Tribute to Hieronymus Bosch in Congo: Jan Fabre a Magazzino D’Arte Moderna

 

Jan Fabre, courtesy Magazzino D'arte Moderna

Il 10 novembre scorso, presso gli spazi della galleria Magazzino di Roma, è stata inaugurata la mostra Tribute to Hieronymus Bosch in Congo, terza personale dell’artista belga Jan Fabre negli spazi della galleria.

Fabre, ormai noto per la sua intensissima attività che spazia tra installazione e performance teatrale, ci regala, in questa occasione, un’analisi visuale transtorica che, partendo dall’omaggio al celeberrimo pittore fiammingo, giunge ad una pagina drammatica di storia recente che vede il Belgio protagonista, questa volta con Leopoldo II, di un’intensa attività coloniale all’insegna dello sfruttamento e della violenza.

Parasimpatico – Postsimpatico = Pippilotti Rist all’ex cinema Manzoni

Ho letto che Pippilotti Rist vuole ritirarsi a cucinare nel Somerset, in Inghilterra, e mi sono sentita un po’ sollevata perché va detto fuori dai denti: questa volta caro Massimiliano Gioni, secondo me e per quel che vale, hai toppato alla grande. Il meccanismo adottato dalla Fondazione Trussardi ormai è noto: ogni anno viene scelto un luogo milanese chiuso al pubblico e lo si riapre installando una mostra di qualche artista di quelli che conosce pure la massaia che segue l’inserto culturale del Tg2. E fin qui tutto bene, anzi benissimo: luoghi suggestivi, riappropriamento della città, arte per tutti e gratuita, nomi prestigiosi…

Ho sempre apprezzato il lavoro svolto  e ne ho sempre scritto con entusiasmo, ma credo che ora sia arrivato il momento di essere coraggiosi e questa mostra è tutto il contrario. Nulla da dire sulla scelta del luogo, tuttalpiù vorrei sapere come mai una sala cinematografica così maestosa e affascinante sia chiusa al pubblico. Marmi, dipinti e decorazioni in ogni dove che non avrebbero bisogno di nessun evento per essere degni di nota, invece sono stati declassati a sfondo per proiezioni. Riflettendo sui motivi che possono aver portato un’artista a mutilare sia le proprie opere che un luogo del genere con un allestimento così irritante è che si aveva il timore di risultare troppo banali a proiettare video arte in un cinema.

Giovedì difesa: Drive

Mi aspettavo le macchine, invece mi trovo una sorta di Hana Bi occidentale, un fiore di fuoco violento e silenzioso, ricco di amore quanto ricco di odio. Il principio di Hana Bi di Kitano era la dolcezza e la violenza applicata alla vita. Hana Bi sono i fuochi di artificio, una cosa che esplode, che nasce dalla combustione ma che forma un fiore.

Il protagonista di Drive, il film del regista danese Nicolas Winding Refn non parla molto, quando gli chiedono che mestiere fa risponde: io guido. Guidando si guadagno da vivere: dal palo nelle rapine al meccanico fino allo stunt nei film pericolosi.

Giovedì difesa: La pelle che abito

Dunque accade talvolta che io trovi che un regista che ho amato molto inizi a piacermi di meno… che io pensi che stia perdendo smalto… accade però anche che finisco col capire che nel presunto perdere smalto ci sia un’acquisizione di maturità. Succede suppongo quando si cambia fase… allora perdo la serenità riguardo a quello che avevo acquisito di lui.

Almodovar tira fuori quest’anno un lavoro morboso e a tratti feroce come non so se ne ho mai visti da lui… in altri tratti dolce ma la dolcezza si mescola alla morbosità, diventa la stessa cosa. La pelle, appunto, si sente appiccicata, non si sfugge alla pelle, non si sfugge all’io, e nell’io c’è il proprio sesso.

Giovedì difesa: alieni e cowboy

Dunque gli alieni ci hanno già attaccato nel selvaggio ovest americano alla fine del millennio scorso ma sono stati sgominati da una banda di cowboy occasionalmente coalizzati con gli indiani. Nonostante

Democrazie, potere e consenso

Esplorare il potere e il potere del mercato nella società contemporanea, focalizzando l’attenzione sull’intersezione tra politica ed arte e la loro costante riconfigurazione delle ideologie, ci impone prolifiche questioni relative al consenso, utili a definire i contorni della società in cui viviamo. I simboli, l’estetica, le manifestazioni del potere e il loro significato nelle diverse aree del pianeta e nel controllo o nella proprietà dello spazio pubblico diventano in Declining Democracy, presso il CCCS a Firenze, parte di una varietà di tematiche che affrontano questioni sociali scottanti quali la disuguaglianza e la differenziazione sociale. Declinazioni realizzate da 12 artisti per evidenziare il carattere virale di certe strategie di comunicazione tutt’altro che democratiche.

