Seconda edizione per SEMInARIA sogninterra

Torna i prossimi 24-25-26 agosto 2012 SEMInARIA sogninterra, il Festival d’Arte Contemporanea di Maranola (Formia, LT) a cura di Marianna Fazzi, Isabella Indolfi e Giulia Magliozzi. La seconda edizione del Festival si pone l’obiettivo di restituire ai visitatori un attraversamento magico in cui perdersi e riconoscersi, fra vicoli pubblici e giardini privati, assistendo al dischiudersi incessante di nuovi inciampi e capitomboli di senso.

Artisti e curatori costruiranno un labirinto di sogno con interventi site specific pensati durante la breve residenza offerta da Seminaria Sogninterra ad ogni artista. Circa un chilometro fra salite e discese che si snodano nel borgo, porteranno il visitatore ad entrare in luoghi privati di Maranola, che messi a disposizione dai suoi abitanti, si riempiranno di infinite nuove storie da raccontare e immaginare. Il percorso si arricchirà quest’anno di nuove deviazioni, scorci e angoli in cui troveranno maggior spazio anche le performance teatrali, sotto la regia di Ferruccio Padula, e i concerti ai piedi della Torre Caetani.

L’origine: un intervento di Chiara Mu e Baldo Diodato

 

 

 

Ogniuno di noi, almeno una volta nella vita, si è trovato ad immaginare come poteva essere l’inizio, il momento in cui l’indistinto prende forma e diviene sostanza, e diviene mondo. E molti di noi conservano sotto forma di traccia, di sfocata percezione “quel dolce bisogno di niente” che sembra aver caratterizzato l’esperienza del proprio concepimento. Qui le dissertazioni psicoanalitiche si sprecherebbero ma non è su questo che ci si vuole focalizzare. Lo spunto per questa riflessione nasce da un evento svoltosi lo scorso 21 giugno presso Bibliothé Contemporary art Gallery e intitolato L’origine che prevedeva un intervento congiunto di due artisti differenti per generazione e metologie operative: Chiara Mu e Baldo Diodato.

Secondo appuntamento di Decresce

“La tecnologia può mettere la bellezza alla portata degli uomini, ma non semplifica affatto il processo che ci porta ad apprezzarla e possederla”. Alain de Botton  

Il 14 gennaio 2012 inaugura il secondo appuntamento di Decresce a cura di Fabrizio Pizzuto. L’appuntamento è presso Villa De Sanctis a Roma e gli artisti invitati a parteciapre all’evento espositivo sono: Alessio Ancillai, Antonello Bulgini, Chiara Mu, Emanuele Napolitano e Francesco Petricca, Fabio Scacchioli e Chiara Tommasi.

Prendendo spunto dagli scritti di Serge Latouche e dal concetto di decrescita felice abbiamo indagato la possibilità di un arte decrescente. Il lavoro verte in maniera atttiva sulla contestazione che il filosofo porta avanti cercando di trasformarla in lavoro estetico. Tra le righe si contesta la modalità politico-economico vigente, (ovvero il PIL come indicatore sensato del benessere) e si vagliano le possibilità  estetica dell’ottenuto con poco nel veicolare un messaggio.

Decresce Project, quando l’arte parla della decrescita

L’Associazione Culturale Centro Studi La Città Ideale con il patrocinio di Roma Capitale Municipio Roma 6 organizza due eventi nel VI municipio. Il primo evento, a cura di Fabrizio Pizzuto, è costituito da Video-divagazioni – Video riutilizzo e bassa definizione – Rassegna video e coinvolge gli Artisti: Alessio Ancillai- Chiara Mu- Emanuele Napolitano/Frank Petricca- Valentina Noferini- Carlo Pecoraro- Mauro Romito- Fabio Scacchioli- Chiara Tommasi. La location è presso Officine Dinamo, in via Giovanni Brancaleone 58, Roma e si svolgerà il 23 dicembre 2011 ore 17-21.

“Il concept del Decresce project è stato sviluppato prendendo spunto dagli scritti di Serge Latouche e dal concetto di decrescita felice. Si contesta il PIL come indicatore sensato del benessere. Ne ho preso spunto per una serie di mostre. Nel primo evento, a ridosso del Natale, (emblema consumistico) cercheremo di realizzare dei lavori artistici a partire dal mezzo video basati sul poco o sul già esistente. Pensare una video arte che decresca significa pensare ad un’immagine che lavora sul tema. È auspicabile che si recuperino ad esempio tecnologie precedenti, o materiale (visivo e non) già utilizzato o girato precedentemente.

