Holy Work, Andrea Serrano reinterpreta il ritratto sacro all’interno della storia dell’arte

Il 22 settembre la Galleria Pack di Milano inaugura HOLY WORKS, la prima mostra di Andres Serrano appositamente concepita e realizzata per la galleria dove l’artista americano ricrea e reinterpreta la pittura religiosa medioevale e rinascimentale.

HOLY WORKS, nelle intenzioni dell’artista, non vuole essere una re-interpretazione di opere specifiche della storia dell’arte e non deve trarre in inganno la presenza di una Ultima Cena. Quella di Serrano sembra voler essere piuttosto una rilettura complessiva dell’idea di ritratto sacro all’interno della storia dell’arte. Ben lontano dalla volontà iconoclasta tipica di molti cicli passati, in queste opere l’artista sembra orientato verso una sua lettura della pittura italiana quattro-cinquecentesca che rinvigorisce alla sua tipica maniera e attraverso l’utilizzo di personaggi presi all’interno della cerchia degli amici e conoscenti che riportano le tipiche caratteristiche somatiche di quel melting pot newyorkese che da sempre affolla le sue fotografie.

Piss Christ di Andres Serrano vittima di atti vandalici

A volte l’arte riesce a sollevare veri e propri vespai di polemiche, i quali sfociano in roventi atti di censura o peggio ancora in terribili spirali di violenza. Ne sa qualcosa Andres Serrano che con il suo Piss Christ (già il titolo dell’opera dice tutto) del 1987 ha aperto la strada ad una fiorente stagione di quella che potremmo definire come Shock Art.

Prima delle teste sanguinolente e degli squali in formaldeide, Serrano aveva raffigurato la passione di Cristo utilizzando la propria urina. In soldoni Piss Christ è la fotografia di una classica statuetta raffigurante Cristo sulla croce, immersa in una sorta d’acquario contenente del liquido giallognolo, la pipì di Serrano appunto. Un’azione radicale e provocatoria quella di Serrano ed è innegabile che tale gesto ha in seguito influenzato intere schiere di giovani artisti.

Linguaggi Complessi, Messaggi Complessi – I Neoconoduli

E’ inaugurata ieri a Siracusa la mostra Linguaggi Complessi, Messaggi Complessi – I Neoiconoduli che vede la partecipazione di oltre 40 artisti che testimoniano l’odierno orientamento della rappresentazione nell’arte. È tempo di messaggi che magari non si capiscono immediatamente o facilmente ma che devono comunque arrivare al destinatario o fruitore attraverso il gioco dell’arte complesso, così come complessi sono i suoi linguaggi.

Iconoduli è un termine che si riferisce all’epoca Bizantina. A quel tempo, alcuni ritenevano che le immagini sacre potessero essere rappresentate (iconoduli); mentre altri si opponevano a tale tendenza (iconoclasti). Il termine Neoiconoduli è stato introdotto da Carmelo Strano (che cura la msotra) negli anni ’80, subito dopo il periodo delle neo-avanguardie. Il critico si riferiva a quegli artisti che andavano ben oltre la semplice rappresentazione ed i canoni prestabiliti. Essi erano invece interessati a comunicare qualcosa ma in modo non esplicito e con qualsiasi linguaggio espressivo.

Dark Side II, il lato oscuro della fotografia

L’anno scorso una mostra dal titolo Darkside I–Photographic Desire and Sexuality Photographed ospitata dal Fotomuseum Winterthur in Svizzera ha esplorato il ruolo della fotografia sull’immagine della sessualità e del desiderio, riproducendo passioni e corpi seducenti che si aprono alla vita.

Dal prossimo 5 settembre fino al 15 novembre sarà invece il turno del secondo capitolo dal titolo Dark Side II – Photographic Power and Violence, Disease and Death Photographed. L’evento si preannuncia come riflesso opposto della mostra precedente con immagini disperate e disperanti, colme di corpi sfigurati, mutilati o semplicemente in declino che forniranno interessanti spunti di riflessione sia sull’arte che sull’antropologia rappresentando il momento della morte o della vicinanza ad essa come ultima esperienza della vita umana.

Doppio appuntamento per gli amanti della fotografia

Doppio appuntamento a maggio per gli estimatori della fotografia d’arte e d’autore, il calendario degli eventi si arricchisce infatti di ben due manifestazioni dedicate a tale disciplina artistica.  Torna a New York, dopo il successo del debutto nel 2008, il New York Photo Festival che tenterà di riconfermare l’importanza di un evento che ha finalmente offerto alla grande mela una degna vetrina per la fotografia internazionale.

Quest’anno Daniel Power e Frank Evers, direttori della manifestazione hanno selezionato un gruppo di curatori di fama internazionale costituito da William A. Ewing, Chris Boot, Jody Quon, e Jon Levy. Tali nomi conosciuti in tutto il mondo dell’arte porteranno la loro personale visione ed il loro intrigante e provocatorio sguardo sulla fotografia nei padiglioni del festival, selezionando ed esibendo il meglio della fotografia internazionale.

Andres Serrano a Roma

Dal 5 aprile al 20 maggio il Palazzo Santa Chiara di Roma ospita l’arte di Andres Serrano (New York, 1950). L’opera del celebre artista americano verrà esposta nel foyer del Teatro dei Comici e sarà costituita da un  esclusivo nucleo di opere della serie Immersion e Body Fluids.

Si tratta di fotografie realizzate tra il 1987 e il 1990 in cui l’artista utilizza i liquidi organici restituendo immagini di grande effetto visivo e straordinaria eleganza formale. A queste serie appartiene l’ormai celebre Piss Christ, la controversa opera che nel 1987 consacrò Serrano alla ribalta internazionale.

preload imagepreload image