Drago pubblica il libro su Nick Walker e Banksy…

Nel mondo della street art ne succedono di tutti i colori e spesso un fresco nome balza agli onori delle cronache. Ma ogni anno, quando Nick Walker propone nuovi lavori al pubblico, il mercato dell’arte contemporanea viene scosso da violenti tremori. Le opere dell’artista inglese sono presenti in istituzioni private, gallerie e collezioni di tutto il mondo. Molti inoltre pensano che in realtà Walker ed il famoso street artist Banksy siano la stessa persona e nel maggio dello scorso anno molte riviste d’arte hanno indagato sull’identità segreta di quest’ultimo.

Walker ha però smentito come da copione ogni ipotesi, affermando di aver conosciuto Banksy a Bristol verso la fine degli anni novanta ma di aver scambiato solo pochissime parole con il fantomatico artista. Ad ogni modo la casa editrice Drago presenta in questi giorni al pubblico il primo libro monografico dedicato all’arte di Nick Walker dal titolo A Sequence of Events. Questa pubblicazione tanto attesa rappresenta una riflessione sugli ultimi 10 anni di operato dello street artist e si compone di 96 pagine con una meravigliosa selezione di immagini che rappresenta un’opera nell’opera oltre che un vero e proprio oggetto da collezione per gli amanti ed appassionati di tutta la street art.

Artisti a Berlino per ridipingere il muro

Il cemento è stato graffiato, i graffiti rimossi e adesso Thierry Noir, il primo artista a dipingere sul muro di Berlino è pronto per ricominciare. L’artista francese ha rischiato la sua vita nel 1984 per affrescare la superficie del muro che separava l’est comunista dall’ovest capitalista di Berlino, capitale della Germania.

Oggi il comune stesso ha organizzato il restauro dei lavori di Noir assieme a quelli di altri 120 artisti. L’opera naif dello street artist è stata immortalata dal regista Wim Wenders nel celebre film del 1987 Il Cielo sopra Berlino, dove faceva da comparsa lo stesso Noir nel ruolo di se stesso.

Buone nuove per Shepard Fairey

Ed alla fine il nostro Shepard Fairey è riuscito a spuntarla. Un magistrato della corte municipale di Boston ha dichiarato lunedì scorso che sette denunce a carico dell’artista per affissione illegale di posters nell’area cittadina, devono essere archiviate per mancanza di prove.

Fairey era stato accusato di ben 17 atti vandalici per affissione di posters e per aver disegnato murales in spazi pubblici e privati nei dintorni di Boston ed in tutto il tessuto urbano. L’artista deve comunque tornare prossimamente davanti alla corte cittadina per rispondere delle rimanenti 10 denunce a suo carico. Nel frattempo i legali di Fairey stanno lottando per la ben ormai nota causa intentata dalla Associated Press che come ben saprete ha denunciato l’artista per sospetta appropriazione indebita di copyright.

Banksy, chi di spray ferisce di spray perisce

Un gruppo di street artists chiamato Appropriate Media ha rivendicato l’attentato commesso ai danni di un’opera murale di Banksy intitolata The Mild Mild West. Il murales che si trova nella città di Bristol è stato imbrattato pesantemente con della vernice rossa. Il gruppo Appropriate Media avrebbe agito in tal senso per protesta contro il processo di riqualificazione del quartiere di Stokes Croft che, una volta ultimati i lavori, porterà nella zona famiglie provenienti dalla media borghesia a discapito delle classi più povere residenti ora nell’area.

Oli Wells, direttore di Coexist la società che si sta occupando dei lavori di urbanistica ha affermato di non capire il perché “di un’azione scellerata a discapito di un murale amato dagli abitanti che rappresenta una nota positiva per il cambiamento dell’intero quartiere. Il messaggio dietro a questo gesto è estremamente confuso ed inoltre non capisco perché sia stato scelto proprio Banksy come bersaglio”

La Sindrome berlinese

Per Moll Morgengrau non è certo un buon periodo. L’artista berlinese dopo aver finalmente trovato la galleria Galerie Verrückt disposta ad esibire i suoi lavori è caduto vittima della crisi finanziaria. La sua galleria ha infatti chiuso i battenti per mancanza di fondi annullando la mostra.

Ovviamente sia Moll che la sua galleria sono personaggi di fantasia, inventati per un progetto che girerà in alcune gallerie europee mettendo in mostra opere di un gruppo di poster artists noto come Surrend. Tuttavia, se il tema della mostra è di pura finzione, esso rispecchia la vita reale. Si stima che la città di Berlino abbia visto nascere negli ultimi anni ben 600 gallerie d’arte che sono letteralmente spuntate come funghi dalla crescita incontrollata. Adesso è però giunto il momento di pagare il conto.

The Don Gallery, street art a go-go

Ricca serie di appuntamenti per The Don Gallery che ha inaugurato la scorsa settimana la sua sede stabile a Milano. La galleria nasce da un’idea del gallerista Matteo Donini che da oltre un decennio colleziona arte urbana mondiale e si prefigge l’obiettivo di promuovere tale disciplina artistica in tutto il territorio nazionale ospitando artisti del panorama internazionale.

Si parte quindi con Alifrance mostra inaugurata appunto il 18 marzo che si protrarrà sino al 30 aprile 2009. L’evento, il cui titolo gioca in maniera ironica ed irriverente sulle vicissitudini di Ailitalia legate al colosso aeronautico Airfrance, presenta i lavori di tre grandi nomi della street art francese: Space Invader, Alexone e WK Interact. I tre artisti che racchiudono l’essenza della nuova realtà lowbrow, street art e pop surrealism sono da tempo rappresentati da prestigiose gallerie di tutto il mondo e fanno parte del listino di importanti case d’asta come Bonhams e Phillips.

Sheperd Fairey e le noie del copyright

a sin. foto di Mannie Garcia copyright AP - a dex. Hope di Sheperd Fairey

L’Associated Press ha contro citato in giudizio ieri Sheperd Fairey in merito alla famosa immagine di Barack Obama manipolata dall’ artista, illustratore e designer già famoso per la sua serie Obey. L’Associated Press afferma che l’artista ha usato impropriamente la foto in questione infrangendo ogni diritto d’autore e minacciando i principi cardine del giornalismo. Le opere di Fairey erano divenute talmente famose durante la campagna elettorale presidenziale americana da tanto da guadagnarsi una lettera di ringraziamento a supporto della campagna stessa da parte di Barack Obama in persona.

Shepard Fairey aveva citato il mese scorso l’AP in merito alle sue opere intitolate Obama Hope e Obama Progress affermando di non aver violato nessun diritto d’autore poiché l’immagine in questione era stata pesantemente manipolata apportando modifiche nelle forme e nei colori  che ne avevano cambiato l’essenza stessa.

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