L’opera di Lucio Fontana è, per la prima volta, in mostra ad Arezzo, nei rinnovati spazi della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, il cui prospetto – per l’occasione – include l’omaggio al 150esimo dell’unità d’Italia con una spettacolare installazione tricolore che offre l’ingresso al pubblico nel proprio taglio centrale.
Dal 09 maggio al 24 giugno 2012 – inaugurazione domenica 06 maggio, ore 18.00 – si propone l’itinerario spazialista dell’autore, attraverso l’oltraggio alla materia: carta, tela, terracotta, ceramica… LUCIO FONTANA – hic et nunc, a cura di Fabio Migliorati, è realizzata dall’Assessorato Cultura e Spettacolo del Comune di Arezzo, con la collaborazione di Tornabuoni Arte, il sostegno di ATAM S.p.A. e di SUGAR Clothing Accessories Ideas. Circa quaranta opere, fra buchi, tagli, teatrini, pietre, barocchi, gessi, inchiostri, carte, olii dal 1949 al 1968, rappresentano l’arte di Fontana nel suo fare spaziale: a ricordare l’idea di “spazio urbano”, già dal 1935 (i cementi armati razionalisti); di “spazio cosmico“, dal 1946 (il primo Concepto espacial); di “spazio radicale”, dal 1949 (l’Ambiente nero); di “spazio decorativo quotidiano”, dal 1951 (il neon della Triennale); di “spazio sintetico”, dal 1958 (il taglio); di “spazio energetico”, dal 1961 (il Cielo di Torino). Da Buenos Aires, nel 1946, Fontana scrive il Manifiesto Blanco, col quale si sanciscono i pronunciamenti di una poetica nuova, successivamente esaltata in varie fasi del Movimento Spaziale.
E da qui al mondo intero il passo è uno; quel mondo conquistato in mezzo secolo d’arte internazionale, con la forza universale della pervicacia immaginativa e della ricerca inesausta, che non si ferma alla conoscenza tecnologica ma la usa, fino alle soglie di una religiosità scientifica – prima viva come simbolo di un fenomeno, poi come memoria incessante di esso. LUCIO FONTANA – hic et nunc si avvarrà di un catalogo Forma Edizioni, con testi di Enrico Crispolti e prefazione di Fabio Migliorati, il quale lì scrive: “Sostenere che l’opera di Lucio Fontana sia tra i maggiori esempi dell’arte italiana del XX secolo è pura ovvietà; Fontana appare di più, nel Duemila: il più importante artista della seconda metà del Novecento, in Italia e buona parte del mondo. Il suo lavoro ha lambito territori forse imprevisti perfino all’autore: estetica dialettica – della dicotomia, dell’ossimoro, della sinestesia (entità dilatate senza fine, in flussi simpatetici naturali e artificiali insieme, umanissimi proprio perché infiniti). L’arte di Fontana è il fondamento di un’apertura universale. Arte come essenza di modalità antropologiche globali e sempre attuali; tanto sociali quanto individuali, nuove da oltre mezzo secolo, perché relative alla dimensione di un’alterità immaginativa oggettivabile. E, per tale via, siamo alla storia oltre l’avanguardia: epifania atemporale, divenire, misura dell’assenza, distanza logica, accadimento… L’intervento di Fontana gestisce concezioni liminali dell’esistere; rincorre e raggiunge il sogno; circoscrive l’esperienza; conduce o allude alla vita e alla morte. L’opera d’arte si costituisce in esercizi di mistica scientifica, stratificati nel conoscere creativo – dal minimalismo al barocco, dal primitivismo totemico all’evoluzione tecnologica. Ecco lo spazio artistico; ecco il progresso nel ruolo intimo ma arbitrario del colore.”