Un Garrone oltre la Reality

Luciano è un pescivendolo napoletano dotato di una particolare simpatia, spesso si esibisce davanti ai clienti della pescheria. Un giorno, spinto dalla famiglia, partecipa ai provini per entrare nella casa del Grande Fratello. Da quel momento vive l’attesa come un’ossessione e la sua percezione della realtà non sarà più la stessa. Questa in breve la trama di Reality, il nuovo film di Matteo Garrone che ha già vinto il Gran Prix a Cannes. Star della pellicola Aniello Arena, ergastolano che punta a rifarsi una vita: “Il teatro mi ha salvato la vita. Ora punto alla semilibertà, e poi alla condizionale: fare l’attore è un mestiere, mi piacerebbe continuare”. Vediamo cosa ne pensa la rete…

Se un film scatena la guerra

Un lungometraggio, anzi il trailer di un lungometraggio semisconosciuto girato da un autore semisconosciuto si prende beffe del profeta. Nelle immagini, di bassa qualità sia per la regia sia per la recitazione, il profeta Maometto appare in sembianze umane, un vero e proprio tabù per l’islam. La reazione delle popolazioni islamiche è immediata.Al Cairo, dopo l’assalto di lunedì, in centinaia sono tornati davanti l’ambasciata Usa per difendere «il diritto del profeta». Cortei anche a Beirut e a Tunisi. Ferma la condanna di Teheran, mentre in Afghanistan i talebani giurano vendetta. Può un semplice gesto creativo (se di creatività si tratta) scatenare tutto questo? Vediamo le reazioni della rete…

Bella, addormentata e furiosa

La delusione a Venezia per un buon film, forse non il migliore di Marco Bellocchio. Il regista furioso per l’emorragia di premi, qualcuno parla di complotto ma guardando in faccia alla realtà quello di Bellocchio è un Film composto e ben recitato che sembra voler restar nel mezzo, senza mai prendere una posizione…

Sette opere di misericordia ed un’occasione mancata

Finalmente, come a voler invocare la misericordia presente nel titolo, anche nella nostra città è giunto Sette opere di Misericordia, film che da tempo volevamo vedere ma che la solita mafietta della distribuzione cinematografica aveva sin da subito fatto sparire. Eccoli dunque Gianluca e Massimiliano De Serio, in tutto il loro massimo splendore, intenti a proporci le loro versioni di “dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti.”

 Ne esce fuori un film duro come un improbabile mix tra Fassbinder e Fratelli Dardenne, proprio a questi ultimi i De Serio vorrebbero strizzar l’occhio senza però riuscirci a pieno. Il trucchetto usato dai nostri videoartisti è quello di dosare attentamente il pathos, rilasciandolo a piccole dosi: la ragazza che compie piccoli furti, il vecchio tenuto in ostaggio, il bambino che scompare e via dicendo. Dramma sociale con risvolti spirituali affogato in liquide inquadrature e sparuti dialoghi che lo fanno assomigliare pericolosamente alla vita reale.

Scoprire Hunger dopo Shame

Come spesso succede dalle nostre parti, quando un regista riceve un successo inaspettato con una sua pellicola, anche le sue opere precedenti vengono ridistribuite. Anche con Steve McQueen è andata più o meno così. Parliamo ovviamente di una nostra vecchia conoscenza, visto che McQueen è anche uno dei più acclamati protagonisti dell’arte contemporanea. Nel 1999 si è aggiudicato il prestigioso Turner Prize e nel 2007 ha esposto alla Biennale di Venezia, sino a giungere al tripudio del 2009 dove sempre in laguna ha occupato il Padiglione Britannico, proponendo un film che vedeva come protagonisti proprio i Giardini di Venezia, visti nel periodo precedente l’esposizione, evidenziando così la differenza tra i sei mesi che ogni due anni vedono quella zona protagonista, e i rimanenti diciotto, dove la desolazione regna sovrana.

Noi quindi conoscevamo McQueen, i borghesucci del cinema italiano  dovevano ancora scoprirlo e lo hanno fatto con Shame, pellicola che ha stuzzicato i pruriti porno di chi non ha il coraggio di guardare un porno.

Alternative Movie Posters, il sito che ricrea le locandine dei film

Vi ricordate delle care vecchie locandine dell’era d’oro del cinema? Già quei veri e propri capolavori d’illustrazione che spesso e volentieri erano eseguite da personaggi divenuti in seguito grandi nomi dell’arte. Il poster cinematografico ha da sempre colpito l’immaginazione del pubblico ed ha subito varie trasformazioni strutturali nel corso dei decenni. Fino a gran parte degli anni ’80 le locandine dipinte erano una consuetudine, poi verso gli anni ’90 l’abilità manuale ha lasciato gradualmente il posto alla composizione fotografica.

Negli anni 2000, con la sempre maggiore anticipazione della promozione di un film rispetto alla sua uscita, già durante la produzione o perfino prima, in parallelo con la diffusione dei teaser trailer, brevissimi trailer che spesso sono elaborazioni grafiche senza alcuna immagine effettiva del film, si sono diffusi anche i teaser poster, che si limitano ad un’immagine ben riconoscibile e alla data d’uscita.

Shepard Fairey si butta nel cinema con 1984

Il nostro Shepard Fairey, noto anche come il falsario della street art, ne sta preparando un’altra delle sue. Dopo aver confessato alla giuria di aver copiato spudoratamente la foto dell’Associated Press per il suo Barack Obama Hope poster ed essersi quindi beccato una multa salata con annessi sei mesi di carcere (che il nostro ovviamente non farà mai), Fairey ha deciso di buttarsi nel dorato mondo del cinema.