Spostare le sabbie di una duna di pochi centimetri è per Francis Alÿs, l’espressione di un gesto corale che nell’inutilità dello scopo si fa testimone dell’esigenza sentita da più parti, di meccanismi di governo partecipativi. Gli stessi che in territorio italiano, vengono stimolati e promossi dal lavoro del gruppo Buuuuuuuuu. Una partecipazione sociale totalmente negata dall’installazione multimediale di Michael Bielicky & Kamila B. Richter, dove tramite Twitter ogni nostra scelta, ogni nostro tiro al bersaglio diventa dato in borsa e dunque nuovo scenario politico mondiale che è di fatto, spettacolo da osservare.

Roma: tour conTEMPORANEO in una città in continua trasformazione

E’ possibile visitare 5 siti capitolini in tre ore e mezza in un tour conTEMPORANEO? E’ ciò che è accaduto sabato 22 ottobre nella seconda edizione di TEMPORANEO arte contemporanea nella città in evoluzione, rassegna dedicata all’arte contemporanea organizzata da IMF Foundation e Nomas Foundation. Interrompere la visione quotidiana di un zona presente nel tessuto urbano attraverso l’intervento di giovani artisti è l’obiettivo dell’evento. Installazioni realizzate in spazi industriali recuperati o in nuove stratificazioni architettoniche che diventano nuovi centri propulsori, ponendo l’accento su Roma come città in continua trasformazione.

Il giro inizia all’Auditorium Parco della Musica. Nel giardino che costeggia il retro dei tre scarabei di Renzo Piano emerge They are Lucky to be Bourgeois Hens II (2009, legno, vernice, elettricità, galline circa 550 x 150 cm) del giovane Petrij Halilaj (Skenderaj, Kosovo 1986). Egli ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, ma ora vive e lavora tra Mantova, Berlino e Kosovo. Il suo shuttle di legno, simbolo dell’aspirazione umana a conquistare lo spazio, è in realtà un pollaio, i cui abitanti sono animali dotati di ali ma incapaci di volare. Ricordi e memorie della terra d’origine sono al centro del suo lavoro: le galline sono state i suoi compagni di giochi in un’infanzia trascorsa in mezzo alla guerra. L’opera, progettata da Petrij, è stata materialmente costruita a Runik, in Kosovo, dai suoi amici e parenti.

Melancholia: il grande ritorno di Lars Von Trier

 

Del suo ritorno sul grande schermo si è molto discusso, non tanto in relazione alla nuova proposta, quanto piuttosto a causa di certe dichiarazioni poco gradevoli rilasciate dal regista in occasione della presentazione del film: stiamo parlando del grande Lars Von Trier e del suo ultimo lavoro Melancholia.

Paolo Troilo – Azioni

La Galleria Russo, sita a due passi da Piazza di Spagna, il 15 ottobre ha aperto i suoi eleganti spazi ad “Azioni”di Paolo Troilo, a cura di Lorenzo Canova. La mostra fa parte della seconda tappa del progetto espositivo che impegnerà il pittore, da luglio a dicembre, in tre personali dislocate in altrettante città – San Gimignano, Roma e Milano – attraverso le quali si svolge e si sviluppa il suo percorso artistico.

Paolo Troilo (Taranto, 1972 – vive e lavora a Milano) inizia nel 1997 collaborando con la sede milanese dell’agenzia pubblicitaria Saatchi&Saatchi, dove per sei anni ha rivestito il ruolo di Director Senior. Il 2006 è un anno fecondo: inizia ad esporre come artista e fonda la Arnold Guerrilla, prima agenzia di Guerrilla Marketing in Italia, ottenendo il bronzo all’International Advertising Festival di Cannes dopo un solo anno di attività. Nel 2008 i suoi quadri sono presenti a MiArt e ad ArtVerona. Quest’anno è tra i partecipanti della 54° Biennale di Venezia.

ArtVerona – Pensieri sparsi sull’essere fiera

Recensire una fiera è problematico per svariati motivi: il primo, banalmente, è che sono fatte dentro a brutti edifici fieristici, il secondo è che effettivamente io non ne so nulla di come si organizza una fiera e mica è facile confrontarsi con amministrazioni pubbliche e private per cercare di far quadrare il cerchio. ArtVerona poi, non me ne voglia, non è una grande fiera e non è meramente una questione di spazi. Gli addetti ai lavori ben sanno quanto sia difficile riempire gli stand delle fiere che non si chiamano Art First o Artissima (per citare quelle italiane che hanno un po’ d’appeal sul gallerista), e va da se che se non si ha la fama per fare i preziosi, a volte ci si tappa il naso. Che poi bisogna pur sempre dire che la selezione è sempre una questione soggettiva.

Il fatto è che riguardando i miei appunti ritrovo solo i nomi di gallerie ed artisti che già apprezzavo e conoscevo, come Laurina Paperina portata da Studio d’arte Raffaelli di Trento, Silvia Vendramel da De Faveri Arte (Sovramonte – BG), Paolo Cavinato dalla Galleria Mazzoli di Berlino. Interessante lo stand della Otto gallery con Andrea Facco e Gianni Moretti. Rivelazione della fiera è stata la Jarach Gallery di Venezia: artisti originali, con una ricerca decisamente contemporanea sia per scelte stilistiche che tematiche, e una coerenza espositiva generale nello spazio della fiera. 

