Lo strano caso del New Museum di New York

Nel 2009 il New Museum di New York ha annunciato una serie di mostre intitolata The Imaginary Museum. Come molti di voli ben sapranno il primo evento espositivo è stato curato da Jeff Koons che ha portato nel museo la collezione del grande collezionista Dakis Joannou. Il greco oltre ad essere uno dei più celebri collezionisti di opere di Jeff Koons è anche il fondatore della Deste Foundation, un centro per le arti contemporanee in Grecia è anche un sostenitore del New Museum.

La mostra curata da Koons ha quindi sollevato un polverone di polemiche per questa sorta di conflitto di interessi fino a che la scorsa settimana la questione etica del New Museum è stata affrontata dal New York Times, da The Art Newspaper e del famoso disegnatore William Powhida che per la copertina del Brooklyn Rail ha creato una mega vignetta intitolata Come il New Museum ha commesso il suicidio mediante la banalità.

DESTE foundation cancella la mostra inappropriata

Ogni anno una nutrito drappello di collezionisti, dealers ed altri personaggi di spicco dell’art world internazionale decide di prendersi una bella “vacanza” e di recarsi in pellegrinaggio a Hydra, arcadica isola greca dove regna incontrastato Dakis Joannou il signore e sovrano di DESTE foundation. Solitamente al giocattolino privato di Joannou possono accedere circa 300 persone, tutte facenti parte della stretta cerchia di “amici”.

Hydra è quindi il simbolo dei poteri forti dell’arte contemporanea, di quel sistema fatto di esclusivismo ed ostentazione che dalle nostre parti (forse per fortuna) è solo un piccolo sogno. Una semplice chimera che talvolta rivive nei party oziosi e tracotanti del Lido in Biennale. Ebbene quest’anno la mostra di Urs Fischer e Josh Smith ospitata sull’isola del buon Dakis e prevista per il 17 giugno scorso è stata cancellata, anzi per meglio dire spostata all’estate del 2013. “La mostra coincideva con le elezioni. Se avessimo scelto di spostarla di una settimana non sarebbe venuto nessuno, tutti sono già molto impegnati con i loro piani per le ferie estive.”

Jerry Saltz ed il peggio dell’arte americana del 2010

Dopo aver stilato la sua personale lista del meglio dell’arte contemporanea, il critico americano Jerry Saltz ha pubblicato in questi giorni sulle pagine del New York Magazine i 10 momenti peggiori dell’arte a stelle e strisce del 2010, noi ve li rigiriamo così come il buon ( o cattivo) Saltz li ha stilati, a partire dal fondo:

10 Un orrorifica sequenza di frasi udite ad Art Basel Miami Beach: Silvia V. Fendi ha dichiarato “Collezionare arte è il nuovo modo di fare shopping“.  Aby Rosen, magnate del mercato immobiliare ha invece proposto questo: ” I tre mondi più importanti della cultura in questo momento sono la moda, il mercato immobiliare e l’arte. Le fiere d’arte inoltre sono posti dove i super-ricchi possono socializzare con persone del loro stesso livello”.

9 La retrospettiva di Tim Burton al MoMa: non una mostra d’arte ma un modo per far soldi attirando gente nel museo.

8 La mostra di Rivane Neuenschwander al New Museum, troppo sentimentale e troppo ovvia.

La scena dell’arte analizzata da Jennifer Dalton e William Powhida

Fino al 20 marzo prossimo la Edward Winkleman Gallery di New York ospiterà un’interessante serie di incontri intitolati #class, eventi mirati al dialogo a 360 gradi a cui possono partecipare artisti, critici, dealers, collezionisti e chiunque abbia voglia di partecipare ed esaminare il modo in cui l’arte contemporanea viene create e viene fruita. Il dialogo in galleria sarà anche mirato ad identificare e proporre alternative capaci di riformare il presente sistema dell’arte ed il mercato in genere.

