E se le ricerche creative dei più grandi maestri del contemporaneo fossero solo fissazioni? Parliamo di vere e proprie monomanie capaci di trasformare gli artisti in casi clinici degni di comparire su un bel libro di Oliver Sacks. Già, anche noi come il celebre neurologo e scrittore inglese proviamo una grande meraviglia per la molteplicità dell’universo ma questi disturbi ossessivi compulsivi che di quando in quando colpiscono gli artisti andrebbero accuratamente monitorati.
Prendiamo ad esempio Chris Burden inizi carriera: tra spari, crocifissioni e scariche elettriche ce ne sarebbe abbastanza per scrivere un lungo trattato sull’autolesionismo. Stesso discorso si potrebbe fare per gente come Gina Pane o Marina Abramovic, quest’ultima con The Artist is Present ha mostrato chiari segni di catatonia.