Brian Eno

 

Brian Peter George St. John le Baptiste de la Salle Eno, meglio noto come Brian Eno (Woodbridge, 15 maggio 1948), è un compositore, musicista, produttore discografico, teorico musicale ed artista visivo britannico. Soprannominato “lo stratega obliquo”, ama definirsi un “musicista non musicista”, concetto matematico / taoistico che pubblica nel libro manifesto intitolato Music For Non-musicians. Nella seconda parte della carriera si è più volte dedicato alle arti visive creando installazioni ed opere di video arte.

Quando la musica sperimentale non ha più niente da sperimentare

Non so a voi ma a me queste mostre d’arte contemporanea corredate da mini-set di “musica sperimentale” hanno un poco stufato. Mettiamo bene le cose in chiaro, la scrivente è un’amante della vera musica sperimentale, dai rumori di Luigi Russolo, ai brusii elettronici di Edgard Varese, passando per i quartetti di elicotteri di Karlheinz Stockhausen. Inutile negare poi che proprio un compositore sperimentale come John Cage abbia influenzato schiere di artisti visivi da Robert Rauschenberg e Jasper Johns in poi.

Permettetemi inoltre di citare l’immancabile Brian Eno, oramai artista visivo di grande caratura. Insomma come devo dirvelo a me la musica sperimentale piace, il problema è che questi esempi ostentati sempre più spesso dalle gallerie d’arte a la mode, di sperimentale non hanno più nulla. Ci si imbatte sempre più spesso in pseudo musicisti finto-spettinato-cool che armeggiano da bimboscemi con i loro Mac collegati a valanghe di multieffetti e pedali.

Lou Reed e Laurie Anderson curano il Vivid Life Festival mentre a New York trionfa l’America Latina

Questo mese anche Sydney (Australia) potrà provare il brivido della creatività made in New York e lo farà grazie a due curatori d’eccezione, personaggi che hanno caratterizzato l’artlife della grande mela in questo ultimo trentennio (e oltre). L’ex frontman dei Velvet Underground e pupillo di Andy Warhol, Mr Lou Reed curerà assieme alla camaleontica poetessa-artista-cantautrice Laurie Anderson il festival Vivid Life edizione 2010. Si tratta di una kermesse annuale che si ripropone di portare nella capitale australiana la giusta dose di musica, fotografia e performance.

Quest’anno l’evento sarà aperto fino al prossimo 21 giugno e sarà ospitato dalla Sydney Opera House. Tra le proposte musicali si avvicenderanno sul palco (oltre a Reed) bands del calibro di Melt-Banana, Chirglichin, Bardo Pond ed il coro gospel Blind Boys of Alabama. Per l’occasione Reed ha inoltre curato una mostra digitale riunendo alcune fotografie della prestigiosa agenzia Magnum, mentre la Anderson metterà in scena una performance/retrospettiva delle sue canzoni e storie. 

The Cramps al Napa Hospital un concerto/performance estremo ed irripetibile

Nel corso degli anni la musica contemporanea ha varie volte oltrepassato le sue barriere, fondendosi in maniera inscindibile con l’arte visiva. Nomi come Luigi Russolo, John Cage, Edgard Varese o Brian Eno rappresentano esempi lampanti di una  sperimentazione tesa ad unificare la potenza delle arti con l’obiettivo di indagare ogni soluzione creativa possibile. A volte però le intenzioni artistiche sono talmente spontanee e selvagge che solo a distanza di molti anni si riesce a comprenderne la loro forza.

E’ questo il caso della band statunitense The Cramps, formazione nata nel 1975 e fautrice di un originale punk rock fuso con il più tradizionale rockabilly. Il leader della band, Lux Interior (Erick Purkhiser) conobbe Poison Ivy (Kristy Wallace, chitarrista del gruppo ed altro membro fondamentale) a Sacramento in California nel 1972. I due, grandi collezionisti e adoratori dei dischi in vinile, decisero di formare una band e partecipare attivamente ad una scena punk che comprendeva nomi di spicco come Ramones, Television e Patti Smith. Particolarità della band era il fatto di non avere un bassista ma di avere una presenza scenica ed una creatività selvaggia, fuori dal comune. Nella storia di questa band che in fondo potrebbe essere uguale a quella di tante altre del periodo successe però un fatto del tutto inaspettato, una vicenda artistica che ancor oggi ha il sapore di una performance inedita ed inarrivabile. Durante un loro tour del 1978, i Cramps, crearono infatti uno dei momenti artistici più strani di sempre decidendo di suonare all’interno di una casa di cura per malati mentali, il Napa State Mental Hospital.

