Ricordando Clyfford Still, la star che decise di non essere star

 

Conoscete Clyfford Still? No? Ebbene possiamo solo dirvi che egli è stato uno dei più influenti artisti del 20° secolo. Già, non si tratta di un’esagerazione, poiché dopo aver preso le distanze da fama e fortuna, Still sta oggi riguadagnando il terreno perduto. Eppure il nostro sfortunato ma talentuoso artista (scomparso nel giugno del 1980) è stato uno dei pionieri dell’espressionismo astratto. Già dalla metà degli anni ’30 Still aveva cominciato a dipingere opere che tendevano all’astrattismo; tuttavia, fu soltanto negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, dopo aver conosciuto Jackson Pollock e Mark Rothko, che sviluppò pienamente il nuovo e potente stile che lo avrebbe reso famoso: l’espressionismo astratto.

Queste amicizie furono molto importanti per il suo sviluppo artistico: la sua pittura a grandi campi irregolari di colori densi, attraversati da lacerazioni della materia e accesi da intensi contrasti cromatici, accetta solo in parte lo stile dell’action painting di Pollock per avvicinarsi al color field painting di Rothko e di Barnett Newman.

La corrente segue la corrente

Futurismo, Dadaismo, Espressionismo Astratto, Minimalismo, Vorticismo, Optical Art e chi più ne ha più ne metta. Movimenti ed avanguardie che hanno scritto intere pagine di storia dell’arte contemporanea. Gruppi creativi organizzati che si fondavano sull’unità di estetiche ed intenti per stravolgere consuetudini e manierismi.  Va detto che molti di questi movimenti si sono formati in maniera naturale od attraverso la “forzatura” del manifesto, altri sono stati costruiti ad arte come il Nouveau Réalisme di Pierre Restany o la Transavanguardia di Achille Bonito Oliva, altri ancora come la Pictures Generation sono stati catalogati e nominati dalla critica postuma. Ma c’è ancora posto oggi per un nuovo movimento od un’agguerrita avanguardia?

Probabilmente si ma in questo momento è cosa assai ardua. Del resto di nuove tecniche e nuove correnti ne abbiamo avute parecchie basti citare la Net art e parlando di movimenti la Young British Artists. Il nuovo millennio è però un territorio aspro ed impervio, dove regna un profondo individualismo e gran parte della creatività emergente si lascia confondere dalle sirene del revisionismo.

Adolph Gottlieb alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

Per la prima volta in Italia la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia celebra dal 3 settembre al 9 gennaio 2011, con un’antologica, l’artista americano Adoplh Gottlieb (1903 – 1974). La mostra si colloca nell’ambito di una linea di indagine, perseguita dal museo veneziano, incentrata su quell’emblematica generazione d’artisti d’oltreoceano del secondo dopoguerra, il cui linguaggio nasce e matura proprio negli anni in cui Peggy Guggenheim apre a New York la sua galleria Art of this Century.

Scopo di questa serie di esposizioni è di avvicinare il pubblico italiano e internazionale alla conoscenza di quel periodo, attraverso le opere dei grandi maestri americani, come è già accaduto in passato in occasione delle personali dedicate a William Baziotes e Richard Pousette-Dart. La storia di Adolph Gottlieb è perfettamente in linea con quelle degli esponenti dell’Espressionismo astratto. Amico stretto di Milton Avery e Mark Rothko fin dagli inizi degli anni ’30, nel 1935 Gottlieb fonda “The Ten”, una sorta di gruppo di pittori espressionisti, e sul finire di quegli stessi anni lavora per il Federal Art Project del New Deal.

Rinasce la pittura grazie alla Nuova Scuola di Lipsia

 L’hanno data più volte per spacciata ed è sempre risorta dalle ceneri con rinnovate e potenti energie. Stiamo ovviamente parlando della pittura, regina delle tecniche artistiche ed oggetto di roventi critiche che negli ultimi tempi l’hanno relegata al ruolo di comprimaria dell’arte, dietro installazione e video arte. Al di là delle mode la pittura non è mai scomparsa dal mercato e la sua valenza economica è davanti agli occhi di tutti, aste e grandi manifestazioni fieristiche internazionali parlano di un collezionismo ancora ben ancorato a questa tecnica.

Ovviamente siamo i primi a parlare di un calo di energie creative, soprattutto nel nostro bel Paese. In Italia molte giovani leve sono ancora troppo legate al figurativismo vecchia maniera ed all’espressionismo astratto per riuscire a concepire qualcosa di veramente innovativo. Ed allora la risposta arriva dritta dalla Germania dove una generazione di giovani ed agguerriti pittori che il Frankfurter Allgemeine Zeitung ha riunito sotto il nome di Nuova Scuola di Lipsia.