Il Museion espone anche all’esterno

Uno degli aspetti più stimolanti delle facciate mediali di MUSEION museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano, assieme alla loro sofisticata natura tecnica, è la possibilità che offrono di coinvolgere anche un pubblico che non è un frequentatore abituale degli spazi museali.

Durante l’estate il museo metterà a disposizione di sei giovani artisti le superfici delle facciate mediali, permettendo loro di misurarsi con la complessità tecnica e le possibilità espressive offerte da questo mezzo. Le proiezioni, per necessità tecniche, sono attive solo quando gli spazi espositivi sono chiusi. Quindi gli spettatori della facciata sono, assieme a quanti si recheranno appositamente a vedere ciò che viene proiettato, i passanti. A questa estesa e disparata platea si propone una selezione di video. La facciata è uno schermo, ma continua ad essere anche parte di un edificio: le opere selezionate dialogheranno con questa natura ambivalente del sistema di proiezioni.

Tadeusz Kantor e il teatro polacco

Fino al 30 Agosto sarà possibile visitare al Sainsbury Centre for Visual Arts di Norwich nel Regno Unito la mostra An Impossible Journey la più grande retrospettiva sul genio visionario del grande autore teatrale ed artista visuale polacco Tadeusz Kantor.

La mostra presenta al pubblico 30 anni di carriera dell’artista ricreando alcune delle più spettacolari opere di Kantor: The Dead Class (1975) e Wielopole, Wielopole (1980). Tadeusz Kantor è stato uno dei più straordinari e versatili artisti del ventesimo secolo. Pittore, stage designer, performer, poeta e regista, Kantor è stato una figura chiave nel teatro d’avanguardia polacco ed internazionale. Combinando virtualmente ogni forma d’arte il teatro del grande regista ha mesmerizzato il pubblico di tutto il mondo con performance oscure di rara intensità che mescolano il traumatico con l’assurdo, il personale con lo storico, il vivo con il morto e gli attori con dei manichini.

Jarvis Cocker, il leader dei Pulp prende d’assalto Parigi

Molte bands di Britpop sono nate tra i banchi delle accademie d’arte, la connessione tra arte e musica pop è forse maggiormente rintracciabile tra le incursioni sonore dell’amata formazione di Sheffield, i Pulp la cui più famosa canzone Common People è stata ispirata da una ragazza che “studiava scultura al Saint Martins College. E proprio al Saint Martins ha studiato tra gli anni ’80 ed i ’90 il frontman dei Pulp Jarvis Cocker.

Quindi non è del tutto sorprendente il fatto che Cocker, ora quarantacinquenne e residente a Parigi, sia stato per un’intera settimana la principale attrazione della Galerie Chappe, piccolo spazio in una calma stradina di Montmartre. La galleria è balzata agli onori della cronaca dopo aver ospitato una controversa mostra con opere costituite da siringhe zeppe di droga e sangue del famoso e chiacchierato Pete Doherty. La performance di Jarvis Cocker è però tutt’altra cosa, il tema principale del suo lavoro è infatti basato sull’interconnessione tra musica, arte e partecipazione.

Paola Pivi, la spedizione dei 1000 al Tate Modern

L’estrosità di Paola Pivi sembra non aver mai fine. Dopo i pesci rossi in aereo e gli asini alla deriva, l’artista ha deciso di occupare lo spazio esterno antistante il Tate Modern il prossimo 25 maggio in occasione di una performance senza precedenti.

L’artista  italiana ma residente in Alaska ha già trovato 700 persone per una bizzarra performance intitolata 1000 che prevede appunto l’impiego di 1000 volontari. Una parte dei partecipanti, a quanto afferma il Sunday Times di Londra, dovrà urlare all’unisono e a squarciagola in forma di protesta contro la dominazione cinese del Tibet. Sempre per la suddetta causa i restanti volontari dovranno invece abbandonarsi a ciò che più li ispira, movimenti in libertà compresi. Sempre il Sunday Times afferma che la forma di protesta è un tantino ermetica ma c’è da dire che l’artista italiana da sempre propone lavori giocosi ed irriverenti proprio per stimolare una reazione nello spettatore.

DROME magazine a Vienna per una Gloomy Sunday

Martedì 09 Giugno 2009 il museo MAK di Vienna ospiterà nell’ambito del 9 – Festival for Fashion & Photography un imperdibile evento curato da DROME magazine. La rivista d’arte contemporanea, tra le più intraprendenti ed innovative realtà dell’editoria italiana, è stata chiamata ad organizzare nella trionfale location una MAK NITE©, serie di eventi sperimentali e cross culture del museo che prendono vita ogni martedì dall’aperitivo fin oltre la mezzanotte. Il progetto in anteprima mondiale sarà intitolato Gloomy Sunday.

