Perchè andare al museo? ve lo dice l’università di Roma

La domanda vi sembrerà bizzarra ed alquanto scontata, forse alcuni di voi non se la sono mai posta e forse qualcuno tentennerà nel dare una risposta certa. Perchè la gente visita i musei d’arte? Secondo gli studi dell’Università di Roma ammirare un’opera d’arte impegna le nostre emozioni ed il nostro intelletto ovviamente quale attività sia preponderante è un criterio che varia a seconda della tipologia di opere esposte nel museo.

La ricerca pubblicata sul Psychology of Aesthetics, Creativity and the Arts e portata a termine dal team capitanato Stefano Mastandrea indica infatti che i musei di arte antica rappresentano per i visitatori un’esperienza cognitiva mentre i musei di arte moderna e contemporanea mettono in gioco le nostre emozioni.

Alberto Di Fabio alla Gnam di Roma

Da sempre Alberto Di Fabio è impegnato a indagare il mondo naturale, i fenomeni fisici che lo regolano, macro e micro cosmo, attraverso uno speciale uso del mezzo pittorico che prende accenti ora realistici ora astratti, ora ottico/cinetici, ora spirituali. Tale percorso, sviluppato a partire dagli anni Ottanta, ha avuto il sostegno di una larga fortuna espositiva, critica e collezionistica soprattutto a livello internazionale.

La mostra alla Galleria nazionale d’arte moderna rappresenta la sua prima esposizione personale presso una pubblica istituzione in Italia, per la quale l’artista ha concepito un progetto specifico calibrato sugli spazi di raccordo tra il nucleo più antico e quello più moderno del museo, progettato da Cesare Bazzani, vale a dire il lungo corridoio alle spalle del salone centrale destinato per la prima volta, a un intervento visivo unitario realizzato da un autore contemporaneo. Qui, in corrispondenza delle aperture sul Cortile del Partigiano, Di Fabio colloca una monumentale installazione capace di evocare al tempo stesso richiami pittorici, plastici e ambientali; i vari elementi che articolano il complesso visivo appartengono a varie date comprese tra il 2007 e il 2011.

Alberto Di Fabio alla GNAM di Roma

Da sempre Alberto Di Fabio è impegnato a indagare il mondo naturale, i fenomeni fisici che lo regolano, macro e micro cosmo, attraverso uno speciale uso del mezzo pittorico che prende accenti ora realistici ora astratti, ora ottico/cinetici, ora spirituali. Tale percorso, sviluppato a partire dagli anni Ottanta, ha avuto il sostegno di una larga fortuna espositiva, critica e collezionistica soprattutto a livello internazionale.

La mostra alla Galleria nazionale d’arte moderna rappresenta la sua prima esposizione personale presso una pubblica istituzione in Italia, per la quale l’artista ha concepito un progetto specifico calibrato sugli spazi di raccordo tra il nucleo più antico e quello più moderno del museo, progettato da Cesare Bazzani, vale a dire il lungo corridoio alle spalle del salone centrale destinato per la prima volta, a un intervento visivo unitario realizzato da un autore contemporaneo.

Gianfranco Baruchello – Certe Idee

La mostra personale Baruchello. Certe idee a cura di Achille Bonito Oliva, con Angelandreina
Rorro
si terrà alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma dal 21 dicembre 2011 al 4 marzo 2012.

La mostra raccoglie più di 100 opere provenienti, per questa occasione, da collezioni italiane ed europee, accanto a documenti e materiali che ne testimoniano la continua ricerca di idee, progetti, azioni. Il lavoro multiforme di Baruchello, uno degli artisti più sperimentali e di confine del secondo Novecento, tra linguaggi, media e estetiche radicali, si è concentrato intorno a temi nodali, ancora centrali nel dibattito attuale. La riduzione dell’immagine e il disegno, la casa e l’abitare, l’archivio, i rapporti tra arte, ambiente e agricoltura, la creazione di società fittizie come ipotesi di identità plurime, il cinema e il video, la perdita di qualità, l’ironia e la profonda consapevolezza etica e politica divenuti progetti artistici di analisi e critica delle strategie del sistema dell’arte, fino alla realizzazione di un giardino, costituiscono i “capitoli” di una mostra intesa come un viaggio non lineare ma labirintico nel contesto storico e artistico italiano e europeo del secondo dopoguerra, in una fitta rete di relazioni con gli Stati Uniti, fuori e dentro le tendenze che hanno caratterizzato la storia dell’arte degli ultimi sessanta anni.

