Ho letto che Pippilotti Rist vuole ritirarsi a cucinare nel Somerset, in Inghilterra, e mi sono sentita un po’ sollevata perché va detto fuori dai denti: questa volta caro Massimiliano Gioni, secondo me e per quel che vale, hai toppato alla grande. Il meccanismo adottato dalla Fondazione Trussardi ormai è noto: ogni anno viene scelto un luogo milanese chiuso al pubblico e lo si riapre installando una mostra di qualche artista di quelli che conosce pure la massaia che segue l’inserto culturale del Tg2. E fin qui tutto bene, anzi benissimo: luoghi suggestivi, riappropriamento della città, arte per tutti e gratuita, nomi prestigiosi…
Ho sempre apprezzato il lavoro svolto e ne ho sempre scritto con entusiasmo, ma credo che ora sia arrivato il momento di essere coraggiosi e questa mostra è tutto il contrario. Nulla da dire sulla scelta del luogo, tuttalpiù vorrei sapere come mai una sala cinematografica così maestosa e affascinante sia chiusa al pubblico. Marmi, dipinti e decorazioni in ogni dove che non avrebbero bisogno di nessun evento per essere degni di nota, invece sono stati declassati a sfondo per proiezioni. Riflettendo sui motivi che possono aver portato un’artista a mutilare sia le proprie opere che un luogo del genere con un allestimento così irritante è che si aveva il timore di risultare troppo banali a proiettare video arte in un cinema.