Andy Goldsworthy ed il suo dolmen di pietra accendono le polemiche…
arte pubblica
Change the ugly monument – Cambia il monumento brutto
Public art pieces are ugly, so what to do? Change it!
L’opera d’arte pubblica è brutta, ed allora? Cambiamola!
750.000 dollari promessi ad un assassino di cani, ma San Francisco non lo permette
La città di San Francisco è attualmente al centro di numerose polemiche riguardanti la realizzazione di una serie di opere pubbliche. Tutto è cominciato quando l’amministrazione cittadina ha affidato l’arduo compito a Tom Otterness. Dovete sapere che Otterness nel 1977 era un membro di Colab (Collaborative Projects), un gruppo artistico politicamente impegnato. Proprio nel 1977 il nostro Otterness fu protagonista di un evento assai controverso per non dire terribile.
L’artista realizzò un video in loop dal titolo Shot Dog Film, all’interno di questo video Otterness adotta un cane e successivamente gli spara uccidendolo in quello che il giornalista Gary Indiana apostrofò giustamente come: “il divertimento di registrare un’infantile e sadica depravazione su pellicola”. Da quel momento in poi furono in molti a scagliarsi contro l’artista americano che non si scompose più di tanto e divenne in seguito celebre per i suoi pacchiani monumenti pubblici.
La scultura pubblica finisce nel cassonetto
A volte le opere d’arte pubblica riescono a dare lustro ad un’area urbana pesantemente degradata, altre invece si trasformano in vere o proprie vittime del degrado. Mai però prima d’ora ci era capitato di udire di un’opera d’arte pubblica gettata per sbaglio in una pattumiera.
Il bizzarro evento è accaduto la scorsa settimana ad Albuquerque nel New Mexico. Il progetto Working Classroom Inc. aveva infatti creato una scultura pubblica sfruttando 50.000 dollari provenienti dalle tasse dei contribuenti. La somma era stata utilizzata per produrre un gigantesco cactus in fibra di vetro, simile ad una scultura di Jeff Koons venuta male. Alcuni giorni fa la scultura è stata presa di mira da ignoti vandali che l’hanno letteralmente buttata al suolo.
La fontana-scultura luminosa di Daniel Buren per la Città di Quarrata
Il parco della Villa Medicea La Magia – Arte Contemporanea si arricchisce di una nuova opera, una grande fontana monumentale realizzata dall’artista Daniel Buren per la Città di Quarrata. La fontana, il cui cantiere e’ partito recentemente, a fine luglio, sarà inaugurata sabato 30 ottobre 2010 alla presenza dell’artista e sarà accompagnata da una pubblicazione, curata dall’architetto David Palterer.
Per Quarrata, Daniel Buren ha ideato una fontana-scultura luminosa, da realizzare con lastre di marmo di Carrara, con una pianta esagonale che ricorda una sorta di antico ninfeo. Il luogo scelto per questo “luogo d’acqua” e’ il prato di fronte alla villa, in posizione frontale rispetto alla dorsale del Montalbano.
Occhi puntati sul Quarto Plinto di Trafalgar Square per Londra 2012
Da luogo celebre ma non fondamentale, il Quarto Plinto di Trafalgar Square a Londra è divenuto uno dei punti cardine dell’offerta culturale britannica, catalizzando l’attenzione di pubblico e critica. Ciò grazie alle 2.400 persone che si sono avvicendate nel corso della mostra One & Other di Antony Gormley la scorsa estate. In questi giorni quindi i curatori del progetto hanno pensato bene di anticipare le mosse e di rendere noti i nomi degli artisti che saranno invitati a presentare i propri progetti per l’opera che succederà alla nave di Yinka Shonibare.
L’opera vincitrice sarà installata sul Plinto in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012. Ovviamente per sapere qualcosa in più sui progetti presentati bisognerà attendere qualche settimana poiché su tutto vige l’assoluto riserbo. Gli artisti selezionati sono: Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla, nati rispettivamente negli Stati Uniti e Cuba ed oggi di stanza a Puerto Rico. Solitamente i due mixano scultura suono, video e performance; Michael Elmgreen e Ingar Dragset, di stanza a Londra e Berlino dove il loro monumento per le vittime gay uccise dai nazisti è stato inaugurato nel 2008;
Un gigante a Roma? ma no! è Awakening di Seward Johnson
Avevamo parlato in un nostro precedente articolo di Seward Johnson e delle sue mirabolanti sculture che raffigurano personaggi estremamente reali che emergono dalla terra o riproduzioni di persone sedute su di una panchina, intente a leggere un giornale. Nell’articolo sottolineavamo anche la presenza opprimente di monumenti cittadini oggettivamente brutti in tutto il territorio nazionale. Si diceva inoltre che le sculture di Seward Johnson pur essendo delle opere basate sulla spettacolarizzazione e sulla copia di altri capolavori dell’arte ed infine pur essendo al di fuori del canonico circuito dell’arte, rappresentano una tipologia di arte pubblica che svolge un servizio essenziale e cioè quello di incuriosire gli spettatori che non masticano arte contemporanea e magari spingerli a visitare un museo per approfondire la conoscenza.
Insomma saranno pure sculture da Disneyland ma almeno sono meglio di quelle brutture eseguite da artisti raccomandati che spillano soldi ai contribuenti. Tanto abbiamo urlato che finalmente qualcuno deve essersi accorto di ciò visto che l’aiuola che contiene l’Obelisco di piazza G.Marconi in Roma è stata occupata dai primi di novembre dalla gigantesca scultura Awakening, opera del nostro beniamino Seward Johnson ed in prestito per i prossimi due mesi.
Rimosso il monumento di Thomas Heatherwick
L’arte pubblica non sempre riesce nel suo intento estetico e culturale, in particolar modo i monumenti cittadini contemporanei che fanno bella figura nelle piazze e nelle vie d’Italia molto spesso si sono rivelati un spreco inutile di denaro oltre che una sorta di tangente da onorare all’artista raccomandato di turno.
Certo non siamo qui a dire che tutte le opere d’arte pubbliche dovrebbero esser tali e quali al monumento equestre al Gattamelata di Donatello, situato in piazza del Santo a Padova ma se è vero che la parola monumento deriva da monumentum, in latino ricordo, è altrettanto vero che le opere contemporanee lasciano sicuramente un brutto ricordo nella storia delle nostre metropoli. Tuttavia le brutture cittadine non sono solamente una specialità italiana.