Motion of a Nation, un percorso singolare attraverso uno dei simboli della tradizione iconografica: la bandiera.

Lo spazio della galleria V.M. 21 Arte Contemporanea di Roma si appresta ad accogliere trenta opere di artisti del panorama internazionale e italiano, attentamente individuati dal curatore Antonio Arévalo, il quale intende mostrare uno spaccato trasversale del panorama delle arti. Il leitmotiv del progetto Motion of a Nation non si presenta, quindi, come un archivio di immagini, ma come un viaggio spericolato in questo  ampio e variegato panorama, una lettura introspettiva che ambisce a offrire una chiave per ricreare una condizione primordiale, dove le cose abbiano ancora la possibilità di essere reinventate.

Lo stesso spazio espositivo non è una scelta casuale. “Ho voluto usare appositamente uno spazio privato come se fosse pubblico, cercando di non considerarlo come uno spazio legato al mercato dell’arte, ma un luogo in cui si racconti un pensiero, si raccolgano le idee”. Antonio Arévalo spiega con queste parole l’intento di alcuni spazi culturali come le gallerie che, invece di rinchiudersi in se stesse, esprimono il desiderio di resistere, dimostrando di essere spazi propositivi, in grado di adattare l’intervento estetico alla situazione odierna, di reinventarsi, appunto.

Secondo quarto di luna all’Hangar Bicocca di Milano

Prosegue con il secondo quarto lo sviluppo del progetto Terre Vulnerabili che segna la direzione artistica di Chiara Bertola all’HangarBicocca, contrassegnata dal tema della vulnerabilità. Un progetto fortemente innovativo, sia nel suo farsi – gli artisti prescelti hanno partecipato a vari incontri a partire dal settembre 2009 condividendo il proprio lavoro, modificandolo o trasformandolo per accordarlo agli altri e realizzando opere significative e site specific o comunque ripensate per lo spazio di HangarBicocca – sia nella modalità di esposizione – si tratta, lo ricordiamo, di quattro mostre che coprono un periodo di sette mesi, in quattro fasi come quelle lunari, (le altre seguono a marzo e aprile) per un totale di trenta artisti internazionali ed altrettante opere.

La seconda mostra che inaugura il 2 febbario vede la presenza di altri otto importanti artisti, di nuovo personalità molto diverse tra loro, con lavori differenti per dimensioni e materiali, alcuni di forte impatto emozionale, altri più concettuali; in tutti il concetto di vulnerabilità è declinato in modo sottile e personale. I loro lavori vanno ad aggiungersi a quelli degli artisti del primo quarto, seguendo l’idea di un terreno fertile che “germoglia”, cresce nel tempo e modifica la visione di quanto esposto precedentemente.

25 anni con La Nuova Pesa di Roma

Giusto 25 anni fa Simona Marchini dava inizio alla sua attività di gallerista e di promotrice di iniziative legate alla musica, al teatro e alla letteratura, inaugurando il Centro Culturale La Nuova Pesa, in continuità e in omaggio alla storica galleria fondata dal padre, Alvaro Marchini, nel 1959, e la cui attività si protrasse fino al 1976.

La scena artistica e culturale degli anni in cui Simona Marchini “riapre” la Nuova Pesa è dominata dal cosiddetto pensiero “postmoderno” che seguiva le posizioni fortemente ideologiche e di schieramento che avevano fino ad allora caratterizzato la cultura europea. Proprio per questa esigenza di interpretare un cambiamento e di ricercare nuove consapevolezze, Simona Marchini ospiterà una serie di dibattiti, dalla filosofia alla poesia, con il contributo di allora giovani intellettuali, oggi tra i più stimati del panorama nazionale e internazionale.

Tre progetti per il CIAC al Castello Colonna di Genazzano

 Il CIAC, Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea – Castello Colonna, sabato 23 maggio inaugura in contemporanea tre progetti: una grande mostra dal titolo Altre Stanze dell’artista Gioacchino Pontrelli che propone oltre venti grandi tele. Tutti lavori scelti tra la produzione degli ultimi anni più uno nuovo realizzato per il CIAC.

L’artista persegue una sua linea di ricerca fatta di interni, luoghi dove la presenza umana è assente ma continuamente evocata dalla rassicurante riconoscibilità di elementi di design, oggetti del desiderio alla portata tutti. L’individuo si riconosce negli oggetti perché in essi si può leggere la traccia della vita di ciascuno. Nei suoi lavori, il tratto fermo e quasi fotografico della pennellata lascia d’improvviso trasparire tracce, sempre più evidenti, di irregolarità. Intere zone dello spazio pittorico sono occupate da colore che sembra colare senza una direzione, un magma indistinto che tutto avvolge e distrugge. Un doppio binario dunque, fra perfezione segnica e caos.

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