Urs Lüthi ormai non ha più niente da nascondere

“Io sono il filo rosso che attraversa la fragilità del reale”: questa è l’immagine che Urs Lüthi, in un’intervista rilasciata a Christoph Lichtin, sceglie per rappresentare il rapporto tra la sua arte e la propria vita. Successivamente Lüthi dice: “Per mostrare le emozioni per prima cosa devi dare loro una forma”.

Nella personale che inaugura il 13 marzo alla OTTO Gallery di Bologna, prima mostra in una galleria privata in Italia in cui l’artista svizzero porta in scena il suo percorso impostato sulla continuità e sulla rottura dopo un anno in cui la mostra itinerante Art is the better life ha toccato diverse istituzioni museali quali il Kunstmuseum di Lucerna, il Kunst Meran di Merano, il CRAA di Villa Giulia a Verbania e in cui il MACRO a Roma ha inaugurato Just another story about leaving.

La lunga e minuziosa ricerca sul suono nel silenzio di Emilano Zelada

Nella vita dell’individuo esistono sostanzialmente due tipi di silenzio: il silenzio passivo, inteso come assenza di attività, ed un silenzio attivo, inteso come comportamento cognitivo consapevolmente orientato alla comprensione ed acquisizione di informazioni. Lo stesso dualismo si riscontra tra il silenzio dell’arte e il silenzio nell’arte. Nel primo caso, l’artista, rinunciando al suo ruolo di demiurgo, piomba in un silenzio che riflette solo la propria crisi di identità, perdendo la relazione con il contesto; nel secondo, accettando la propria responsabilità, si inserisce in un entourage più articolato per modificarlo, criticarlo, distruggerlo o ricostruirlo, delineando attraverso il silenzio un punto di inflessione nel proprio essere.

La responsabilità assunta dall’artista/compositore Emiliano Zelada (Roma, 1979. Vive e lavora a Barcellona) si manifesta attraverso Silent Collapse mostra a cura di Angel Moya Garcia che si terrà a partire dal 12 febbraio presso la galleria Ingresso Pericoloso di Roma. La mostra viene sviluppata attraverso tre ambientazioni, lontane dalla nostra abituale percezione, che costituiscono tuttavia parte ineludibile della quotidianità. Portando all’attenzione frequenze inudibili e suoni impercettibili alla sensibilità umana, i lavori si caratterizzano da una lunga e minuziosa ricerca sul suono nel silenzio, eseguita attraverso il rumore e la saturazione.

Jawbox – For Your Own Special Sweetheart

Ottavo anno di carriera per i Jawbox che tirano fuori questo For Your Own Special Sweetheart, una ristampa certo ma anche un buon motivo per riascoltare uno dei più bei dischi della band, dissonante, freddo e molto molto alt-rock di metà anni ’90 che per noi nostalgici è una vera delizia.

Kings Of Convenience – Declaration of Dependence

Sonorità languide e rilassanti, ecco il sunto della Musica dei Kings of Convenience. Ma ve li ricordate? La band è formata da due ragazzetti indie pop che rispondono al nome di Erlend Øye e Eirik Glambek Bøe. I due tempo fa hanno scalato le classifiche con Misread, pezzo incluso nell’album Riot on an Empty Street.

Paul Fryer e i gorilla in croce

Dopo Ottmar Horl ed il suo esercito di nani con tanto di saluto romano anche Paul Fryer ha deciso di tornare alla carica con un’altra delle sue installazioni. Avevamo già parlato in un precedente articolo della sua Pietà con tanto di Cristo sulla sedia elettrica ospitata nella Cattedrale di Gap nel sud della Francia in occasione delle scorse festività pasquali. Oggi Fryer ha creato niente di meno che un crocifisso e lo ha installato nella Holy Trinity Church di Marylebone, popolare quartiere di Londra.

Niente di strano direte voi, è solamente un crocifisso in una chiesa. Fryer però ha sostituito il corpo di Cristo con quello di un gorilla. L’opera in questione prende il titolo di The Privilege of Dominion ed è stata creata in collaborazione con un esperto scultore di manichini in cera che ha lavorato per il celebre museo delle cere Madame Tussauds. Anche il folto pelame del gorilla è stato creato da un tecnico specializzato. “a guardarlo sembra vero ed avvicinandoè ancor più reale” Ha commentato Fryer in una recente intervista ad un giornale locale.

iSayBlog! presenta SerieTivu

La serialità americana è sempre più presente nei palinsesti televisivi del nostro Paese, specie sul satellite e sul digitale terrestre: gli intrecci amorosi dei medici di Grey?s Anatomy, il destino dei sopravvissuti di Lost, i casi clinici di Dr. House, la moda di Gossip Girl e, ultimamente, i misteri di Fringe e Flash Forward, solo per fare alcuni esempi, stanno diventando argomento quotidiano anche tra i telespettatori italiani.

