Lady Gaga nuda per Spencer Tunick

Molti di voi sicuramente conosceranno Spencer Tunick, artista che solitamente realizza accumulazioni di gente comune completamente nuda, immersa nel paesaggio urbano. Le foto di Tunick hanno fatto il giro del mondo non tanto per la novità del soggetto quanto per l’enorme moltitudine di persone che l’artista riesce a mettere insieme. Talmente tanta gente che solitamente l’occhio dello spettatore si perde in un mare di carne.

Ma ora l’artista ha in mente di fotografare un nuovo soggetto che potrebbe catalizzare l’attenzione. Si tratta della reginetta della musica pop Lady Gaga, ormai vecchia conoscenza nel mondo dell’arte contemporanea vista la sua ultima collaborazione con Francesco Vezzoli. Tunick ha infatti invitato l’autrice della celebre hit Poker Face a denudarsi sulle scale della Opera House di Sydney. Tutto è cominciato agli inizi del mese quando Lady Gaga ha dichiarato che Tunick è per lei una fonte di ispirazione e di aver scritto una tesi di laurea di 80 pagine su di lui prima di diventare una pop star internazionale.

Il Guggenheim festeggia 50 anni con gli Animal Collective

Tra poco il Guggenheim Museum di New York compirà 50 anni suonati, ed è il caso di dirlo visto che per l’occasione la famosa istituzione sarà presa d’assalto dalla famosa rock band The Animal Collective. Il 4 marzo la band presenterà un progetto creato in collaborazione con l’artista Danny Perez, si tratta di una performance site-specific che trasformerà la celebre rotunda del museo in un ambiente cinetico e psichedelico

. Durante l’ evento ( che prende il nome di Transverse Temporal Gyrus) gli Animal Collective suoneranno musica appositamente composta per l’evento e si esibiranno con l’ausilio di proiezioni, costumi ed altre astrazioni visive.

Fashion on Paper: DROME magazine presenta IN DREAMS – A TRIBUTE TO THE ODD 50’S, performance site specific di Christian Rainer

Dal 30 Gennaio al 2 Febbraio, nell’ambito di AltaRoma AltaModa, FASHION ON PAPER torna a Roma, al Tempio di Adriano, con una seconda edizione ancora più ricca e coinvolgente. Il Festival chiama a raccolta una scelta di riviste di moda e arte della scena nazionale e internazionale, che si distinguono per forza espressiva, capacità di indagine nei contenuti crossover, velocità nel captare le tendenze. DROME magazine, nuovamente fra questi, sarà presente con il numero in corso: DROME 16 – outlaw/fuorilegge.

Le riviste non solo accoglieranno i visitatori nei propri spazi ma, alcune di loro, proporranno anche degli eventi: talk, installazioni, dj set e performance live. E’ questo il caso di DROME che, con PHLEGMATICS, presenta un straordinaria perfomance site specific di Christian Rainer, artista visivo e musicista tra i più apprezzati della sua generazione. IN DREAMS – A TRIBUTE TO THE ODD 50’S, questo il titolo del lavoro, avrà luogo Martedì 2 Febbraio alle 20.15. IN DREAMS sarà una rappresentazione canora e stilistica, dalle forti suggestioni psychobilly, che immergerà gli spettatori nei favolosi anni ’50: una dimensione perduta, fatta di caratteristici look e acconciature, di canzoni d’amore e perdizione, come si potevano ritrovare in certi locali fumosi dell’epoca.

Fluxus Biennial all’Auditorium di Roma

Sarà la mostra dedicata a George Maciunas ad inaugurare Fluxus Biennial, la rassegna curata da Achille Bonito Oliva dedicata al movimento Fluxus. Il progetto, promosso dalla Fondazione Musica per Roma, coprirà un arco di tempo di due anni (2010/2011) e sarà strutturato in una serie di piccole grandi mostre sui protagonisti di Fluxus, arricchite da un fitto programma di performance sia storiche che contemporanee.

La mostra di George Maciunas, allestita all’Auditorium di Roma dal 26 gennaio al 17 marzo 2010, ripercorrerà lo spirito dell’attività dell’artista lituano attraverso il tema del gioco, inteso come modo di relazione, di scambio e di cambiamento. Saranno esposti, oltre a uno speciale ping-pong riadattato dall’artista, esempi dell’attività di graphic designer di Maciunas, della sua capacità di analisi critica sulla storia dell’arte, così come del suo unico e fertilissimo modo di lavorare all’unisono con gli altri artisti del gruppo Fluxus, fondendo le loro esperienze in un collettivo creativo dove l’equazione e la sovrapposizione tra arte e vita doveva essere totale.

