C’è ancora tempo per iscriversi al concorso Levi’s

Reduci dal grande successo delle due edizioni della manifestazione artistica 501® Jeans Live Unbuttoned art installations, Levi’s e Vice, i due grandi marchi internazionali hanno deciso di collaborare assieme per scovare giovani e talentuosi pittori, illustratori, designers, scultori e fotografi che abbiano una buona dose di creatività e la giusta determinazione.

Questo affascinante concorso porterà gli artisti ad esporre gigantografie delle proprie opere attraverso le strade di Londra, in una manifestazione fortemente influenzata dalla street art e dalla poster art. Il progetto è totalmente libero, ognuno può presentare il genere di opere che preferisce, l’unica regola da rispettare è quella di catturare l’essenza del significato di Live Unbuttoned (vivere sbottonati in italiano) e cioè la gioia di vivere senza costrizioni celebrando la propria libertà espressiva e creativa.

Shepard Fairey molto artist e poco street

Shepard Fairey si prepara a svelare la sua nuova opera commissionata dalla catena di gallerie Country Club in occasione della prossima edizione di Art Basel Miami. La sua nuova fatica consiste in un gigantesco murale formato da una struttura a forma di barricata con diversi interventi pitttorici su tela bianca. L’opera in questione potrebbe segnare una significativa svolta nella produzione di Fairey. Nel frattempo alcune polemiche sono sorte sulla presunte o veritiere radici street dell’artista americano.

Fairey ha iniziato la sua carriera affiggendo posters raffiguranti il campione di wrestling Andre The Giant sui muri di New York e nel giro di pochi anni ha lanciato una linea di abbigliamento con la sua serie Obey, collaborato con l’industria cinematografica, prodotto cover di album come Monkey Business dei Black Eyed Peas e Zeitgeist degli Smashing Pumpkins, fino ad arrivare al celeberrimo poster Hope per la campagna presidenziale di Barack Obama.

The Beautiful Renaissance, il libro sul trionfo della street art

Sembra che ultimamente siano tutti pazzi per la street art, movimento artistico che certamente non è nato ieri ma che sta progressivamente riscuotendo un successo inaspettato di pubblico e di mercato, costringendo anche la critica a piegarsi ai suoi voleri.

Così le nuove stars metropolitane hanno invaso gallerie e musei guadagnandosi con la forza un ruolo importante nell’impenetrabile sistema dell’arte internazionale, anche grazie all’aiuto di mercanti illuminati come Steve Lazarides. Ovviamente a decidere il futuro di un’artista è anche e soprattutto il mercato e la street art sta facendo registrare cifre record come il Banksy da un milione di sterline acquistato dalla super coppia cinematografica Brad Pitt ed Angelina Jolie, mentre anche alte  stars di Hollywood come Jude Law, Christina Aguilera, Dennis Hopper e Keanu Reeves fanno sempre più capolino a mostre ed eventi incentrati sulla street art.

JR in Kenya e WK interact ad Ancona con Sten&Lex

Siamo ancora qui a parlarvi di Street art, vi sembrerà strano ma pare che tutte le star internazionali di questo caleidoscopico movimento artistico siano attualmente in giro per il mondo con la missione di ripulire i muri cittadini dal grigiore del cemento e dello smog troppo spesso sinonimi di povertà e di emarginazione sociale. Il sempreverde JR ha deciso di portare il suo Women Project nientemeno che in Kenya e precisamente negli slums di Kibera, baraccopoli alienante i cui tetti sono stati letteralmente invasi dalle gigantografie del nostro beniamino.

Le enormi stampe in vinile, stando a quanto afferma JR, sono totalmente impermeabili e resistenti ai forti sbalzi di temperatura propri del clima africano. I soggetti delle stampe sono ovviamente volti e sguardi di donne, troppo spesso calpestate e private dei diritti sociali ed umani. Globartmag ha scovato in rete un reportage-documentario delle gesta del nostro eroe in Africa.

Parentesi italiana per WK Interact, street artist francese di stanza a New York. Il nostro eroe è attualmente tra i partecipanti di Pop up! 2009, festival di arte contemporanea dedicato alla Popular e Urban Art ospitato dalla città di Ancona dal 7 al 30 agosto.

Tara McPherson in Brasile, Invader a Londra e Shawn Barber a San Francisco

we will rock you from choque cultural on Vimeo.

La reginetta nera del Lowbrow statunitense Tara McPherson ha preso d’assalto il Brasile. La nostra eroina è pronta a tutto ed ha organizzato un vero e proprio tour per presentare il suo ultimo libro Lost Constellations contenente numerose illustrazioni e disegni. L’artista ha già fissato le seguenti date: il 17 agosto al Kitinete di Curitiba ed il 21 agosto a La Cucaracha di Rio de Janeiro. Precedentemente il tour ha fatto tappa al Cabaret do Beco di Porto Alegre il 13 agosto ed alla Quina Galeria di Belo Horizonte lo scorso 15 agosto.

