Banksy chiama, King Robbo risponde: la sfida della street art

 Banksy, il più famoso street artist del Regno Unito è ormai abituato a musei, gallerie ed altri templi dell’arte contemporanea ma una delle sue ultime opere ha sicuramente riacceso il suo spirito street, dando alla sua carriera un’inaspettata sterzata all’indietro nel tempo, quando (come tutti gli street artists) si battagliava con altri artisti locali a colpi di spray nelle più agguerrite Street Fight. Il nostro eroe di Bristol è stato infatti accusato di aver mancato di rispetto a King Robbo, leggenda della street art londinese.

Banksy avrebbe infatti modificato un graffiti che Robbo aveva eseguito ben 24 anni fa nel quartiere di Camden, correva l’anno 1985. Ovviamente il buon vecchio Robbo ha raccolto subito la sfida e non contento dell’opera di Banksy ha cancellato l’opera di quest’ultimo, sostituendola con un enorme composizione costituita naturalmente dalla scritta Robbo, L’artista ha portato a termine la sua vendetta proprio nel giorno di natale.

Sickboy, il nuovo talento della street art inglese

 Il Blitz artistico sembra essere diventato un vero e proprio must nella scena contemporanea ed in giro per il mondo sorgono eventi lampo che si concludono il giorno stesso del vernissage. Forse è il segno di questi frenetici tempi o forse è la volontà di lasciare un segno sfuggente ma incisivo. Sta di fatto che lo scorso 16 dicembre si è svolta a Londra l’evento blitz Logopop, mostra di nuove opere limited edition e site specific dell’astro nascente della street art britannica Sickboy.

Dopo il successo della sua personale dal titolo Stay Free tenutasi lo scorso anno, dove l’artista ha trasformato un edificio in stile Vittoriano in un parco giochi a tema, Sickboy è tornato con il suo stile stravagante, invitando gli appassionati d’arte a tuffarsi nelle straordinarie profondità della sua immaginazione. Con Logopop, Sickboy ha ricreato il simbolismo lisergico che caratterizza ogni sua opera, cambiando ogni volta le carte in maniera del tutto inaspettata. Tra installazioni, tags, graffiti e tecnologia digitale l’artista ha decisamente stupito il pubblico presente, che già lo acclama come il nuovo Banksy.  La nuova collezione di opere presentate a Logopop è stata sviluppata nel 2009 con l’obiettivo di affinare le relazioni tra complessi e dettagliati lavori e semplici interventi urbani.

Peru Ana Ana Peru, la street art in galleria non perde la sua potenza

 La street art, lo dice già il suo nome, deve la sua fama e la sua potenza espressiva al contesto metropolitano. E’ nella strada che graffiti, murales, posters e stencils trovano terreno fertile per comunicare al meglio una rabbia artistica ed una carica estetica capace di affascinare l’intero mondo dell’arte. Solitamente però, quando la street art viene costretta all’interno delle mura di una galleria, perde i suoi magici poteri, come depressa da un ambiente artificiale ed artificioso non consono alla sua proverbiale bramosia di libertà.

Diciamo solitamente poiché non è questo il caso di Peru Ana Ana Peru, duo artistico in netta ascesa ed attualmente alla Brooklynite Gallery di New York con una mostra dal titolo quanto mai estroso:…And Then We Jumpted Into the Abyss of Numbers: Memories in Absurdity from the Bowels of…Peru Ana Ana Peru. I due artisti propongono un universo dai colori sgargianti dove ruotano immagini assurde e psichedeliche con un tocco di horror. L’anima street non perde la sua natura selvaggia poiché Peru Ana Ana Peru ripropongono esattamente ciò che solitamente creano in strada, anzi si potrebbe dire che alla Brooklynite le loro opere ci sembrano ancor più fantastiche e pervase da un luminoso senso dell’assurdo e del grottesco.

Riapre a Londra il Pop Shop di Keith Haring

Era il ritrovo trendy di Madonna negli anni ’80 e di tutti i modaioli di New York finchè circa quattro anni fa il celebre Pop Shop creato a Soho da Keith Haring ha chiuso definitivamente le porte lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile. Oggi la Tate Modern di Londra ha però deciso di ricostruire interamente lo storico negozio all’interno dei suoi spazi espositivi.

