CENTOCINQUANTA – mostra d’apertura del MACò

 

L’11 agosto 2011 inaugura a Lizzano e nei comuni limitrofi MACÒ, nuovo centro per le arti contemporanee della provincia di Taranto. Il progetto, su direzione scientifica di Angelo Raffaele Villani e Amelia Liana Lasaponara, si configura come struttura mobile in grado di coinvolgere capillarmente il territorio con eventi di natura multiforme e transitoria.

 Centocinquanta, la giovane arte contemporanea italiana a cura di Daniela Cotimbo è l’evento di apertura del museo.

 Per l’occasione, verranno coinvolti artisti provenienti da tutta la penisola. La mostra, che sarà visibile fino al 2 settembre, coinvolgerà tre differenti location di Lizzano: il palazzo del Municipio, il  Museo Maiorano  e il resort della Masseria Bagnara.

L’hôtel sur la Lune, ultima installazione site-specific di Gian Maria Tosatti

Mercoledì  3 Agosto 2011 verrà inaugurata L’hôtel sur la Lune, ultima installazione site-specific di Gian Maria Tosatti, un grande telescopio posto sul tetto dell’ex-salumificio Fiorucci (via Prenestina, 912 – Roma) per permettere a migranti e precari che lo abitano, di vedere la Luna. L’opera è stata ideata e realizzata nell’ambito del progetto artistico e filmico “Space Metropoliz” di Fabrizio Boni e Giorgio de Finis.

Dopo gli interventi di Cesare Pietroiusti, Francesco Sylos Labini, Cobol Pongide, Giangiacomo Gandolfi, Carmelo Colangelo, Francesco Careri, solo per citarne alcuni, Gian Maria Tosatti chiude il primo ciclo di appuntamenti “preparatori” e si apre il vero e proprio “cantiere” che da settembre si concentrerà sulla costruzione condivisa di Big Rocket, il grande razzo capace di portare i metropoliziani sulla Luna aprendo la strada all’era delle migrazioni “esoplanetarie”… alla ricerca di un mondo migliore.

Christian Haake: l’illusione della memoria

Cos’è la memoria se non il nostro bisogno di restituire un sistema di valori al fluire inconsapevole del tempo. Come essa è in grado di modificare la percezione della realtà?Sono questi i temi affrontati nel lavoro di Christian Haake, per la prima volta protagonista di una personale al GAK Gesellschaft für Aktuelle Kunst a cura di Janneke de Vries.

La ricerca di Haake verte da tempo proprio sulla costruzione di memorie fittizie, edificate attraverso il filtro personale dell’esperienza dell’artista e denunciabili attraverso minimi dettagli. Quest’ultimi, rivelandone ad un’attenta analisi, la natura artificiosa, mettono in risalto un processo di mistificazione che nella quotidianità assume una connotazione ambigua e difficilmente riconoscibile.

Nathalie Djurberg fra sacro e profano

Fede, spiritualità e superstizione. Tutto questo fa parte del dirompente universo della giovane artista svedese Nathalie Djurberg. L’artista è stata fra i protagonisti assoluti della Biennale di Venezia del 2009 dove non ha mancato di stupire il pubblico con il suo mondo pieno di strani personaggi che di fatto superano le canoniche definizioni ed i tranquilli meccanismi dell’arte contemporanea. Il leone d’argento come giovane promessa è stato dunque più che meritato.

Tra video ed installazioni, le figure create da Nathalie Djurberg sembrano buffe e naif ma nascondono una potente carica erotica ed una valenza estetica decisamente violenta. I suoi personaggi preferiti sono infatti donne o giovani ragazze, impegnate in varie pratiche assai fuori dalle righe. Anche la natura è spesso uno dei soggetti ricorrenti nelle sue installazioni, come le gigantesche e variopinte formazioni floreali presentate a Venezia.

Giorgio Andreaotta Calò al Teatro Margherita di Bari

In occasione del Premio LUM per l’arte contemporanea, giunto alla sua seconda edizione, l’artista Giorgio Andreotta Calò, nominato vincitore per la prima edizione dal comitato scientifico composto da: Andrea Bellini, Nicolas Bourriaud, Cristiana Collu, Mario Cristiani, Alberto Garutti e Marco Niccoli, realizzerà un’azione performativa presso il Teatro Margherita di Bari, monumento rappresentativo della città e di grande importanza collettiva.

La notte del 22 luglio alle ore 2.00, a cento anni di distanza dall’incendio del 1911, il Teatro sarà oggetto di un intervento che prevede la simulazione di un incendio, per riportare alla memoria un fatto che ha lasciato una ferita aperta in tutti i cittadini. Un gesto rituale per esorcizzare la paura del passato. Il Teatro Margherita, per la sua caratteristica unica di sorgere sull’acqua, offre la possibilità  di definire e connotare uno spazio fluttuante e vacante che si trova in uno stato di transizione tra una precedente destinazione d’uso e un suo attuale e prossimo riutilizzo.

