Giovedì difesa: American Horror Story

Fare della paura operazione seriale non pare gioco facile. L’operazione svolta sul mistero e sull’inquietudine da Lynch con Twin Peak e quella ospedaliera apocalittica di Von Trier con The Kingdom sembrano ancora irraggiungibili, tuttavia di soluzioni interessanti ne ho viste tante.

C’è Walking dead, quasi una telenovela sulla fine del mondo.

C’è Dexter, che non è esattamente horror, aggira i generi, si situa con forti momenti di tensione da suspence, tra il thriller, il poliziesco e il fortemente oscuro, a causa della personalità inquieta di Dex e di alcuni suoi nemici- amici (a mio avviso Dex è ancora una spanna sopra tutti).

Giovedì difesa: cinepanettoni e lunga coda- un invito al cinema anti-natalizio

I cinepanettoni si chiamano così perché li programmano per Natale. L’assunto è quello che le famiglie hanno tempo, voglia di spendere soldi e di rimanere spensierati senza pensare. Questa almeno è la versione pulita della faccenda.

Il protagonista di Hitler Warhol Experience racconta di aver trovato lavoro presso una casa cinematografica specializzata in film da classifica sperando di confrontarsi così con il “male”, con grandi strateghi dell’economia e della sociologia. Purtroppo racconta di aver avuto a che fare con una manica di stupidi con poco cervello, perfino inferiori ai film che promuovono. Ma quello è solo un libro.

Letture di Difesa: Hitler Warhol Experience

“Leggo per legittima difesa.” (Woody Allen)

Ok questi sono quasi affari miei ma praticamente lo cercavo da circa quindici anni. Il romanzo breve di Lorenzo Miglioli, giornalista, scrittore, saggista, autore di scenografie digitali, poco noto ai più.

Miglioli è tuttavia autore di soli 4 romanzi, tra cui RA-DIO, il primo romanzo ipertestuale in italiano e Berlusconi è un retrovirus, romanzo gratuito scaricabile dalla rete, ma sto divagando.

Giovedì difesa: Sir Sherlock Holmes

Finalmente un nuovo eroe. E finalmente lo vannno a prendere dalla letteratura. Mette voglia di leggere Conan Doyle.

Lo Sherlock Holmes interpretato da Robert Downey Junior è adddiritura affascinante come i cattivi e non noioso come i buoni. Intendo proprio affascinante come il solare caotico Joker, molto più che come il complesso e complessato problematico lunare notturno Batman. Joker che in fondo, a modo suo (e il suo modo è il tutto) la vita la ama e la ama senza regole.

Giovedì difesa: Big tits zombie

Quante possibilità c’erano che io vedessi questo titolo e non andassi di corsa a cercare il film in streaming?

Il titolo originale: Kyonyû doragon Onsen zonbi vs sutorippâ, ovvero: Big Tits Dragon: Hot Spring Zombie Vs. Stripper era addirittura meglio, (sebbene suppongo che il suo riassunto “Big tits zombie” sia stato pensato per un più veloce accattivarmi).

Devo confessare un debole per il pop giapponese, continuo a leggere le recensioni di questo film e più o meno chi lo ha visto si scusa di averlo visto, dicendo cose tipo non vi cambierà la vita, ok ma l’ho visto perché è simpatico, è forte, mi piacciono le tette, oppure non l’ho visto apposta, ma per ridere, etc.

Siamo ancora Postmoderni? Si, lo siamo

Sono figlia di un’epoca. Classe 1984 per la precisione. Quello che sperimento e vivo tutti i giorni è sicuramente questa frenetica contemporaneità ma la mia appartenenza, le mie radici, la mia storia le ho sempre sentite lontane e cercate altrove, talvolta attraverso letture, studi critici o documentativi. Un giorno ne ho scovato l’essenza semplicemente recandomi al Victoria &Albert Museum.

POSTMODERNISM, Style and Subversion 1970 – 1990. All’ingresso della mostra un neon fluorescente ne ricorda il contenuto. E’ l’inizio di un percorso attraverso 30 anni di storia dal 1970 al 1990. Ma qual è il suo significato e da cosa esso deriva? Sicuramente è uno dei movimenti culturali più controversi. TEATRALE-TEORICO-ROVINOSO-RIDICOLO-LUSSURIOSO questi sono gli aggettivi adeguati alle percezioni visive che si accumulano durante il percorso. Il Postmodernismo si sviluppò in tutti gli ambiti culturali, dall’arte all’architettura, dal design alla moda, dalla musica alla letteratura, passando attraverso religione, psicologia e sociologia.