Keith Haring fu da sempre affascinato dall’idea di rendere un’opera d’arte accessibile a chiunque, un oggetto capace di affascinare non solamente i ricchi collezionisti ma anche la gente comune in cerca di un semplice cappello, un portachiavi o una T-shirt. Per questi motivi l’artista aprì nel 1986 il suo Pop Shop, offrendo alla massa uno spazio in grado di trasformare il suo linguaggio artistico in un vero e proprio oggetto di consumo. La filosofia di Haring era quella di “continuare in un certo qual modo questa via di comunicazione intrapresa con i miei disegni nelle metropolitane. Volevo attrarre la stessa grande fetta di pubblico in un posto accessibile non solo ai collezionisti ma anche ai ragazzi del Bronx”.

Il popolo di Bristol giudica su arte e vandalismo

La città di Bristol ha deciso di catalizzare l’attenzione dei media e diventare capitale della street art internazionale. Dopo il grande successo della mostra di Banksy al Bristol Museum che negli ultimi giorni ha visto lunghe code di ammiratori assiepati davanti all’entrata principale, le autorità cittadine balzano nuovamente agli onori della cronaca grazie ad una decisione inedita ed innovativa ma andiamo per gradi.

Nel 2005 Banksy si appropriò del muro di un edificio pubblico, disegnando un murale raffigurante un uomo nudo appeso alla finestra in fuga dal compagno della sua amante. Il consiglio comunale decise quindi di indire un grande sondaggio aperto a tutti i cittadini chiedendogli di decidere sulla rimozione o sulla conservazione dell’opera. A sorpresa il 93% dei votanti decise di non far rimuovere  il murale. Adesso le autorità cittadine hanno nuovamente bisogno del loro popolo per un nuovo sondaggio, questa volta Bristol dovrà decidere quali murales, tag e graffiti sono giudicabili come opere d’arte da conservare e quali sono invece considerabili come inutili scarabocchi da eliminare.

ESPO ricopre i muri con le sue lettere d’amore


Importante operazione artistica di Steve Powers in arte ESPO, street artist americano che ha letteralmente invaso I muri di Philadelphia con una grande serie di nuovi graffiti. ESPO ha dipinto la bellezza di 50 muri con grandi e coloratissime composizioni incentrate sul tema dell’amore, il progetto prende infatti il nome di Love Letter. L’evento sponsorizzato dal Pew Center for Arts & Heritage e dal programma di mural art delle autorità cittadine si è svolto tra la 63esima e la 45esima strada nei pressi del mercato, alla creazione delle opere hanno partecipato anche alcuni esponenti di spicco del mondo della street art oltre che ad un piccolo ma agguerrito gruppo di artisti locali.

La manifestazione è stata organizzata in un mese e sarà accompagnata da due libri ed un film documentario oltre che un workshop di insegnamento di graffiti per i giovani artisti di Philadelphia.  Le opere di ESPO sono state concepite in sequenza in modo da essere viste dai passeggeri del treno, in questo modo sarà possibile ammirare lo scorrere delle diverse scritte come in una pellicola filmica.

Shepard Fairey molto artist e poco street

Shepard Fairey si prepara a svelare la sua nuova opera commissionata dalla catena di gallerie Country Club in occasione della prossima edizione di Art Basel Miami. La sua nuova fatica consiste in un gigantesco murale formato da una struttura a forma di barricata con diversi interventi pitttorici su tela bianca. L’opera in questione potrebbe segnare una significativa svolta nella produzione di Fairey. Nel frattempo alcune polemiche sono sorte sulla presunte o veritiere radici street dell’artista americano.

Fairey ha iniziato la sua carriera affiggendo posters raffiguranti il campione di wrestling Andre The Giant sui muri di New York e nel giro di pochi anni ha lanciato una linea di abbigliamento con la sua serie Obey, collaborato con l’industria cinematografica, prodotto cover di album come Monkey Business dei Black Eyed Peas e Zeitgeist degli Smashing Pumpkins, fino ad arrivare al celeberrimo poster Hope per la campagna presidenziale di Barack Obama.

