Mentre gli artisti occidentali vivono protetti da un’aura di relativa calma che molto spesso si macchia a causa di anonimato e povertà, gli artisti in Cina si trovano ogni giorno faccia a faccia con seri pericoli legati ad un governo autoritario che lascia fiorire solo l’arte che incontra i propri gusti politici. Quindi non è un mistero che le recenti proteste contro la sistematica distruzione degli studi d’artista da parte del governo siano state praticamente insabbiate al punto che nessuno sembra averle notate. Fortunatamente un blogger australiano è riuscito a restituire una testimonianza su questa terribile ingiustizia.
Già dall’inizio di gennaio il governo cinese ha iniziato a distruggere sistematicamente gli studi degli artisti con soli tre giorni di preavviso e dopo aver interrotto i servizi di corrente elettrica e acqua potabile. Questo perchè lo stato ha intenzione di vendere alcuni appezzamenti di terra a grandi investitori e se la terra non è libera nessuno è pronto a sborsare soldi. Pechino è stata una delle città duramente colpite da questo estremo atto di violenza, il profondo rumore dei bulldozer ha scosso l’intera comunità artistica.