‘Antonello Bulgini, Notizie Lievi’: una retrospettiva-omaggio all’artista scomparso, al Museo Canonica di Roma

A poco più di un anno di distanza dalla prematura scomparsa di Antonello Bulgini, avvenuta a Roma il 23 giugno 2011, i curatori Fabrizio Pizzuto e Claudio Libero Pisano hanno sentito il bisogno di rendergli omaggio con una mostra che si propone il fine ultimo di indagare criticamente, a posteriori, l’esperienza sensibile e pittorica dei suoi lavori, costantemente tesi alla ricerca di espressione ed emozione…

Secondo appuntamento di Decresce

“La tecnologia può mettere la bellezza alla portata degli uomini, ma non semplifica affatto il processo che ci porta ad apprezzarla e possederla”. Alain de Botton  

Il 14 gennaio 2012 inaugura il secondo appuntamento di Decresce a cura di Fabrizio Pizzuto. L’appuntamento è presso Villa De Sanctis a Roma e gli artisti invitati a parteciapre all’evento espositivo sono: Alessio Ancillai, Antonello Bulgini, Chiara Mu, Emanuele Napolitano e Francesco Petricca, Fabio Scacchioli e Chiara Tommasi.

Prendendo spunto dagli scritti di Serge Latouche e dal concetto di decrescita felice abbiamo indagato la possibilità di un arte decrescente. Il lavoro verte in maniera atttiva sulla contestazione che il filosofo porta avanti cercando di trasformarla in lavoro estetico. Tra le righe si contesta la modalità politico-economico vigente, (ovvero il PIL come indicatore sensato del benessere) e si vagliano le possibilità  estetica dell’ottenuto con poco nel veicolare un messaggio.

FUORI CAMPO – 42/24h

Venerdì 16 dicembre 2011 alle ore 19:00 inaugura presso la galleria FuoriCampo di Siena la mostra collettiva FUORI CAMPO – 42/24h a cura di 42Projekt (Micol Di  Veroli e Fabrizio Pizzuto). Un concetto spaziale di natura cinematografica che si aggancia alla spazialità fisica tridimensionale. Questo è il tema portante di Fuori dal Campo – 42/24h, che si propone l’obiettivo di indagare le modalità di immagine-movimento ed immagine-tempo in relazione alle percezioni del fruitore. Partendo da un calembour verbale che implica FuoriCampo, incipit dello spazio artistico che ospita l’evento, il fuoricampo del cinema, ossia tutto ciò che è immaginato e che accade al di là del quadro visivo ed il contesto architettonico di Piazza del Campo a Siena, la mostra proporrà l’essenza del non visto ma comunque presente.

L’evento presenterà le opere fotografiche di Nicola Brandt e Donatella Spaziani e le opere video di Yasmijn Karhof, Yousef Moscatello, Leigh Orpaz e Marina Paris & Alberto D’Amico. Le prime saranno presenti all’interno dello spazio durante le ore diurne mentre i video saranno proiettati durante le ore notturne, ambedue le manifestazioni creative pur dialogando in maniera serrata non potranno essere simultaneamente presenti nello spazio.

Motherland, Chiara Tommasi e Nicola Brandt per il FestivalFotografia di Roma

Motherland. La madre terra è la terra sopra cui si è nati. Talvolta la terra per la quale si lavora, assieme a cui si cresce e nella quale si costruisce, o semplicemente la terra in cui si vive e si è vissuti tutta la vita. C’è un modo pioniere di appropriarsi di un territorio e uno stanziale. Così  come ci sono i segni dell’uomo negli spazi vuoti esplorati e c’è il quotidiano affollarsi (a noi ben conosciuto) e rituale della vita cittadina.

