Giulio Paolini alla galleria Massimo Minini

Per la sua sesta esposizione personale alla Galleria Massimo Minini, Giulio Paolini ha realizzato quattro lavori inediti di grande formato. Ciascuna stanza accoglie una sola opera, che attraverso il suo titolo ne evoca un’altra, esposta dall’artista in precedenza nella stessa galleria. “Quanto d’inedito e inatteso queste nuove immagini propongono è però anche traccia antica e sedimentata della nostra comune memoria”, scrive Paolini nella lettera a Minini riprodotta nel foglio-invito della mostra che ripercorre la lunga amicizia tra il gallerista e l’artista.

Nella prima stanza, intitolata L’ospite, quattro cornici dorate presentano un’inquadratura fotografica dello studio dell’artista, che a sua volta inscrive un’immagine dell’ambiente medesimo in cui il lavoro è esposto e nel quale Paolini ha allestito nel 1989 la mostra omonima. Tutt’intorno, altre cornici amplificano sulla parete la prospettiva suggerita dalle fotografie. Nell’ambiente successivo, Eco propone un grande disegno sviluppato su due pareti adiacenti, che attraverso una serie di riquadri evoca la sequenza dei nove elementi costitutivi dell’opera dallo stesso titolo esposta a Brescia nel 1976.

A Milano doppio evento per Anish Kapoor

Due straordinari appuntamenti a Milano e a Venezia a fine maggio con Anish Kapoor, universalmente riconosciuto come uno tra i più significativi artisti contemporanei. Dal 31 maggio al 9 ottobre 2011  nelle due diverse sedi espositive della Rotonda di via Besana e della Fabbrica del Vapore si terrà una mostra, curata da Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni, promossa e prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Assessorato Sport e Tempo libero con la società di produzione artistica Madeinart.

Un’installazione site-specific, una serie di progetti architettonici e installazioni ambientali insieme a una selezione di opere recenti consentiranno di comprendere la matrice concettuale del lavoro di Anish Kapoor. Nella sua ricerca l’artista si muove attraverso lo spazio e la materia in una continua sperimentazione su differenti scale dimensionali, confrontandosi sempre con l’ambiente con il quale interagisce «cercando di generare – come dichiara l’artista – sensazioni, spaesamenti percettivi, che porteranno a ognuno, diversi, magari insospettabili significati».

Massimo Minini. Una storia contemporanea

CONTEMPORANEA è il nome dello spazio d’arte, in corsetto sant’Agata 22 al piano interrato della loggia delle mercanzie, a Brescia. CONTEMPORANEA potrebbe essere un femminile oppure un plurale latino. CONTEMPORANEA è comunque l’arte che qui viene regolarmente esposta, in uno spazio privato che supplisce alla mancanza di un luogo pubblico a Brescia deputato alla contemporaneità. CONTEMPORANEA non è una galleria, ma ha la pretesa di essere un – seppur piccolo – museo che porge al pubblico bresciano esempi della ricerca sulle arti dell’oggi.

Il 19 febbraio presenteranno Massimo Minini. Una storia contemporanea (da un’idea di Ken Demy) con opere che negli ultimi 37 anni sono passate nella galleria di Massimo Minini. Aperta a Brescia con nome BANCO, in via Antiche Mura 1 nel 1973, in uno spazio offerto da Enrico Pedrotti, allora ultima nata tra le tante gallerie presenti in città, oggi la galleria Minini si trova ad esserne la decana tra le sue nuove colleghe, in una città come Brescia che ha sempre avuto un occhio attento per la contemporaneità da parte dei privati e poca attenzione da parte delle varie amministrazioni succedutesi alla guida della città: un tratto comune e trasversale d’indifferenza che ha unito idealmente destra, centro e sinistra.

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