La Cina caccia i suoi artisti

 Mentre gli artisti occidentali vivono protetti da un’aura di relativa calma che molto spesso si macchia a causa di anonimato e povertà, gli artisti in Cina si trovano ogni giorno faccia a faccia con seri pericoli legati ad un governo autoritario che lascia fiorire solo l’arte che incontra i propri gusti politici. Quindi non è un mistero che le recenti proteste contro la sistematica distruzione degli studi d’artista da parte del governo siano state praticamente insabbiate al punto che nessuno sembra averle notate. Fortunatamente un blogger australiano è riuscito a restituire una testimonianza su questa terribile ingiustizia.

Già dall’inizio di gennaio il governo cinese ha iniziato a distruggere sistematicamente gli studi degli artisti con soli tre giorni di preavviso e dopo aver interrotto i servizi di corrente elettrica e acqua potabile. Questo perchè lo stato ha intenzione di vendere alcuni appezzamenti di terra a grandi investitori e se la terra non è libera nessuno è pronto a sborsare soldi. Pechino è stata una delle città duramente colpite da questo estremo atto di violenza, il profondo rumore dei bulldozer ha scosso l’intera comunità artistica.

In inghilterra i negozi vuoti diventano gallerie

Interessante iniziativa dell’Arts Council England che ha stanziato 500.000 sterline per aiutare gli artisti a trasformare i negozi vuoti delle strade di Londra in eccentrici e fantastici luoghi d’arte. Il progetto fa parte del programma già annunciato in aprile Art in empty spaces, tale manifestazione si avvarrà dei soldi provenienti dalla lotteria nazionale, cosa che per noi italiani potrebbe sembrare quasi surreale, come se una parte del montepremi del superenalotto potesse essere messo a disposizione a sostegno della giovane arte.

In soldoni quei furbetti dei britannici sembrano avere un fiuto per l’arte contemporanea e per gli affari, riempire i negozi vuoti del centro con vere e proprie mini gallerie e performance in vetrina oltre a far sembrare meno evidente la crisi economica rappresenta anche un grande ritorno d’immagine per il turismo internazionale sempre attento alle attività artistiche ed alle proposte culturali fantasiose. Certamente questa manifestazione non è altro che la nuova frontiera della spettacolarizzazione dell’arte ma in tempi dove agli artisti senza curriculum è preclusa ogni possibile strada, un’iniziativa atta a sottolineare il valore di nuove ed interessanti proposte non è del tutto da buttar via.

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