
Come tutte le manifestazioni in grado di attirare folle oceaniche anche la Biennale di Venezia ha i suoi inconvenienti tecnici, le sue polemiche ed altre buffe vicende che contribuiscono ad accrescere la fama ed il mito di questo tipo di eventi. Eccovi quindi una piccola carrellata di stranezze accadute in quel di Venezia nel corso dell’inaugurazione della prestigiosa manifestazione. Il padiglione della Repubblica dell’Azerbaijan è stato protagonista di una curiosa censura a dir poco surreale . Ad occupare lo spazio nazionale sono stati chiamati 6 artisti tra cui la combattiva Aidan Salakhova che ha deciso di portare a Venezia due grandi sculture, una dal titolo Waiting Bride, vale a dire la statua di una donna coperta da un velo nero dalla testa ai piedi e Black Stone.
Quest’ultima opera raffigura la sacra pietra nera della Mecca circondata da una creazione di marmo bianco che rassomiglia pericolosamente ad una grande vagina. Una volta viste le opere il commissario del padiglione ha deciso di coprirle con un telo bianco. A questo punto, invece di rendere nota la censura, il commissario del padiglione ha cominciato ad accampare scuse poco plausibili: “Le statue sono state coperte a causa di alcuni danni subiti durante il trasporto”.