Identikit del giovane addetto ai lavori

  

Il mondo dell’arte contemporanea è talmente variegato che a passar davanti ad una galleria nel giorno dell’opening ci si potrebbe meravigliare di fronte alla bizzarria della fauna che lo popola. Già, che ci crediate o no esistono i “tipi da mostra”…

Fare sistema è impossibile se l’invidia impera

Il mondo dell’arte contemporanea nostrano ha un disperato bisogno di partecipazione ed energie positive. Detto così sembra facile ma vi assicuro che all’interno della scena dell’arte contemporanea nostrana è molto difficile ottenere questi due elementi alchemici. Ma per quale motivo è impossibile generare energie positive e partecipazione? Beh perché dalle nostre parti l’invidia tra gli addetti al settore impedisce una serena crescita del sistema, ma facciamo un esempio pratico.

Partiamo quindi da una mostra, una delle tante organizzate da un curatore della vostra città. La mostra si tiene in un museo pubblico e vi partecipano un buon numero di artisti. Al momento dell’inaugurazione tutti gli addetti del settore della città si recheranno all’evento e già dopo pochi minuti dal fischio d’inizio cominceranno la loro danza della pioggia.

Quelli che dicono che all’estero si sta meglio

Italians do it better, gli italiani lo fanno meglio, questa celebre scritta (molti di voi la ricorderanno con affetto) compariva sulla maglietta di Madonna nel video clip di Papa Don’t Preach, uscito nel caldo giugno del 1986. In realtà per quanto riguarda il nostro dorato mondo dell’arte contemporanea sono in molti a sostenere che gli italiani non lo fanno meglio, specialmente quelli che sono soliti espatriare alla ricerca di migliore fortuna.

Già, all’estero sanno bene come sfruttare i poli culturali e le risorse del territorio. I professionisti poi sono sempre valorizzati e gli artisti riescono sempre a trovare una giusta sistemazione all’interno del cosiddetto “giro” che conta. E poi all’estero se hai un progetto riesci a svilupparlo in metà tempo, tutti ti aiutano a trovare i soldi per farlo ed anche gli artisti sono meno pretenziosi di quelli nostrani.

Vestiti con i microbi ed altre sranezze dell’arte contemporanea

Stramberie per il mondo comune, normale amministrazione per il mondo dell’arte contemporanea. Già, l’universo creativo è per sua natura avvezzo alle stranezze e di quando in quando esse affiorano spontaneamente in ogni parte del globo. Vediamo ad esempio le stramberie di questa settimana: L’artista australiana Donna Franklin è riuscita a creare una grande quantità di cellule fibrose inoculando un batterio usato nel processo di fermentazione dell’aceto all’interno del vino.

Il batterio produce cellulosa se immerso in una soluzione che contiene glucosio. Questa speciale cellulosa microbica, che l’artista ha ribattezzato Micro-be, è chimicamente simile al cotone tanto che è facilmente utilizzabile per produrre abiti come quello che appare nella foto.

Come attirare l’attenzione del gallerista

Stanchi delle fiere? Siamo certi che la risposta sia no, ma siamo anche certi che molti di voi saranno stanchi di recarsi alle fiere e non essere presi in considerazione dai galleristi. Già, nelle giornate di fiera i dealers sono tutti impegnati a parlottare con i collezionisti e con i loro preziosi contatti. Ed a noi amantissimi dell’arte contemporanea chi ci pensa? Ecco un pratico vademecum che vi renderà simili ad un collezionista/esperto/addetto del settore in grado di attirare l’attenzione del gallerista.

I galleristi in genere notano solamente due tipi di persone: Chi sembra ricco e chi minaccia di rompergli un’opera. Ovviamente voi dovrete tentare di somigliare alla prima categoria. Vestitevi in modo eccentrico ma non volgare per le donne abitino sgargiante e coda di cavallo, per i maschietti completo con pantalone strizzatissimo e mocassinaccio alla Briatore, una bella barba sarà come la ciliegina sulla torta. Ah, non dimenticate mai gli occhiali, se non avete problemi di vista prendetene un paio fasulli.

La retorica dell’arte contemporanea

Il dorato mondo dell’arte contemporanea ha i suoi vizi ed i suoi tic. Ovviamente elencare ognuna di queste consuetudini sarebbe un’impresa impossibile. Oggi però vorremmo provare a stilare una piccola lista di frasi ricorrenti, un piccolo compendio di retorica da addetti ai lavori che puntualmente potrete ascoltare ad un qualunque vernissage avrete voglia di presenziare. Ma bando alle ciance e via con la lista:

– “Basta con la solita galleria d’arte. Ora il futuro è aprire uno spazio che agisca in modo diverso, multifunzionale ed a supporto degli artisti”

– “La mia è una ricerca sulla memoria”

– “Bisogna fare sistema

– “Questa fiera va rinnovata”

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