Il 28 settembre la galleria Edieuropa di Roma sotto l’egida di Fabrizio Pizzuto mette in questo caso a confronto due diverse visioni. Da un lato l’inquadratura larga, ampia, il respiro, il vuoto, l’intervento dell’uomo e i suoi segni visti dall’artista Nicola Brandt. Nel lavoro intitolato Wlotzkasbaken: A ‘Community’ in Transition infatti, i segni lavorano nella bellezza decadente di un paesaggio naturale cambiato, mutato.

Chiara Vs Chiara alla Galleria Edieuropa di Roma

Versus significa in opposizione. Tuttavia non c’è partita che non abbia come presupposto la sfida e il rispetto dell’avversario. Allo stesso modo non c’è sfida che possa essere accettata se non si considera l’avversario “degno”, “all’altezza”.  Infine non c’è sport, o sportività che non abbia come sogno, come presupposto, una bella competizione, qualcosa che si trasformi in uno spettacolo per chi guarda.

Una sorta di danza sportiva che non è più per l’avversario ma per il pubblico. Ogni gesto atletico non riguarda soltanto la competizione, bensì la bellezza di se stesso.

Chiara Mu, una visione alla Biennale di Venezia

Dal 4 giugno al 4 luglio 2011 (con preview il 3 giugno alle ore 19:30) 42 Projekt presenta al pubblico Mi dimenticherò di te tutti i giorni. La performance sviluppata dall’artista Chiara Mu avrà luogo tutti i giorni dalle 7 alle 8 del mattino ed al tramonto presso il Campiello Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia.

Con una veste bianca, scalza, Chiara Mu attende quieta i passanti. Si avvicina con cortesia e chiede se può prendere per mano la persona ed accompagnarla da una parte all’altra del campo. Non attraversa mai il campo da sola e rimane nella striscia bianca tracciata dalla decorazione pavimentale, in attesa. Interagire  con  i  passanti  in  modo  intimo  e  personale,  una  inusuale  ma  semplice richiesta  che  vuole significare  stabilire  una  relazione  di  scambio  in  uno  spazio quotidiano condiviso, seppur di passaggio, una reazione alla freddezza e al distacco propri della città.

Chiara Mu – I am not there anymore

Chiara Mu scrive: “Jazzare sul tempo che passa. Mi e’ rimasta questa frase addosso e considero il mio intervento una personalissima risposta a riguardo. Non e’ possible jazzare sul tempo che passa perche’ non esistono ritorni. Alba de Cespedes scriveva quel bellissimo romanzo, “Nessuno torna indietro”, sulle ragazze che vivevano nel pensionato, cristallizzando in un momento preciso le loro emozioni, aspettative, desideri e timori. Poi tutto cambio’, ognuna fece la sua scelta e nulla fu’ come prima. Il mio intervento mira a sottolineare quel momento di stasi, ma a ritroso, si tratta solo di un ricordo infatti, non posso piu’ vestire le mie cose d’un tempo, il mio corpo ha preso altre forme e distruggerei la stoffa se cercassi di sentire di nuovo quella medesima camicia di bimba sulle gambe fredde di adesso.”

La vetrina espositiva del negozio di abiti vintage CLOSET, in via Metauro, 55 a Roma espone da oggi (fno al 29 maggio) il quinto intervento della rassegna “Usurato (jazzare sul tempo che passa)” a cura di Fabrizio Pizzuto. Si tratta di un intervento dell’artista romana Chiara Mu, di formazione artistica londinese  che decide di capovolgere i temi, i tempi del ragionamento e della “gabbia” assegnata, ovvero la vetrina e il contenuto appunto tematico del lavoro.

Florian Neufeldt e Prevenire la cura al 26cc di Roma

26cc apre il prossimo 15 dicembre alle ore 18:30 la nuova stagione con due mostre. La personale dell’artista tedesco Florian Neufeldt – in collaborazione con The Gallery Apart – e Prevenire la cura che presenta i progetti di dodici curatori. Nothing succeeds like success, and nothing survives like survival, parla di inibizione e dell’impotenza di fronte alle dinamiche incontrollabili del potere. Gli scheletri di alcune sedie da ufficio – manipolate in modo da alterare il binomio aspetto/funzione -compongono un’originale e frammentata architettura aerea che ospita il suono.