NJP Summer Festival – 21 Rooms

Cinquanta anni fa nasceva il gruppo Fluxus che, con le sue sperimentazioni, voleva eludere il confine tra artisticità ed esperienza vissuta. Uno dei suoi esponenti più significativi fu il coreano Nam June Paik.

Quello che forse non tutti sanno è che a Yongin, vicino Seoul, ha sede il Nam June Paik Art Center nato con l’intento di consevare l’eredità del celeberrimo artista e di analizzare come la sua esperienza sia ancora determinante nel panorama artistico contemporaneo.

A tale scopo dal 20 luglio al 13 settembre si svolgerà presso il centro il NJP Summer Festival, intitolato nella sua edizione attuale 21 Rooms for Nam June Paik’s 79th birthday.

Giuseppe Pietroniro alla Fondazione Merz di Torino

Per la rassegna di arte e musica Meteorite in Giardino 4 – rassegna a cura di Maria Centonze e Willy Merz -, l’artista Giuseppe Pietroniro presenta dal 7 luglio alla Fondazione Merz Risonanza 2011. L’opera, concepita in relazione alla performance musicale che l’accompagna, sarà il primo tassello di un unicum espositivo che accoglierà i lavori presentati di volta in volta durante le serate e sarà visitabile fino al 2 ottobre 2011.

Il programma musicale della serata inizia con un brano di Nino Rota dalle evidenti influenze bandistiche per poi allargare lo spettro, anche attraverso l’uso dell’elettronica e della spazializzazione sonora, verso sonorità contemporanee, mescolando vari registri di sperimentazione. A seguire, la prima esecuzione assoluta di due brani, uno del compositore italiano Luigi Abbate e l’altro di Alessio Fabra.

Kernel Festival accende la Villa Tittoni Traversi

Dall’1 al 3 luglio 2011, gli spazi settecenteschi della Villa Tittoni Traversi a Desio (MI) verranno invasi da esperienze elettroniche multidisciplinari nell’ambito del festival Kernel 2011.Il festival, alla sua prima edizione, coinvolgerà artisti di rilievo internazionale e giovani emergenti in un programma articolato in 4 sezioni: Electronic music & sound, Audiovisual mapping, Interactive & digital art e Temporary architecture.

Il nome Kernel deriva direttamente dal linguaggio informatico dove si configura come nucleo di un sistema operativo così come il festival si prefigge di diventare una piattaforma stabile che dia spazio e visibilità alle recenti esperienze in ambito tecnologico.Kernel dunque, raccoglie l’eredità romana di Dissonanze ma amplia il suo raggio d’azione attraverso questa articolazione in sezioni con un nutrito programma di esperienze e nomi, attraverso cui è sottolineato questo legame ormai onnipresente tra suono  e esperienza visiva.

Paolo Grassino al Macro di Roma

Venerdì 24 Giugno, in occasione dell’inaugurazione della MACRO SUMMER, il nuovo ciclo espositivo del Museo per la stagione estiva-autunnale, sarà presentata la grande installazione Madre di Paolo Grassino. Tentacolare groviglio di ramificazioni di radici ricoperte da cera rossa, la scultura di 8 metri sarà esposta all’ interno della mostra “La Collezione e i nuovi arrivi” a fianco di opere di protagonisti internazionali dell’arte contemporanea come Urs Lüthi, Fabio Mauri, Tracey Moffatt, Enzo Cucchi, Giorgio Griffa, Arcangelo Sassolino e altri. L’opera, icona di un tessuto organico primordiale, dalle fattezze di una gigantesca venatura è stata esposta nel 2008 al Musee de Saint Etienne in Francia e più recentemente al Castello di Rivalta in Piemonte riconfigurandosi ogni volta a seconda dello spazio espositivo

Recentemente balzato alle cronache per essere stato uno dei primi artisti a rifiutare l’invito di Vittorio Sgarbi alla Biennale di Venezia, Paolo Grassino (Torino 1967) vive e lavora a Torino, con le sue opere propone una riflessione sulle derive della società attuale, sospesa sul crinale tra naturale e artificiale, tra precarietà e mutazione.

Eva Hesse, minimalismo con sentimento

Tra le fredde emozioni offerte dalla grandi stagioni del minimalismo e del post-minimalismo vi è forse un recondito anfratto empio di rovente sentimento, di lirismo ed introspezione che se si oppone all’asetticità ed alla rigidità plastica delle forme. Questo delicato involucro interno è costituito dalle opere di Eva Hesse, grande protagonista del contemporaneo scomparsa a soli 34 anni nel 1970 ma capace di influenzare le nuove leve creative.

