John Baldessari, Barbara Kruger, Catherine Opie e Ed Ruscha abbandonano il Board del MOCA di Los Angeles

La terribile vicenda del MOCA di Los Angeles continua a peggiorare, generando reazioni a catena a non finire. Come ben ricorderete a causa dei continui fraintendimenti con il  volpone Deitch, il povero Schimmel (che come ricordiamo vanta  un’esperienza ventennale nel ruolo di curatore capo del MOCA di Los Angeles) era stato prontamente allontanato dal board guidato dal magnate Eli Broad.

Successivamente il MOCA non aveva dato spiegazioni alla stampa, salvo poi salvarsi in corner con un comunicato stampa a dir poco ridicolo. Questo spregevole comportamento era stato prontamente criticato dalla stampa di settore (e non) e molti critici si erano scagliati contro la premiata ditta Broad – Deitch. In questi ultimi giorni alcuni grandi artisti, membri del comitato direttivo del MOCA, hanno deciso di abbandonare la nave.

Artspace ed il concorso da 5.000 dollari in opere d’arte

Delle piattaforme di vendita d’arte contemporanea online ne abbiamo più volte parlato ed abbiamo più volte registrato la loro rapida ascesa all’interno del mercato dell’arte internazionale. In Italia, causa l’immarcescibile crisi ed un mercato un pochino stagnante, progetti di questo tipo stentano e decollare. All’estero invece sembra che gli affari vadano bene ed anche gli organizzatori di VIP art fair, la fiera dell’arte esclusivamente online, hanno parlato di una sostanziale crescita d’interesse da parte dei collezionisti per così dire “virtuali”.

 Comunque sia questo è il momento della vendita d’arte tramite internet. La piattaforma Artspace ha deciso ultimamente di pubblicizzarsi con un concorso in cui l’utente può vincere 5.000 dollari in “Arte seriamente grande” almeno stando a quanto campeggia sulla prima pagina del sito. Per partecipare al concorso non bisogna fare altro che iscriversi gratuitamente alla piattaforma di mercato ed aver così accesso all’estrazione.

David Zwirner e Ben Stiller insieme per Haiti

Tra le varie notizie che hanno affollato tutti i canali dell’informazione pubblica in questi ultimi tempi, c’eravamo un poco dimenticati del tremendo terremoto di Haiti del gennaio 2010. Il sisma, sviluppatosi nei pressi di Port au Prince fece  registrare una potenza di magnitudo 7,0 e coinvolse oltre 3 milioni di persone devastando l’intera città. Un evento terribile cui fece seguito una subitanea corsa alla solidarietà che vide la partecipazione di molte realtà culturali provenienti da tutto il mondo.

A distanza di un anno le cose non vanno molto meglio, c’è ancora bisogno di fondi per scuole, ospedali e case. Proprio per questo motivo è nata Artists For Haiti, una collaborazione tra il noto gallerista David Zwirner e l’ancor più noto attore Ben Stiller. I due sono riusciti ad organizzare un’asta di beneficenza contattando 25 grandi nomi dell’arte contemporanea come Jasper Johns, Jeff Koons e James Rosenquist. Il bello è che questi celebri protagonisti della scena internazionale non hanno ceduto un loro lavoro minore, magari uno schizzo o un disegno ma hanno creato un’opera appositamente per la manifestazione.

Alla Biennale di Venezia c’è anche James Franco contro James Dean

Ammettiamolo, noi di Globartmag lo abbiamo preso in giro per parecchio tempo, lo abbiamo inserito anche in un articolo che parlava delle aspirazioni artistiche delle star di Hollywood. Eppure il buon vecchio James Franco ce l’ha fatta sotto il naso ed è riuscito ad arrivare fino alla Biennale di Venezia. Ora potrete anche dire: “quando sei ricco e famoso tutti ti concedono tutto” ma questo è il dorato mondo dell’arte baby e non puoi farci niente.

Partendo dalla prima mostra personale da Peres Project di Berlino fino all’ultima da Gagosian Beverly Hills, Franco arriva a Venezia più agguerrito che mai e sempre più determinato ad entrare nel giro degli artisti che contano. D’altronde la cosa non ci pare molto difficile visto che negli ultimi tempi l’arte contemporanea è sempre più vicina ad una forma di spettacolo un poco più diluita e melensa .Il progetto prende il titolo di Rebel e sarà curato da Dominic Sidhu.