Inoltre Tara McPherson è presente ad una mostra al Choque Cultural di San Paolo, evento che si protrarrà sino al 29 agosto. Per questo evento l’artista ha trasformato la galleria in un vero e proprio paese delle meraviglie creando un enorme murale e presentando una nuova serie di stampe autografate prodotte in 40 copie.

Los Angeles ricostruisce il muro di Berlino

La città di Los Angeles sarà teatro il prossimo 8 novembre di un ambizioso e spettacolare evento. Per commemorare il 20esimo anniversario dalla caduta del muro di Berlino la città statunitense ha pensato di fare le cose in grande ricreando una vasta porzione di muro che sarà eretta sul Wilshire Boulevard.

The Wall Project, questo il nome della manifestazione, vedrà la partecipazione di artisti sconosciuti affiancati da grandi nomi della street art internazionale che creeranno meravigliosi graffiti sulla grande cinta muraria. L’opera rimarrà in visione sino al 14 ottobre, durante questo periodo l’installazione taglierà in due la grande arteria cittadina, finendo proprio davanti alla meravigliosa installazione Urban Light di Chris Burden posta all’entrata del LACMA, Los Angeles County Museum of Art.

Ottobre rosso per Miss Van a Londra

Bocce ancora ferme nella nostra cara e vecchia Italia vacanziera ma nel resto del mondo gallerie e musei non hanno intenzione di mollare la presa e continuano a sciorinare belle mostre ed a programmarne di nuove. Il prossimo 1 ottobre ad esempio la StolenSpace Gallery di Londra ha già in serbo un interessante evento dal titolo Lovestain.

Protagonista della mostra è Miss Van, celebre writer francese che dall’inizio degli anni ’90 all’età di 18 anni, assieme a Mademoiselle Kat, ha cambiato le sorti di una street art  dominata da soli uomini  utilizzando vernice acrilica al posto dello spray e realizzando le sue Poupées, bambine leziose ma allo stesso tempo angeliche  che si muovono in un mondo immaginario fatto di tenui colori e voluttuose forme.

Klone, lo street artist eroe di Tel Aviv

Oggi si parla di Tel Aviv e non solo per questioni legate all’annosa conflittualità tra Israele e Palestina. Con il processo di pace in via di risoluzione Tel Aviv è balzata agli onori della cronaca dei giornali di tutto il mondo per la sua movida notturna e per il suo fermento artistico in continua evoluzione. Già perchè forse molti di voi non sanno che la scena dell’arte contemporanea di Tel Aviv è fitta di nuovi ed interessantissimi nomi.

Lo sviluppo architettonico della città, il contesto sociale e le abitudini quotidiane rendono questa metropoli simile ad una piccola New York dominata da grattacieli che si ergono sopra le casette in stile Bauhaus. Come New York quindi Tel Aviv vanta un nuovo ma agguerito manipolo di street artist che da alcuni anni ha preso possesso della città, invadendo le mura di meravigliose creazioni artistiche. Lo street artist più interessante di Tel Aviv si chiama Klone, una vera icona cittadina che negli ultimi due anni ha saputo stupire il pubblico con le sue creazioni semplici ed affascinanti.

KayOne in mostra alla Triennale Bovisa


L’estate della Street art è sempre più ricca e variegata, se in tutto il mondo le stars di questo movimento compiono azzardate performance ed invadono i più famosi luoghi deputati all’arte, anche Milano non è da meno ed a sorpresa tira fuori dal cilindro Caratteri Mobili, evento espositivo dedicato al talento tutto italiano di KayOne che dal 15 settembre al 2 ottobre sarà parte integrante della Triennale Bovisa.

Caratteri Mobili come quelli dei primi graffiti sui treni della metropolitana di New York, caratteri mobili come la stampa di Gutenberg, caratteri mobili come quelle lettere che nei quadri di KayOne fluttuano in uno spazio di colore ed energia gestuale e materica. Pioniere a Milano quando i graffiti comparivano solo nelle serie riciclate dei telefilm americani, Marco Mantovani in arte KayOne classe 1972 ha cominciato nel 1988 a soli 16 anni. Oggi ha 37 anni e passa gran parte del suo tempo negli uffici dell’agenzia pubblicitaria Mantovani ADV, fondata insieme con suo fratello lavorando come art director e dipingendo quadri.

