L’introvabile videoarte nella rete

Siete amanti della videoarte? Bene, sicuramente oltre a visitare musei e gallerie alla ricerca delle opere dei più grandi maestri di questa meravigliosa disciplina, sarete sicuramente alla ricerca di un supporto didattico per compiere ulteriori studi casalinghi. Diciamo che oltre ai testi, vorreste ammirare qualche opera “dal vivo” anche perché parlare di immagini in movimento senza guardarle non è certo cosa facile.

Ecco quindi che vi trovate di fronte al primo ostacolo, la video arte è assai difficile da trovare in rete. Gli official sites degli artisti permettono l’accesso a pochi stills e null’altro, per quanto riguarda gli artisti già storicizzati le cose si complicano ancor di più. Anche a voler compiere una ricerca accurata su Youtube si rimane presto delusi, alcuni video ci sono ma molti (troppi) nomi storicizzati mancano all’appello. Una possibile soluzione a questa penuria di video in rete la possono offrire i Video Distributors, che permettono al pubblico di comprare dvd con raccolte e quanto altro.

TALENTS 2012 con video evento art on the Catwalk

L’Accademia di Costume e di Moda, Istituto d’eccellenza italiana nella formazione per la Moda ed il Costume, nuovamente in passerella il 31 gennaio a Santo Spirito in Sassia nel calendario di ALTAROMALTAMODA, per la presentazione dei Talents 2012.

TALENTS 2012 – Giunti al termine di un percorso accademico durato tre anni, i giovani creativi compiono il primo passo per entrare, da professionisti, nel Mondo della Moda. La giuria composta da stilisti, Direttori Creativi di importanti Maison di Moda e Operatori del settore, assisterà alla sfilata per giudicare tecnicamente le creazioni dei neo stilisti. Sarà il primo vero confronto per i creativi con esperti sul loro operato ed anche un momento importante di riflessione in prossimità delle loro future avventure professionali.

Il pubblico che fugge dalla video arte

La video arte è una delle tecniche più in voga quando si parla di proposte espositive. Anche se non ancora presente in maniera massiva su tutte le piattaforme di mercato, ogni mostra che si rispetti sfoggia numerose opere video. Prendendo in esame le proiezioni in senso stretto e tralasciando quindi le video-installazioni è facile rendersi conto che le prime risultano un tantino penalizzate.

Il grande problema di queste opere è la loro corretta fruizione, se posizionate all’interno di  una mostra museale multidisciplinare spesso e volentieri esse vengono sistematicamente evitate dal pubblico che si sofferma su sculture, installazioni e dipinti mentre dedica alla classica “saletta” di proiezione un fugace sguardo, solo per capire se il video proiettato merita attenzione. In realtà non è possibile discernere su di un’opera d’arte in pochi secondi ma questo sembra essere lo stato delle cose. Se un’opera ha un impatto visivo molto forte essa riesce ad “agganciare” il pubblico sin da subito ma se essa propone immagini un tantino più liquide è destinata ad esser scartata in pochi attimi.

The Eye of the Collector. Opere di Video Arte dalla Collezione Manuel De Santaren

Il potere travolgente del visivo che non ha bisogno di spiegazioni – i video della collezione Manuel de Santander vivono di questo. Sono la prova che i corpi e le immagini in movimento sono elementi essenziali di un linguaggio efficace per questo mezzo, che non ha bisogno di molto altro. Ma la cosa più difficile da raggiungere è la semplicità. La piccola selezione di video scelti per The Eye of the Collector presenterà una varietà di modi in cui le immagini in movimento prive di parlato sono in grado di generare divertimento o ammirazione, emozione, tenerezza o rifiuto, confusione o illuminazione.

La mostra al MAMbo – Villa delle Rose Bologna che si inaugura il 28 gennaio presenta undici video installazioni che si basano su performance prodotte non per un pubblico dal vivo, ma per l’occhio di una telecamera. Con l’eccezione dei lavori di McCallum e Tarry e di Isabel Rocamora, la posizione fissa della telecamera prevale, simulando il punto di vista di un osservatore non coinvolto, che mantiene una distanza costante degli eventi. Il corpo, la sua relazione con l’ambiente e l’interazione fisica con gli altri sono al centro di ogni video: dai tableaux vivant di Niklas Goldbach, William Lamson o Luigi Presicce, la performance di Maria José Arjona e Jesse Aron Green che si riferiscono all’arte concettuale e minimale, lavori correlati alla body art come “HAUTNA — T” di Chrischa Venus Oswald, ai video relativi alla danza di una coreografia d’altri tempi di McCallum e Tarry, Janaina Tschäpe o Isabel Rocamora, alle strane sculture viventi di Hans Op de Beek in “Stewarts have a party”.