La notte viennese di DROME magazine si animerà all’insegna dell’arte e della musica, della fotografia di moda e del video, dell’installazione e della performance, della melanconia e del glamour, della Storia e delle storie. Diane Arbus, Sylvia Plath, Sarah Kane, Jean Seberg, Violeta Parra, Dalida, Capucine, Ophelia, Anne Sexton, Madama Butterfly,  tutte queste indimenticabili figure di donne hanno di certo un fosco elemento che le accomuna: si sono tolte la vita.

Reasons for moving, secondo atto al Condotto C di Roma

 Il corpo agisce partendo dalla compattezza del luogo. Senza esagerare. Questo è quanto si legge sul criptico volantino della performance Condotto ©hold tenutasi il 26 aprile 2009 al Condotto C, sotto la cura di Chiara Girolomini. Il nuovo spazio romano sfugge ad ogni possibile catalogazione, evitando il vincolo della programmazione fissa nel segno di progetti altamente sperimentali che per la loro natura libera e fuori dagli schemi convenzionali riescono ad affascinare senza gli obblighi formali delle comuni gallerie d’arte.

Dopo la precedente eterea installazione di Andrea Aquilanti, perfetta per la sua volatile consistenza, il Condotto torna con un progetto di Annika Pannito+Keramik Papier (organizzatori del Bestiario Festival 2008). In un ambiente asettico, sotto luci al neon virate in giallo ed una singola poltrona a fare da arredo, una presenza femminile parte dalla morte, dalla pesantezza del proprio corpo sul suolo per compiere la sua danza di movimenti liberi ed armonici nella loro scomposta nevrosi. Sono gesti che si accostano ad una ritualità sacrale, momenti mistici domestici che evitano il gesto occidentale per ricostituirsi su una libertà ancestrale fondata su riferimenti simbolici e non su canoni stilistici .

Antony Gormley Wants You!

The One and Other è il titolo della nuova, pazza installazione dell’artista britannico Antony Gormley che coinvolgerà dal prossimo 6 luglio l’intera popolazione di Londra. L’artista ha dato il via alla caccia online ai volontari che diverranno parte del suo nuovo progetto e saranno protagonisti di una vera e propria scultura vivente.

Il quarto plinto di Trafalgar Square, basamento che solitamente accoglie per un anno interventi di artisti di fama internazionale (le precedenti installazioni erano di Thomas Schutte e Marc Quinn), ospiterà infatti più di 2400 persone che formeranno una vera e propria opera con la loro presenza per cento giorni consecutivi.

Alla Fondazione Alda Fendi va in scena il trionfo del barocchismo

GlobArtMag ha presenziato ieri all’ultima serata di Storie fantastiche dal delta del Niger, lo spettacolo prodotto dalla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti e diretto da Raffaele Curi in scena all’Antico Mercato del Pesce degli Ebrei, al Circo Massimo, di Roma.

Lo spettacolo in bilico tra teatro, performance e video arte si riproponeva a quanto recita il comunicato stampa di descrivere l’Africa, con i miti, la sua magia e i suoi misteri, osservata nella vita di tutti giorni. In realtà a parte la monumentale presenza della cantante Angelique Kidjo meravigliosa dispensatrice di emozioni, di teatro, arte ed esperimenti abbiamo visto molto poco. Difficile giudicare, intenti benefici a parte, un polpettone di 50 minuti circa in cui si sbandierano banalità e stralci di letteratura con la stessa metodologia di una pubblicità progresso.

Apre a Milano il LAB- Lambretto Art Project

 Durante gli sfrenati giorni della fiera MiArt e tra gli innumerevoli eventi collaterali si è inaugurato il 18 aprile un nuovo spazio interdisciplinare ideato da Mariano Pichler e dedicato alla cultura contemporanea, LAP – Lambretto Art Project – Osservatorio del contemporaneo.

LAP è stato ricavato da un ex capannone industriale e si propone al pubblico non come una fondazione ma come osservatorio della creatività e del pensiero contemporaneo. Ospiterà progetti interdisciplinari connotati da una forte vocazione sperimentale e di ricerca, accogliendo proposte di giovani artisti e curatori indipendenti, trasversali al mondo dell’arte, del design, del cinema, della grafica e dell’architettura, con un’alternanza di progetti e collaborazioni che si inseriranno nel calendario culturale milanese.

