Marco Neri alla Galleria Pack di Milano

Il 7 giugno 2001 si inaugurava quella che oggi è ricordata come una delle più memorabili edizioni della Biennale di Venezia, quella Platea dell’umanità di Harald Szeeman che si apriva con il Quadro Mondiale, la grande distesa di bandiere dipinte da Marco Neri. Nel decimo anniversario della sua partecipazione alla Biennale, Marco Neri, nella prima mostra personale alla galleria Pack, dà vita ad un tour virtuale attraverso i Giardini della Biennale, in una sorta di rivisitazione critica e sentimentale del proprio passato, presentando 7 dipinti, 5 sculture oltre a 26 collage a rappresentare ciascun padiglione.

Gli edifici , geroglifici-silhouette-bandiere, diventano elementi mistici, sagome in codice binario, cifre grafiche corrispondenti ai connotati di una identità precisa. Ritratti architettonici volti a cogliere la personalità di ciascuna costruizione. Nel realizzarli, la mano dell’artista si piega all’osservanza della specificità strutturale del soggetto. Proprio questa volontà di aderenza al tema – che è non tanto raffigurato quanto indicato simpateticamente, evocato nella sua essenza memoriale – ha portato alla sperimentazione del nastro, alla pratica di una speciale pittura “adesiva”.

Luca Cruz Salvati, un Documento Mentale in mostra a Roma

L’associazione culturale a t e l i e r con il sostegno di Rome University of Fine Arts ha il piacere di presentare, mercoledì 8 giugno 2011 dalle ore 19:00, la prima mostra personale a Roma di Luca Cruz Salvati dal titolo Documento mentale, a cura di Micòl Di Veroli. Per l’occasione verranno presentate al pubblico disegni, incisioni ed un’installazione scultorea del giovanissimo artista newyorkese che da due anni vive e lavora a Roma. Luca Cruz Salvati ha scelto di dedicare la mostra alla memoria del Professore Duilio Rossoni recentemente scomparso.

Documento mentale

Una rapida foto, scattata ed appesa al muro restituisce scorci di sorriso, brandelli di cielo e sole, misti a chiome mosse dal vento e volti amati. A guardar quella foto la memoria riesce a restituire suoni e sensazioni in riferimento ad un’intera situazione. Quella fotografia è quindi un documento reale capace di alimentare il ricordo, una minuziosa e fedele ricostruzione diaristica di un infinitesimale frammento di vita. L’inconscio è però capace di comporre autonomamente immagini mnemoniche, filtrandole attraverso il tessuto emozionale. Questi fotogrammi del pensiero si mescolano ad intime passioni e roventi pulsioni, costituendo un intricato tessuto di storie personali dove realtà e sogno si saldano indissolubilmente.

Ancora misteri sulla Gioconda, ma non saremo un po’ stanchi?

Quante notizie circolano sulla povera Monna Lisa? Beh, la celebre Gioconda, capolavoro del grande maestro Leonardo Da Vinci è senza dubbio una delle opere più gettonate da storici dell’arte o presunti tali che puntualmente cercano di architettare nuovi misteri, magari  per vendere qualche libro in più o semplicemente per farsi notare. Tra sorrisi enigmatici, e sembianze mascoline fino a giungere a tematiche esoteriche, quest’anno abbiamo scritto molto sull’opera di Leonardo ma ci sentiamo in dovere di dedicare un ulteriore articolo alla Monna Lisa, perchè le ultime notizie provenienti dal quotidiano inglese The Telegraph sono a dir poco sensazionali.

Il professor Silvano Vinceti (presidente del Comitato Nazionale per la valorizzazione dei Beni Storici), che da diverso tempo è alla ricerca delle spoglie della celebre quanto fantomatica donna, sarebbe infatti giunto ad una scoperta sensazionale. Secondo alcuni studi Monna Lisa sarebbe in realtà Lisa Gherardini Del Giocondo, donna che avrebbe fornito l’ispirazione per il celebre dipinto. Vinceti ha quindi aperto una cripta del convento di Sant’Orsola a Firenze riportando alla luce nientemeno che il metatarso di un alluce di piede sinistro, ma non si è certi che si tratti di un osso appartenuto ad uno scheletro femminile.