JR in Kenya e WK interact ad Ancona con Sten&Lex

Siamo ancora qui a parlarvi di Street art, vi sembrerà strano ma pare che tutte le star internazionali di questo caleidoscopico movimento artistico siano attualmente in giro per il mondo con la missione di ripulire i muri cittadini dal grigiore del cemento e dello smog troppo spesso sinonimi di povertà e di emarginazione sociale. Il sempreverde JR ha deciso di portare il suo Women Project nientemeno che in Kenya e precisamente negli slums di Kibera, baraccopoli alienante i cui tetti sono stati letteralmente invasi dalle gigantografie del nostro beniamino.

Le enormi stampe in vinile, stando a quanto afferma JR, sono totalmente impermeabili e resistenti ai forti sbalzi di temperatura propri del clima africano. I soggetti delle stampe sono ovviamente volti e sguardi di donne, troppo spesso calpestate e private dei diritti sociali ed umani. Globartmag ha scovato in rete un reportage-documentario delle gesta del nostro eroe in Africa.

Parentesi italiana per WK Interact, street artist francese di stanza a New York. Il nostro eroe è attualmente tra i partecipanti di Pop up! 2009, festival di arte contemporanea dedicato alla Popular e Urban Art ospitato dalla città di Ancona dal 7 al 30 agosto.

Klone, lo street artist eroe di Tel Aviv

Oggi si parla di Tel Aviv e non solo per questioni legate all’annosa conflittualità tra Israele e Palestina. Con il processo di pace in via di risoluzione Tel Aviv è balzata agli onori della cronaca dei giornali di tutto il mondo per la sua movida notturna e per il suo fermento artistico in continua evoluzione. Già perchè forse molti di voi non sanno che la scena dell’arte contemporanea di Tel Aviv è fitta di nuovi ed interessantissimi nomi.

Lo sviluppo architettonico della città, il contesto sociale e le abitudini quotidiane rendono questa metropoli simile ad una piccola New York dominata da grattacieli che si ergono sopra le casette in stile Bauhaus. Come New York quindi Tel Aviv vanta un nuovo ma agguerito manipolo di street artist che da alcuni anni ha preso possesso della città, invadendo le mura di meravigliose creazioni artistiche. Lo street artist più interessante di Tel Aviv si chiama Klone, una vera icona cittadina che negli ultimi due anni ha saputo stupire il pubblico con le sue creazioni semplici ed affascinanti.

Sheperd Fairey e le noie del copyright

a sin. foto di Mannie Garcia copyright AP - a dex. Hope di Sheperd Fairey

L’Associated Press ha contro citato in giudizio ieri Sheperd Fairey in merito alla famosa immagine di Barack Obama manipolata dall’ artista, illustratore e designer già famoso per la sua serie Obey. L’Associated Press afferma che l’artista ha usato impropriamente la foto in questione infrangendo ogni diritto d’autore e minacciando i principi cardine del giornalismo. Le opere di Fairey erano divenute talmente famose durante la campagna elettorale presidenziale americana da tanto da guadagnarsi una lettera di ringraziamento a supporto della campagna stessa da parte di Barack Obama in persona.

Shepard Fairey aveva citato il mese scorso l’AP in merito alle sue opere intitolate Obama Hope e Obama Progress affermando di non aver violato nessun diritto d’autore poiché l’immagine in questione era stata pesantemente manipolata apportando modifiche nelle forme e nei colori  che ne avevano cambiato l’essenza stessa.

Arrestate l’artista!

copyright Nara Yoshitomo

New York- Yoshitomo Nara è un’artista giapponese della scena pop, le sue sculture ed i suoi dipinti hanno fatto il giro del mondo. Yoshitomo Nara dipinge prevalentemente dei soggetti innocenti che dietro le fattezze di innocui fanciulli che scrutano il mondo con occhi minacciosi e celano lunghe lame affilate, armi di ogni tipo e seghe pronte a sezionare le carni. Yoshitomo Nara è anche stato arrestato a fine febbraio come si apprende dal dipartimento della polizia di New York.

L’artista è stato colto sul fatto dagli agenti nella metropolitana di Union square mentre era intento a disegnare graffiti sul muro.

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