Arte razzista al Tate Modern

“Ed anche gli inglesi a volte sbagliano” potrebbe essere il titolo di questo nostro articolo. Dopo gli sconcertanti risvolti della mostra shOUT, tacciata di pornografia gay, il Tate Modern riproporrà al pubblico una mostra già condannata come razzista quando fu presentata per la prima volta a New York. Si tratta di Red,Black,Green,Red,White and Blue, progetto di Rob Pruitt e Jack Early consistente in un collage di posters di pop stars, personalità dello sport, attori ed attivisti politici afro-americani, inteso sia come celebrazione che critica.

La Leo Castelli gallery ospitò la mostra nel 1992 e fu un vero putiferio che scatenò polemiche esplosive sia da parte dei critici d’arte sia da parte della comunità nera americana, mettendo così fine alla carriera di Early e fermando per ben sette anni quella di Pruitt. Già perchè dopo il deprecabile show nessuna galleria volle più esporre le opere dei due incauti oltre che stupidi artisti. Tanto per la cronaca Jack Early adesso vive in una specie di motel e lavora come cameriere in un’azienda di catering. Non pago di questo il Tate Modern ha quindi deciso di far rivivere l’intero show donandogli un’intera stanza nel corso della mostra Pop Life: Art in a Material World che aprirà le porte il prossimo 1 ottobre e si propone di esplorare la scena artistica di New York in relazione con la scenda degli Young British Arists.

Musei online con ArtBabble

Grande mossa dell’Art Institute of Chicago che ha lanciato ieri il suo gemellaggio con il sito di arte ArtBabble.org. La piattaforma online è un canale che mette in onda contenuti artistici creato dall’Indianapolis Museum of Art e lanciato lo scorso aprile con la partecipazione di differenti istituzioni ed organizzazioni come Art21, the Los Angeles County Museum of Art, The Museum of Modern Art, The New York Public Library, the San Francisco Museum of Modern Art e lo Smithsonian American Art Museum.

ArtBabble permette ai visitatori di esplorare in maniera del tutto innovativa, capolavori dell’arte attraverso una collezione di interviste con artisti e curatori, documentari e video installazioni. Mediante un software di nuova tecnologia il sito riesce a garantire l’alta definizione di ogni filmato oltre ad alcuni contenuti interattivi come i feedback degli spettatori. “Siamo entusiasti di poterci unire ad ArtBabble”, ha annunciato Sam Quigley, vice presidente del dipartimento di Information Technology dell’Art Institute di Chicago. 

DROME magazine insegna a fare DROME magazine

A Roma parte il primo corso che svela le routine produttive di una rivista d’arte: dal piano editoriale ai distributori, dagli artisti agli inserzionisti, dall’ufficio stampa agli eventi.

Un full immersion senza precedenti per comprendere i meccanismi le tecniche e le filosofie che regolano i processi creativi di un magazine, il tutto  senza troppi fronzoli e puntando direttamente all’obbiettivo primario: informare e formare.  DROME magazine fa scuola in tutto e per tutto, ma non solo nel senso di fare tendenza e di intercettare le realtà più interessanti ai quattro angoli nel mondo.

Filthy Fluno vs Jeff Lipsky

Filthy Fluno con una sua opera

Filthy Fluno ha compreso un meccanismo importante del sistema dell’arte contemporanea: per vendere le proprie opere devi in primo luogo saper vendere te stesso. Così ogni giorno l’artista si crea nuove amicizie, nuovi contatti promuovendo la sua faccia ed il suo lavoro. Ecco perché potete incontrare Filthy Fluno ad ogni party alla moda o ad ogni evento mondano in cerca di qualcuno che compri le sue variegate opere.

Filthy Fluno ha inoltre un’altra particolarità: non è reale! O quantomeno, non del tutto trattandosi di un avatar. Fluno si muove nel virtuale mondo di Second Life ed il suo alter ego reale è l’artista Jeff Lipsky. “Ho scoperto Second Life su un magazine di finanza mentre ero dal dentista” afferma sorridente l’artista che da quel momento si è interessato a Second Life proiettandosi in un’avventura che ha cambiato radicalmente la sua carriera.

Terni nel Caos

Hugo Tillman

In piena crisi economica non viene da pensare a nome più azzeccato, si chiamerà infatti CAOS il nuovo “Centro per le Arti Opificio Siri” nella città di Terni che aprirà i cancelli il 28 marzo 2009 con la mostra Map Games: Dynamics of Change che annovera le fatiche di ventiquattro artisti ed architetti cinesi ed internazionali.

La mostra a cura di Feng Boyi, Monica Piccioni,Rosario Scarpato e l’artista Varvara Shavrova approda in Italia dopo esser stata ospitata a Birmingham (UK) e Beijing (Cina).

Il tema principale è la riflessione sulle dinamiche di cambiamento dell’arte contemporanea e del tessuto architettonico urbano. Gli artisti indagano questi cambiamenti grazie ad reinterpretazioni multimediali che reinvestano la geografia della Pechino di oggi, ieri e domani. Una capitale controversa, avvolta nel mistero della sua tradizione e nell’elusivo ed agrodolce tessuto urbano radicalmente trasformato dalle nuove installazioni architettoniche sviluppatesi repentinamente in occasione dell’ultima olimpiade.

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