L’epopea di Achille Bonito Oliva nudo su Frigidaire di Marzo 2011

Ma voi ve lo ricordate Achille Bonito Oliva nudo su Frigidaire? molti di voi all’epoca erano troppo piccoli, altri non erano nemmeno nati, altri ancora hanno sicuramente ben impressa nella mente quella ormai mitologica immagine. Noi di Globartmag avevamo profeticamente rammentato al pubblico le gesta di Achille su Frigidaire in un articolo apparso lo scorso anno sulla nostra piattaforma.

Ora però c’è dell’altro, già perché Achille ha deciso di compiere nuovamente lo spogliarello per Frigidaire numero 232, in edicola da oggi 8 marzo 2011, alla modica cifra di 3 euro. All’interno del magazine troverete una foto/poster di ABO nudo sul divano di casa ed un’intervista sull’arte del 2000. Siamo quindi al terzo spogliarello dopo quelli del 1981 e del 1989. Stavolta ABO ha molte ragioni per mettersi a nudo, in questi ultimi tempi infatti la sua ferma opposizione al regime dell’arte politicizzata si è fatta ancor più solida.

Il MADRE e l’ira di Achille contro la giunta regionale campana

Le dimissioni del Cda del museo MADRE di Napoli, maturate in questi ultimi giorni hanno creato un ulteriore caso all’interno della situazione “emergenza arte contemporanea campana”. Il comunicato stampa emanato dalla fondazione parla di dimissioni “per senso di responsabilità e in coerenza con la dignità del ruolo finora ricoperto il Presidente Oberdan Forlenza, il Vicepresidente Achille Bonito Oliva e il Consigliere Enrico Santangelo, i quali hanno restituito le cariche nelle mani del Presidente Caldoro con lettera raccomandata inviata il 17 febbraio, evitando in questo modo l’insorgere di un conflitto istituzionale con la Regione Campania.”.

Ieri è stato proprio Achille Bonito Oliva, sulle pagine de La Repubblica, a rilanciare la posta con una lunga intervista in cui il celebre critico definisce la politica di centrodestra come priva di progettualità culturale e di personale intellettuale, brava solo a tagliare teste. Bonito Oliva invita i fa infatti riferimento alla decapitazione dei vertici del Ravello festival, del Napoli Teatro festival, del Trianon, del Mercadante ed ora del MADRE

Quando l’artista supera il critico

Molti sono concordi nel definire le figure del critico e del curatore d’arte contemporanea come l’unico mezzo per presentare, avvalorare e spiegare l’opera di un determinato artista. Questo potrebbe suonare bene per personaggi come Pierre Restany, Harald Szeemann, Germano Celant o Achille Bonito Oliva che di fatto hanno accentrato diverse forze creative, coniando nuove avanguardie ed hanno partorito nuove architetture per l’esegesi dell’opera alimentando il mito e la mitopoiesi.  Inoltre non è un mistero che artisti come Maurizio Cattelan avrebbero di certo meno appeal senza gli scritti di altrettanti Massimiliano Gioni del caso.

La scrivente, in qualità di critico e curatore d’arte contemporanea, è però fermamente convinta che in moltissimi casi l’artista riesce a superare il critico, rendendo superfluo il ruolo ed il bisogno di quest’ultimo. A riprova del fatto basti citare i Paragraphs on Conceptual Art redatti dal grande Sol LeWitt per comprendere quanto un artista sia in grado di divenire il più grande teorico di se stesso.

I soldi del museo? Se li prende l’iPhone

Leggevo ieri un’intervista di Exibart ad Achille Bonito Oliva sullo spauracchio dei tagli alla cultura. Mi sembra che il celebre e stimato curatore e critico d’arte abbia ben fotografato le cause e gli effetti di questa terribile situazione-Italia, ma (prendendo in esame solo le istituzioni museali ed affini) quali potrebbero essere le soluzioni a questo problema? Come portare soldi alle casse dello stato ed al contempo evitare lo sfacelo totale delle istituzioni museali e culturali in genere? Difficile a dirsi. Il governo inglese ad esempio, tramite il ministro della cultura Jeremy Hunt, sta tentando di incoraggiare i ricchi del paese a finanziare le operazioni culturali dell’intera nazione.