Le mostre da non perdere durante le vacanze di Natale 2010


Andate in vacanza per le feste? eccovi dunque una selezione di mostre in giro per il mondo per tenere d’occhio l’arte anche durante i momenti di relax: Al MoMA di New York potete ammirare fino al 10 gennaio 2011 la Performance Stop, Repair, Prepare: Variations on Ode to Joy for a Prepared Piano (2008) del duo Allora & Calzadilla. I due hanno intagliato un buco nel centro di un grande piano da dove un pianista suonerà ( ogni giorno di apertura del museo  alle ore 11:30) la Nona sinfonia di Beethoven, mentre si muoverà assieme al pianoforte attorno allo spazio espositivo.

Per la sua nuova mostra alla Hyunday Gallery di Seoul, Thomas Struth ha catturato delle immagini da diverse città coreane, tra cui Pyongyang. L’artista focalizza la sua attenzione sul rapporto dinamico tra uomo e progresso tecnologico. La maggior parte delle immagini verte su cantieri edili e linee di produzione. In visione fino al prossimo 9 gennaio 2011.

Giovani artisti, volete farvi notare? c’è il Self Publishing

Abbiamo più volte parlato della situazione odierna dei giovani fotografi ed in particolare dei fotogiornalisti, registrando la loro sempre più grave situazione artistica e professionale, danneggiata dall’arrembante realtà dei fotografi amatoriali muniti di fotocamera digitale. Ora però vorremmo parlarvi di una soluzione per affrontare il difficile mondo della fotografia e sarebbe a dire il self publishing, l’auto produzione di veri e propri libri fotografici o monografie che molti artisti hanno cominciato a sfruttare per mantenersi o per farsi notare.

Ma il self publishing non è solamente una soluzione sfruttata dai giovani artisti, basti pensare ad illustri precedenti come Ed Ruscha o ad Alec Soth che ne ha recentemente prodotto uno, senza contare Stephen Gill che ne ha prodotti ben dodici e tutti con lo stesso, straordinario successo. Ruscha, in particolare ha pubblicato a proprie spese ben 16 libri d’artista tra il 1963 ed il 1978.

All’asta di beneficenza per Haiti spunta Patti Smith

Poche sere fa più di 600 membri della comunità artistica di New York si sono riuniti nella sede di Sotheby’s per un’asta di beneficenza a supporto della campagna Tools For Thought, fondazione creata nel gennaio 2010 da Diana Campbell e Julie Ragolia con lo scopo di raccogliere fondi per la ricostruzione di Haiti dopo il tremendo terremoto.  Alcuni celebri personaggi della scena dell’arte internazionale sono stati invitati a donare un oggetto per la grande asta.

Tra le opere proposte vi erano anche pezzi di rilievo come uno skateboard donato dall’artista Marilyn Minter. Altri grandi nomi della scena come Dan Colen, Roxy Paine e Aurel Schmidt hanno partecipato donando una loro opera e dando il via ad una guerra di offerte decisamente forsennata, il tutto all’insegna della solidarietà. Il magnifico evento è stato impreziosito dalla presenza della dea del punk Patti Smith che ha suonato dal vivo ed ha donato My Horse in Namibia, una stampa arricchita da una sua poesia.

Reed Seifer e l’arte dell’ottimismo

 Avete mai sentito parlare di Reed Seifer? Il celebre graphic designer ed artista concettuale statunitense è balzato agli onori della cronaca alcuni anni fa (esattamente nel 1995) quando ha deciso di varare un suo personale quanto creativo progetto denominato Project Optimism. L’artista ha iniziato con la produzione di spillette con su scritta la frase Optimism ed in seguito la sua popolarità è talmente cresciuta che Seifer ha deciso di creare una serie di oggetti artistici in grande tiratura sempre con la stessa frase inneggiante all’ottimismo. Nel corso degli anni Seifer ha prodotto lattine ed altri oggetti di uso comune sempre con la sua cifra stilistica.

Certo il progetto dell’artista non combatterà la fame del mondo e non aggiungerà nulla di nuovo alla storia dell’arte concettuale ma da oggi potrà sicuramente potrà in qualche modo tirar un poco su il morale dei cittadini newyorchesi. La Metropolitan Transportation Authority, la società che si occupa della metropolitana della grande mela, ha deciso infatti di iniziare una proficua collaborazione con Reed Seifer ed ha quindi stampato a chiare lettere la parola Optimism sul retro dei biglietti della metropolitana.