Ai Weiwei, persona dell’anno e star di un documentario

Era da un bel pezzo che non avevamo notizie di Ai Weiwei e sinceramente ci stavamo proprio preoccupando. Da oggi però le nostre paure sono svanite visto che alcune buone nuove ci parlano di un Weiwei produttivo e soprattutto in ottima salute. Tanto per cominciare il nostro coraggioso eroe è stato menzionato dal TIME magazine come secondo classificato nella prestigiosa classifica Person of The Year per il 2011. Come ben saprete tale alloro viene assegnato annualmente dal celebre settimanale di attualità. Negli anni è stato assegnato a uomini, donne, coppie, gruppi di persone, idee, luoghi o macchinari che nel bene o nel male, hanno influito sugli eventi dell’anno.

Weiwei si è aggiudicato il secondo podio per il suo ruolo di “dissidente” dell’arte contemporanea che gli ha fatto rimediare 81 giorni di brutale prigionia nel 2011. Non a caso la persona dell’anno del TIME  è il Protestatore, figura simbolica che riunisce i numerosi tumulti sociali che si sono avvicendati nel corso di questo lungo 2011 in tutto il globo terracqueo. Ma l’insigne onorificenza non è l’unica notizia riguardante il nostro Ai. L’artista è infatti il protagonista assoluto di Ai Weiwei: Never Sorry, vale a dire il primo lungometraggio sul nostro camaleontico amico.

Secondo appuntamento di Decresce

“La tecnologia può mettere la bellezza alla portata degli uomini, ma non semplifica affatto il processo che ci porta ad apprezzarla e possederla”. Alain de Botton  

Il 14 gennaio 2012 inaugura il secondo appuntamento di Decresce a cura di Fabrizio Pizzuto. L’appuntamento è presso Villa De Sanctis a Roma e gli artisti invitati a parteciapre all’evento espositivo sono: Alessio Ancillai, Antonello Bulgini, Chiara Mu, Emanuele Napolitano e Francesco Petricca, Fabio Scacchioli e Chiara Tommasi.

Prendendo spunto dagli scritti di Serge Latouche e dal concetto di decrescita felice abbiamo indagato la possibilità di un arte decrescente. Il lavoro verte in maniera atttiva sulla contestazione che il filosofo porta avanti cercando di trasformarla in lavoro estetico. Tra le righe si contesta la modalità politico-economico vigente, (ovvero il PIL come indicatore sensato del benessere) e si vagliano le possibilità  estetica dell’ottenuto con poco nel veicolare un messaggio.

SENZ’APPELLO – il primo concorso di videoarte in occasione della giornata della memoria

La Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della Repubblica di San Marino, in collaborazione con l’Associazione Culturale MASK, indice la Prima Edizione del concorso Senz’appello, in occasione del giorno della memoria di venerdì 27 gennaio 2012. Il concorso è finalizzato alla presentazione di un’opera audiovisiva che rifletta sul persistere ai nostri giorni di totalitarismi, ideologie e sistemi politici che mirano ad una relativizzazione dell’individuo e dei suoi diritti fondamentali e, in particolare, su quei processi di natura politico-economica in atto che agiscono sui gruppi sociali più deboli, senza che vi sia una reale presa di coscienza da parte dei cittadini.

Il concorso, che intende promuovere l’Arte Contemporanea come strumento di analisi critica del reale, prevede la selezione da parte della giuria di sei lavori video, uno dei quali risulterà vincitore. Le opere selezionate saranno inoltre presentate durante il concerto del San Marino Ensemble diretto dal M° Massimiliano Messieri, previsto per la giornata della memoria del 27 gennaio 2012, presso il Teatro Titano della Repubblica di San Marino. In tale occasione saranno complementari all’evento e verranno proiettati privi di audio.

Decresce Project, quando l’arte parla della decrescita

L’Associazione Culturale Centro Studi La Città Ideale con il patrocinio di Roma Capitale Municipio Roma 6 organizza due eventi nel VI municipio. Il primo evento, a cura di Fabrizio Pizzuto, è costituito da Video-divagazioni – Video riutilizzo e bassa definizione – Rassegna video e coinvolge gli Artisti: Alessio Ancillai- Chiara Mu- Emanuele Napolitano/Frank Petricca- Valentina Noferini- Carlo Pecoraro- Mauro Romito- Fabio Scacchioli- Chiara Tommasi. La location è presso Officine Dinamo, in via Giovanni Brancaleone 58, Roma e si svolgerà il 23 dicembre 2011 ore 17-21.