Fino ad ora sono stati raccolti circa 120 milioni di dollari che potrebbero servire a finanziare tante iniziative o comunque a sorreggere ciò che esiste già. Il privato dunque rimane un’importante carta da giocare per non far andare tutto in rovina. Musei e monumenti gestiti dai privati, questa potrebbe essere una buona soluzione ma è ovvio che lo stato dovrebbe comunque vigilare su tutto.

Fluxus Biennial – Wolf Vostell all’Auditorium di Roma

Il progetto FLUXUS BIENNIAL, curato da Achille Bonito Oliva per l’Auditorium, è strutturato in una serie di “piccole grandi mostre” di alcuni protagonisti di Fluxus. Attorno a ogni appuntamento espositivo è abbinato un calendario di concerti e performance, storiche e contemporanee, che coinvolgono artisti ai quali viene chiesta una rilettura di quello spirito di immediatezza e di relazione/interazione con l’individuo alla base della filosofia e dell’estetica “intermedia” Fluxus.

Dopo George Maciunas e George Brecht, sarà la volta di Wolf Vostell. La mostra, allestita in AuditoriumArte, si inaugurerà il 19 novembre e resterà aperta al pubblico fino al 9 gennaio. In occasione dell’inaugurazione, si terrà la performance degli Staalplaat Soundsystem. L’evento è un appuntamento di After fluxus, la rassegna di concerti e performance fluxus, storiche e contemporanee.

L’arte dello street artist Invader a Roma

Roma 2010 and other curiosities: la street art di Invader entra in galleria. Lo spazio Wunderkammern di Roma inaugura il 23 ottobre la prima personale italiana dell’artista francese.
Invader è un artista che lavora in anonimato. Nato nel 1969 a Parigi, è uno dei più importanti e originali street artist internazionali e vari prestigiosi musei e gallerie all’estero hanno ospitato in mostra i suoi lavori.

Invader è noto soprattutto per i suoi interventi pubblici ispirati all’Arcade Game Space Invaders, creato nel 1978 in Giappone. Il suo operato è legato a pratiche creative di “interferenza” e disegna inediti percorsi nello spazio collettivo, modellando nuovi segni nel paesaggio urbano. La modalità naturalmente pubblica dei suoi interventi – sospesa tra visibilità e anonimato e tra spazio reale e virtuale – così come la scelta di icone presenti nelle pratiche e nella memoria collettiva delle generazioni più giovani, fornisce una lettura significativa e originale del nostro patrimonio culturale.

Achille Bonito Oliva e Ai Weiwei dalla parte dei Gao Brothers

I Gao Brothers sono artisti decisamente battaglieri, le loro proteste contro le rigide spire del regime politico cinese sono ormai divenute celebri. Va detto che molto spesso in Cina il dissenso politico è punito severamente e le opere d’arte sono pericolose quanto una protesta di massa. Negli ultimi anni i Gao Brothers hanno subito raid della polizia,  le loro opere sono state confiscate dalle autorità e la stessa fine hanno fatto i loro passaporti. I due sono infatti rimasti confinati in Cina per dieci anni vale a dire fino al 2003.

I due fratelli mirano a raggiungere la verità tramite l’arte e non si considerano dissidenti ma semplicemente persone che usano l’arte per esprimere ciò che vogliono. Recentemente, a Pechino, il dinamico duo  ha inaugurato la mostra Portraits (chiusa il 19 luglio) alla China Art Archives & Warehouse, con due curatori d’eccezione: Ai Weiwei ed il nostro Achille Bonito Oliva. Come di consueto i due artisti non hanno fatto pubblicità, ne diramato comunicati stampa ma inviato alcune e-mail al loro ristretto circolo di conoscenze, come se si trattasse di un evento segreto.

Franz West – Roman Room

La Gagosian Gallery di Roma inaugura il 16 settembre una mostra di nuove sculture di Franz West. Appartenente alla generazione di artisti influenzati dall’Azionismo e dalla Performance Art degli anni Sessanta e Settanta, West rigetta istintivamente la natura tradizionalmente passiva della relazione fra l’opera d’arte e lo spettatore.

