L’origine: un intervento di Chiara Mu e Baldo Diodato

 

 

 

Ogniuno di noi, almeno una volta nella vita, si è trovato ad immaginare come poteva essere l’inizio, il momento in cui l’indistinto prende forma e diviene sostanza, e diviene mondo. E molti di noi conservano sotto forma di traccia, di sfocata percezione “quel dolce bisogno di niente” che sembra aver caratterizzato l’esperienza del proprio concepimento. Qui le dissertazioni psicoanalitiche si sprecherebbero ma non è su questo che ci si vuole focalizzare. Lo spunto per questa riflessione nasce da un evento svoltosi lo scorso 21 giugno presso Bibliothé Contemporary art Gallery e intitolato L’origine che prevedeva un intervento congiunto di due artisti differenti per generazione e metologie operative: Chiara Mu e Baldo Diodato.

La Francia cancella un prestito di opere in Giappone per la fobia nucleare

Dopo il tremendo terremoto con conseguente tsunami il Giappone sembra essere caduto vittima di una stramba vicenda legata all’arte ed alla fuga di radiazioni causata dalle plurime esplosioni occorse alla centrale nucleare di Fukushima.  Il mondo è ormai preda della paura del nucleare ed anche dalle nostre parti i contatori Geiger sono andati letteralmente a ruba. Molti  hanno già preso le dovute precauzioni, bandendo dalle loro tavole latte e verdure a foglia larga. Questo però riguarda le fobie sociali ma cosa hanno a che fare arte e radiazioni, vi starete chiedendo?

Cominciamo dall’inizio, il prossimo 5 aprile doveva essere inaugurata in quel di Hirsohima (esattamente al Prefectural Art Museum) una grande mostra dedicata all’impressionismo dal titolo Birth Of Impressionism, il 60% delle opere in mostra sarebbero state prese in prestito da ben 4 musei francesi. La mostra avrebbe dovuto ospitare 84 opere, tra capolavori di Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Jean-François Millet, Gustave Courbet e tanti altri.

Jeff Koons apre la sua casa ed il suo studio

 A 55 anni suonati Jeff Koons è uno dei più celebri artisti viventi e non ha certo problemi di soldi. Quindi come ogni Paperone che si rispetti anche Koons possiede la sua bella collezione di opere d’arte che attualmente invade gli spazi della sua residenza nell’Upper East Side di Manhattan.La testata giornalistica New York Times si è quindi recata a casa Koons per fargli visita.Tra i tanti capolavori, in un angolo della casa è possibile trovare un’opera raffigurante Gesù Cristo del 16esimo secolo creata da Quentin Massys, il più importante pittore della scuola di Antwerp.

In salotto, sopra un grande televisore a schermo piatto dove era solito trovarsi un dipinto di Pablo Picasso ora in prestito ad un museo, Koons ha posto un Gustave Courbet del 1873 a cui l’artista tiene molto. Si tratta di un grande ritratto di un placido vitello che fissa lo spettatore con un insolito sguardo quasi umano “Sembra che l’animale sia al corrente che fra non molto sarà macellato” aggiunge Koons, sorridendo.

Paul McCarthy, Biancaneve e i sette porno nani?

Se vi fermate per un attimo a pensare all’istrionico Paul McCarthy sicuramente vi verrà in mente un’immagine dell’artista come l’avete osservato in decine di video e performance nel corso degli anni e cioè intento a ficcarsi in gola manciate di hot dogs zeppi di ketchup e maionese (come in Hot Dog del 1974) o magari preso a ballonzolare e mugugnare in giro con un naso da clown spruzzando della pittura su di una tela (come in Painter del 1995) o infine se pensate a Paul McCarthy vi viene in mente uno sporcaccione con un costume da Santa Claus con macchie di cioccolato annesse (come in Santa Chocolate Shop del 1996-97).

Insomma l’immagine che noi tutti abbiamo di Paul McCarthy ha sempre a che fare con bambole, salsicce, vaselina ed orifizi che non possono certo essere descritti in questo luogo. Ma recentemente, in occasione del progetto White Snow, in mostra alla galleria Hauser & Wirth di New York fino al prossimo 24 dicembre, l’artista ha rilasciato un intervista al New York Times, dando di sè l’immagine di una persona differente da come tutti pensavamo. McCarthy reduce da una frattura al femore è stato accompagnato da sua moglie e suo figlio, quest’ultimo si è occupato dell’installazione dei disegni in galleria, una serie dedicata alla favola di Biancaneve ed i sette nani con tutte le allusioni sessuali del caso ma prodotta in maniera decisamente interessante.

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