Ma procediamo per gradi, circa 4 anni fa il nostro Shepard Fairey fu contattato dalla casa editrice Penguin Books per disegnare la copertina della nuova edizione di 1984 di George Orwell. Oggi, evidentemente attirato dalla trama del libro, il nostro street artist falsario ha deciso di aggiudicarsi i diritti cinematografici del celebre romanzo di Orwell.

L’Horror di serie B non è più di serie B

 

C’era una volta la Hammer Film Production, una casa di produzione cinematografica fondata nel 1934 che di fatto ha scritto la storia del B movie. Film di serie B o peggio ancora, la Hammer ne ha prodotti a centinaia, sfornando capolavori dell’Horror e dello Sci-Fi come La maschera di Frankenstein, Dracula il Vampiro e La Mummia. Per la Hammer, Christopher Lee interpretò sette volte il ruolo di Dracula e Peter Cushing 6 volte quello di Viktor Frankenstein.

 Erano Horror diversi da quelli di oggi, meno splatter e meno violenza. Un terrore fondato sull’idea del mostro piuttosto che sull’ostentazione di quest’ultimo. Ma la Hammer non è stata certo l’unica grande produttrice di B Horror Movies. Che dire di Roger Corman, storico regista autore di capolavori come La piccola Bottega degli orrori  e di una serie di film dedicati ai racconti di Edgar Allan Poe come Il pozzo ed il Pendolo,  Il Corvo ed altre memorabili pellicole che hanno visto Vincent Price nel ruolo di grande mattatore.

Aleksandr Sokurov e Faust dal cinema alla video arte


Con Faust, Aleksandr Sokurov chiude in bellezza la sua grande tetralogia fondata sul potere ed i suoi effetti devastanti sulla natura umana. Dopo aver preso in esame le figure di Adolf Hitler (“Moloch”, 1999), Vladimir Lenin (“Il Toro”, 2000) e l’imperatore giapponese Hirohito (“Il Sole”, 2004), il grande regista, autore di Arca Russa (2002), si concentra sul dottor Faust di Goethe che in sostanza contiene tutti i personaggi delle pellicole precedenti e riassume in sé l’essenza della condizione umana.

Nelle mani di Sokurov, la grande leggenda del dottore deluso ed annoiato dalla vita che stringe un patto con il diavolo per ottenere conoscenza e piacere, diviene metafora dell’esistenza stessa in un continuo rotear di macchina da presa e destini, un turbinio perpetuo che costringe i protagonisti ad errare senza una meta all’interno di un universo ottocentesco che pare proiettato all’indietro nel tempo e regala visioni che si accostano ai capolavori di Hieronymus Bosch con frammenti botticelliani in alcune scene dominate dai personaggi femminei.

Ai Weiwei, persona dell’anno e star di un documentario

Era da un bel pezzo che non avevamo notizie di Ai Weiwei e sinceramente ci stavamo proprio preoccupando. Da oggi però le nostre paure sono svanite visto che alcune buone nuove ci parlano di un Weiwei produttivo e soprattutto in ottima salute. Tanto per cominciare il nostro coraggioso eroe è stato menzionato dal TIME magazine come secondo classificato nella prestigiosa classifica Person of The Year per il 2011. Come ben saprete tale alloro viene assegnato annualmente dal celebre settimanale di attualità. Negli anni è stato assegnato a uomini, donne, coppie, gruppi di persone, idee, luoghi o macchinari che nel bene o nel male, hanno influito sugli eventi dell’anno.

Weiwei si è aggiudicato il secondo podio per il suo ruolo di “dissidente” dell’arte contemporanea che gli ha fatto rimediare 81 giorni di brutale prigionia nel 2011. Non a caso la persona dell’anno del TIME  è il Protestatore, figura simbolica che riunisce i numerosi tumulti sociali che si sono avvicendati nel corso di questo lungo 2011 in tutto il globo terracqueo. Ma l’insigne onorificenza non è l’unica notizia riguardante il nostro Ai. L’artista è infatti il protagonista assoluto di Ai Weiwei: Never Sorry, vale a dire il primo lungometraggio sul nostro camaleontico amico.

Le meraviglie di Steve Jobs conquistano anche il cinema low budget

 In questi giorni l’America, assieme al resto del mondo, piange uno dei suoi più grandi geni. Steve Jobs (San Francisco, 24 febbraio 1955– Palo Alto, 5 ottobre 2011) il vate, il demiurgo, il filosofo, il grande inventore ma soprattutto il sognatore ha lasciato il suo involucro terreno, lasciandoci in eredità delle scoperte tecnologiche che hanno sostanzialmente cambiato il nostro modo di vivere. Noi di Globartmag siamo certi che questo magazine non esisterebbe senza la visionarietà di Jobs e così anche altre realtà del mondo contemporaneo.

Qualche tempo fa avevamo pubblicato un articolo su tutti i cambiamenti prodotti dalle invenzioni di Jobs all’interno della pratica creativa. Parliamo quindi di cinema ed in particolar modo del genietto del thriller made in corea Park Chan-wook. Come ben ricorderete, il regista è stato autore dell’acclamata trilogia della vendetta che tra il 2002 e 2003 ha riscosso un notevole successo in tutto il mondo, in special modo con le pellicole Lady Vendetta e Old Boy.

preload imagepreload image