Negli anni Settanta l’artista inaugura una serie di piccole sculture portatili polimateriche, gli Adattabili (Paßtücke). Questi oggetti simil-ergonomici si completano in quanto opere d’arte solo nel momento in cui lo spettatore le prende, le indossa, le porta con sè o le utilizza per svolgere delle attività. West continua ad esplorare la scultura in termini di costante dialogo di azione e reazione tra gli spettatori e gli oggetti all’interno di un qualsiasi spazio espositivo.

Al Ravello Festival la Follia di Achille Bonito Oliva

Da venerdì 2 luglio a martedì 31 agosto 2010 il Ravello Festival propone al pubblico la mostra d’arte contemporanea La Follia dell’Arte a cura di Achille Bonito Oliva. L’evento avrà luogo nei prestigiosi spazi espositivi di Villa Rufolo. È con le Avanguardie Storiche, all’inizio del XX secolo, che la follia acquista dignità espressiva oltre che concettuale. Col Surrealismo nasce una forma di espressione artistica che usa i procedimenti automatici per liberare le forze dell’inconscio. Negli anni Cinquanta questi temi verranno riconsiderati volgendosi all’infanzia e alle produzioni “artistiche” degli alienati fino a giungere alle esperienze dell’Azionismo viennese e del gruppo Fluxus.

Il legame tra arte e follia sviluppa uno scarto tra le convenzioni delle regole sociali e l’aspettativa culturale che determina uno shock nella routine del vivere quotidiano. Oggi l’arte contemporanea mostra la sua familiarità con la follia diffondendo ad alta voce e senza remore il suo messaggio contro ogni discriminazione e per la valorizzazione delle differenze.

Roma, un ‘Parco Nomade’ per far rinascere il Corviale

Un parco di 40 ettari tutto dedicato ad installazioni d’arte e architettura per la rinascita culturale di una delle periferie piu’ difficili della Capitale, con il coinvolgimento di grandi nomi come l’architetto portoghese Joao Nunes e il critico d’arte Achille Bonito Oliva.

E’ questo l’obiettivo del progetto Parco Nomade, che sorgera’ al Corviale e che nasce da un’idea della Fondazione Volume!’per ampliare, dopo 13 anni di attivita’ presso la sede di via San Francesco di Sales a Trastevere, gli spazi nei quali concepire ed allestire le installazioni di artisti e architetti provenienti da tutto il mondo. Come spiegato dallo stesso presidente Francesco Nucci durante la presentazione alla stampa di questo progetto, la scelta e’ ricaduta su un’area di 40 ettari di agro romano, sotto il quartiere di Corviale, presso il Casale Pisano, all’interno della Riserva Naturale della ‘Tenuta dei Massimi’.

Apre il Maxxi e Roma si apre al mondo

Dopo mille peripezie il Maxxi di Roma ha finalmente aperto le sue porte durante le giornate di inaugurazione il 27, 28 ed il 29 maggio. Si è trattato di un tripudio in pompa magna che ha sinceramente iniettato un poco di ottimismo in una scena romana sino ad ora troppo mal criticata e sin troppo bolsa. 25 mila visitatori hanno tolto ogni ombra di dubbio sulle future sorti del museo ed anche il nostro scetticismo si è volatilizzato innanzi all’incredibile offerta artistica di questo nuovo polo culturale della città eterna.

Certo c’è ancora molto da fare, difficile dire se gli appassionati d’arte contemporanea sparsi per il mondo decideranno di recarsi a Roma solo per ammirare il Maxxi ma è certo che una volta giunti nella capitale sarà sicuramente d’obbligo una capatina a questo straordinario museo. La collezione permanente c’è ed è anche di ottimo livello, non si tratta certo di “pezzi” decisivi ma l’altisonante portata dei nomi ed il mirabile dialogo che la struttura è riuscita ad instaurare con le meravigliose opere è bastata a farci togliere il respiro.