Per saziare la voglia di tutti coloro che sono disposti a seguire le avventure dei propri beniamini anche in lingua originale con i sottotitoli, per soddisfare la curiosità di tutti gli appassionati, che aspettano con trepidazione la messa in onda della propria serie preferita è nato SerieTivu, il nuovo blog del network iSayBlog! creato da appassionati di fiction americana, per appassionati di fiction americana.

Elvis Costello – Live at El Mocambo

Saranno almeno venti anni che Elvis Costello ci rompe i cosiddetti con una musica che secondo me piace solo a lui. Magari il buon costello qualche cosetta di buono l’aveva pur fatta con Armed Forces, ma stiamo parlando del 1979 e molti di voi in quell’anno ascoltavano al massimo le Fiabe Sonore con il mangiadischi.

Flaming Lips- Embryonic

Ed alla fine sono tornati pure i Flaming Lips. Devo dire che un poco mi sono mancati e non sto parlando del periodo intercorso tra questo Embryonic e il loro disco precedente. A me i Lips mancano da Hit To Death In The Future Head,  quando cioè  la band ha smesso di mostrare la sua crudezza fatta di suoni fumettari, grossolani e per certi versi parodistici. E ora grazie a Sant’Elpidio i Flaming Lips sono tornati tra noi con un discaccio grandioso.

Múm – Sing along to songs you don’t know

Non saprei come pronunciarmi su questo quinto album dei Múm, certo mi piace la loro armonia fiabesca, le loro pianoline, i loro strings tremolanti ed i ritmetti digital beat anni 80 con risvolti happy. Ma c’è qualcosa in questo Sing along to songs you don’t know che non mi convince. Tutto prestabilito e ben confezionato, voci che alternano tra maschile e femminile, ambientazioni lo-fi, marimba e quanto altro che potrebbe pure suonare innovativo se non fosse per la struttura delle canzoni che è decisamente troppo “giàsentito giàvisto giàsuonato”.

La scimmia pensa, la scimmia fa

Sponge Living Space riapre la stagione il 26 settembre 2009 con la personale di Massimo Festi, La Scimmia pensa, la scimmia fa, a cura di Susanna Ferretti.
Lo spazio, un casolare di campagna dell’entroterra marchigiano con il quarto appuntamento del progetto Sponge Living Space diventa uno tra i luoghi più curiosi nel quale allestire una mostra d’Arte Contemporanea.

Il nuovo spazio è una piattaforma underground nel quale artisti, curatori e critici fondono le proprie esperienze in un ambiente di totale libertà. Ogni ambiente del casolare si caratterizza per il colore diverso di ogni stanza, ogni stanza racconta una storia, le storie ovviamente sono quelle degli artisti.

!m’a:t?t”e(o)f;a.t,o‽, non è un rebus ma la nuova mostra alla Galleria Cesare Manzo

Il tempo e lo spazio si piegano allo scandirsi del segno; le due sedi della Galleria Cesare Manzo, a Roma e Pescara, vengono accordate nella personale dell’artista Matteo Fato, presentata il 23 settembre in entrambi gli spazi.

Per l’occasione, Fato propone un progetto inedito iniziato nel 2004 come tentativo di mappare il volo delle rondini sopra i tetti di Pescara. Dopo un mese di ricerca eseguita come intensivo rito mattiniero, le centinaia di chine su carta risultatene vengono incartate e riposte. Rallentate. L’anno seguente, Fato torna sul luogo in cui ha realizzato lo studio dal vero e compone una seconda serie di chine in assenza dello stormo. Basandosi sulla memoria di ciò che vide, traccia il ricordo come se sviluppasse un archivio fotografico da lungo tempo dimenticato.

Transit 2, dopo Napoli è la volta di Instanbul

Transit -2 è la seconda tappa dell’omonimo progetto che mira a connettere giovani artisti napoletani con giovani artisti provenienti da città del bacino mediorientale.

Dopo l’esperienza al Cairo, è la volta di Istanbul con l’incontro tra un artista napoletano, Danilo Correale e  due artisti turchi, Didem  Özbek e Osman Bozkurt, e il passaggio in due spazi e due tempi diversi: la prima tappa nella Project Room del Museo Madre dal 1 luglio al 31 agosto, la seconda ad Istanbul negli spazi di PiST ///Interdisciplinary Project Space da mercoledì 9 settembre, inserita come evento collaterale della XI Biennale di Istanbul.

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