Dante Gabriel Rossetti – Edward Burne Jones e il mito dell’Italia nell’Inghilterra vittoriana

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna annuncia una importante mostra dedicata al rapporto di fascinazione fra l’arte inglese del XIX secolo e la cultura artistica italiana, dal “gusto dei primitivi” al pieno Cinquecento, partendo dai paesaggi di ispirazione italiana di William Turner, attraverso gli studi di John Ruskin su cicli pittorici, monumenti e architetture. A distanza di 25 anni dalla fortunata retrospettiva dedicata a Burne-Jones, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna torna il 23 febbraio con una grande mostra sull’arte inglese del secondo Ottocento in cui sono esposte più di 100 opere, provenienti da prestatori privati e musei internazionali, molte delle quali per la prima volta in Italia.

Il nucleo principale della rassegna comprende i preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones, William Morris e indaga la particolare declinazione del classicismo nell’ambito della Royal Academy operata da artisti come Frederic Leighton e da rappresentanti della cultura estetica e simbolista come Albert Moore, George F. Watts e John William Waterhouse.

Tagli d’artista, Una storia lunga un secolo

In occasione della presentazione del grande soffitto Ambiente spaziale con tagli (gesso, sei tagli su fondo bianco, cm 400 x 814,3) che Lucio Fontana realizzo’ nel lontano 1960 per la casa di Milano dell’ing. Antonio Melandri, grande estimatore e amico dell’artista, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma ha voluto allestire, nei due saloni centrali, una scelta di capolavori appartenenti alle collezioni che, partendo dagli inizi del ‘900, sviluppano in un percorso esemplificativo della cultura del secolo i germi di una sfida che continua nel tempo.

L’intento non e’ solo di esaltare l’alto impegno creativo di Fontana, nel retro del soffitto lasciato a giorno si puo’ vedere come l’artista lavorava, ma di correlare la sua arte che, unita ad un mecenatismo illuminato, ha portato prodotti riconosciuti nel mondo e ha spinto l’evoluzione di tutta l’arte del secolo.

Si parte dalla cultura secessionista di Klimt, ripresa dal divisionismo e poi dal futurismo di Balla, i cui tagli compositivi già preludono alle deflagranti aperture del secondo dopoguerra, per passare attraverso l’unicità delle preveggenze di Schwitters, alle certezze assolute di Mondrian, all’introspezione luminosa di Giacometti, allo sfondamento della materia di Moore, mantenendo costante una linea che in Italia parte da Boccioni, con i vuoti dell’Antigrazioso del 1912, e prosegue nelle masse bianche di Arturo Martini, fino ai vuoti del marmo di Adolfo Wildt, che di tutti fu maestro a Brera.

Se Cy Twombly imbratta il soffitto del Louvre

The Ceiling è la nuova opera permanente di Cy Twombly per il soffitto del Louvre e va decisamente detto che il suo largo uso del blu corredato da iscrizioni di sette antichi scultori greci ci ha letteralmente spiazzato. La composizione continua inoltre con sfere e scudi in argento ed avorio che guadagnano oltre 350 metri quadrati di superficie. L’opera di Twombly è nettamente in contrasto con lo stile a cui ci aveva abituato.

Dimenticate quindi il graffitismo e le astrazioni calligrafiche di un tempo perchè adesso il visionario pittore 82enne ha cambiato totalmente registro. Ovviamente non siamo gli unici a pensare che Twombly abbia completamente perso la bussola. In febbraio, quando l’opera fu mostrata in anteprima alcuni critici francesi espressero un totale disprezzo per l’affresco ed alcuni lasciarono le sale totalmente indispettiti.

Uno sputo a Lucio Fontana e la Gnam si pubblicizza a dovere

 Documenteremo prima il fatto e poi tireremo le somme dell’intera faccenda.