Nuova opera al Guggenheim di New York? no, l’ha messa Mat Benote

 Lo scorso week end lo street artist Mat Benote ha compiuto un’altra delle sue controverse azioni clandestine proprio nel Guggenheim Museum di New York, tempio sacro dell’arte contemporanea mondiale.

L’azione si è compiuta durante il normale orario d’apertura del museo beffando decine di guardie, telecamere di sicurezza ed allarmi. Benote si è introdotto all’interno degli spazi che ospitano la collezione permanente ed ha installato una sua opera descrivendo l’intero gesto come Fine Art Graffiti. Poco dopo la sorveglianza si è resa conto  dell’intruso ed ha prontamente fatto rimuovere l’opera affissa con tanto di didascalia.

Belli e perdenti nella New York degli anni ’90

Sulle prime verrebbe da pensare “oh no, ci risiamo ecco che ci propinano un altro documentario sulla scena underground della New York degli anni ’90“. Già perchè la grande mela è stata il crocevia di numerosi movimenti di sottocultura che sono poi confluiti in altrettante numerose pellicole, si va dall’indagine sul movimento punk operata in End Of the Century (2003) di Jim Field fino al mitico documentario sulla cultura hip hop Beat This (1984) di Dick Fontaine. Anche Marc Singer nel 2000 ha prodotto un interessante film intitolato Dark Days, incentrato sui senza tetto e sulla vita di strada.

Sorprendentemente questa volta non si tratta nemmeno dell’ennesimo documentario fatto uscire furbescamente dopo la morte dell’icona della street art newyorkese Dash Snow. Il nuovo film documentario di Aaron Rose, intitolato Beautiful Losers è infatti una piccola perla in un universo alquanto ripetitivo. Beautiful Losers rende infatti omaggio all’universo delle fertili sottoculture americane degli anni novanta, una scena che ha ispirato la creatività di numerosi artisti considerati oggi le nuove stelle dell’arte contemporanea.

Successo per l’asta sulla street art

 L’asta di Artnet comprendente una ricca nonché abbordabile collezione di street art di cui vi avevamo parlato alcuni giorni fa, ha confermato la continua e crescente richiesta internazionale di questo particolare genere di opere. 85 opere d’arte di 40 artisti sono state vendute ad un’asta online lo scorso 23 luglio, l’offerta comprendeva una vera e propria selezione della storia della street art dal 1997 ad oggi con opere dei maggiori esponenti di questa disciplina artistica come Banksy, CRASH (John Matos), Keith Haring, LA II (Angel Ortiz) e Shepard Fairey.

Una camera ardente per Dash Snow alla Deitch Project

La mostra in memoria dell’ormai celebre street artist Dash Snow, morto la scorsa settimana di overdose a soli 27 anni, è un evento informale senza titoli pomposi e regolato da un semplice principio: coloro che in vita hanno conosciuto ed apprezzato Snow sono invitati a portare qualcosa in suo ricordo. Questi oggetti saranno esposti in un piccolo spazio alla Deitch Projects di New York. La galleria diverrà così una sorta di cappella, una particolare camera ardente per un artista del tutto particolare.
“Questa non è una mostra con una linea curatoriale” afferma Kathy Grayson, gallery director della Deitch Projects “Qualsiasi tipo di memoria riguardante il compianto artista è ben accetta” e c’è da dire che con una o due eccezioni la gallerista è riuscita ad aggiungere tutti gli oggetti portati dagli amici e dai fan di Dash Snow. Tra le cose rinvenute c’è anche un grande light box di proprietà del collezionista Mark Fletcher.

Dash Snow, iniziano le speculazioni?

Il primo test per il mercato postumo delle opere del compianto street artist Dash Snow è stato messo in stand by. Secondo quanto dichiarato da Simon de Pury direttore della casa d’aste Phillips de Pury, poco prima della sua morte Dash Snow avrebbe donato un’opera al Watermill Center di Robert Wilson che avrebbe dovuto metterla all’asta per beneficenza il prossimo 25 luglio.

Le aste di beneficenza organizzate dalla Watermill foundation rappresentano dei veri e propri eventi dove si riuniscono i più grandi collezionisti di tutto il mondo. Ma gli organizzatori dell’asta hanno dichiarato che l’opera di Dash Snow sarebbe stata ritirata dall’importante asta e che tale decisione sarebbe stata presa da Robert Wilson per rispettare il dolore della famiglia dell’artista. Wilson è stato per diverso tempo collezionista delle opere di Snow e un amico di famiglia. La morte di Dash Snow in seguito ad un overdose di eroina ha dato il via ad una serie di speculazioni ed il mercato dei suoi collages, fotografie ed altri lavori sta subendo un’impennata verso l’alto. 

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