Alberto Di Fabio alla Gagosian Gallery di New York

La Gagosian Gallery di New York ospitera’ dal 18 marzo al 24 aprile una nuova mostra di opere di Alberto Di Fabio. L’opera di Di Fabio e’ ispirata alle leggi fondamentali del mondo della fisica, agli elementi organici e a come essi interagiscano fra loro. Rappresentando forme naturali e strutture biologiche con fervida immaginazione e con colori vivaci, i suoi dipinti e le sue opere su carta uniscono i mondi della scienza e dell’arte.

Attraverso immagini astratte l’artista ha sviluppato ed ampliato il suo interesse per il mondo naturale. Nei suoi primi lavori Di Fabio esamina le strutture della flora e della fauna, nonche’ gli ecosistemi e le forme astrali, fino ad arrivare allo studio della genetica, del DNA, delle sinapsi cerebrali, e della ricerca farmaceutica e medica.

Art Hong Kong 2010 pronta a partire

Motori accesi anche per la futura edizione 2010 della Hong Kong International Art Fair, comunemente detta ART HK 10, che quest’anno mira a confermare una fama sempre più crescente avvalorata dall’interesse di addetti ai lavori, collezionisti e dealers di tutto il mondo. La manifestazione aprirà i battenti 27 maggio e si concluderà il 30 maggio in una kermesse senza precedenti che non mancherà certo di affascinare i visitatori. Per non venir meno alla sua reputazione di fiera d’arte più importante dell’Asia, Art Hk 10 ha già reso noti i nomi delle gallerie che parteciperanno alla manifestazione.

Accanto a blasonati ritorni come Gagosian Gallery, Lisson Gallery e White Cube, quest’anno la fiera ospiterà per la prima volta pezzi da novanta come Hauser & Wirth (Zurigo, Londra e New York), Galerie Lelong (New York, Parigi e Zurigo), Emmanuel Perrotin (Parigi), Almine Rech Gallery (Bruxelles) e le gallerie newyorchesi James Cohan Gallery e Lehmann Maupin Gallery. Questo manipolo di gallerie, che in sostanza rappresentano la crema dei mercanti d’arte di tutto il mondo, è stato sicuramente attirato dalla presenza di Deutsche Bank, sponsor principale della manifestazione.

Chris Burden e Gagosian, il re dentro la tenda è completamente nudo

Problema: ci troviamo alla mostra di Chris Burden alla Gagosian Gallery di Roma, (inaugurata il 13 febbraio 2010) con tanto di vips ed iperpresenzialisti della scena dell’arte. Secondo voi è possibile valutare negativamente il lavoro di un monumento della storia dell’arte contemporanea che espone all’interno di un tempio del mercato internazionale?

Soluzione: Si, è possibile e doveroso

Il 19 Novembre del 1971 alle 19:45, Chris Burden ha prodotto una delle opere più sconcertanti della storia dell’arte contemporanea. Si tratta di Shoot, performance in cui l‘artista ha inscenato una fucilazione fondendo l’arte con la realtà e subendo così il lacerante impatto di un proiettile calibro 22 sul suo braccio sinistro. Gli fu chiesto il perchè di tale gesto e Burden rispose semplicemente “Volevo essere preso sul serio circa il mio ruolo di artista“, ed ebbe ragione.  Le performance di Burden hanno sancito un nuovo modello artistico caratterizzato da una crudeltà passiva ed aggressiva in cui l’artista mette in gioco la sua creatività e la sua vita.

La vita di Burden è appesa ad una sottile linea rossa anche in Trans-Fixed, opera del 1974 in cui l’artista si crocifisse sul retro di un maggiolino della Volkswagen con tanto di mani inchiodate. La passività e l’alienazione affiorano nella sua performance Doomed del 1975 al Museum of Contemporary Art di Chicago, in cui l’artista stette immobile sul suolo sotto alcune lastre di vetro per ben 45 ore e 10 minuti. Impossibile riassumere in questa sede l’epica artistica di Burden, filtrata attraverso lenti duchampiane, che nel corso degli anni ha subito una costante evoluzione incrociandosi con land art ed installazioni site-specific.

Chris Burden alla Gagosian Gallery di Roma

La Gagosian Gallery inaugura il 13 febbraio la prima mostra di Chris Burden a Roma in oltre trenta anni. In The Heart: Open or Closed l’artista prosegue la sua ricerca sulle costruzioni architettoniche e sul ruolo che queste ricoprono nel riflettere differenti culture. In tre opere individuali ma in relazione fra loro, l’artista esplora l’estetica e le possibilità metaforiche di architetture stravaganti.

