Crazy Clown Time: l’album di debutto di David Lynch

Una doppia notizia che allieterà cinefili e amanti della musica: David Lynch è tornato! Il poliedrico artista, prevalentemente noto per i suoi capolavori cinematografici, da Ereserhead a Velluto Blu, da Strade Perdute a Mulholland Drive, torna con un nuovo corto e udite, udite: un album musicale!

Il corto altro non è che un inquietante video di presentazione per  il Vienna International Film Festival 2011 che si terrà in Austria dal 20 ottobre al 2 novembre. The Three Rs dura circa un minuto ed è un concentrato delle tipiche atmosfere oniriche lynciane; l’ossessione della ricerca del senso attraverso continue interrogazioni, il costante oscillare tra realtà sensibili, la stravagante visionarietà traspaiono dal corto che dimostra l’incredibile duttilità del regista americano.

Ancora più interessante appare la notizia relativa all’uscita dell album di debutto intitolato Crazy Clown Time, prevista per l’8 novembre 2011. L’album nasce dalla collaborazione con Dean Hurley, noto ingegnere del suono e con Karen O degli Yeah yeah yeahs la cui splendida voce interpreterà il brano Pink’s dream.

David Lynch incide il suo primo disco


Quando si parla di David Lynch non ci si annoia mai. Il visionario regista di films come Inland Empire, Elephant Man, Twin Peaks e Mullholland Dr.  è infatti un vero e proprio vulcano di idee creative, attività che non si fermano alla sola cinematografia ma si estendono anche ad altri campi. Dopo varie eventi legati alle arti visive, il caleidoscopico regista ha deciso di focalizzare la sua attenzione sulla musica, realizzando il suo primo album da studio.

In verità non è la prima volta che David Lynch  decide di cimentarsi con la musica, le sue ambizioni in questo campo hanno infatti preso ancor più corpo nel 2010 quando il regista ha fondato la David Lynch Music Company. A novembre quindi uscirà l’album Crazy Clown Time, formato da 14 tracce composte dal musicista-autodidatta.

Quando le maschere mascherano la mancanza di idee

Sarà che siamo in periodo carnevalesco o sarà che di maschere se ne vedono troppe in giro, sta di fatto che oggi parliamo proprio di questa forma di travestimento legata al buon vecchio mondo dell’arte contemporanea. Artefatto, feticcio, ossessione, la maschera, dai tempi dell’antica Grecia passando per la commedia dell’arte ed appunto la farsa carnevalesca rappresenta il sogno di cambiare aspetto, di occultare i propri sentimenti, di incutere timore all’avversario o semplicemente di provocare una sonora risata.

Sin dai suoi primi bagliori, la scintilla della creatività umana ha preso in prestito la maschera per molteplici scopi artistici. Dobbiamo a questo punto dichiarare che a noi l’utilizzo della maschera piace ed anche parecchio, basti citare The Residents, George Condo, Sparklehorse e David Lynch, solo per fare alcuni nomi operanti in diverse discipline che hanno fatto largo uso della maschera. Ultimamente però il gioco si è fatto alquanto banale visto che sempre più giovani artisti decidono di utilizzare la maschera per rendere misterioso ciò che invece è alquanto vuoto e tedioso. Ecco quindi che spuntano come funghi fotografie e video dove i personaggi principali, vestiti in maniera impeccabile, indossano maschere di animali.

A New York va di moda la natura…finta

Sovente l’arte imita la natura e le formazioni floreali. A New York in questi ultimi tempi ben due eventi ricreano fittizi scenari naturali, con soluzioni e risultati differenti ma decisamente affascinanti ed estrosi. Il primo ad offrire un anticipo di primavera è Will Ryman che svelerà il prossimo 25 gennaio la sua mega installazione The Roses. Per l’occasione l’artista ha già preparato una serie di 40 gigantesche rose rosa e rosse che verranno installate sulla Park Avenue occupando ben 10 isolati.

“Adoro l’idea che qualcuno possa guardar fuori dalla finestra e osservare l’opera da una data angolazione mentre un passante la osserva da tutt’altra prospettiva. Si tratta di due esperienze visive differenti concentrate su di un’unica opera” ha dichiarato Ryman ai microfoni del New York Times. Ryman ha inoltre aggiunto che l’ispirazione per The Roses gli è giunta dopo aver visto il film Blue Velvet di David Lynch. Sarà, ma a noi le installazioni dell’artista sembrano un pericoloso scontro tra Jeff Koons e Takashi Murakami.