Nuovo spazio a Roma, inaugura a San Lorenzo Limen otto9cinque


Mercoledì 7 Aprile inaugura a Roma, con la mostra San Lorenzo: Limen, La soglia dell’arte a cura di Achille Bonito Oliva, Limen otto9cinque, nuovo spazio espositivo situato nel quartiere romano di San Lorenzo. Con l’intento di rendere omaggio al quartiere che ospiterà il nuovo spazio espositivo, la mostra è dedicata a quelle personalità artistiche che negli anni hanno reso San Lorenzo quartiere centrale nel panorama dell’arte contemporanea italiana.

Sono state selezionate opere di Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella e Marco Tirelli. La scelta degli artisti e delle opere non vuole determinare un’area di ricerca comune, ma sottolineare l’atmosfera che ha generato le singole evidenze plastiche. Per l’occasione sarà edito un catalogo per le Edizioni Carte Segrete, che verrà pubblicato nel corso della mostra, con le immagini catturare dal fotografo Claudio Abate e testi di Achille Bonito Oliva, dell’Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma Umberto Croppi, e del Presidente del III Municipio Dario Marcucci.

Fluxus Biennal, è la volta di George Brecht

Dopo la mostra di George Maciunas, Fluxus Biennial – 730 giorni hic et nunc, il progetto curato da Achille Bonito Oliva all’Auditorium di Roma, prosegue dal 7 aprile al 14 maggio 2010, con l’esposizione dedicata a George Brecht. Brecht e’ stato uno dei piu’ significativi esponenti del gruppo Fluxus, attivo fin dal suo inizio nel 1962 e inventore del termine “Event”, una tecnica performativa usata da tutti i componenti del gruppo e divenuta in seguito caratteristica imprescindibile della ricerca di Fluxus. Negli “Event”, azioni quotidiane che coinvolgono ogni sfera del sensibile (visiva, uditiva, tattile, motoria) vengono isolate come singole performance, assumendo occasionalmente il carattere di situazioni immaginarie o impossibili.

Tra le opere esposte in AuditoriumArte, Water Yam (1963), una semplice scatoletta di cartone con centinaia di piccoli bigliettini recanti le indicazioni di Brecht per eseguire gli “Event”, una serie di partiture legate a gesti minimali o atti basici del semplice vivere quotidiano. Water Yam e’ considerata una pietra miliare di Fluxus. Tutte le opere presenti in mostra giocano sul paradosso di oggetti d’uso comune che mantengono la loro caratteristica di banalità e quotidianità, inserendosi nell’assunto portante del lavoro di Brecht secondo cui ogni cosa soggiace alle leggi generali del caso e delle coincidenze. Persino quelle tridimensionali sono Event che si sviluppano sotto gli occhi dello spettatore, come una pianta di azalea poggiata su una sedia che cresce impercettibilmente giorno per giorno (Chair with plant, 1967), o come un improbabile e ironico ritratto femminile fatto da oggetti d’uso comunissimo come una scala a pioli, uno spazzolone e un cobra (Lola, 1975).

Siam tutti figli di…Achille

 Recessione o non recessione? Difficile a dirsi in un mercato dell’arte dove non esiste una reale piattaforma statistica in grado di quantificare introiti e vendite. Gli unici dati disponibili sono quelli delle aste ma dopo la bolla speculativa e dopo il crollo della Lehman Brothers le quotazioni di molte stars del contemporaneo hanno subito un congruo ridimensionamento. Un valido segno dell’andamento del mercato potrebbe essere però estrapolato dalla resistenza alla crisi che le gallerie private riescono ad opporre.

Nell’autunno del 2008 il celebre critico americano Jerry Saltz predisse che 100 gallerie di New York avrebbero chiuso i battenti di li a pochi mesi, in realtà ad oggi solo 25 dealers sono usciti di scena e la grande mela ha comunque registrato nuove aperture che hanno doppiato le perdite. Ed in Italia il mercato come va, in che modo possiamo analizzarlo? Beh, niente di più difficile. Anche da noi c’è stato un ricambio di gallerie, vi sono state manifestazioni fieristiche che si sono chiuse positivamente ed altre meno. Il Nostro problema però non risiede nella crisi poiché l’oggetto artistico è da considerarsi un bene di lusso e come si sa durante i periodi di recessione le statistiche recitano sempre la stessa litania: “ricchi più ricchi, poveri più poveri”.

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