Marco Bongiorni e Sergio Breviario alla Marie-Laure Fleisch di Roma

Mercoledì 25 maggio 2011, dalle ore 18.00, la Galleria Marie-Laure Fleisch di Roma inaugura la mostra di Marco Bongiorni e Sergio Breviario dal titolo Drawings by Two, a cura di Ludovico Pratesi. Nel Rinascimento il disegno era considerato fondamentale per la formazione di un artista, che imparava fin da giovanissimo a relazionarsi con i principali generi della pittura, dal ritratto alla natura morta, attraverso un esercizio continuo e quasi ossessivo di una tecnica indispensabile per il mestiere.

Oggi, in un clima libero ed aperto, dominato da un eclettismo che sembra non avere più né regole né limiti, qual è il senso e il valore del disegno come linguaggio espressivo primario per gli artisti italiani delle ultime generazioni? Parte da questa domanda la mostra pensata da Ludovico Pratesi. Drawings by Two si propone infatti di indagare la pratica del disegno come strumento di percezione ed esplorazione della realtà nelle ricerche di due artisti che vivono e lavorano a Milano: Marco Bongiorni (Milano, 1981) e Sergio Breviario (Bergamo 1974).

Mostre da vedere in giro per il mondo

Ai Weiwei

Nel precedente articolo parlavamo di chiusura estiva dell’arte contemporanea, quindi prima della “serrata d’agosto” c’è ancora tempo per ammirare alcune grandi mostre in giro per il mondo tra gallerie private e istituzioni pubbliche. Cominciamo da Ai Weiwei, attualmente in prigionia da oltre un mese. Dell’artista non si hanno notizie ma se volete ammirare i suoi lavori potrete farlo alla Lisson Gallery di Londra che ospita alcune sue magnifiche opere fino al 16 luglio 2011.

Parlando di Weiwei, il grande Anish Kapoor gli ha dedicato la sua ultima monumentale fatica intitolata Leviathan. L’opera è attualmente visibile al Grand Palais di Parigi fino al prossimo 23 giugno. Se desiderate ammirare un vero e proprio maestro della scultura non perdetevi la personale di John Chamberlain, da oltre 25 anni sulla cresta dell’onda. L’artista è solito creare entusiasmanti forme dal metallo contorto. La mostra di Chamberlain sarà visibile fino al prossimo 11 giugno alla Pace Gallery di New York.

Piero Pizzi Cannella – CHINATOWN. Invito al viaggio

Dal 5 maggio al 13 giugno 2011 si terrà nelle sale della Fondazione Mudima di Milano la mostra “CHINATOWN. Invito al viaggio” dell’artista Piero Pizzi Cannella, curata da Gianluca Ranzi.

La mostra si concentra sull’ultima serie di opere dell’artista: sessantadue carte (ciascuna di cm 130×90 circa) che mettono in luce quanto il dialogo tra la cultura occidentale e quella orientale possa produrre risultati ancora inediti e curiosamente convergenti. Pizzi Cannella segue la scia di una corrente sotterranea che attraversa in obliquo la storia delle culture e che non riguarda soltanto stili, categorie formali o distinzioni, ma che sa scorgere oltre le barriere geografiche per rintracciare un comune sentire. In questo modo Chinatown riannoda i legami tra due civiltà tanto lontane sul filo di una condivisa memoria simbolica che sa riecheggiare in entrambe.

TIM ELLIS – Sons of Pioneers

Interrogarsi sulle possibilità inespresse del manufatto, alterarne la destinazione originaria con l’intenzione di ripensarne il valore e la funzione, mettendo in evidenza il processo che porta un oggetto trovato ad appropriarsi di un differente valore culturale. La pratica di Tim Ellis si basa sulla giustapposizione di materiali e oggetti culturalmente diversi tra loro e ne interpella sia il loro valore formale che la loro finalità originale, forzando lo sguardo ad interrogarsi su questioni relative alle nozioni di funzionalità, autorialità e display. Attraverso relazioni mentali e alterazioni impercettibili, il giovane artista inglese dichiara una forma di impegno relativa alla nozione di artefatto e a quella di artificio, al principio di creatività e di serialità.