Brian Eno diventa curatore e…mentore

 Brian Eno non ha certo bisogno di presentazioni, nel corso della sua lunga carriera l’autore del libro/manifesto music for non musicians è riuscito a toccare i molteplici aspetti dell’arte con il talento e la creatività che da sempre lo accompagnano. Eno ha suonato con la leggendaria pop band Roxy Music, ha collaborato con il grande Robert Fripp dei King Crimson e con David Byrne (ex leader dei Talking Heads ed oggi anche noto artista visivo), ha creato opere d’arte contemporanea ed ha composto il famoso jingle d’apertura di Windows 95, ben tre secondi di sigla che gli hanno fruttato ben 35.000 dollari.

Ultimamente Brian Eno ha anche trovato il tempo di produrre Viva la Vida or Death and All His Friends, l’ultimo acclamato album dei Coldplay. Insomma il vecchio Brian ne ha fatte di cose ma da oggi può aggiungere una nuova esperienza lavorativa al suo nutrito curriculum. Eno sarà infatti il nuovo curatore della 44esima edizione del Brighton Festival che includerà ovviamente anche la sua famosa installazione video 77 Million Paintings.

Dopo la retrospettiva di Tim Burton e il turno dei fratelli Coen

Sembra che ultimamente il dorato mondo del cinema sia divenuto il principale interesse del grande circus dell’arte contemporanea internazionale. Ormai siamo abituati e vedere opere di Tim Burton, David Lynch e Wim Wenders in musei, gallerie ed altri luoghi deputati all’arte e dobbiamo dire che la cosa non ci dispiace affatto anche perché questi nomi uniti ad altri del mondo della musica come Brian Eno, Laurie Anderson e David Byrne hanno sovente aggiunto, con le loro diverse esperienze, un pizzico di sale in più al mondo delle arti visivi.

Alcuni giorni fa il Walker Art Center di Minneapolis ha deciso di ospitare dal 18 settembre al 17 ottobre un evento dal titolo Joel e Ethan Coen: Raising Cain, interessante retrospettiva dedicata al visionario ed ironico talento dei fratelli della settima arte. L’interessante manifestazione presenterà una serie di proiezioni di tutti i film dei Coen dagli esordi di A Serious Man del 1984 fino a Burn After Reading dello scorso anno.

77 milioni di dipinti per Brian Eno a Sydney

Il 14 giugno l’arte di Brian Eno illuminerà le vele dell’Opera House di Sydney in occasione del festival di arte, musica e luce Luminos ospitato dalla città australiana. In occasione della performance le vele del famoso palazzo si trasformeranno in una gigantesca tela che ospiterà l’opera audio visiva 77 Million Paintings creata da Eno grazie ad un self-generating software in grado di manipolare 300 disegni fornendo nuove e molteplici forme.

In merito alla sua opera Eno ha dichiarato che il costante cambio di forme e colori aiuterà il pubblico “ad arrendersi ad un altro tipo di mondo. Tutti pensano che con questa crisi finanziaria non ci sia più spazio per l’immaginazione. Quindi è proprio questo il momento di ricominciare ad  immaginare ed uno dei modi per imparare ad immaginare passa attraverso l’esperienza dell’arte. Non dimentichiamoci infine che l’immaginazione ha reso l’uomo capace di sopravvivere”.

I Velvet Underground alla Biennale di Venezia

A John Cale sarebbe sempre piaciuto fare l’artista piuttosto che il musicista ed oggi finalmente ha la sua occasione. Il musicista gallese e membro fondatore assieme a Lou Reed della band The Velvet Underground, formazione prediletta da Andy Warhol, è stato selezionato a sorpresa per rappresentare il Galles alla prossima Biennale di Venezia. Cale che ha da poco compiuto 67 anni ne dimostra dieci di meno ed è onorato di poter rappresentare il suo paese come unico artista gallese presente ad  una manifestazione così importante. Evidentemente le frequentazioni con artisti del calibro di Andy Warhol, John Cage e Brian Eno hanno influito sulle aspirazioni artistiche del gallese che afferma di esser sempre stato innamorato dell’arte e degli artisti dal carattere imprevedibile “Prendi ad esempio Marcel Duchamp, un grande uomo che ha prodotto grande arte e dopo si è ritirato a giocare a scacchi per 40 anni” afferma Cale ridendo.

L’opera del musicista è concentrata sopratutto su video ed architetture sonore che ruotano sul concetto di identità nazionale: “Ho imparato l’inglese solo a sette anni, a scuola. Mia nonna mi ha accudito subito dopo la morte di mia madre e lei parlava solo il gallese” Afferma Cale che è cresciuto in una famiglia di minatori.

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