Da un lato della sala ovale Burden ricrea Nomadic Folly (2001). Presentata per la prima volta nel settembre 2001 alla Biennale Internazionale di Istanbul, questa installazione è la sua interpretazione fantastica di una sofisticata tenda nomade. La struttura è composta da un’ampia piattaforma in legno di cipresso e da quattro grandi ombrelloni. I visitatori possono soffermarsi e rilassarsi sotto la tenda rivestita di sontuosi tappeti e decorata da corde intrecciate, lampade e oggetti in vetro e metallo, ricche stoffe tradizionali ricamate con fili scintillanti. Una dolce e seducente musica turco-armena si diffonde dall’interno.

La critica americana premia la crema dell’arte del 2009

Siamo ormai prossimi alla fine dell’anno ed allora è tempo di bilanci e di pagelle. La The International Association of Art Critics (AICA) di New York ha infatti dichiarato i vincitori della 26esima edizione dell’Annual Award, premio indetto dalla celebre associazione di critici d’arte che solitamente promuove le migliori mostre ed i più blasonati artisti dell’anno. Vi forniamo qui di seguito la lista completa dei vincitori di alcune delle più importanti categorie:

Miglior mostra monografica in un museo degli Stati Uniti
William Kentridge: Five Themes organizzata dal Norton Museum of Art e dal San Francisco Museum of Modern art, curata da Mark Rosenthal.

Miglior mostra tematica in un museo degli Stati Uniti
Art of Two Germanys/Cold War Cultures, organizzato dal Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles, CA, curatori: Stephanie Barron e Dr. Eckhart Gillen

Miglior mostra monografica in un museo di  New York City
Francis Bacon: A Centenary Retrospective, organizzata dal Metropolitan Museum of Art, New York e dalla Tate di Londra, in collaborazione con il Museo Nacional del Prado, Madrid, curatori: Gary Tinterow assistito da Anne L. Strauss e Ian Alteveer.

Bill Viola, Richard Serra e Urs Fischer a New York

 Se avete intenzione di visitare New York in questi giorni sappiate che la grande mela, oltre alla sua enorme ed abituale offerta di arte contemporanea, sarà teatro verso la fine di ottobre alcune grandi mostre assolutamente imperdibili. Ma andiamo per gradi e analizziamo attentamente ogni proposta. La James Cohan Gallery ospiterà dal 23 ottobre sino al 19 dicembre Bodies of Light un’interessante retrospettiva dell’acclamato video artista americano Bill Viola. Da più di 35 anni Viola è celebre per aver trasformato la video arte in una delle forme vitali dell’arte contemporanea.

In tutto questo tempo l’artista ha creato video, installazioni video e sonore, performances di musica elettronica ed opere per luoghi sacri. La sua creatività indaga sull’universalità di esperienze umane quali la nascita, la morte e la spiritualità. La mostra alla James Cohan Gallery presenta opere che si allargano su due decadi di lavoro ed includono l’installazione video-sonora Pneuma ed alcuni pezzi in flat screen dalla serie Transfigurations, nuovo progetto di Viola che ha avuto origine da Ocean Without a Shore, installata nella chiesa di San Gallo durante la Biennale di Venezia del 2007.

L’esplosione di colori di Alberto Di Fabio

Edicola Notte ritorna giovedì 8 ottobre ad illuminare Vicolo del Cinque (Roma, zona Trastevere) con un murale, Particella di Dio, di Alberto Di Fabio. Parte così la nuova stagione dell’artist space romano.

Quella di Alberto Di Fabio è un’arte che si nutre di “natura”, e la pittura la interpreta, accecante nel colore giallo delle pareti di Edicola Notte. In questo lavoro la pittura trova la sua vicinanza con l’uomo e la parte di divino propria all’umano. “Particella di Dio” abbaglia e penetra la vista fino a toccare i punti nevralgici del sentire. Una partitura neuronale che ricorda i rami di un albero e che unisce così due lati del biologico, per trascenderli ed elevarli. Scienza che influenza la creazione artistica andando a stabilire un rapporto fra il microcosmo e macrocosmo, fra cellule e Universo, nel ricordo degli esperimenti che, grazie alle nuove scoperte scientifiche, cercano di individuare la massa delle particelle, a partire proprio dalla “Particella di Dio”.

Takashi Murakami alla conquista di Versailles

Notizia bomba per il mondo dell’arte contemporanea che avrà sicuramente ripercussioni positive anche per le quotazioni di mercato. Ieri mattina a Parigi, durante l’evento organizzato per promuovere il lancio della mostra dell’artista pop francese Xavier Veilhan al castello di Versailles in programma per il prossimo 13 settembre, Jean-Jacques Aillagon direttore del Versailles Museum ha annunciato ai microfoni dell’Associated Free Press che il celebre artista giapponese Takashi Murakami sarà ospitato nel 2010 dalla prestigiosa istituzione museale.

Murakami è stato più volte celebrato come l’Andy Warhol giapponese per il suo stile artistico decisamente pop e la sua produzione estremamente prolifica. Parlando dei nuovi eredi di Andy Warhol viene da pensare anche a Jeff Koons che tra l’altro ha già esposto a Versailles alcune delle sue opere più celebri giudicate un poco troppo contemporanee per una location così classica.

