei per la Turbine Hall del Tate di Londra. La decisione è insindacabile: “la polvere di porcellana sollevata dai 100 milioni di semi rappresenta un chiaro rischio per la salute dei visitatori“. Insomma passeggiando sull’opera di Weiwei, le persone comprimono i semi, i quali sfregandosi producono polvere di porcellana, dannosa per i polmoni, stando a quanto aggiunto dalle autorità.

Ora quindi gli spettatori non possono più interagire con l’opera e sono trattenuti da un nastro che vieta loro l’accesso alla stessa. Ne consegue che un’installazione creata per dialogare con il fruitore ha praticamente perso il suo senso primario. Prima della folle decisione, presa in accordo con l’artista, le sole preoccupazioni della direzione del Tate erano relative al furto dei semi. Molti visitatori infatti non resistevano alla tentazione di portarsi a casa una parte di quella meravigliosa installazione, ma con 100 milioni di semi a disposizione il rischio era comunque calcolato e limitato.

Artist Talks al MAMbo- Jeanne van Heeswijk

Il 19 ottobre 2010 alle ore 18 Jeanne van Heeswijk, una dei tre finalisti del Premio Internazionale d’Arte Partecipativa invitati dall’Assemblea Legislativa per un soggiorno di ricerca a Bologna, presenta il suo lavoro in una conferenza al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.

Dopo gli incontri con gli altri due finalisti Mel Chin e Pablo Helguera, l’artista olandese parlerà della sua ricerca e dei suoi progetti partecipativi in una conversazione con la curatrice del progetto, Julia Draganovic. Jeanne van Heeswijk (nata a Rotterdam nel 1965) soggiornerà a Bologna dal 16 al 30 ottobre. Van Heeswijk crea contesti d’interazione nello spazio pubblico. I suoi progetti d’arte si contraddistinguono per un forte impegno sociale. Con le sue opere l’artista stimola e sviluppa la produzione culturale, crea nuovi spazi pubblici o ridisegna quelli esistenti. Per questo obiettivo collabora strettamente con artisti, attivisti, designer, architetti, programmatori di software, amministrazioni pubbliche e cittadini. Alcuni dei suoi progetti: Trash (MCA Sydney), It Runs in the Neighborhood (Stavanger 2008), The Blue House (Amsterdam), Dwaallicht (Rotterdam), De Strip (Vlaardingen) e Face Your World (Amsterdam/Ohio). I lavori di Jeanne van Heeswijk sono stati presentati fra altro nell’ambito delle biennali di Bushan, Taipei, Shanghai e Venezia.

James Magee il più grande artista sconosciuto degli Stati Uniti

In un interessante articolo del Wall Street Journal ci siamo imbattuti in un outsider decisamente interessante. Si tratta di James Magee, apostrofato come il più grande e sconosciuto artista americano ancora in vita. In effetti Magee, classe 1946, in tutta la sua carriera ha prodotto poco più di cento opere al limite tra lo scultoreo e l’installazione, molte delle quali sono talmente massicce e pesanti da richiedere mura rinforzate in caso di affissione.

I collezionisti sono quindi spaventati da tale caratteristica come lo sono i galleristi che di quando in quando visitano il suo studio a metà tra un’officina ed una discarica. I dealers molto spesso abbandonano Magee, giudicando le sue opere invendibili. Eppure questo eccentrico e visionario artista ha prodotto un’opera sensazionale, anzi precisamente egli è ancora al lavoro per ultimarla.

Salvi i 33 minatori e Sebastian Errazuriz gli dedica un’opera

Sono stati sepolti vivi per 70 interminabili giorni, intrappolati in quella terribile miniera di San Jose in Cile. Ora finalmente, grazie alla capsula Fenix e ad un tunnel di salvataggio di oltre 600 metri, i 33 minatori cileni possono tornare nuovamente alla vita, risorgere dalle loro stesse ceneri e riabbracciare i propri cari. Nel mentre, le immagini del rocambolesco quanto provvidenziale salvataggio hanno fatto il giro del mondo ed oltre un miliardo di persone in tutto il pianeta hanno assistito contemporaneamente ed in diretta a questo lungo momento di gloria.

Un trionfo mediatico insomma ma anche un evento toccante e drammatico che ha influenzato persino il mondo dell’arte contemporanea. A Santiago del Cile infatti, nelle stesse ore del salvataggio, l’artista Sebastian Errazuriz ha lanciato un affascinante progetto d’arte pubblica. Si tratta di un’installazione che ha illuminato con 350 tubi al neon i 33 piani (stesso numero dei minatori intrappolati) di un edificio cittadino.

I 100 milioni di semi di girasole di Ai Weiwei invadono la Turbine Hall

La Turbine Hall della Tate Modern torna nuovamente a stupire ed affascinare il pubblico e lo fa grazie ad un artista che di fascino e stupore ne ha già suscitato parecchio. Ospite delle Unilever Series è infatti Ai Weiwei, artista poetico e visionario che da sempre lotta contro l’oppressione politica, sociale e razziale.

Stavolta Weiwei ha deciso di ricoprire il suolo della Turbine Hall con 100 milioni di semi di girasole di porcellana che vanno a formare una sorta di tappeto o di sabbie mobili le quali sembrano in continuo movimento. Il colpo d’occhio è decisamente affascinante ma i retroscena dell’intero progetto lo sono ancora di più. Per produrre i semi Weiwei ha infatti assoldato un vero e proprio esercito formato da 1.600 artigiani cinesi. Cosa ancor più sbalorditiva è che ogni seme di girasole è stato dipinto a mano. Gli artigiani provengono infatti dalla città di Jingdezhen, un tempo fulcro della produzione di porcellana per la casa imperiale.

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