L’Orbit di Kapoor? una vera schifezza

Finalmente le Olimpiadi di Londra 2012 non sono più così lontane e si preparano quindi al rush finale prima della definitiva inaugurazione, il prossimo 27 luglio. Ovviamente, per una metropoli come Londra, prepararsi ad ospitare le olimpiadi significa mettere sotto pressione l’intero tessuto urbano. Chi ha vistato la City in questi ultimi mesi sa bene di cosa stiamo parlando, cantieri aperti ovunque e mezzi pubblici a servizio ridotto hanno messo a dura prova la proverbiale flemma dei  cittadini inglesi.

Tra i tanti impianti in costruzione e le numerose attività a carattere culturale create per celebrare le olimpiadi, svetta senz’altro l’ArcelorMittal Orbit, la ormai celeberrima torre purpurea disegnata dall’artista Anish Kapoor assieme all’ingegnere Cecil Balmond. La gigantesca torre è stata fortemente voluta dal sindaco Boris Johnson, basti pensare al fatto che il simpatico burinastro biondastro è riuscito a convincere il mogul dell’acciaio Lakshmi Mittal a coprire 19 milioni di sterline su un totale di 22 milioni di costi vivi.

Jerry Saltz ed il peggio dell’arte americana del 2010

Dopo aver stilato la sua personale lista del meglio dell’arte contemporanea, il critico americano Jerry Saltz ha pubblicato in questi giorni sulle pagine del New York Magazine i 10 momenti peggiori dell’arte a stelle e strisce del 2010, noi ve li rigiriamo così come il buon ( o cattivo) Saltz li ha stilati, a partire dal fondo:

10 Un orrorifica sequenza di frasi udite ad Art Basel Miami Beach: Silvia V. Fendi ha dichiarato “Collezionare arte è il nuovo modo di fare shopping“.  Aby Rosen, magnate del mercato immobiliare ha invece proposto questo: ” I tre mondi più importanti della cultura in questo momento sono la moda, il mercato immobiliare e l’arte. Le fiere d’arte inoltre sono posti dove i super-ricchi possono socializzare con persone del loro stesso livello”.

9 La retrospettiva di Tim Burton al MoMa: non una mostra d’arte ma un modo per far soldi attirando gente nel museo.

8 La mostra di Rivane Neuenschwander al New Museum, troppo sentimentale e troppo ovvia.

Correva l’anno 2009, il peggio dell’arte contemporanea secondo Globartmag

Giunti alla fine di questo lungo ed interessante 2009 è ormai tempo di bilanci e come si sa ogni testata che si rispetti stila la sua personale classifica del meglio visto nei mesi precedenti. Noi di Globartmag solitamente vi offriamo solo il meglio ed è per questo che stavolta abbiamo deciso di stilare una ricca top ten con il peggio del minestrone artistico nazionale, cose che non avremmo mai voluto vedere ma che è possibile vedere solo (per fortuna) in Italia, quindi allacciate le cinture e preparatevi a tutto:

1 Il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2009
L’horror vacui colpisce il duo curatoriale formato da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli noti ormai come B&B. Ci si aggrappa ai fasti del Futurismo(?) e si riempie un padiglione-feijoada di opere ammassate, manco fosse una fiera d’arte. Tra presenze pittoriche imbarazzanti ed installazioni non meglio identificate il dramma si compie mentre la critica cala la scure. Quei pochi artisti che riescono a salvarsi galleggiano come isole perse in un dramma da feuilletton del  secolo scorso. Intanto al vernissage piove e tutti entrano in sala per ripararsi con sommo piacere degli organizzatori che sbandierano un boom di presenze mai visto. Contenti loro, depressi noi.

2 Quer pasticciaccio brutto del Premio Cairo 2009
Vince Marzia Migliora ma durante la premiazione il gallerista di Changing Role, Guido Cabib fa giustamente notare che l’opera premiata non è inedita, cosa che il regolamento impone. Segue la protesta su internet (viene persino istituito un gruppo su Facebook intitolato Il premio Cairo 2009 va annullato) e su varie testate che chiedono il ritiro dell’artista. Alla fine dopo un lungo periodo di imbarazzo la giuria del premio decide di squalificare Marzia Migliora ed assegnare il primo posto a Pietro Ruffo. La vicenda si chiude con una dichiarazione di Marzia Migliora che si ritiene vittima di tutta la faccenda. Cui Prodest?

3 Le nomine innominate del Castello Di Rivoli
Il balletto per la nomina del direttore della prestigiosa istituzione è il vero giallo di fine 2009, un delitto irrisolto con una trama alquanto intricata: il presidente Giovanni Minoli annuncia la prima sorpresa, i direttori sono due Andrea Bellini e Jens Hoffmann, poi quest’ultimo si defila inaspettatamente e senza un vero perché, il cda che prima l’aveva scelto presentandolo come uomo di fiducia lo accusa di non esser degno di fiducia. Al suo posto compare  Beatrice Merz, presidente della fondazione dedicata al celebre padre. Come diceva quella canzone di De Gregori? E non c’è niente da capire.

4 Alva Noto/Carsten Nicolai a Napoli
Proprio in zona Cesarini arrivano il pacco, il doppio pacco ed il contropaccotto. Nicolai viene ingaggiato per creare un’installazione a Piazza Del Plebiscito, dopo neanche tre giorni di “mostra” e 500mila euro spesi per l’intera operazione (tra l’altro molto bella) il curatore Eduardo Cicelyn rimuove il tutto per motivi di sicurezza.

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