Le stravaganti macchine di Tom Sachs

 L’Aldrich Contemporary Art Museum di Ridgefield nel Connecticut ospiterà fino al 16 settembre prossimo un’interessante mostra dedicata a Tom Sachs ed alla sua serie di opere incentrate sulla macchina fotografica. Per molti anni una piccola ma significante parte della produzione di Sachs ha avuto a che fare con le macchine fotografiche.

Questa mostra offre la possibilità di ammirare 12 opere dal 1972 ad oggi che non solo esplorano l’oggetto fotografico come oggetto funzionale e scultoreo ma tracciano il percorso della fotografia e dell’industria moderna nello scorso secolo. La mostra presenta i primi lavori di Sachs come una replica in terracotta di una macchina fotografica Nikon SLR che lo stesso artista fece all’età di otto anni come regalo a suo padre. Tra gli oggetti in mostra anche una curiosa instant camera stile Polaroid assemblata con una Canon digital camera, una piccola stampante Hp ed una batteria di un trapano senza fili Makita.

Hauser & Wirth approdano a New York

 In una precedente notizia avevamo anticipato l’apertura della nuova sede della famosa galleria Hauser & Wirth a Londra. Non pago di ciò Iwan Wirth presidente e proprietario dell’importante spazio espositivo internazionale ha deciso di aprire una nuova sede a New York City nel settembre prossimo.

Descritta dal Financial Times come un immenso mercato di idee la Hauser & Wirth, fondata nel 1992 è una tra le più influenti gallerie di tutta Europa. Dopo Londra e Zurigo Wirth si prepara ad invadere la grande mela con uno spazio espositivo di ben quattro piani  posizionato in un palazzo sulla 32 East 69th Street che fino al 1970 ha ospitato la leggendaria Martha Jackson Gallery, pioniera della scena dell’arte americana del dopoguerra.

Cindy Sherman alla Gagosian Gallery di Roma

Continua la serie di grandi eventi in programma alla Gagosian Gallery di Roma. Il mega-platinato tempio dell’arte contemporanea presenterà il 7 giugno una nuova serie di opere di Cindy Sherman.

“Credo siano i personaggi più realistici che abbia mai creato. Mi sono immedesimata completamente in loro. Potrebbero essere me. E’ questa la cosa terrificante, quanto sia stato facile trasformarmi in una di loro” Così l’artista commenta il nuovo ciclo di opere. Da oltre 30 anni Cindy Sherman fotografa se stessa, tramutandosi in centinaia di personaggi diversi che indagano le molteplici sfaccettature dell’universo femminile all’interno della società. In queste nuove immagini l’artista ha scelto di impersonare donne borghesi di mezza età, all’apice del potere sociale ma nel pieno del decadimento fisico.

Ad Osaka l’arte di Hiroshi Sugimoto

Grande mostra personale ad Osaka per l’artista giapponese Hiroshi Sugimoto (1948), l’evento dal titolo History of history è stato inaugurato a Tokyo nel 2003 e successivamente ha compiuto un tour in quattro città degli Stati Uniti d’America.

La mostra che si terrà dal 14 aprile sino al 7 giugno 2009 negli spazi istituzionali del National Museum of Art di Osaka, offrirà una vasta panoramica sul lavoro del fotografo giapponese. Saranno presenti fotografie della serie Seascapes visioni marine eteree che si affiancheranno ai nuovi lavori Lightining Fields che ritraggono masse di cariche elettrostatiche. Sarà presente inoltre la serie Diorama, dedicata alla fotografia di modelli che riproducono scene naturali prima dell’avvento dell’uomo sulla terra. Saranno in mostra anche alcune fotografie della serie Conceptual Forms e della serie Architecture.

Richard Prince, rasta con il trucco

Noie per Richard Prince ed il suo art dealer Larry Gagosian, il fotografo francese Patrick Cariou ha infatti citato in giudizio il dinamico duo per un abuso di copyright riguardante una foto di sua proprietà che l’artista Prince avrebbe usato per una sua recente serie di opere.

Secondo i legali del fotografo francese Richard Prince avrebbe manipolato senza alcuna autorizzazione una serie di immagini provenienti da Yes Rasta, libro fotografico con immagini riguardanti la cultura del popolo rastafari che Cariou ha pubblicato nel 2000 dopo una decade di ricerche sulle montagne jamaicane. Richard Prince ha esposto la serie di opere incriminate in occasione di Canal Zone, una mostra alla Gagosian di New York che ha avuto luogo nel 2008. Anche la nostra italianissima casa editrice Rizzoli sarebbe stata nominata in giudizio per aver collaborato alla produzione del catalogo di Canal Zone, gli esponenti del gruppo italiano hanno però negato il fatto di aver distribuito il catalogo e di essere perciò estranei ai fatti.

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