Dopo l’attentato al bus di oggi e gli altri tristi eventi degli degli ultimi giorni il Tel Aviv Museum of Art ha deciso di rimuovere tutte le 100 opere della sua mostra dedicata a Bruegel dal titolo All His Sons: The Brueghel Dynasty. Le opere sono state posizionate in un bunker fortificato posto nei sotterranei del museo.
attentato
Era per Lars Vilks l’attentato alla Göteborg Biennale, mentre l’asta per Haiti di Ben Stiller chiude col botto
Passiamo rapidamente in rassegna le ultime notizie provenienti dal bizzarro mondo dell’arte contemporanea. Non molto tempo fa vi avevamo dato notizia del presunto attentato terroristico ai danni della Göteborg International Biennial for Contemporary Art. In quel frangente le forze dell’ordine avevano sgomberato il Roda Sten Art Center, dove si stava svolgendo un evento della prestigiosa Biennale, evacuando circa 4000 persone presenti in quel momento nel complesso.
Oggi, ad un paio di settimane di distanza si è appreso che quella minaccia era concreta e che il bersaglio dei terroristi era appunto Lars Vilks. Ma perché Vilks è odiato a tal punto da scatenare un attacco terroristico? Ciò è presto detto: nel 2007 il disegnatore vendette delle vignette ad alcuni quotidiani e periodici come il Nerikes Allehanda. Nei disegni compariva la figura sacra di Maometto, ingiustamente derisa dall’artista. Inutile dire che il fondamentalismo islamico si è subito scagliato contro Vilks e da qul momento i tentativi di attentato si sono moltiplicati.
Zevs e Hobin, commemorare l’11 settembre con arte di cattivo gusto
In occasione del 10° anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, molti artisti hanno deciso di accodarsi alle manifestazioni di solidarietà internazionali, creando opere ad hoc per ricordare le oltre 2.700 vittime, perite in quel maledetto 11 settembre del 2001.
Tra il cordoglio e l’emozione però, qualcuno ha deciso di aggiungere un altro insulso capitolo al dramma statunitense. Stiamo parlando del noto street artist Zevs e del meno noto fotografo Jonathan Hobin, i quali se si conoscessero potrebbero formare una bella coppia di artisti babbei. Zevs ha scelto di creare una nuova opera sulle pareti di una stanza di motel. Ovviamente non si tratta di una stanza comune ma la tristemente nota stanza 233 del Comfort Inn al numero 90 di Maine Mall Road di South Portland, nello stato del Maine.
Il MoMA prepara una mostra sull’11 settembre
Nessuno di noi potrà mai dimenticare le orribili immagini dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York. Nella nostra memoria collettiva sono ancora incredibilmente vividi i fotogrammi del disastro, gli aerei che impattano contro i grattaceli, le deflagrazioni, la gente che tenta di mettersi in salvo in tutti i modi anche gettandosi nel vuoto, il crollo finale e la distruzione, i pianti dei superstiti il dolore per le vittime.
Tra non molto questa immane tragedia, una delle più grandi in tempo di pace, compirà il suo decimo anniversario ed il MoMa di New York ha deciso di organizzare un evento per commemorarla ma non si tratterà di uno dei soliti eventi commemorativi intrisi di stucchevole quanto inutile retorica. La prestigiosa istituzione ha infatti intenzione di attirare la nostra attenzione non tanto sulle immagini del disastro o su come l’arte si sia evoluta nel corso dei dieci anni passati ma su come da quel tragico 11 settembre abbia influenzato la pratica artistica e le nostre percezioni visive.
Billy Name perde il suo archivio con le foto di Andy Warhol
A 23 anni dalla morte del grande genio della pop art Andy Warhol, un esercito di persone ha dichiarato di aver lavorato fianco a fianco con lui nella Factory durante i gloriosi anni ’60 ed il trionfo delle rivoluzionarie serigrafie con i volti di Elvis Presley e Marilyn Monroe. Uno di loro però non ha mai avuto bisogno di urlare a gran voce il suo contributo dato alla Factory, perchè le sue fotografie parlano da sole. Stiamo parlando di Billy Name che ora vive in un piccolo appartamento vicino ad una stazione dei treni a New York.
Per sette anni dal 1963, da quando cioè Warhol gli mise in mano una macchina fotografica Pentax Honeywell, Name è stato il fotografo ufficiale della Factory catturando ogni singola immagine ed ogni singolo volto delle superstars che transitavano nella fabbrica del pop. Name lasciò il suo posto nel 1970, traumatizzato dal celebre incidente del 3 giugno 1968 quando Valerie Solanas, un’artista frequentatrice della Factory, sparò ad Andy Warhol e al suo compagno di allora Mario Amaya. Entrambi sopravvissero all’accaduto, anche se Andy Warhol in particolare riportò gravi ferite e si salvò in extremis.
Attentato a Kurt Westergaard, l’uomo che offese Maometto
Il cartoonist danese Kurt Westergaard ha vissuto nella paura da quando ha disegnato la sua nota vignetta su Maometto. Ma i suoi neri presagi non l’avevano preparato all’attacco di un uomo musulmano in cerca di vendetta. Nel settembre 2005 l’artista fu incaricato dal suo giornale il Jyllands-Posten di disegnare il profeta Maometto secondo la sua personale visione. Così fece Westergaard e questo atto creativo cambiò di colpo la sua esistenza.
La vignetta fu tacciata di blasfemia degli integralisti islamici che cominciarono ad inviare minacce di morte fino ad arrivare al fatto accaduto alcuni giorni fa quando un uomo armato di ascia e pugnale è entrato nell’abitazione dell’artista che nel frattempo stava accudendo la sua nipotina di 5 anni, Stephanie. A quel punto Westergaard era di fronte ad un bivio: lasciarsi uccidere di fronte alla sua nipotina o fuggire, dando fiducia a quanto gli era stato detto dal servizio segreto danese: “i terroristi generalmente non si curano dei famigliari ma puntano unicamente al loro bersaglio”.