La video arte, You Tube e Vimeo

Lo scorso giugno il Guggenheim Museum di New York aveva lanciato You Tube Play, un concorso di video arte aperto a tutto il popolo della rete, nel tentativo di scoprire e dare visibilità ai nuovi talenti che operano sulle sempre più folte piattaforme video online. Come da copione un fiume in piena di artisti provenienti da tutto il mondo ha risposto alla chiamata, totalizzando l’incredibile numero di 23.000 opere iscritte provenienti da 91 paesi diversi, un vero e proprio record per un concorso d’arte. Questa settimana la giuria si è riunita per selezionare i video finalisti, riducendo l’impressionante numero di presenze a 125.

Prossimamente i video saranno ulteriormente ridotti a 20 e nella serata conclusiva saranno decretati i vincitori. Tra i finalisti c’è anche un videomaker italiano, Giuseppe Peronace che ha presentato il cortometraggio L’Amante. Questo mese New York ha ospitato anche il Vimeo Festival & Awards, altro concorso lanciato dall’agguerrito concorrente di You Tube, segno evidente che le piattaforme online hanno totalmente catalizzato l’attenzione del pubblico e sembrano essere divenute un valido supporto per la fruizione libera delle opere.

William Cobbing – Man in the Planet

Viafarini DOCVA di Milano inaugura il15 settembre la prima personale dell’artista William Cobbing in uno spazio pubblico in Italia. Man in the Planet, include una serie di sculture, installazioni, fotografie e video che riconfigurano lo spazio di Viafarini DOCVA.

Il lavoro prende forma a partire dalla peculiare architettura di derivazione industriale dell’edificio, già fabbrica per la produzione dei convogli tramviari. Incuriosito dalla precedente destinazione del luogo, Cobbing ha interpretato lo spazio pensandolo affine al moribondo paesaggio industriale del surreale film di David Lynch Eraserhead, in cui uno dei personaggi è per l’appunto ‘L’uomo del pianeta’.

Con David Lynch e Marilyn Manson la Kunsthalle di Vienna si tinge di nero

La Kunsthalle di Vienna si prepara ad accogliere una delle mostre più bizarre ed affascinanti della stagione. Si tratta di una doppia personale dal sapore gotico ed oscuro dove saranno esposti allucinati ed allucinanti lavori della pop star Marilyn Manson e del grande regista David Lynch. I due celebri personaggi non sono nuovi nel mondo dell’arte contemporanea visto che tutti e due coltivano da numerosi anni l’interesse per la pittura e la fotografia.

Manson e Lynch sono inoltre accomunati da una reciproca stima ed il cantante ha persino partecipato al Thriller psicologico Lost Highway – Strade Perdute (in quel film Manson interpretava una porno star), uscito nell’ormai lontano 1997 e salutato come uno dei più intricati e meravigliosi film del regista. Genealogies of Pain (genealogie del dolore) è il titolo di questo incredibile evento che si aprirà il prossimo 30 giugno e sarà visibile sino al 12 luglio 2010. Alla mostra il mefistofelico Manson presenterà i suoi dipinti a tinte forti che in prevalenza raffigurano volti avvinti dalla disperazione, dallo smarrimento o dal dolore.

Masbedo – Schegge d’incanto

Oggi inaugura presso il CRAA – Centro Ricerca Arte Attuale – Villa Giulia la mostra Schegge d’incanto. La mostra propone una serie di lavori fotografici, scultorei, installativi e video scelti in modo tale da offrire una panoramica completa e inedita del ventaglio di tematiche espressive che caratterizzano la poetica dei Masbedo, in una sorta di primo resoconto storico della loro attività svolta finora.

Il titolo dell’evento, direttamente desunto dall’opera Schegge d’incanto in fondo al dubbio (2009), video-installazione che ha riscosso il parere favorevole della critica all’interno del Padiglione Italia alla 53ª Biennale di Venezia, intende essere onnicomprensivo delle tematiche riguardanti le opere presentate. In un percorso di corrispondenze ragionate, il curatore Andrea Busto ripercorre le tappe fondamentali della produzione del celebre duo milanese (Nicolo’ Massazza e Jacopo Bedogni), soffermandosi sia sulle potenti e penetranti immagini fotografiche, evocative di atmosfere di inedito lirismo, sia – in modo preponderante – sulle parvenze suggestive e sulla pregnanza comunicativa del mezzo video, vera e propria valvola di sfogo delle loro pulsioni piu’ autentiche.

Se anche Hannibal Lecter si mette a dipingere…

 Molti divi del cinema e star della canzone coltivano interessi artistici con alterne fortune. Come esempi positivi di abbiamo avuto modo di ammirare le oscure creazioni di David Lynch ed il successo della retrospettiva di Tim Burton al MoMa di New York. Purtroppo eccellere in un campo artistico non significa per forza avere spiccate attitudini anche per l’arte visiva, basti citare il caso del novello divin pittore Sylvester Stallone.