Il titolo della mostra che si inaugura il 4 maggio a Roma presso Furini Arte Contemporanea si riferisce all’idea dell’essere minacciati dal peso della storia, mentre il percorso espositivo si svolge come se fosse una proposta per l’inizio di una nuova ideologia. Sia la scultura che la pittura – modelli, trofei e testimoni di qualcosa di più grande – focalizzano la loro tensione su quella congiuntura in bilico perenne tra il fatto e l’oggetto storico, tra la sua fabbricazione e la sua diffusione, suggerendo riflessioni sul ruolo dell’artificio all’interno del processo di produzione di senso.

Gianni Politi – Le cose non saranno mai più come prima

Sabato 30 aprile dalle ore 12:00 presso PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE di Spoleto, nello spazio della ex Chiesa SS. Giovanni e Paolo e al Piano Mostre del Museo, inaugura la personale di Gianni Politi dal titolo le cose non saranno mai più come prima a cura di Alessandro Facente.

Inserito nella serie di aperture “PRIMA PRIMAVERA A SPOLETO” del Museo, l’intervento consiste nell’installazione di tre tele della nuova serie quadri bianchi la cui brutale traduzione in pittura e matita su tela mostra il sacrificio di tre mucche appese in piena putrefazione, inteso come momento sacro di restituzione dell’anima allo spazio ospitante. Il luogo svuotato della sua sacralità sottolinea quel sapore di compimento verso cui il progetto si proietta – evocando una fine per esprimere il fallimento e l’immolazione dei tre animali – è il tentativo ultimo di espiazione.

Shozo Shimamoto alla Fondazione Morra di Napoli

Dopo il successo bolognese Shozo Shimamoto approda a Napoli con il suo “Volo radente”. L’esposizione sarà inaugurata in occasione del convegno di martedì 12 aprile alle ore 19:30, negli spazi della Fondazione Morra di piazza Dante 89, con l’introduzione di Giuseppe Morra e Romano Gasparotti e l’intervento di Lorenzo Mango. La mostra napoletana riproporrà le opere dell’artista nipponico già esposte a Bologna nella cornice della chiesa dei Santi Vitale e Agricola, in occasione di Artefiera Off.

La straordinaria affluenza di visitatori all’evento bolognese a cura di Achille Bonito Oliva e organizzato dall’associazione Shozo Shimamoto, in collaborazione con la Fondazione Morra e Archivio Pari&Dispari, trova riscontro nella carica emozionale che le opere di Shimamoto, con la loro irruenza cromatica riescono a trasmettere. L’esposizione napoletana si colloca in continuità con l’iniziativa bolognese, con la proiezione dei video di alcune delle ultime performances italiane del maestro ottantatreenne, con la regia di Mario Franco.

“Simultaneità degli opposti” con Mauro Di Silvestre e il collettivo Foschini/Iacomelli

Il 15 aprile 2011 alle ore 18:30 inaugura alla galleria Bianca Arte Contemporanea di Palermo la doppia personale dal titolo “Simultaneità degli opposti” con Mauro Di Silvestre e il collettivo Foschini/Iacomelli. Un appuntamento dedicato interamente alla pittura, una ricognizione sulla migliore e giovane figurazione contemporanea del centro Italia. Fino al 18 giugno 2011.

Simultaneità degli opposti è il titolo illuminante di un’opera scritta da Bruno Munari nel 1950. Una riconsiderazione della forma astratta, per spiegarla con le parole dell’artista “i segni sono delle forme appoggiate sul fondo, dove il valore è dato dall’energia, dal colore materico, dalle dimensioni, dai collegamenti, dagli spazi vuoti”, una descrizione che ben definisce i virtuosismi segnici di Di Silvestre e le figure fluttuanti di Foschini/Iacomelli. Una relazione puntuale dei rapporti formali che caratterizzano i due differenti approcci pittorici, fatti comunemente di vuoti e pieni, astrazioni tangibili che si riallacciano alla memoria e alle energie vitali di ricordi recenti.