“Il concept del Decresce project è stato sviluppato prendendo spunto dagli scritti di Serge Latouche e dal concetto di decrescita felice. Si contesta il PIL come indicatore sensato del benessere. Ne ho preso spunto per una serie di mostre. Nel primo evento, a ridosso del Natale, (emblema consumistico) cercheremo di realizzare dei lavori artistici a partire dal mezzo video basati sul poco o sul già esistente. Pensare una video arte che decresca significa pensare ad un’immagine che lavora sul tema. È auspicabile che si recuperino ad esempio tecnologie precedenti, o materiale (visivo e non) già utilizzato o girato precedentemente.

I BODY ME – I LOVE ME – Pipilotti Rist all’Hayward Gallery

A me gli occhi, a me il corpo. Porgo le dita ed i polpastrelli sulle palpebre dei miei occhi stanchi e inizio a massaggiarli lentamente con moti rotatori. La mente inizia a rilassarsi, i muscoli  del viso si distendono, accenno un sorriso. Tutto intorno il buio totale m’illumina dentro. Ecco ci sono: io con tutta me stessa, insieme, dentro e fuori. Questi due mondi sono finalmente entrati in contatto. Apro gli occhi e scopro cosa mi ha indotto a vivere questa fantastica esperienza. Sono all’interno dell’Hayward Gallery. Ho di fronte a me i poemi audiovisivi di Pipillotti Rist: trenta lavori dagli anni ’80 fino ad oggi.

Proiezioni sul pavimento, proiezioni sui muri, schermi ed oggetti che galleggiano. Fin dall’inizio della sua carriera Pipillotti cambia radicalmente l’approccio al nostro modo di percepire l’esperienza del movimento delle immagini; lo fa concentrando tutta la sua attenzione sul corpo. Il corpo è un paesaggio e lei ci incoraggia a rapportarci ad esso come se ci rapportassimo alla natura, guardando i nostri valori fisici e a liberarli dai taboo culturali e sociali. Celebrare il nostro corpo appunto: usare i nostri valori fisici in una nuova positiva luce, incoraggiandoci a non essere timidi.

Daria Martin | Anna Halprin – Minotaur

La galleria Raffaella Cortese di Milano inaugura il 15 dicembre la mostra di Daria Martin, filmmaker (San Francisco, 1973) con base a Londra, e Anna Halprin (classe 1920), coreografa e performer americana. Con Minotaur la galleria apre una serie di mostre in cui due artisti, che si sono scelti tra loro, dialogano sui temi cardini della propria ricerca.

In questa prima stagione si confronteranno artisti di diversa generazione, legati da un rapporto maestro – allievo. Daria Martin per il suo film capolavoro Minotaur, ha chiesto la collaborazione di Anna Halprin, artista performativa punto di riferimento nella danza post moderna, che Daria ha sempre amato e guardato con ammirazione. Halprin è una figura determinante nella coreografia del 20 ° secolo, la cui carriera abbraccia più di sette decenni. Spesso accreditata come ideatrice della danza postmoderna, nel 1960 ha insegnato danza ad Yvonne Rainer, Trisha Brown, Simone Forti, Robert Morris e altri che poi a formarono il gruppo Judson Church di New York. Nella seconda metà della sua carriera, divenne una figura di spicco nel campo della danza come arte di guarigione.

Noncorpi, a Siena una mostra multimediale racconta l’immaginario del corpo del nostro tempo

Ogni epoca produce delle immagini dei corpi come metafore delle condizioni sociali, culturali e politiche che la caratterizzano. Noncorpi è una mostra multimediale sull’immaginario del corpo del nostro tempo che, da sabato 10 dicembre a martedì 20 dicembre, proporrà negli spazi del Siena Art Institute e della Galleria FuoriCampo di Siena video e audio installazioni, fotografie, oggetti luminosi, interventi performativi con strumenti acustici ed elettronici che indagano il rapporto fra il corpo e le società nell’epoca del capitalismo globale.