Fashion on Paper: DROME magazine presenta IN DREAMS – A TRIBUTE TO THE ODD 50’S, performance site specific di Christian Rainer

Dal 30 Gennaio al 2 Febbraio, nell’ambito di AltaRoma AltaModa, FASHION ON PAPER torna a Roma, al Tempio di Adriano, con una seconda edizione ancora più ricca e coinvolgente. Il Festival chiama a raccolta una scelta di riviste di moda e arte della scena nazionale e internazionale, che si distinguono per forza espressiva, capacità di indagine nei contenuti crossover, velocità nel captare le tendenze. DROME magazine, nuovamente fra questi, sarà presente con il numero in corso: DROME 16 – outlaw/fuorilegge.

Le riviste non solo accoglieranno i visitatori nei propri spazi ma, alcune di loro, proporranno anche degli eventi: talk, installazioni, dj set e performance live. E’ questo il caso di DROME che, con PHLEGMATICS, presenta un straordinaria perfomance site specific di Christian Rainer, artista visivo e musicista tra i più apprezzati della sua generazione. IN DREAMS – A TRIBUTE TO THE ODD 50’S, questo il titolo del lavoro, avrà luogo Martedì 2 Febbraio alle 20.15. IN DREAMS sarà una rappresentazione canora e stilistica, dalle forti suggestioni psychobilly, che immergerà gli spettatori nei favolosi anni ’50: una dimensione perduta, fatta di caratteristici look e acconciature, di canzoni d’amore e perdizione, come si potevano ritrovare in certi locali fumosi dell’epoca.

Dopo la retrospettiva di Tim Burton e il turno dei fratelli Coen

Sembra che ultimamente il dorato mondo del cinema sia divenuto il principale interesse del grande circus dell’arte contemporanea internazionale. Ormai siamo abituati e vedere opere di Tim Burton, David Lynch e Wim Wenders in musei, gallerie ed altri luoghi deputati all’arte e dobbiamo dire che la cosa non ci dispiace affatto anche perché questi nomi uniti ad altri del mondo della musica come Brian Eno, Laurie Anderson e David Byrne hanno sovente aggiunto, con le loro diverse esperienze, un pizzico di sale in più al mondo delle arti visivi.

Alcuni giorni fa il Walker Art Center di Minneapolis ha deciso di ospitare dal 18 settembre al 17 ottobre un evento dal titolo Joel e Ethan Coen: Raising Cain, interessante retrospettiva dedicata al visionario ed ironico talento dei fratelli della settima arte. L’interessante manifestazione presenterà una serie di proiezioni di tutti i film dei Coen dagli esordi di A Serious Man del 1984 fino a Burn After Reading dello scorso anno.

Le notti oscure di David Lynch e Danger Mouse

Quando una tormentata ed oscura icona del cinema chiamata David Lynch si unisce ad un musicista visionario come Danger Mouse (Brian Burton) c’è da aspettarsi di tutto. Se poi i due decidono di far entrare nel loro circolo anche un reietto dell’alternative rock come Mark Linkous, meglio noto come Sparklehorse, allora l’evento diventa imperdibile.

I tre cavalieri dell’apocalisse hanno deciso di collaborare a Dark Night of the soul, progetto interdisciplinare che è attualmente ospitato dalla Michael Kohn Gallery di Los Angeles fino al prossimo 15 agosto. Per la loro prima collaborazione in assoluto David Lynch, Danger Mouse e Sparklehorse hanno disegnato una installazione che occupa due stanze della galleria all’insegna del dialogo tra musica ed arte contemporanea.

I won’t let you die, la mostra a Roma di Youssef Nabil

L’Accademia di Francia a Roma, diretta da Frédéric Mitterrand, presenta al pubblico I won’t let you die, una mostra all’artista egiziano Youssef Nabil, a cura di Francesca Fabiani su progetto di Guido Schlinkert, allestita presso l’Atelier del Bosco di Villa Medici che sarà visitabile fino al 24 maggio 2009.

Per la sua prima mostra in Italia, Youssef Nabil (nato al Cairo nel 1972 e attualmente residente tra Parigi e New York) propone una serie di cinquanta opere circa (stampe fotografiche alla gelatina d’argento ritoccate ad acquarello) realizzate tra il 1992 e il 2007. Ritratti, abiti, oggetti e soprattutto autoritratti compongono, come tessere di un mosaico, una sorta di diario del giovane artista.

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