Video Sicilia, rassegna di video arte

Si è inaugurata ieri al Palazzo della Cultura ex Convento San Placido di Catania VIDEO_SICILIA, rassegna di video arte a cura di Renato Bianchini. L’evento organizzato dalla galleria GATE21 presenta un ricco calendario di appuntamenti dislocati in tre diverse sedi, fino al 28 marzo.

Per questa rassegna, nata come una sorta di omaggio alla video arte quale nuovo modello creativo del sistema artistico contemporaneo, capace di stimolare un gran numero di autori e di attrarre l’interesse di un pubblico sempre crescente, è stata ordinata una raccolta di video di noti artisti internazionali, un vero e proprio caleidoscopio di documenti, linguaggi e significati di altissimo profilo, che delinea le forme d’interazione tra concettualità, azione, narrazione, animazione ecc. approfondite con grande attenzione nel tempo dagli artisti del settore.

Loverkillerloop, personale di Jessica Iapino alla Dora Diamanti di Roma

Si inaugura oggi alla galleria Dora Diamanti arte contemporanea la mostra Loverkillerloop, personale di Jessica Iapino a cura di Micol Di Veroli.

Artista dal curriculum interdisciplinare, con interessi che vanno dal video al cinema alla fotografia. La sua ricerca consiste in un’indagine sociologica e culturale. Un’analisi introspettiva con uno sguardo alla società contemporanea ritraendone gli aspetti più semplici, più umani di una quotidianità e umanità che non vogliamo vedere. Un’operazione contro un’ipocrisia generale. Attraverso una filosofia di pensiero in costante “costruzione-costrizione”.

Loverkillerloop analizza i delicati meccanismi psichici e sociali che agiscono sull’essere umano. Il modus operandi è netto e deciso nella negazione dei concetti di catalogazione e nella oggettivazione della materia grezza come elemento al di là della materia stessa e quindi inclassificabile. Jessica Iapino pone lo spettatore innanzi ad una profonda riflessione, se si è in grado di assegnare un ruolo od un nome preciso può quindi esistere una condizione al di fuori della nominabilità, una sorta di limbo senza il quale sarebbe inutile sentire il bisogno di etichettare una data cosa. Nell’algida ed anonima aura di tale luogo empirico si muovono i protagonisti del video in stop and motion e delle microambientazioni scultoree.

Un Ponte sul Mediterraneo, rassegna di video d’artista e danza contemporanea

Artegiovane si prepara a festeggiare il decimo anno di attività del festival dedicato alle creazioni audiovisive dei giovani artisti under 35. Per il 2009 la rassegna si allungherà in tre serate dense di eventi presso la Fondazione Merz di Torino ed offrirà un programma completamente rinnovato dedicato anche ai paesi dell’area mediterranea ed agli incontri con curatori internazionali. Il tema scelto quest’anno dai curatori Francesco Poli, Francesco Bernardelli, Mario Gorni, Paola Nicita e Cristiana Perrella è Un Ponte sul Mediterraneo – trait d’union tra popoli migranti e popoli residenti ed incontro tra cultura artistica e società civile. Il tema principale è stato sviluppato grazie al contatto stabilito in questi ultimi anni con la BJCEM,  Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo che nel 2009 ha avuto luogo a Skopje in Macedonia.

Visual Container il primo distributore di Videoarte in Italia

E’ da poco nato Visual Container un’associazione senza fini di lucro che si propone di colmare l’assenza nel panorama artistico italiano di un qualificato distributor di video arte e new-media art, configurando un polo di raccolta, studio, promozione e distribuzione a livello nazionale ed internazionale di opere di artisti ad ogni livello di carriera.

L’interessante progetto è stato sviluppato dalle menti creative del critico Giorgio Fedeli e della video artista Alessandra Arnò. L’idea è quella di fornire un giusto supporto ai videoartisti affermati ed ai nuovi talenti del nostro paese, incanalandoli verso possibili fruitori pubblici o privati e mettendoli in grado di realizzare progetti ed esposizioni in Italia ed all’estero. Nel panorama internazionale è già da molto tempo possibile apprezzare l’operato della canadese Videopool che dal 1983 ha iniziato a distribuire vhs di videoarte raggiungendo ogni parte del globo con un listino di oltre 1500 titoli che rappresentano il lavoro di quasi 500 artisti. Numeri da capogiro che ci fanno comprendere quanto sia importante la presenza di una distribuzione capace di divulgare al meglio le proposte artistiche presenti sul territorio.

FestArte rimanda la festa

Roma – E la crisi colpisce anche una delle più popolari realtà della capitale. Lorena Benatti, mente ideatrice e direttrice artistica del festival d’arte FestArte ha da poco annunciato, in occasione dell’appuntamento 3Monkeys al Rialtosantambrogio di Roma, lo stop di un anno di FestArte e la successiva conversione in scadenza biennale dell’evento.

La direttrice afferma di non voler fermare una manifestazione in cui ha creduto molto ed a cui ha dedicato gran parte della sua vita. La mancanza di fondi da parte di comune ed istituzioni ha però messo i bastoni fra le ruote allo sviluppo del calendario artistico futuro. Dal momento della sua nascita avvenuta nel Gennaio del 2003, FestArte ha raggiunto importanti risultati organizzando una miriade di eventi, sostenendo il lavoro di giovani curatori e nuovi ed interessanti progetti e coinvolto oltre trecento artisti nazionali ed internazionali.

Il Diavolo è donna

Opening sovraffollato ieri sera allo Studio Stefania Miscetti in occasione della terza edizione della rassegna video SHE DEVIL che quest’anno accoglie un numero maggiore di curatrici ed artiste invitate, dalle più giovani alle più affermate, proponendosi così come una vera e propria piattaforma aperta a nuove e differenti esperienze video tutte al femminile. L’evento si conferma come una delle proposte più interessanti della stagione poiché raccoglie una selezione di opere nazionali ed internazionali che servono fare il punto della situazione sulla scena della video arte.

Successo di pubblico che ha riempito la grande sala di proiezione fino a renderne quasi impossibile l’accesso e ricca abbuffata di opere in più di un’ora di immagini tra ironia, introspezione e visionarietà sempre focalizzate sull’identità femminile.

Torna a Torino, ovvero l’epopea di Adel Abdessemed

Adel Abdessemed nel suo studio di Parigi

Da pochi giorni è stata finalmente riaperta al pubblico alla fondazione Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino la mostra Le ali di Dio dell’artista franco-algerino Adel Abdessemed, classe 1971. La mostra che doveva aprirsi a febbraio è stata per molti giorni al centro di numerose polemiche che erano culminate con la sospensione a data da definirsi dell’intero evento. Pietra dello scandalo il video Trust me che l’artista ha girato nel 2007, all’interno del video immagini certamente forti che ritraggono mucche, maiali, cavalli, cerbiatti e capre soppressi da uno scioccante e secco colpo di martello. L’artista non è nuovo a tali scottanti tematiche visto che nei suoi precedenti lavori ha compiuto ricerche sulla violenza e sul terrorismo.

Francesco Bonami, curatore della mostra già famoso critico ed esperto d’arte, difende il progetto presentato asserendo che ciò che Abdessemed descrive è  «La nuda brutalità del morire, senza alcun sottinteso romantico», ed ancora aggiunge:

“Abdessemed si muove autonomamente dentro le convenzioni del sistema sociale. Portare un leone in giro per strada non credo sia illegale. Confondiamo la parola illegalità con la parola paura. Abdessemed lavora con la paura collettiva o forse contro di essa”.

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