Adalberto Abbate alla Gam di Palermo

Siamo fermi, assenti. Senza prendere le distanze da questa civiltà fantasma, stiamo per fare un grosso respiro e ricostruire il prossimo errore.  L’origine delle cose è ormai lontana e faticosamente inafferrabile.  Nella paura di una sterile inversione abbiamo rinnegato le pitture delle nostre origini, create con coscienza e volontà, per lasciare spazio al silenzio e al vuoto; nell’ovattatura di questo rifugio abbiamo distrutto dentro di noi ogni principio di resistenza abbassando i nostri bisogni ad abitudini primordiali. Abbiamo deciso di abdicare e lasciarci guidare da fili invisibili come pupi di una leggenda ormai troppo lontana. Il bisogno di essere gestiti ha schiacciato le nostre coscienze e ci ha reso immobili.

Chi ha ricostruito le nostre idee, i nostri desideri, il nostro dire e lo stare zitti, le nostre rivoluzioni, i nostri compromessi ed infine le nostre speranze lo ha fatto secondo un piano che non appartiene ad alcuno.  Lo svuotamento delle coscienze si trova ora a fare i conti con la fine delle illusioni che ciclicamente si appropriano del pensiero umano.  L’onnipotenza rivela la vera esigenza dell’individuo nella creazione, devastazione e ricostruzione del sé e del suo teatro.

A Rendezvous in Berlin

A rendezvous in Berlin non è una mostra ma un progetto che nasce da conversazioni fra artisti che hanno partecipato temporaneamente a un percorso, o che condividono un’attitudine e degli interessi comuni. Limite, margine, confine e scorrettezza sono le parole chiave da cui sono scaturiti i lavori che andranno a comporre questo spazio visivo.

La parola, usata nella sua veste di effettualità rispetto al reale, diviene un veicolo che mette in relazione i differenti lavori. Parola che incarnandosi in un gesto di rivolta si fa incisione su pietra in “DIES IRAE”. Oppure si scinde in diversi personaggi, partecipando al tentativo di ricostruzione di un momento opaco della storia italiana di “On the ripening of times”, dove viene investigata la relazione tra il linguaggio e la violenza.

Adalberto Abbate – Tutto da rifare

Un nuovo appuntamento con gli artisti di S.A.C.S., l’archivio creato da Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, per valorizzare gli artisti siciliani. Venerdì 11 marzo alle 18 nella sede catanese della Galleria S.A.C.S., presso la Fondazione Brodbeck, si inaugura infatti “Tutto da rifare”, personale di Adalberto Abbate che raccoglie foto, sculture e installazioni dalla forte connotazione politica.

“Tutto da rifare” (2011) testimonia proprio lo stato cronico di immobilità per il quale ognuno di noi preferisce rifugiarsi nel proprio mondo interiore piuttosto che imbattersi nelle complesse questioni collettive. Fisiologico sviluppo del precedente “Rivolta” (2010), anche questo nuovo progetto si rivolge cinicamente alle coscienze assopite, partendo dalla disamina di un quotidiano sempre più avvilente.

Airswap atterra alla Not Gallery di Napoli

Un progetto artistico senza confini spaziotemporali. Ecco cos’è Airswap. Nato dalla mente di Arianna Callegaro e sviluppato in collaborazione con Luca Mazza, Airswap è un contenitore potenzialmente illimitato, mobile e in costante accrescimento. Lo è per sua natura e per quella dei luoghi in cui approderà: gli aeroporti.

Un giorno i viaggiatori, muovendosi tra scale mobili e tapis roulant, tra gates e metal detectors, tra imbarchi ed approdi, s’imbatteranno in speciali kiosk, in cui potranno barattare un loro indumento con uno Airswap. Vantaggio ben più sostanzioso dello sconto al duty free, perché nella permuta guadagneranno un pezzo unico, un’opera d’arte, un valore aggiunto.

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