Tobias Rehberger vuole Roger Federer e Rafael Nadal per un “match” a Londra

L’arte contemporanea è solo un gioco? Decisamente no, ma potrebbe diventare uno sport. Per l’artista tedesco Tobias Rehberger ad esempio, l’arte è un bel campo da tennis. Strano a dirsi ma è proprio così, visto che l’artista ha deciso di installare un campo da gioco regolamentare a Londra, in quel di Hyde Park. L’installazione sarà inaugurata la prossima estate, in concomitanza con i giochi olimpici di Londra 2012. Il campo da tennis sarà completamente funzionale e saranno invitate stars come Roger Federer e Rafael Nadal per giocare alcuni match.

Raggiunto dai microfoni della stampa internazionale, Tobias Rehberger ha così motivato la sua scelta creativa: “E’ importante che un’opera posta all’esterno, come quella che ho intenzione di fare, sia accessibile al pubblico, ma non voglio che sia più democratica di altre opere visto che chiunque può recarsi ad osservare un’opera situata all’interno di un museo o di una galleria o qualunque altro spazio interno. E poi mi interessano le situazioni, in particolare mi piacciono le situazioni difficili”.

Pillole di Biennale 08 – Nazioni illuminate

(Dove eravamo rimasti…) Ebbene si siamo ancora in Biennale, dopo aver visitato il Padiglione centrale avevamo decisamente perso la sensibilità alle gambe, sognavamo comode sedute e refrigeranti bibite, invece avevamo un’ultima ora per vedere qualche padiglione nazionale, e guai a chi si lamenta.

PAGLIONE UNGHERESE – Esilarante, tragicomico, cinico, intelligente, catastrofico. Hajnal Németh porta l’opera Crollo – Intervista passiva, un racconto corale di incidenti d’auto reinterpretati in canto lirico. Quando la video arte piace pure a me.

PADIGLIONE DANESE – Una mostra complessa, un buon tema di base: la libertà di espressione, ma un po’ dispersiva, troppe opere diverse richiedenti ognuna tempo per essere comprese ed interagire. Ipnotico il video su tre schermi di Han Hoogerbrugge, Quatrosopus. Un uomo che non vorrei incrociare per strada, ma il cui universo visivo è affascinante, dissacrante e tristemente realista. (Consiglio di cercarlo in rete.)

Allora & Calzadilla: amore, odio ed una punta di Cattelan

Ruth Fremson/The New York Times

Questa edizione della Biennale Di Venezia sarà sicuramente ricordata per le eccentriche e chiacchierate opere del duo Allora & Calzadilla. I due artisti di Porto Rico hanno catturato (ed in certi casi indispettito) l’attenzione generale con il loro tank rovesciato a far da contrappunto alla sobria architettura del padiglione degli Stati Uniti. Polemica sulle politiche guerrafondaie, crisi annunciata di un sistema ormai allo sbando, le opere dei Allora & Calzadilla hanno molteplici significati.

Senza dubbio fondamentale è stata la partecipazione di un nutrito gruppo di atleti statunitensi al folle progetto del duo, il campione olimpico Dan O’Brien ha infatti corso sul tapis roulant posto sui cingoli del carro rovesciato, mentre all’interno del padiglione altri ginnasti hanno eseguito le loro figure sopra sedili di aeroplano.

Ancora sulla Biennale di Venezia

La Biennale di Venezia non è fatta di sole polemiche. Accanto alle questioni di lana caprina c’è anche molto da vedere ed alcune opere non mancheranno di stupire i tanti visitatori presenti quest’anno in laguna. Partiamo da Mike Nelson che assieme ad un pugno di aiutanti, ha impiegato 13 settimane per cambiare completamente l’aspetto del Padiglione britannico, trasformandolo in una labirintica installazione che disorienta ed affascina lo spettatore. Attualmente l’interno del padiglione è irriconoscibile, falsi muri, porte chiuse, passaggi crepuscolari e polverosi e soffitti bassissimi, una sorta di versione riveduta e corretta del caravanserai turco. Entrando nell’ambiente sembra quasi di attraversare un nuovo universo creato da stanze che sembrano abbandonate da tempo: c’è la bottega di un artigiano con suppellettili impilate sul tavolo, c’è un letto improvvisato con le coperte spiegazzate ed anche una piccola doccia.

Mike Nelson ha definito il suo lavoro come una “scultura che può essere esplorata”. Ma in Biennale c’è anche spazio per l’impegno politico-sociale, il Padiglione egiziano ospita infatti un’opera del videoartista Ahmed Basiouny dal titolo 30 Days of Running in The Place. Come molti di voi sapranno l’artista è stato ucciso il 28 gennaio scorso al Cairo, sotto il fuoco dei cecchini mentre riprendeva le proteste del popolo.

Le mostre da non perdere durante le vacanze di Natale 2010


Andate in vacanza per le feste? eccovi dunque una selezione di mostre in giro per il mondo per tenere d’occhio l’arte anche durante i momenti di relax: Al MoMA di New York potete ammirare fino al 10 gennaio 2011 la Performance Stop, Repair, Prepare: Variations on Ode to Joy for a Prepared Piano (2008) del duo Allora & Calzadilla. I due hanno intagliato un buco nel centro di un grande piano da dove un pianista suonerà ( ogni giorno di apertura del museo  alle ore 11:30) la Nona sinfonia di Beethoven, mentre si muoverà assieme al pianoforte attorno allo spazio espositivo.

Per la sua nuova mostra alla Hyunday Gallery di Seoul, Thomas Struth ha catturato delle immagini da diverse città coreane, tra cui Pyongyang. L’artista focalizza la sua attenzione sul rapporto dinamico tra uomo e progresso tecnologico. La maggior parte delle immagini verte su cantieri edili e linee di produzione. In visione fino al prossimo 9 gennaio 2011.

Art basel si apre con un tripudio di vendite

Il mercato dell’arte sembra essere in piena salute, questo è quanto emerge dalle prime giornate di Art Basel, la fiera d’arte contemporanea più celebre del mondo che ogni anno si tiene a Basilea in Svizzera. Già dalle prime battute della kermesse, molte gallerie hanno totalizzato alcune vendite interessanti, confermando il momento positivo dell’art economy. La galleria di Los Angeles Blum & Poe ha dichiarato di aver venduto tutto lo stand. Tra i pezzi venduti figura l’opera Korin Dokuro di Takashi Murakami, ceduta per 550.000 dollari assieme ad  un dittico pittorico dal titolo My Lonesome Cowboy e Hiropon.

Blum & Poe ha inoltre venduto due dipinti di Carroll Dunham per 150.000 dollari al pezzo come anche alcuni dipinti di Mark Grotjahn ceduti per 90.000 dollari l’uno.  Anche la galleria Emmanuel Perrotin ha venduto un’opera di Murakami, si tratta di una scultura dal titolo Yume Lion, ceduta ad un collezionista europeo per 1.3 milioni di dollari. Perrotin ha ceduto anche l’opera Rocks di Tatiana Trouve per 90.000 euro. 

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