Chiara Vs Chiara alla Galleria Edieuropa di Roma

Versus significa in opposizione. Tuttavia non c’è partita che non abbia come presupposto la sfida e il rispetto dell’avversario. Allo stesso modo non c’è sfida che possa essere accettata se non si considera l’avversario “degno”, “all’altezza”.  Infine non c’è sport, o sportività che non abbia come sogno, come presupposto, una bella competizione, qualcosa che si trasformi in uno spettacolo per chi guarda.

Una sorta di danza sportiva che non è più per l’avversario ma per il pubblico. Ogni gesto atletico non riguarda soltanto la competizione, bensì la bellezza di se stesso.

Chiara Mu, una visione alla Biennale di Venezia

Dal 4 giugno al 4 luglio 2011 (con preview il 3 giugno alle ore 19:30) 42 Projekt presenta al pubblico Mi dimenticherò di te tutti i giorni. La performance sviluppata dall’artista Chiara Mu avrà luogo tutti i giorni dalle 7 alle 8 del mattino ed al tramonto presso il Campiello Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia.

Con una veste bianca, scalza, Chiara Mu attende quieta i passanti. Si avvicina con cortesia e chiede se può prendere per mano la persona ed accompagnarla da una parte all’altra del campo. Non attraversa mai il campo da sola e rimane nella striscia bianca tracciata dalla decorazione pavimentale, in attesa. Interagire  con  i  passanti  in  modo  intimo  e  personale,  una  inusuale  ma  semplice richiesta  che  vuole significare  stabilire  una  relazione  di  scambio  in  uno  spazio quotidiano condiviso, seppur di passaggio, una reazione alla freddezza e al distacco propri della città.

Chiara Mu – I am not there anymore

Chiara Mu scrive: “Jazzare sul tempo che passa. Mi e’ rimasta questa frase addosso e considero il mio intervento una personalissima risposta a riguardo. Non e’ possible jazzare sul tempo che passa perche’ non esistono ritorni. Alba de Cespedes scriveva quel bellissimo romanzo, “Nessuno torna indietro”, sulle ragazze che vivevano nel pensionato, cristallizzando in un momento preciso le loro emozioni, aspettative, desideri e timori. Poi tutto cambio’, ognuna fece la sua scelta e nulla fu’ come prima. Il mio intervento mira a sottolineare quel momento di stasi, ma a ritroso, si tratta solo di un ricordo infatti, non posso piu’ vestire le mie cose d’un tempo, il mio corpo ha preso altre forme e distruggerei la stoffa se cercassi di sentire di nuovo quella medesima camicia di bimba sulle gambe fredde di adesso.”

La vetrina espositiva del negozio di abiti vintage CLOSET, in via Metauro, 55 a Roma espone da oggi (fno al 29 maggio) il quinto intervento della rassegna “Usurato (jazzare sul tempo che passa)” a cura di Fabrizio Pizzuto. Si tratta di un intervento dell’artista romana Chiara Mu, di formazione artistica londinese  che decide di capovolgere i temi, i tempi del ragionamento e della “gabbia” assegnata, ovvero la vetrina e il contenuto appunto tematico del lavoro.

Il ritorno a casa di Chiara Mu

Chiara Mu è un’artista romana, da anni residente a Londra; diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Roma, ha conseguito il Master in Arti Visive presso il Chelsea College of Art and Design di Londra. Lavora soprattutto sull’installazione e la performance, sempre strettamente legata al contesto, di cui sviluppa le caratteristiche, molto spesso sovvertendole, sia dal punto di vista fisico, che concettuale.

Il 4 marzo 2010 presenta presso gli spazi non convenzionali del Condotto C di Roma, un lavoro installativo che prende le mosse, così come il Condotto C stesso, dall’omonimo racconto di Asimov. Il lavoro sarà visibile solo per una, due persone alla volta che dovranno attraversare ed esperire l’intervento di Chiara Mu impreparati e curiosi: un’installazione che si impossesserà “tematicamente” dello spazio del condotto C, dalle 18 alle 23, mentre la luce si appresta a svanire.

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