Gli altoparlanti diffondono il suono di una voce che recita ripetutamente – e fino a rimanere senza fiato – una serie di parole che sembrano avere un significato simile. Le parole recitate si riferiscono alla sopravvivenza e alla competitività in ambito sociale, ad esempio: forza, resistenza, potere; sono una sorta di mantra inutile, quasi grottesco perchè la voce si fa sempre più flebile. Neufeldt sceglie volutamente parole ambigue che hanno sensi e significati diversi, se si confronta il linguaggio comune con quello utilizzato, ad esempio, nella sfera economica; e in tal modo pone in evidenza le strategie attraverso cui il potere agisce, utilizzando le regole e i codici in maniera esclusivo.

Dipende, doppio blitz a Roma sulle dipendenze

 Una fugace immersione all’interno dello sconfinato mare delle dipendenze. Questo è Dipende, doppio blitz di Nero Pop e Napolitano & Petricca a La Porta Blu Gallery di Roma rispettivamente il 13 ed il 18 dicembre. Ogni essere umano ha bisogno di stimoli fisici e psichici, di appigli ideologici, di sostanze che lo tengano in vita e di relazioni mutuali da cui attingere linfa spirituale poichè la natura stessa dell’esistenza non può dirsi completamente autosufficiente.

Si potrebbe sostenere che persino il concetto di volontà sia in realtà una condizione di dipendenza dominata, una spinta alimentata dal disperato bisogno di ottenere un determinato risultato ed appagare il proprio ego. Senza esserne ripugnata, l’esistenza produce continuamente dipendenza ed in essa ripone i suoi intimi momenti di estasi. L’obiettivo del progetto Dipende è quello di analizzare i diversi aspetti della dipendenza riassumendoli in due brevi appuntamenti artistici.

Quando Facebook diventa un’operazione artistica

Una cantilena del Trecento recita: “Se per la porta stretta vuoi entrare e nell’opera regolarti bene, il cappello dovrai sempre portare: solo con quello si va e viene”. Il testo diventa meno misterioso quando si viene a sapere che cappello o capitello è anche la parte superiore dello strumento da distillazione. Il testo significa che all’alchimia si accede soltanto sporcandosi le mani, rischiando la vita, se la materia sul fornello dovesse esplodere, insomma non soltanto filosofeggiandoci sopra ma maneggiando gli strumenti.

Alessandro Bulgini identifica una sua serie di lavori, a cui questo per caratteristiche appartiene pienamente, con il termine Haeretikos: αἵρεσις, haìresis deriva a sua volta dal verbo αἱρέω, ovvero hairèō, che significa afferrare, prendere, ma anche scegliere o eleggere. Abbiamo quindi che in origine eretico era colui che sceglieva, ovvero colui che era in grado di valutare più opzioni prima di posarsi su una. In tale ambito indicava anche delle scuole come i Pitagorici o gli Stoici. Sia in greco antico che in ebraico ellenizzato questo termine non possedeva, originariamente, alcuna caratteristica denigratoria.

Video Intenti, la sperimentazione dell’arte


Con le video-installazioni di Fabio Scacchioli e Chiara Tommasi curate da Fabrizio Pizzuto, la Galleria Edieuropa ha inaugurato ieri la rassegna Video Intenti dedicata alla video arte contemporanea.

La rassegna, costituita da quattro incontri, presentano uno sguardo sulla Video arte contemporanea, ciascuno attraverso il lavoro di due artisti. Con questo ciclo di incontri la galleria prosegue la sua apertura verso le sperimentazioni e la nuova arte contemporanea, continuando cosi’ la sua tradizione che, con la nascita della rivista QUI-arte contemporanea negli anni Settanta, tenne a battesimo le avanguardie e diede impulso e accoglienza agli artisti della nuova generazione.

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