Asta tiepida per Simon de Pury

 Mentre le aste serali di Christie’s e Sotheby’s hanno ultimamente registrato cifre multi-milionarie a Phillips de Pury è andata un poco peggio. Lo scorso 12 novembre la celebre casa d’aste ha presentato una piccola selezione di arte contemporanea curata da Simon de Pury in persona. Purtroppo l’intero lotto di opere che aveva una stima totale tra i 6 milioni di dollari e gli 8 milioni di dollari ha totalizzato un modesto ( si fa per dire ) bottino di 7 milioni. L’opera Ice Bucket di Jeff Koons del 1986 è andata ampiamente sotto la sua stima, totalizzando 230.000 dollari. Un poco meglio ha fatto l’opera Untitled del 2006 di Guyton/Walker che è riuscita a raggiungere 74.500 dollari contro i 30.000 di stima massima.

All’asta era presente anche Polaroid Wall, installazione dello street artist Dash Snow, prematuramente scomparso poco tempo fa. L’opera consta di 20 fotografie c-print che documentano momenti di sesso, droga e violenza, temi ricorrenti nella produzione dell’artista. Le fotografie sono in realtà degli ingrandimenti di alcune delle migliaia di Polaroid che Dash Snow ha scattato in maniera quasi compulsiva per tutta la durata della sua breve vita. L’opera è riuscita a raggiungere i 40.000 dollari raggiungendo in pieno la stima di partenza, si trattava inoltre della prima vendita all’asta dopo la morte dell’artista.

Lady Gaga, Francesco Vezzoli ed il Bolshoi? tutto può succedere a Los Angeles

 Lady Gaga è la nuova stella del pop, la sua indole stravagante ed il suo look eccessivo hanno conquistato in un breve lasso di tempo l’intero mondo della musica e del gossip. Ma a lady Gaga tutto questo non basta e la vanitosa cantante si sta già preparando ad invadere anche il mondo dell’arte contemporanea. L’autrice di Poker Face sarà infatti affiancata da Francesco Vezzoli, altra icona irriverente della scena dell’arte internazionale, in occasione di una performance che si terrà il 14 novembre prossimo al MoCa, Museum of Contemporary art di Los Angeles.

L’evento si terrà in concomitanza con il trentesimo anniversario della prestigiosa istituzione museale e vedrà la partecipazione dl celebre balletto del Bolshoi. Lady Gaga presenterà una sua nuova canzone intitolata Speechless ma Vezzoli non starà certo a guardare, l’artista italiano ha infatti già annunciato che gli spettatori saranno affascinati e stupiti da questa piece surreale.

Apre The Museum of Everything, il museo dell’arte segreta

 Il circuito dell’arte contemporanea non è certo povero di artisti, anzi casomai potremmo senza ombra di dubbio affermare che ce ne sono già troppi, molti dei quali sono celebri e quotatissimi sui mercati internazionali . Per ognuno di essi esiste però una grande moltitudini di artisti sconosciuti, outsider che non hanno avuto la loro stessa fama e fortuna e che nella maggior parte dei casi potrebbero raccontare storie dense di tristezza ed emarginazione. Basti pensare ad Henry Darger, artista americano con problemi mentali che ha lasciato in eredità migliaia di opere ritrovate solo dopo la sua morte.

Anche l’Italia possiede i suoi artisti nascosti come Carlo Zinelli che dal 1962 al 1968 ha prodotto circa 2000 opere tra dipinti e sculture e che nel 1963 è stato l’unico italiano ad esporre sue opere nella mostra dal titolo Insania Pingens organizzata a Berna in Svizzera, dove attirò l’attenzione di storici dell’arte vicini a Jean Dubuffet, fondatore e scopritore dell’Art Brut. Questi illustri sconosciuti nella maggior parte dei casi hanno indirettamente influenzato le future generazioni artistiche e non a caso molti segni della loro ingenua e primitiva forza creativa sono ravvisabili in molte opere di acclamati artisti internazionali. Artisti segreti insomma, ma a volte anche i segreti vengono rivelati al pubblico e si mostrano nudi, in tutta la loro sconcertante potenza. In questi giorni a Londra è stato inaugurato il Museum Of Everything, un vero e proprio museo dedicato all’arte segreta e reietta.

preload imagepreload image