The Pictures Generation al Metropolitan Museum di New York

New York – Il Metropolitan Museum of Art inaugurerà il 21 aprile una grande mostra intitolata The Pictures Generation, 1974-1984 che rimarrà in visione sino al 2 agosto 2009. La manifestazione presenterà al pubblico video, performances e sonorizzazioni di alcuni tra i più influenti artisti contemporanei della scena newyorkese.

Sarà possibile ammirare 160 opere di 30 artisti tra cui Jack Goldstein, Robert Longo, Troy Brauntuch, Sherrie Levine, Cindy Sherman, Richard Prince, David Salle, Matt Mullican, Louise Lawler e Dara Birnbaum. Questo nucleo di artisti conosciuto come la Pictures Generation ha fatto parte di uno dei più influenti movimenti artistici americani.

da Facebook a New York, la giovane arte approda al New Museum

Grande successo al New Museum di New York per la mostra The Generational: Younger Than Jesus, evento frizzante che si protrarrà sino al 14 giugno 2009 con la partecipazione di 50 artisti internazionali al di sotto dei 33 anni d’età.

Il gruppo espositivo è stato selezionato direttamente dalla piattaforma di Facebook dai curatori del museo Lauren Cornell, Massimiliano Gioni e Laura Hoptman che hanno scrutinato ben 500 progetti e messo in piedi la mostra a tempo di record. A catturare l’attenzione del pubblico sono state soprattutto le opere di video arte e le performance, presenti in numero cospicuo e decisamente stravaganti. Tra le più interessanti opere in mostra si è distinto il video dell’artista armeno Tigran Khachatryan che ha alternato scene dalla Corazzata Potemkin di Sergei Eisenstein a clips che mostravano rovinose cadute dallo skateboard.

FestArte rimanda la festa

Roma – E la crisi colpisce anche una delle più popolari realtà della capitale. Lorena Benatti, mente ideatrice e direttrice artistica del festival d’arte FestArte ha da poco annunciato, in occasione dell’appuntamento 3Monkeys al Rialtosantambrogio di Roma, lo stop di un anno di FestArte e la successiva conversione in scadenza biennale dell’evento.

La direttrice afferma di non voler fermare una manifestazione in cui ha creduto molto ed a cui ha dedicato gran parte della sua vita. La mancanza di fondi da parte di comune ed istituzioni ha però messo i bastoni fra le ruote allo sviluppo del calendario artistico futuro. Dal momento della sua nascita avvenuta nel Gennaio del 2003, FestArte ha raggiunto importanti risultati organizzando una miriade di eventi, sostenendo il lavoro di giovani curatori e nuovi ed interessanti progetti e coinvolto oltre trecento artisti nazionali ed internazionali.

Ragnar Kjartansson alla Biennale di Venezia

L’artista Ragnar Kjartansson (Reykjavík, Islanda 1976) rappresenterà l’Islanda alla 53esima Biennale di Venezia. La suo opera intitolata The end sarà costituita da una performance dell’artista che si protrarrà per l’intera durata della kermesse e sarà costituita da un’installazione monumentale che comprende video ed installazioni sonore. La performance sarà presentata a Palazzo Michiel dal Brusà una costruzione del XIV secolo sul canal grande nei pressi del ponte Rialto che ospita il padiglione islandese dal 2007.

Kjartansson trasformerà l’intero padiglione in un gigantesco studio dove dipingerà ininterrottamente il ritratto di un giovane uomo in posa ogni giorno con alle spalle il canal grande. Il giovane berrà birra e fumerà sigarette indossando solamente un costume da bagno. Per l’intera durata dei sei mesi Ragnar Kjartansson limiterà la sua produzione alla riproduzione di tale scena. La performance e parzialmente basata sugli interrogativi che l’artista si pone sulla perpetua re-concettualizzazione di se stesso in relazione ai suoi lavori precedenti.

Vanessa Beecroft al PAC di Milano

Copyright Vanessa Beecroft

Vanessa Beecroft (Genova 1969; vive a Los Angeles), artista italiana di fama internazionale dal 16 marzo sarà ospite per la prima volta in uno spazio istituzionale milanese. La mostra che si terrà al PAC padiglione d’arte contemporanea a cura di Giacinto di Pietrantonio è prodotta dal Comune di Milano-Cultura e da MiArt.

La mostra presenterà al pubblico una nuova performance dal titolo VB65 creata appositamente per lo spazio e 16 video di precedenti performances dell’artista, tra cui le più recenti VB61 e VB62, ma anche alcune dei suoi esordi come VB16 e VB35.

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