Robert Longo alla Galerie Thaddaeus Ropac di Parigi

Tanti anni fa mi capitò di ammirare da una cospicua distanza alcune opere di Robert Longo. “Niente di speciale, in fondo si tratta di banalissime fotografie. Si sono scatti ben curati, ma di fotografie del genere se ne vedono su tutti i rotocalchi”, pensai. Chissà quanta altra gente, scorgendo rapidamente le opere di questo protagonista della Pictures Generation, avrà pensato le medesime cose.

Ed invece in quel frangente fu il mio stesso occhio ad ingannarmi, ciò che sembrava fotografia era invece disegno puro, un fitto intreccio di ricami che di fatto oltrepassava i limiti del medium. Mi trovavo di fronte alla serie Men in the cities e davanti al mio cospetto si contorcevano figure umane, simboli malati dell’ansia contemporanea avvolti da un tormento senza tempo. In quel frangente fui sopraffatta dalle linee e dalle cesellature che donavano ai disegni di Longo un’insperata quanto meravigliosa tridimensionalità.

Gauguin troppo scabroso e una donna lo aggredisce

Sin dall’alba dei tempi i capolavori dell’arte custoditi nei musei sono stati ammirati da milioni di appassionati provenienti da ogni parte del globo. Alle volte però tra il pubblico si cela qualche invasato che non ha la benché minima intenzione di ammirare l’arte, bensì arrecare danno ad essa, ed allora son dolori. Certo le istituzioni museali sono costantemente impegnate nella salvaguardia delle loro opere ma è praticamente impossibile prevedere un atto repentino quanto inaspettato.

Ecco quindi che nel corso della storia, molte opere sono state squarciate, scarabocchiate o comunque oltraggiate da vandali, mitomani o peggio ancora artisti invidiosi. L’ultima notizia in tal senso proviene dalla National Gallery di Washington D.C., prestigiosa istituzione che attualmente ospita una mostra sui capolavori di Paul Gauguin.

Aaron Young allo studio Giangaleazzo Visconti di Milano

Dopo numerose mostre internazionali in alcuni degli spazi espositivi più prestigiosi al mondo, tra cui il P.S. 1 di Long Island City (NY), il Kunst-Werke di Berlino e la Serpentine Gallery di Londra, e dopo la recente partecipazione alla Brucennial curata da Vito Schnabel a SoHo (NY) e la mostra personale al MACRO di Roma,  Aaron Young torna ad esporre in Italia il 7 aprile 2011t allo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano.

Per l’appuntamento milanese, saranno esposte 7 opere di grandi dimensioni, realizzate su alluminio e legno e due sculture, cancelli di ferro e oro 24kt, tutte realizzate tra il 2007 e il 2009. Il lavoro di Young è il risultato di performances piene di energia che coinvolgono motociclisti, skateboarders e tatuatori (stereotipi di un tessuto urbano ribelle), che diretti dall’artista e in sella ad una motocicletta, attraverso acrobazie talvolta pericolose, lasciano segni di sgommate e frenate su lastre di alluminio o legno appositamente preparate con diversi strati di colore.

Roberto Coda Zabetta al PAN di Napoli

Dopo lo straordinario successo di Nuvole Sacre nello scorso luglio al Palazzo Reale di Milano, Roberto Coda Zabetta espone al PAN | Palazzo delle Arti Napoli Lavori Recenti, mostra a cura di Maria Savarese, Igor Zanti e Claudio Composti. Pittore e scultore, l’artista biellese, sin dal suo esordio sulla scena espositiva nazionale con un ciclo di lavori sui bambini morti nel genocidio in Ruanda, e con un altro sulla discriminazione razziale subita dagli albini africani, ha come oggetto della sua riflessione artistica il tema della sofferenza umana. Nei primi anni del Duemila inizia a produrre opere pittoriche di grandi dimensioni, in cui il volto umano diviene protagonista della sua ricerca, attraverso pennellate dense e materiche.

Nei lavori esposti lo scorso luglio a Milano, Coda Zabetta si confronta, invece, con la tremenda catastrofe provocata dall’esplosione della bomba atomica di Hiroshima: una riflessione sul destino degli uomini quando, attraverso l’uso ed abuso della scienza e della tecnica, tentano di valicare i limiti della propria coscienza, generando tragedie. I Lavori Recenti di Coda Zabetta presentati al PAN sono la naturale evoluzione creativa del progetto milanese.

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