Globartmag vi ha spesso tenuti informati sui sempre più ricorrenti atti di vandalismo ai danni dell’arte. Stavolta però non si tratta di un danneggiamento bensì di un vero e proprio vilipendio, un oltraggio basso ed infame che pesa quanto una macchia d’inchiostro sulla tela od una martellata sul marmo. L’increscioso evento è accaduto alla Gnam di Roma e la vittima dell’assalto è un’opera di Lucio Fontana dal titolo Concetto spaziale- Attese del 1968, cinque tagli su tela dipinta di bianco dal valore di almeno 9 milioni di euro.

Ebbene l’opera è stata colpita da un volgare sputo, un segno di rabbia e sfregio contro la creazione di un artista che storicamente è sempre stato oggetto di roventi critiche e dissensi. Fortunatamente lo sputo è andato a finire sul vetro che protegge l’opera ed in alcuni secondi è stato lavato via ma è ovvio che la forza di tale deprecabile gesto non può essere lavata via così presto. L’episodio che vi abbiamo raccontato è però accaduto nel 2009 è stato misteriosamente reso noto solo ora dalla soprintendente Maria Vittoria Marini Clarelli.

Spirito: è la volta di Arthur Duff

Prosegue presso il Complesso Santo Spirito in Sassia in Roma il progetto SPIRITO ideato e a cura di Valentina Ciarallo e Pier Paolo Pancotto e promosso da Giubilarte Eventi che, avviato nel novembre 2008, propone alcune delle presenze più significative nel panorama creativo nazionale ed internazionale (alcune delle quali approdano per la prima volta a Roma o in Italia in forma individuale) mettendole a confronto con uno spazio espositivo eccezionale, lo storico complesso ospedaliero fondato nell’ottavo secolo d.C. e definito nel suo aspetto attuale nella seconda metà del Quattrocento sotto il pontificato di Sisto IV.

Il sesto appuntamento è stato affidato ad Arthur Duff che propone un’installazione composta di raggi laser che invade contemporaneamente le due sale di Santo Spirito. Attraverso composizioni verbali ispirate alle caratteristiche funzionali mediche, di ricovero e di accoglienza dell’edificio (tra le quali, ad esempio, la cosiddetta ruota degli esposti), l’artista colma lo spazio dell’antico nosocomio che egli percepisce ormai vuoto rispetto alla vita e alla storia che per secoli lo ha animato.

L’autoritratto di Bacon interpretato da Peter Welz e William Forsythe

Apre al pubblico il 3 ottobre Retranslation I Final Unfinished Portrait (Francis Bacon)|figure inscribing a figure, installazione di Peter Welz e William Forsythe ospitata a Roma grazie alla collaborazione tra Romaeuropa Festival 2009 e Galleria nazionale d’arte moderna e ospitata proprio nella prestigiosa sede di viale delle Belle Arti.

Tre schermi di tre metri e mezzo per cinque con cornice in alluminio, altoparlanti vicini agli schermi e non visibili, l’incompiuto ritratto di Francis Bacon o una sua copia a grandezza naturale -1,98 X 1,46 metri tra due lastre di vetro-, uno spazio tra i 400 e i 500 metri quadrati il più luminoso possibile: ecco le caratteristiche materiali di Retranslation I Final Unfinished Portrait (Francis Bacon)|figure inscribing a figure, opera coreografica multimediale in continuo movimento tra scultura, pittura, video arte e danza.

Cy Twombly a Roma

Cy Twombly, untitled 1970

Debutto in pompa magna per la prima grande retrospettiva romana dedicata al multicolore genio di Cy Twombly (Lexington, 28 aprile 1925) , ospitato per l’occasione dalla Galleria nazionale di arte moderna dal 5 marzo al 24 maggio 2009. Si parte dalla fine della carriera del grande artista americano stabilitosi in Italia nel 1957 e si continua con momenti cruciali e opere chiave sino a compiere un viaggio a ritroso che accompagna lo spettatore agli inizi della carriera dell’artista. Le opere in mostra sono circa settanta fra dipinti (molti in più parti), sculture e disegni.

Vi sarà modo di ammirare un esemplare della serie Bacchus del 2005, dipinta con il colore del vino e del sangue durante la guerra in Iraq, e alcune inedite sculture del 2009. Per gli anni ottanta e novanta saranno in mostra le monumentali Quattro stagioni ed un gruppo di tre dipinti Untitled del 1985 che si accosta alla pittura veneziana del settecento.

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