Netmage Festival 2010

La decima edizione di Netmage festival si terrà a Bologna dal 21 al 23 gennaio 2010. Appuntamento internazionale ormai consolidato dedicato agli incroci fra arti elettroniche, visive, musicali e performative, Netmage 10, curato da Xing, presenta un ricco programma di produzioni e progetti offrendo un variegato e imprevedibile scenario sulla ricerca audiovisuale contemporanea.

Sede del festival saranno gli spazi di Palazzo Re Enzo, affacciati su Piazza Maggiore, che ospiteranno live-cinema, concerti, azioni performative, ambienti sonori e visivi. Il programma della sala principale del festival – il Live Media Floor – costituisce nel suo insieme un world-scape visivo ed emozionale che riattraversa, intersecandoli, i territori dell’immagine-movimento e degli immaginari contemporanei. In bilico fra dispositivi come teatri di operazioni; derive di elettronica space eclettica e ambientale e loro antenati fondativi (rispettivamente Be Maledetto Now e Cluster), esplorazioni impro-free-noise nella tradizione dell’essere alieno (My Cat is An Alien); e riattualizzazione di esperienze storiche della cinematografia sperimentale d’avanguardia (Lee Hangjun e Hong Chulki dalla Corea); a confronto con una figura centrale nella definizione del suono e dell’immaginario weird-psycho-noise dello svedese Es. Sul fronte delle figure seminali per pratiche o per sonorità in relazione alla visione che Netmage cerca di disegnare, si evidenziano la presenza di Richard Lainhart, originale sperimentatore statunitense e inventore della cultura del synth, e dei Cluster, leggendaria formazione tedesca, a cui è stato affiancato l’artista Canedicoda per un’inedita collaborazione visiva.

Franz Ehrlich, lo studente che mise il Bauhaus al servizio di Hitler

 Al MoMa, Museum of Modern art di New York è attualmente in corso una retrospettiva sul Bauhaus. La Bauhaus fu una scuola di arte e architettura tedesca che operò dal 1919 al 1933. Erede delle avanguardie anteguerra, non fu solamente una scuola, ma anche il punto di riferimento fondamentale per tutto il movimento d’innovazione nel campo del design e dell’architettura conosciuto come razionalismo, funzionalismo, “architettura moderna” o addirittura “stile Bauhaus”. Come noto la Bauhaus è stata una scuola democratica nel senso pieno del termine, la prima nel mondo ed anche per questo il nazismo, appena arrivato al potere, la ostacolò in tutti i modi fino a sopprimerla.

La mostra dal titolo Bauhaus 1919-1933: Workshops for Modernity ripercorre i fasti del mito mediante più 400 lavori di artisti e designers come Paul Klee, Wassily Kandinsky, Marcel Breuer, Marianne Brandt, Anni Albers, Josef Albers e Laszlo Moholy-Nagy, fino alla tragica fine del Bauhaus quando nel 1933 la Gestapo chiuse definitivamente i battenti. Questo è quanto sapevamo sin ora ma durante il passato autunno una mostra al Neue Museum di Weimar (città dove nacque la Bauhaus) ci ha raccontato una storia ben diversa, rivelandoci il nome di Franz Ehrlich, artista ed architetto frequantatore della Bauhaus che in seguito applicò l’estetica della celebre scuola sui campi di concentramento nazisti.

Brian Eno diventa curatore e…mentore

 Brian Eno non ha certo bisogno di presentazioni, nel corso della sua lunga carriera l’autore del libro/manifesto music for non musicians è riuscito a toccare i molteplici aspetti dell’arte con il talento e la creatività che da sempre lo accompagnano. Eno ha suonato con la leggendaria pop band Roxy Music, ha collaborato con il grande Robert Fripp dei King Crimson e con David Byrne (ex leader dei Talking Heads ed oggi anche noto artista visivo), ha creato opere d’arte contemporanea ed ha composto il famoso jingle d’apertura di Windows 95, ben tre secondi di sigla che gli hanno fruttato ben 35.000 dollari.

