Exibart torna grande con Angelo Capasso

Lo scorso marzo abbiamo assistito ad una vicenda assai scioccante che ha tenuto con il fiato sospeso migliaia di appassionati d’arte contemporanea del nostro stivale, vale a dire il divorzio tra lo staff storico di Exibart guidato da Massimiliano Tonelli e Giovanni Sighele e la nuova gestione editoriale Emmi. La sofferta decisione ha sollevato un vespaio di polemiche e da ambo le parti si è instaurato un clima di tensione che ha spaccato in due l’opinione pubblica.

Con il tempo fortunatamente le polemiche si sono assopite ed abbiamo anzi assistito con piacere alla nascita di una nuova piattaforma (Artribune) che in poco tempo è riuscita ad imporsi nel difficile mondo dell’informazione artistica. Un evento traumatico si è quindi tramutato in una lieta novella.

Benvenuto, Artribune!

“No signori miei, non siamo pazzi. Siamo solo un gruppo di professionisti ancora, ehm diciamo così, giovani, ma dotati di una esperienza mica da ridere. Un gruppo sicuro delle sue capacità che fa una nuova proposta. Una proposta che a brevissimo diventerà indispensabile.”

con questo breve ma deciso incipit è stato inaugurato ieri il nuovo sito Artribune, piattaforma dedicata all’arte con uno staff formato da Marco Enrico Giacomelli, Massimo Mattioli, Valentina Tanni e Massimiliano Tonelli. Artribune nasce dopo la burrascosa (con finale thriller) esperienza-Exibart .

Exibart licenzia Exibart: fuori Tonelli e Sighele

Sembrava un banale intervento di routine, quelli che costringono ogni tanto i siti internet con tanti contenuti a fermarsi per aggiornare un software obsoleto o quanto alto. Dopo un paio di giorni di silenzio però, l’immobilità delle speed news di Exibart ci ha fatto pensare a qualcosa di serio. Ebbene dietro quel breve comunicato che addossava le colpe ad un non specificato problema tecnico si nasconde qualcosa di ben più grave, una vera e propria tragedia che rischia di minare le basi dell’informazione artistica su internet. Nel ribadire la nostra solidarietà, vi forniamo il comunicato che in queste ore sta girando su Facebook:

Exibart, testata d’arte tra le più popolari in Italia, ha licenziato nei giorni scorsi sia il direttore editoriale Massimiliano Tonelli, sia il direttore responsabile Giovanni Sighele, entrambi fondatori – alla fine degli anni novanta- di un vero e proprio caso dell’editoria culturale italiana degli ultimi anni. “Exibart è un organismo scaturito da oltre dieci anni di massacrante lavoro” afferma Massimiliano Tonelli.

Ed ora che i soldi sono finiti…

La triste notizia l’abbiamo appresa ieri sia da Exibart sia da altri quotidiani come Repubblica. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha emesso le previsioni di budget per la “spesa-cultura” del 2011, attuando un bel taglio dei fondi del 50 percento. Praticamente secondo Alemanno alcuni organismi culturali come la Casa dei teatri dovrebbero funzionare con circa 25.000 euro l’anno, tanto varrebbe chiuderli per sempre che lasciarli in lenta e dolorosa agonia. Per quanto riguarda i gioiellini d’arte contemporanea della capitale come il MACRO che ha appena inaugurato la nuova ala creata da Odile Decq, la situazione sembra alquanto grave visto che la celebre istituzione ha bisogno di circa 8 milioni di euro per restare in vita e se ne dovessero arrivare solo 4 allora sarebbero guai seri.

Proprio ora che Roma con il MAXXI, il MACRO, la rinnovata fiera e le sue gallerie si appresta ad entrare di diritto tra le grandi protagoniste dell’arte contemporanea, Alemanno con il taglio di Croppi prima e con quello dei fondi poi, rischia di rovinare un indotto che potrebbe portare buoni frutti. Oggi come non mai è di vitale importanza il ruolo dei finanziatori privati, ammesso che esistano ancora cordate desiderose di aiutare la nostra offerta culturale.