Eva Hesse nel corso della sua breve carriera artistica ha contribuito a cambiare per sempre il modo di approcciarsi alla pratica scultorea avvalendosi di materie all’epoca poco utilizzate e sperimentate come la gomma, le resine, il poliestere, il lattice ed altre materie plastiche. L’estrema duttilità degli elementi utilizzati, assieme ad un ferreo e pragmatico controllo degli stessi, permisero all’artista di realizzare installazioni in bilico tra forme organiche e presenze eteree, opere ibride che evocano tensioni tra contrari: caos e ordine, materiale ed immateriale, spazio positivo e negativo.

Pillole di Biennale – 01 La partenza

Come sempre il bivio è uno solo: hai soldi-fortuna-possibilità per stare a Venezia almeno una decina di giorni oppure no? Ovviamente io no e quindi ecco il mio frenetico racconto di una tre giorni faticossissima, ovvero l’esperienza Biennale come viene vissuta dalla maggior parte dei comuni mortali che si trascineranno in laguna nei prossimi mesi. Per la precisione ho transitato sulle acque per due giornate e mezza e ancora ho la sensazione sgradevole di essere sul vaporetto che sobbalza tra le onde e negli occhi le immagini si sovrappongono e le domande si fanno incessanti.

Come ogni brava turista aderente ai cliché ho fatto tante foto, ma solo a quello che volevo ricordare, di conseguenza il mio racconto di viaggio sarà più simile al diario segreto di una sedicenne piuttosto che un racconto giornalistico serio ed equilibrato, suvvia di quelli ne trovate a bizzeffe. Mi lascerò tuttavia la possibilità di utilizzare foto non mie li dove sarà necessario.

Allora & Calzadilla: amore, odio ed una punta di Cattelan

Ruth Fremson/The New York Times

Questa edizione della Biennale Di Venezia sarà sicuramente ricordata per le eccentriche e chiacchierate opere del duo Allora & Calzadilla. I due artisti di Porto Rico hanno catturato (ed in certi casi indispettito) l’attenzione generale con il loro tank rovesciato a far da contrappunto alla sobria architettura del padiglione degli Stati Uniti. Polemica sulle politiche guerrafondaie, crisi annunciata di un sistema ormai allo sbando, le opere dei Allora & Calzadilla hanno molteplici significati.

Senza dubbio fondamentale è stata la partecipazione di un nutrito gruppo di atleti statunitensi al folle progetto del duo, il campione olimpico Dan O’Brien ha infatti corso sul tapis roulant posto sui cingoli del carro rovesciato, mentre all’interno del padiglione altri ginnasti hanno eseguito le loro figure sopra sedili di aeroplano.

SURASI KUSOLWONG. Ping—Pong, Panda, Povera, Pop—Punk, Planet, Politics and P—Art

Giovedì 9 giugno si inaugura l’installazione site-specific di Surasi Kusolwong dal titolo Ping—Pong, Panda, Povera, Pop—Punk, Planet, Politics and P—Art. La nuova mostra alla Fondazione HangarBicocca è dedicata all’artista tailandese Surasi Kusolwong, che realizza una spettacolare installazione site-specific nello shed, la parte iniziale del grande spazio dell’Hangar. Nelle navate grandi continua ancora, sino al 17 luglio, la mostra, completata nelle sue quattro fasi, del progetto Terre Vulnerabili.

L’Hangar presenta l’opera di Kusolwong, classe 1965, i cui lavori sono già stati esposti in importanti luoghi dell’arte internazionali come la Tate Modern a Londra, il Palais de Tokio a Parigi, The Rose Art Museum a Boston, oltre alle Biennali di Istanbul e Venezia (2003), di Berlino (2001) e di Taiwan (2000). L’installazione prevede cinque tavoli da ping-pong, che i visitatori potranno utilizzare per giocare. Sopra ogni tavolo sono posizionati diversi tipi di oggetti e materiali dedicati a vari aspetti del lavoro di Kusolwong: oggetti di uso quotidiano, semplici, domestici e a volte kitsch come piccoli animali in gesso coperti da pezzi di conchiglie, o animali intagliati in legno e ancora oggetti tipici di diverse culture collezionati o fatti dall’artista.

Gian Maria Tosatti – Lo spazio come memoria personale e collettiva

Lunedì 6 giugno 2011, alle ore 17.00, si terrà presso il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Sapienza Università di Roma, la MasterClass / Incontro con l’artista Gian Maria Tosatti dal titolo Lo spazio come memoria personale e collettiva, a cura di Chiara Pirozzi.

In questa occasione l’artista presenterà le sue opere a partire dall’ultimo lavoro intitolato Testamento – Devozioni X, un’installazione site-specific realizzata all’interno della Torretta dell’Ospedale San Camillo di Roma. L’opera rappresenta l’ultima tappa del ciclo Devozioni, nel quale l’artista ha realizzato una serie di installazioni in luoghi fatiscenti e obsoleti della città. Con questa operazione Gian Maria Tosatti costruisce ambienti visionari, allo scopo di rendere espliciti una serie di archetipi che, a partire dall’età classica, hanno fortemente segnato e condizionato la storia dell’umanità.

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