Short stories 9 – Becky Beasley – The Outside

CHI: Becky Beasley nasce 36 anni fa in Inghilterra, ha vissuto prima ad Anversa e adesso vive a lavora a St Leonards in Sea, amena località marina inglese, da questa particolare scelta ho liberamente dedotto che la ragazza ama la malinconia. Dopo aver studiato al Goldsmiths e al Royal College of Art ha iniziato la sua carriera artistica caratterizzata dalla commistione tra fotografia e scultura. Ha esposto in diverse realtà importanti, come la Galleria Civica di Modena, la Kunsthalle Basel o il Museu d’Art Contemporani de Barcelona. Il prossimo anno terrà una personale alla Tate Britain.

DOVE: Francesca Minini Contemporary Art – Milano

QUANDO: 16 novembre 2011 – 14 gennaio 2012

COSA: In mostra troviamo tre sculture verticali (Nolens Volens (u), (r), (i), e sei sculture appese intitolate (C.A.) (R.L.) (O.M.) (O.L.) (L.I.) (N.O.). Si tratta di semplici cornici di cedro in cui sono appese libere fotografie di pizzi bianchi, in questo modo nelle sculture in piedi se ne vede il retro in cui i plexiglass colorati donano sfumature tra il rosa e l’arancione, il colore dell’affetto. Le dimensioni delle cornici sono basate su alcune porte che Carlo Mollino (Torino, 6 maggio 1905 – Torino, 27 agosto 1973) aveva disegnato per la sua casa torinese, proprio dagli arredi di quella casa mai vissuta sono nate le fotografie e le opere di questa mostra che va ad inserirsi in una trilogia chiamata Late works che terminerà il prossimo anno.

Giovedì difesa: Ken Russell

Proprio in questa settima viene a mancare Henry Kennneth Alfred Russel, meglio noto come Ken Russell. Nato nel 1927 e spentosi il 27 novembre 2011 era oramai ai giorni nostri un forse pò dimenticato, tuttavia nemmeno io conosco sue opere successive agli anni Novanta… probabile che nemmeno ce ne siano.

Spulciando la sua biografia lo trovo come pilota della Royal Air Force, in pratica l’areonautica militare del Regno Unito, poi come coreografo, infine come fotografo… mi astraggo un attimo a pensare e mi sovviene Conrad e la vita reale che contraddice (o non lo fa) quella fantastica… eppure Conrad scrisse la nota frase “è difficile spiegare che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando”… dunque vivere o pensare? Essere o scrivere?

Short stories 8 – Sassi non scagliati a memoria – Francesco La Fosca

CHI: Mi ha stupito molto scoprire che Francesco La Fosca è del 1957, non conosco l’artista e in rete le informazioni a riguardo non sono molte. Artista attivo dagli anni Ottanta, ha all’attivo mostre personali principalmente in gallerie sparse per l’Italia, ma con qualche puntata europea. Le sue opere sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private, tra cui il Kunst Museum di Bonn, il Mart e il Museion.

DOVE: Galleria Alessandro De March – Milano

QUANDO: 16 novembre 2011 – 14 gennaio 2012

COSA: In mostra sono presentate quattro opere. La prima si nota dalla strada: Costellazione consiste in una vetrata posticcia, messa accanto a quella esistente, che l’artista ha distrutto in più punti. Poi la scultura che da il titolo alla mostra Sassi non scagliati a memoria, un cumulo di sassi legati assieme con filo di rame in una geometria instabile. Terza opera è Attaccapanni, contro ogni aspettativa si tratta davvero di un attaccapanni, a rappresentare gli indumenti usati di chi ha compiuto le azioni implicite nelle prime due sculture.

Tre progetti al Palazzo Collicola Arti Visive

Tre proposte invernali ad alto impatto iconografico, Tre artisti che dilatano le potenzialità  dei linguaggi visivi, Tre linguaggi (pittura, fotografia, video) per ipotizzare nuove attualità

Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto riapre le porte con una tripla esposizione a cura di Gianluca Marziani. Tre gli artisti, che attraverso il loro lavoro, attuano una completa ricollocazione della realtà contemporanea. Tre i linguaggi visivi che utilizzano: pittura, fotografia, video.