Su Exibart.onpaper Vittorio Sgarbi svela alcuni dei suoi nomi

Lino Frongia, presenza data per certa alla prossima Biennale

Leggevo ieri su Exibart.onpaper la pregevole intervista di Massimo Mattioli a Vittorio Sgarbi sui nomi che il celebre critico/storico dell’arte avrebbe intenzione di piazzare all’interno del Padiglione Italia della Biennale di Venezia edizione 2011. Devo dire che le parole del Vittorione Nazionale mi hanno decisamente confusa. Ci sarà la presenza dei giovani artisti all’interno degli 89 Istituti Italiani di Cultura all’estero e vengono citati Luisa Rabbia, Andrea Galvani, Francesco Simeti, Andrea Mastrovito, Gaetano Pesce ed Eva e Franco Mattes.

Questo mi è sembrato un buon inizio ma per quanto riguarda il Padiglione Italia le cose sono un tantino incerte. Sgarbi parla di una presenza certa di Maurizio Cattelan e di Vanessa Beecroft ed Enzo Cucchi, collocati in una sede speciale. Personalmente ricordo di aver lanciato una fin troppo rocambolesca previsione in un articolo del 3 settembre 2010 dove verso la fine è possibile leggere:

Vittorio Sgarbi e Marcello Mariani in Biennale, ma sarà vero?

Pochissimi giorni or sono il magazine Exibart ha dichiarato di avere succose rivelazioni per quanto riguarda il Padiglione Italia curato da Vittorio Sgarbi all’edizione 2011 della Biennale di Venezia. Il magazine ha inoltre aggiunto che le rivelazioni del Vittorione Nazionale verrano rese note sul prossimo numero di Exibart.onpaper disponibile ad Artefiera di Bologna. A questo punto anche noi di Globartmag siamo estremamente curiosi sulla famosa lista Sgarbi, si tratterà di un minestrone di dinosauri dell’arte o il furbo Vittorione ha sciorinerà una serie di nomi di tutto rilievo?

Sinceramente è difficile fare previsioni certe visto che il nostro rilascia dichiarazioni a tutto spiano ed è solito smentirle poco dopo. Comunque sia le ultime notizie in nostro possesso circa le mosse di Sgarbi risalgono allo scorso 5 gennaio quando il celebre e polemico storico dell’arte si è recato a L’Aquila per effettuare un sopralluogo nella zona rossa ancora avvolta in un misero scenario di distruzione e totalmente abbandonata dallo Governo italiano. 

I soldi del museo? Se li prende l’iPhone

Leggevo ieri un’intervista di Exibart ad Achille Bonito Oliva sullo spauracchio dei tagli alla cultura. Mi sembra che il celebre e stimato curatore e critico d’arte abbia ben fotografato le cause e gli effetti di questa terribile situazione-Italia, ma (prendendo in esame solo le istituzioni museali ed affini) quali potrebbero essere le soluzioni a questo problema? Come portare soldi alle casse dello stato ed al contempo evitare lo sfacelo totale delle istituzioni museali e culturali in genere? Difficile a dirsi. Il governo inglese ad esempio, tramite il ministro della cultura Jeremy Hunt, sta tentando di incoraggiare i ricchi del paese a finanziare le operazioni culturali dell’intera nazione.

Fino ad ora sono stati raccolti circa 120 milioni di dollari che potrebbero servire a finanziare tante iniziative o comunque a sorreggere ciò che esiste già. Il privato dunque rimane un’importante carta da giocare per non far andare tutto in rovina. Musei e monumenti gestiti dai privati, questa potrebbe essere una buona soluzione ma è ovvio che lo stato dovrebbe comunque vigilare su tutto.

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