Giovedì 26 marzo si è inaugurato il primo ciclo di mostre Invito all’Opera, ideata da Achille Bonito Oliva, Giuliano Matricardi e Bruno Puiatti della galleria Il Ponte Contemporanea.
Invito all’Opera è un progetto che si svilupperà per circa due anni, fino al 2010. Non l’artista protagonista ma solo “l’Opera”. Saranno esposte quattro grandi opere, di artisti di diverse generazioni, che segnano l’arte del nostro secolo.
Nella galleria 1 viene presentata Colosseum opera che nasce come un grande omaggio di Nam June Paik all’Italia e alla storia millenaria della civiltà romana che ha irradiato un modello di civiltà e di cultura oggi alla base della moderna civilizzazione europea. Naturalmente lo sguardo di Paik è come al solito periferico e orizzontale e presenta anche in quest’opera la sua visione allargata e comparativa della cultura, associando un simbolo principe della romanità come il Colosseo a un video girato a New York nel mercato di Chinatown e nelle strade di Little Italy. Cina, Stati Uniti, Korea e antica Roma si uniscono quindi nella visione ecumenica di Paik che da artista Fluxus si fa ponte tra culture diverse geograficamente e concettualmente, tra scuole di pensiero lontane di cui egli sa tuttavia rintracciare un filo comune. Colosseum fa parte di quelle installazioni di Paik che si possono anche ben definire video-sculture in quanto non presentano semplicemente dei monitors e un video, ma si servono di materiali originali insostituibili, a cui la parte elettronica costituita dai monitors viene associata. Per le dimensioni, la forza del concetto, le caratteristiche dell’installazione, Colosseum è oggi uno dei capolavori assoluti di Paik, come testimoniano le innumerevoli mostre museali in cui l’opera è stata esposta fino ad oggi.
Tra il settembre del 1973 e l’ottobre del 1976 Michelangelo Pistoletto realizza un lavoro esteso nel tempo, intitolato Le Stanze che consiste in una mostra della durata di un anno, divisa in dodici esposizioni della durata di un mese, negli spazi di una galleria d’arte torinese.
Sempre nella galleria 1 l’artista presenta Chi sei tu?, una traccia audio della durata,circa di 22 minuti, in cui Michelangelo Pistoletto fa un elenco delle più disparate Nazioni del mondo dicendo:”.. non sono francese, non sono indonesiano, non sono Kazaco, non sono Argentino,…”.
L’ascolto “Chi sei tu?” di Michelangelo Pistoletto (1976) ha dato vita ad una discussione fondamentale su identità culturale e responsabilità sociale dell’individuo.
La sala galleria 2 propone invece l’opera del 2009 Fatima di Cristiano Pintaldi. La ricerca pittorica dell’artista si fonda sulla ricostruzione dello spazio visivo ottenuta attraverso un procedimento analogo a quello della formazione dell’immagine video.
I suoi quadri sono infatti dipinti secondo la logica di scomposizione che è propria delle immagini di tipo elettronico, dove l’unità elementare dell’informazione visualizzata sullo schermo è il pixel, con i tre punti di colore rosso, verde e blu. I soggetti di quest’ultimo lavoro sono i testimoni dei prodigiosi eventi di Fatima, i tre pastorelli Lucia, Francisco e Jacinta.
La sala galleria 3 presenta res gestae amoris opera del 2007 di Maurizio Cannavacciuolo, artista che si distingue per lo stile pittorico estremamente elaborato. Nelle sue opere la tela è densamente coperta da intricati motivi decorativi tratti dalla tradizione europea e medio-orientale che compongono un puzzle in cui il soggetto appare imprigionato in un ambiente onirico ed irreale. Il colore steso a tinte piatte ed uniformi a riempire in modo preciso i contorni di ogni elemento della tela contribuisce a conferire alle immagini una marcata bidimensionalità.
Photo copyright di Nam June Paik
Commenti (1)