Dieci gli artisti in mostra: Robert Gligorov, Andrea Marini, Ongakuaw & see|zee_vizual, Elisa Biagini, Mauro Magrini e Dejan Atanackovic, curatore dell’evento, in collaborazione con il duo Di Volo & Tancredi e Mauro De Lillo. A partire dal concetto di nonluogo come spazio concepito per il veloce attraversamento di masse, informazioni, servizi, in cui il segno prevale sul contenuto fino quasi a sostituirlo, i noncorpi sono l’esito di una società sempre più consumistica, in cui anche il corpo viene ridotto a puro segno, sezionato, frammentato, frugato fin nelle cavità, attraversato esattamente come un nonluogo: dall’interno, ad opera di industrie farmaceutiche, produttori di fast food, promotori di prodotti per la salute; dall’esterno, dalle industrie della moda, della chirurgia estetica e dello spettacolo.

FUORI CAMPO – 42/24h

Venerdì 16 dicembre 2011 alle ore 19:00 inaugura presso la galleria FuoriCampo di Siena la mostra collettiva FUORI CAMPO – 42/24h a cura di 42Projekt (Micol Di  Veroli e Fabrizio Pizzuto). Un concetto spaziale di natura cinematografica che si aggancia alla spazialità fisica tridimensionale. Questo è il tema portante di Fuori dal Campo – 42/24h, che si propone l’obiettivo di indagare le modalità di immagine-movimento ed immagine-tempo in relazione alle percezioni del fruitore. Partendo da un calembour verbale che implica FuoriCampo, incipit dello spazio artistico che ospita l’evento, il fuoricampo del cinema, ossia tutto ciò che è immaginato e che accade al di là del quadro visivo ed il contesto architettonico di Piazza del Campo a Siena, la mostra proporrà l’essenza del non visto ma comunque presente.

L’evento presenterà le opere fotografiche di Nicola Brandt e Donatella Spaziani e le opere video di Yasmijn Karhof, Yousef Moscatello, Leigh Orpaz e Marina Paris & Alberto D’Amico. Le prime saranno presenti all’interno dello spazio durante le ore diurne mentre i video saranno proiettati durante le ore notturne, ambedue le manifestazioni creative pur dialogando in maniera serrata non potranno essere simultaneamente presenti nello spazio.

Video Medium Intermedium alla Cà Giustinian di Venezia

Dopo il successo della mostra sui suoi manifesti storici (Ca’ Giustinian, 25 febbraio – 20 maggio 2011), la Biennale, con il suo archivio, offre per la visione del pubblico e la consultazione degli studiosi e appassionati della storia dell’Istituzione una selezione di video d’artista (dal 27 novembre al 31 dicembre 2011) realizzati tra 1969 e il 1977, oltre che fotografie e altri documenti appartenenti ai Fondi dell’ASAC disposti in mostra secondo una selezione operata da Bice Curiger.

Per la prima volta, dopo un’anteprima dei lavori digitalizzati presentati alla 52. Esposizione Internazionale d’Arte nel 2007, e a 24 anni dalla storica rassegna Gli Art/tapes dell’ASAC tenutasi a Ca’ Corner della Regina nel novembre 1977, sarà visibile al pubblico un ricco patrimonio che documenta la nascente videoarte in Europa all’inizio degli anni Settanta. Si tratta di un fenomeno transnazionale che si intreccia ai contemporanei movimenti d’avanguardia come Body Art, Land Art, Performance Art, Lettrismo e Minimalismo, e che anche in Italia ha avuto interessanti risvolti fino ad ora non sufficientemente valorizzati.

Juan Downey – The Thinking Eye

Martedi 22 Novembre 2011 Kunstverein (Milano), ospitata da Careof, presenta quattro video dell’artista cileno Juan Downey (Santiago, 1940 – New York, 1993), tratti dalla serie “The Thinking Eye”, da cui prende il titolo l’intera rassegna di screnings & talks.

Il secondo capitolo della rassegna si concentra su una selezione di video, scelti dall’omonima serie televisiva realizzata da Juan Downey negli anni ’80: The Thinking Eye. Culture as an Instrument of Active Though. Pioniere della video arte, Juan Downey, intende confrontare la sua autobiografia con una storiografia ufficiale, tentando di “decifrare l’io attraverso le ossessioni culturali” ed applicando complessi sistemi di analisi (linguistica, psicoanalisi, semiotica) per recuperare l’io nella cultura, nella politica e nell’economia occidentali. Juan Downey utilizza, il mezzo video come un “occhio” cognitivo che evoca la relatività della percezione attraverso la questione della soggettività, dell’oggettività e l’interazione tra artista, spettatore e soggetto.

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