The Residents, Luther Blisset, Artists Anonymous e l’arte anonima

Oggi Globartmag focalizza l’attenzione sull’anonimato artistico. Parliamo di  The Residents,  realtà artistica storica della scena underground americana in bilico tra il grottesco e lo sperimentale. The Residents è  un gruppo di visual artists e musicisti del tutto stravagante, nel corso della loro lunghissima carriera esattamente dal loro primo album Meet The Residents, questo squinternato quartetto caratterizzato dalla famosa maschera con un gigantesco bulbo oculare al posto della testa non ha mai smesso di produrre arte d’avanguardia.

Tra i loro lavori più famosi ricordiamo  One Minute Movies, degli esperimenti filmici di un minuto in bilico tra video musicale e video arte che rappresentano un vero e proprio punto di unione con  The Commercial Album un disco con 40 brani di circa 60 secondi ciascuno uscito nei primi anni ’80

Quiet like a lake da 1/9 Unosunove Arte Contemporanea di Roma

Dal 30 giugno fino al 30 luglio 2011 la galleria 1/9 Unosunove Arte Contemporanea di Roma presenta al pubblico Quiet Like a Lake, mostra collettiva con la partecipazione di David Raymond Conroy, Louise Despont, Petra Feriancova, Marysia Gacek, Jason Kalogiros, Xavier Mazzarol, Caterina Nelli, Alek O. e Lisa Williamson

Quiet like a lake è un momento di riflessione. Le opere selezionate suggeriscono un interrogativo sull’attenzione che rivolgiamo a ciò che ci circonda. Tramite la decontestualizzazione e la riassegnazione di un significato d’uso, l’osservazione intima di un paesaggio circostante abituale – sia esso reale o immaginario, personale o comunitario – restituisce un’interpretazione della realtà, una rielaborazione del quotidiano.

1/9 – Unosunove arte contemporanea di Roma presenta She said no

Oggi la galleria 1/9 – unosunove arte contemporanea di Roma inaugura la mostra She said no, collettiva di Stefan Brüggemann, Gregor Hildebrandt, Jamie Shovlin e Conrad Ventur. Il primo rifiuto, la prima delusione sentimentale con tutta la sua intensa e insostenibile amarezza: è a questo delicato momento che i quattro giovani artisti tornano con la memoria ma soprattutto con il cuore. Un momento di rottura in cui la difficile e necessaria presa di coscienza di se stessi, dei propri desideri, capacità e limiti, è legata a doppio filo ad un inevitabile confronto con l’altro, in particolar modo con l’altro che ci ha preceduto e ispirato.

Nella costante ricerca di una propria individualità e cifra stilistica l’artista si misura e spesso si svincola dal linguaggio dei padri, dall’ambito culturale che lo ha nutrito, in un misto di riconoscenza verso qualcosa da cui ha attinto e preso forza, ma che allo stesso tempo avverte come un peso da cui liberarsi, un debito da estinguere.

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