Short stories 6 – NY: New prospectives + Juliana Romano

CHI: Ellen Altfest, Anna Betbeze, Joe Bradley, Anne Collier, Rosson Crow, Roe Ethridge, Teresita Fernandez, Jason Gringler, Tamar Halpern, Adam Helms, Josh Kolbo, Josephine Meckseper, Sam Moyer, Angel Otero, Janaina Tschape, Sara VanDerBeek, Lisa Yuskavage + Juliana Romano.

DOVE: Brand New Gallery – Milano

QUANDO: 22 settembre – 29 ottobre 2011

COSA: Una collettiva abbastanza variegata in cui, a parte l’origine territoriale comune, manca altra coesione. Ogni artista affronta un percorso individiale e sono presenti quasi tutti i medium possibili: pittura, fotografia, video, tele elaborate, disegni, dipinti, collage. Un’opera per artista: le fotografie di Anne Collier incarnano la società dell’immagine hollywoodiana, Sam Moyer interviene sulle grandi tele con candeggina e inchiostro realizzando così opere astratte, anche Angel Otero parte da grandi tele, ma i colori sono vivaci e la stoffa, trattata con resine sintetiche diventa tridimensionale. Inquientate la figura femminile presentata dal video di Janaina Tschape.

Frieze, vista una fiera le hai viste tutte

A Londra c’è il sole, un sole che non riscalda ma che riesce comunque ad illuminare la frenetica vita della City e ad allungare i suoi raggi sulle vetrine scintillanti e piene di ogni mercanzia. Già perché Londra è il tempio del commercio, ma anche della cultura. E’ dunque questa la Londra dell’Hayward Gallery, della National Portrait Gallery, della Tate, dell’ICA, degli altri musei la cui collezione permanente è fruibile in maniera totalmente gratuita.

E’ la Londra di Hauser & Wirth, di Haunch of Venison, della Lisson Gallery e delle tante altre gallerie private di alto bordo che non perdono il tempo di sciorinare la crema dell’arte contemporanea all’interno dei loro grandi spazi. Ed infine è la Londra di Frieze, la grande fiera dell’arte che ogni anno invade Regent’s Park con una struttura da sogno, totalmente immersa nel verde. Anche quest’anno Frieze non ha mancato l’appuntamento con il grande stile, tra visitatori vestiti di tutto punto pronti a mettere in bella mostra le loro vesti griffatissime e stand d’ampio respiro occupati dalle più prestigiose gallerie di tutto il mondo.

Giovedì difesa: Carnage di Roman Polanski

Io credo che Carnage sia un bel film a causa della tensione che crea l’idea di un piccolo quotidiano che si esplicita in quotidiano dramma del non detto. Questo dramma viene palesato mano che la finzione della vita scema a causa del tempo e del logorìo.

Qualcosa che avviene dentro la psiche si nasconde e si sottintende ad ogni piccola battuta, non un refuso, non un lapsus, un tentativo di indagare il remoto o il sovrappensiero ma addirittura il frustrato, il sotto pelle, il nervoso vibrante adattarsi all’accettatazione contenuta e convenuta da tutti i contendenti.

Characters, Angelo Bellobono e Valentina Vannicola alla Wunderkammern di Roma

Alla Wunderkammern l’inizio della stagione autunnale coincide con l’inaugurazione di Characters. Una doppia personale che mette a confronto la serie fotografica La principessa sul pisello di Valentina Vannicola (Tolfa, 1982) con video, dipinti e performance di Angelo Bellobono (Nettuno, 1964 – vive e lavora tra Roma e New York). La mostra analizza il ruolo dei personaggi della Storia o di storie quotidiane annullando l’opposizione tra protagonisti e caratteristi, dove il racconto assume un ruolo marginale, diventando un pretesto per sancire come unico vincitore un eroe anonimo.

Fotografa, regista, costumista e scenografa, Valentina Vannicola si è laureata in filmologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma per poi diplomarsi alla Scuola Romana di Fotografia. Qui presenta 7 stampe di medie dimensioni (70x70cm) in cui esegue una trasposizione contemporanea della favola di Hans Christian Andersen. I suoi scatti, composizioni equilibrate ed essenziali, si allontanano dallo stereotipo della fiaba classica: la bellezza della giovane principessa e i cieli limpidi cedono il passo a persone comuni e a firmamenti grigi e tempestosi. E’ lei l’ideatrice e realizzatrice del progetto in ogni particolare: dalla creazione materiale del set alla confezione dei costumi, alla disposizione dei personaggi, interpretati dagli abitanti della sua cittadina natale, nei click fotografici. Scene surreali e umoristiche, caratterizzate da colori sgargianti che catturano lo spettatore fino ad immergerlo nel racconto, grazie anche all’installazione presente nel sotterraneo della galleria costituita da un piacevole prato su cui è adagiato un letto formato da un sandwich di materassi tra i quali è nascosto il pisello che renderà insonne la sensibile protagonista. Presenza costante delle istantanee l’umile legume diventa la star della vicenda rubando il ruolo alla principessa che, infine, insoddisfatta del giaciglio reale si dà alla fuga, ribaltando il finale andersiano.

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