Danilo Bucchi, dipinge sostituendo il pennello con l’uso della siringa che gli permette una maggiore fluidità motoria del gesto, veloce eppure calibrato. Manualismi meccanici che singolarmente danno vita ad un segno riconoscibile. Un automatismo concentrico che genera paesaggi umani con volti e corpi dal tratto circolare. Una massa dipinta dove le impercettibili differenze rimandano all’anonima identità virtuale della cultura del social network.

Giovedì difesa: Un metodo pericoloso.

In parte l’amore turbolento di Jung e Sabina Spielrein o quel che ne viene cinematograficamente lo avevo studiato nel film Prendimi l’anima di Faenza, che è si interessante ma mi era apparso (non capivo perché) limitativo.

Quando vedi cosa fa Cronenberg ci arrivi. Anche Cronenberg sembra limiitativo ma per sovrabbondanza di spunti. Nel primo caso infatti sentivo quella sensazione di aver scandagliato i punti come falsa. Nel secondo (questo) sento come vera la sensazione che ci sia molto troppo da capire e che non sia stato possibile approfondire tutto.

Camouflage – Mario Consiglio e Yonel Hidalgo Perez

Nell’anno delle celebrazioni dell’unità nazionale, la mostra Camouflage allestita a Palazzo Lucarini Contemporary (Ex-Flash Art Museum) di Trevi (PG) pone in discussione la retorica mediatica cresciuta intorno al concetto d’identità. I due artisti, Mario Consiglio e Yonel Hidalgo Perez, esplorano la loro personale esperienza quotidiana del vivere in terra straniera attraverso linguaggi e modi differenti, concretizzandone il senso in un soggetto ibrido, che fonda la sua identità nella contaminazione e nel cambiamento.

Tutto il percorso della mostra, sapientemente curata da Maurizio Coccia e Mara Predicatori, testimonia, attraverso il “camouflage” di oggetti e soggetti animali, un’attitudine al cambiamento indispensabile per sopravvivere nella mobilità contemporanea. Stanza dopo stanza, è possibile percepire i differenti approcci al tema grazie ad un allestimento che colloca i lavori dei due artisti unitamente negli stessi ambienti. A seconda di una serie di rimandi contenutistici o formali,  si nota tuttavia una certa diversità nell’affinità.

Giovedì difesa: Phase 7

Stavolta addirittura non l’ho nemmeno trovato in originale, ma doppiato in inglese, con sottotitoli in italiano però si. Il film argentino scritto e diretto dal regista Nicolas Goldbart è una mista di fanta horror e parodia di se stesso, ne viene fuori un grottesco con momenti di suspence e di ironia surreale mai demenziale.

Un edificio in un mondo in quarantena, un uomo che cerca di difendere la sua donna in cinta e la degradazione che lentamente si impadronisce di tutti gli inquilini. Non si conoscono i termini della malattia da cui ci si protegge, nè la durata della quarantena, compare una misteriosa cassetta che presuppone un complotto per fronteggiare con malattie di laboratorio la sovrappopolazione mondiale. La lotta per le riserve di cibo, chi ne ha di più, chi ha cosa, ma anche colpi di tosse probabilmente innocui guardati con sospetto condiscono il tutto.

“La Musa” ispiratrice dei MASBEDO

Sabato 29 ottobre la sala del Palladium di Roma è stata invasa da un trionfo di sounds e visual art grazie alla presentazione de “La Musa”, ultima creazione dei MASBEDO (Nicolò Massaza, Milano, 1973 e Jacopo Bedogni, Sarzana, 1970; entrambi lavorano a Milano) in collaborazione con Lagash, al secolo Luca Saporiti, attuale bassista dei Marlene Kuntz. Quest’ultimo dal 2007 alterna l’attività propria di musicista a quella di sound designer e live performer con il duo milanese. Lo spettacolo s’inserisce all’interno del vasto assortimento di eventi organizzati per Digitalife 2, rassegna romana realizzata da Romaeuropa Festival, con l’obiettivo di promuovere le manifestazioni creative nate grazie al rapporto tra arte contemporanea e tecnologie avanzate.

L’improvvisazione è  l’elemento caratterizzante di tutta l’opera del trio. Al centro del palcoscenico due megaschermi, uno posto sopra l’altro, trasmettono le immagini di ciò che si concretizzava in quell’istante nei due tavoli ubicati ai lati dei pannelli, il tutto accompagnato da una musica accattivante. Inizia così una sfida tra occhio ed orecchio in una esibizione ispirata da una musa in quanto il medesimo progetto non nasce da un pianificazione preesistente. In questo lavoro i tre artisti effettuano una ricerca sull’artigianalità della performance come forma d’arte e di comunicazione.

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