Ultimamente Brian Eno ha anche trovato il tempo di produrre Viva la Vida or Death and All His Friends, l’ultimo acclamato album dei Coldplay. Insomma il vecchio Brian ne ha fatte di cose ma da oggi può aggiungere una nuova esperienza lavorativa al suo nutrito curriculum. Eno sarà infatti il nuovo curatore della 44esima edizione del Brighton Festival che includerà ovviamente anche la sua famosa installazione video 77 Million Paintings.

Snow Patrol – Up To Now

E’ giunto il tempo dei greatest hits, d’altronde è natale no? ed ecco ragazzetti miei che gli Snow Patrol, che un tempo erano pure una band carinetta un poco tipo Coldplay,tirano fuori sto Up and Now, discaccio pieno di B sides e cose tirate fuori dalla soffitta che vanno bene per la colonna sonora di OC. C’è Chocolate che sembra un pezzo di Lou Barlow.

Real Estate – Real Estate

Martin Courtney Matt Mondanile , Etienne Duguay e Alex Bleeker, questi i componenti dei Real Estate gruppo rock indie che mischia tanti generi in un disco veramente appasionante dal titolo omonimo. Ho ascoltato e riascoltato in brani di questo quartetto di Washington e c’ho trovato dentro tante cose: chitarre in stile messicano e cantautorato gentile che con una scossa di leggera energia trasporta l’ascoltatore verso lidi placidi e decisamente intimi.

Julian Casablancas – Phrazes for the young

Phrazes for the Young è il titolo di questo modesto disco di Julian Casablancas, leader della celeberrima band The Strokes e ora autore di un progetto solista di cui non sentivamo certo la mancanza. Non ho troppe parole da spendere per questa accozzaglia di canzoncine che di certo piaceranno a qualche teenager con problemi adolescenziali.

Weezer – Raditude

Uuufff, nuovo album dei Weezer quartetto di Los Angeles, capitanato dal cantante Rivers Cuomo. Me lo ricordo l’album omonimo del 1994 penso e penso di aver pure troppi anni, beh

Performa 09 la biennale della performance art

 Strano a dirsi ma fino a pochi anni fa era pensiero comune che la performance fosse una forma d’arte destinata a pochi, sparuti intenditori dell’entourage contemporano. Oggi fortunatamente nessuno si azzarderebbe mai a pensare una cosa del genere poiché la performance art è divenuta talmente celebre da meritarsi anche una Biennale dedicata. Si tratta infatti di Performa, biennial of visual art performance manifestazione newyorkese fortemente voluta da RoseLee Goldberg che inaugura questa settimana la sua terza edizione.

RoseLee Goldberg è da sempre un’appassionata della performance art ed è sempre alla ricerca di proposte artistiche in grado di stupire ed affascinare anche l’esigente platea statunitense ed i relativi addetti ai lavori dal piglio snob. Così nelle prossime tre settimane il grande festival presenterà più di 110 lavori creati da 150 artisti provenienti da ogni parte del globo che daranno del filo da torcere ai 40 differenti curatori che hanno dovuto organizzare una grande mole di creatività sparsa in circa 80 sedi cittadine.

The Baroness – Blue Record

Alzi la mano chi di voi non aspettava un bel dischetto di vero heavy metal stile Iron Maiden prima maniera misti ai Pantera con riffs epici e galoppate verso la libertà. Il trionfo del metallo ce lo confezionano i Baroness, già reduci dall’ottimo Red Album ed ora in auge con questo Blue Record. Un classico ragazzetti, profondo ed oscuro con tutte le schitarrate proprie del favoloso quartetto. Melodie davvero pugnaci ed un caleidoscopio di alienazione post-rock e metalcore questo è il mix proposta dai Baroness.

Devendra Banhart – What Will We Be

Cosa è successo a Devendra Banhart? che cavolo è capitato a colui che è stato additato come il figlio naturale di Van Morrison, John Lennon, e Jeff Buckley (spero non tutti messi assieme)? non possiamo saperlo noi comuni mortali. Il delicato principino del lo-fi creatore del piccolo capolavoro Rejoicing in the Hands ha osato troppo con questo What Will We Be, ha tentato di buggeraci e farci credere che un suo disco può funzionare anche senza la sua chitarra acustica, basta mischiare stili e generi diversi.

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