Per sistema dell’arte si intende sia una precisa rete di dealers, gallerie e musei che agisce ed espone artisti caratterizzati da una precisa estetica uniformata, oltre che una vera e propria architettura economica intangibile e non quantificabile ove regnano favori reciproci e meccanismi sepolti. L’idea di questa nuova e rivoluzionaria serie di brainstormings collettivi è stata partorita da Jennifer Dalton e William Powhida, due artisti che hanno contribuito a mettere in luce alcune logiche non troppo chiare nascoste dietro la gestione del New Museum di New York. 

New Museum, Jeff Koons e Dakis Joannou: cronache di un disastro annunciato

 Finalmente si è aperta Skin Fruit (in visione fino al 6 giugno 2010), la tanto attesa e criticata mostra del New Museum curata da Jeff Koons con opere provenienti direttamente dalla collezione del celebre dealer greco Dakis Joannou, il quale figura anche tra i benefattori del museo. Questo strano conflitto di interessi fu aspramente criticato lo scorso autunno, al momento della presentazione del progetto ed in molti furono concordi nel definirlo “una pessima idea“. Ed a giudicare da quello che possiamo vedere oggi nelle sale del New Museum non c’è che da confermare tale affermazione.

Le opere in mostra sono state selezionate ed installate in maniera del tutto caotica da Mr.Koons (vecchio amico di Joannou il quale possiede molte opere dell’artista), basti pensare al fatto che l’artista ha riempito gli spazi espositivi con ben 80 opere tra dipinti, sculture, disegni, video e performances creati da 50 artisti diversi. Ovviamente ci sono alcune opere decisamente interessanti ed alcune sorprese ma la stragrande maggioranza degli artisti sono grandi nomi come Mike Kelley e Cindy Sherman o nuove ma già celebri conoscenze come John Bock, Nathalie Djurberg e Dan Colen, insomma artisti che già fanno parte della scena dell’arte e le cui opere sono presenti in numerose collezioni private e museali.

Gagosian apre in Grecia e Miuccia Prada è la nuova Peggy Guggenheim

Mentre le gallerie d’arte contemporanea italiane sonnecchiano sotto l’ombrellone fiaccate dalla calura estiva, il resto della scena internazionale sta preparando l’offensiva autunnale. Larry Gagosian ad esempio ha deciso di continuare il suo personale Risiko dell’arte, invadendo con i suoi carrarmatini una delle mete vacanziere preferite dal popolo italico. Gagosian aprirà infatti la sua ottava galleria d’arte in Grecia ed esattamente al numero 3 di Merlin Steet nella città di Atene.

si vocifera che il vecchio Larry sia entrato in confidenza con tre dei collezionisti più famosi del mondo: Dakis Joannou, Dimitris Daskalopoulous e  Dinos Martinos, tutti e tre di nazionalità ellenica. La mostra d’apertura del nuovo spazio espositivo sarà Leaving Paphos Ringed with Waves, personale di Cy Twombly che aprirà le porte il prossimo 29 settembre. Da alcune indiscrezioni sembra che Marina Livanos sia stata contattata per condurre l’avventura greca di Gagosian.

Dash Snow, iniziano le speculazioni?

Il primo test per il mercato postumo delle opere del compianto street artist Dash Snow è stato messo in stand by. Secondo quanto dichiarato da Simon de Pury direttore della casa d’aste Phillips de Pury, poco prima della sua morte Dash Snow avrebbe donato un’opera al Watermill Center di Robert Wilson che avrebbe dovuto metterla all’asta per beneficenza il prossimo 25 luglio.

Le aste di beneficenza organizzate dalla Watermill foundation rappresentano dei veri e propri eventi dove si riuniscono i più grandi collezionisti di tutto il mondo. Ma gli organizzatori dell’asta hanno dichiarato che l’opera di Dash Snow sarebbe stata ritirata dall’importante asta e che tale decisione sarebbe stata presa da Robert Wilson per rispettare il dolore della famiglia dell’artista. Wilson è stato per diverso tempo collezionista delle opere di Snow e un amico di famiglia. La morte di Dash Snow in seguito ad un overdose di eroina ha dato il via ad una serie di speculazioni ed il mercato dei suoi collages, fotografie ed altri lavori sta subendo un’impennata verso l’alto. 

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